lunedì 27 febbraio 2017
Il bestiario di Internet
domenica 26 febbraio 2017
Bar Web
giovedì 30 agosto 2012
La coerenza di chi mangia carne
lunedì 21 maggio 2012
Avevano ragione i Maya
giovedì 2 febbraio 2012
Benedetta omeopatia
martedì 19 aprile 2011
L'anonima complottista
Come sanno coloro che mi leggono su queste pagine virtuali, i commenti su questo Blog sono moderati.
venerdì 18 marzo 2011
lunedì 28 febbraio 2011
Complottismi d'annata
domenica 6 febbraio 2011
10 alla 23
venerdì 14 gennaio 2011
L'oroscopo sbagliato
mercoledì 5 gennaio 2011
Diluire diplomi fa migliorare la cultura?
Da buon omeopata scettico non potevo esimermi dal diplomarmi anche io.
Mi è servito anche da ripasso per il mio inglese, ormai piuttosto arrugginito.
Ecco, da questo punto di vista mi ha fatto bene!
AGGIORNAMENTO:
I Laboratoires McGallant hanno appena prodotto un nuovo rimedio omeopatico, anzi, Il Rimedio per antonomasia. Dopo attente analisi condotte in doppio cieco è stato appurato che è in grado di curare un numero non indifferente di malattie; si riportano alcuni esempi:
Varicella 1 pillola al giorno per 20 giorni
Influenza 2 pillole al giorno per 10 giorni
Cefalea 2 pillole prima di coricarsi.
Previene inoltre la Sindrome di Morgellons, bastano 3 pillole dopo i pasti per tutta la vita.
Non ha effetti collaterali.
Prossimamente distribuito nei migliori bar, oratori, e bancarelle di fiere.
lunedì 18 ottobre 2010
Crop Circles & Sindone
In ogni trasmissione, sito, forum, blog che spaccia misteri, non può non esserci qualche cosa che abbia a che vedere con la Sindone. AltroGiornale non è da meno, anzi, se vogliamo riesce ad essere di più
Nonostante vi siano prove in tutto il mondo, condizioni morfologiche ed energetiche speciali, fanno dell'Inghilterra un luogo particolarmente adatto alla manifestazione dei cerchi nel grano.
mercoledì 3 marzo 2010
Superman Tornielli e le solite storie sulla Sindone
Ipotizziamo pure che il suo sconosciuto autore, questo abilissimo falsario, abbia cosparso il telo con pollini di sicura provenienza mediorientale, con fiori che sbocciano a Gerusalemme in primavera, perfettamente congruenti con quelli che saranno ritrovati nei sedimenti fossili del lago di Genesareth.
Ipotizziamo che vi abbia aggiunto tracce di aloe e mirra, nonché lo abbia «impolverato» con un tipo di carbonato di calcio (aragonite) del tutto simile a quello ritrovato nelle grotte di Gerusalemme, e sia riuscito anche a procurarsi due piccole monete coniate nel 29 dopo Cristo sotto Ponzio Pilato da mettere sugli occhi del cadavere.
Ammettiamo ancora che lo straordinario truffatore abbia esplicitamente richiesto, a chi lo aiutava nell’impresa, di realizzare sul telo una cucitura laterale identica a quelle esistenti su stoffe ebraiche del primo secolo rinvenute a Masada, un’altura vicino al Mar Morto.
Anche ammettendo tutto questo, però, il nostro ipotetico truffatore rimane una figura piuttosto evanescente. Nel Medio Evo nessuno poteva avere le nostre conoscenze archeologiche e storiche sulle modalità della flagellazione romana e della crocifissione. La memoria delle circostanze e delle tecniche utilizzate nel I secolo per castigare i condannati alla morte in croce era del tutto perduta mille anni dopo.
L’eventuale falsario medievale non avrebbe potuto raffigurare Cristo con particolari in aperto contrasto con l’iconografia della sua epoca. Ad esempio la corona di spine, che sul lenzuolo è del tipo «a casco», mentre la tradizionale iconografia ce la presenta come una corona aperta sopra. O il fatto che nella Sindone vi siano i segni del trasporto sulle spalle della sola trave orizzontale, il patibulum, mentre la tradizionale Via Crucis rappresenta sempre il Nazareno mentre porta la croce tutta intera. O ancora il particolare dei chiodi infissi sui polsi e non sul palmo delle mani come si vedono invece in tutta l’iconografia.
L’autore dell’eclatante «falso» avrebbe poi dovuto immaginare o prevedere con notevole anticipo l’invenzione del microscopio, avvenuta alla fine del XVI secolo, per poter aggiungere elementi invisibili ad occhio nudo, i quali sarebbero stati scoperti soltanto diversi secoli dopo: i più volte citati pollini mediorientali, terriccio, il siero, gli aromi per la sepoltura, l’aragonite con lo stesso tasso di impurità che si riscontra nelle grotte di Gerusalemme. Tutti elementi invisibili all’occhio del pellegrino medioevale, destinatario del presunto inganno.
Lo stesso falsario, la cui esistenza stiamo ora ipotizzando, avrebbe dovuto anche conoscere in anticipo la fotografia, inventata com’è noto solo nel XIX secolo, e pure l’olografia realizzata negli anni Quaranta del XX secolo. Avrebbe dovuto saper inoltre distinguere tra circolazione sanguigna venosa e arteriosa, studiata per la prima volta nel 1593, vale a dire molti anni dopo la comparsa del telo sindonico, nonché essere in grado di macchiare il lenzuolo in alcuni punti con sangue uscito durante la vita e in altri con sangue fuoriuscito post-mortem. Avrebbe inoltre dovuto sapere rispettare, nella realizzazione delle colature ematiche, la legge della gravità, che è stata scoperta soltanto nel 1666.
Che dire, dunque? Come minimo, questo nostro ipotetico falsario medioevale doveva essere dotato di poteri paranormali. Un vero «superman», in possesso di conoscenze scientifiche, mediche, anatomiche, storiche e archeologiche che sarebbe riduttivo definire al di fuori del comune. Avrebbe dovuto avere capacità e mezzi davvero eccezionali per produrre l’immagine sul telo. Com’è concepibile che un uomo di tale sovrumana intelligenza, di ingegno così elevato, inventore con così largo anticipo del microscopio, della fotografia, dell’olografia nonché scopritore della legge di gravità, sia rimasto completamente sconosciuto ai suoi contemporanei come pure ai posteri, dato che non ne conosciamo il nome? E perché mai una persona così straordinariamente intelligente, che si era spinta persino a «spolverare» la Sindone con minerali simili a quelli presenti nelle grotte di Gerusalemme, così raffinata da saper riprodurre, fin nei particolari più piccoli, gli usi e i costumi della Palestina del I secolo, avrebbe commesso un errore madornale e grossolano: quello di servirsi per la sua falsa reliquia di un telo tessuto fresco fresco in epoca medioevale? Come si concilia la diabolica intelligenza del nostro falsario superuomo, capace di procurarsi i pollini tipici della primavera palestinese, capace di riprodurre le macchie di sangue dimostrando conoscenze di un anatomopatologo moderno, con una «svista» di tali dimensioni? Un perfezionista con qualità sovrumane sarebbe dunque caduto su di un’ovvietà, dimostrandosi all’improvviso non più un mostro di bravura, ma di sbadataggine: invece di procurarsi del tessuto antico, coevo all’epoca di Gesù, invece di cercare stoffe del I secolo sulle quali sbizzarrirsi per riprodurre l’immagine del corpo crocifisso, si sarebbe accontentato di servirsi di una Sindone appena tessuta.
Ma c’è di più. Siccome è indubbio che quel lenzuolo abbia avvolto per un numero determinato di ore un cadavere, sarebbe stato impossibile per lo spregiudicato falsario omicida – sì omicida, perché doveva ammazzare il povero Cristo usato come modello allo stesso modo in cui era stato ammazzato Gesù – riuscire a trovare una vittima il cui volto fosse congruente in diverse decine di punti con le icone di Cristo diffuse nell’arte bizantina. Egli avrebbe soprattutto dovuto pestare a sangue il suo malcapitato modello in maniera adeguata, in modo da ottenere determinati gonfiori del viso riprodotti nelle icone. Ne avrebbe probabilmente dovuti uccidere parecchi prima di raggiungere il suo scopo. Non dunque un falsario assassino, ma un falsario serial-killer.
Non soltanto un mostro di bravura, ma un mostro e basta, capace di riprodurre sul cadavere della sua vittima, colpevole soltanto di assomigliare a Gesù, particolari difficilmente ottenibili, come i pollici ripiegati all’interno del palmo e la posizione più flessa di una gamba rispetto all’altra. Anche procurare alla vittima, ormai deceduta, una ferita del costato con una lancia romana, facendone uscire sangue e siero separati, non è assolutamente un esperimento facile da compiere.Ma anche un'altezza improbabile per l'epoca. Poi, perché la lancia dovrebbe essere romana? Da cosa si dedurrebbe? Per il pollice flesso un bel articolo di confutazione lo trovate qui
Altrettanto arduo sarebbe stato mantenere il cadavere avvolto nel lenzuolo per una trentina di ore impedendo il verificarsi del fenomeno della putrefazione. Infine, sarebbe stato impossibile togliere il corpo dal lenzuolo senza il minimo strappo o il più lieve spostamento che avrebbero alterato i contorni delle tracce di sangue.
Possiamo dunque concludere che la realizzazione artificiale della Sindone ci appare impossibile ancora oggi, o meglio ancor di più oggi, come onestamente riconosceva al termine della sua vita il professor Luigi Gonella, affermando «la Sindone è un oggetto che non dovrebbe esistere», e nessuno di coloro che hanno creduto di smascherare il presunto «falso» è mai riuscito a ottenere un’immagine davvero simile per ricchezza di particolari.
lunedì 8 febbraio 2010
Sangue di San Gennaro: la parola al Professor Garlaschelli
Nel precedente post avevo scritto che il CICAP guidato nell'indagine dal Professor Garlaschelli aveva già in parte dimostrato che il fenomeno della liquefazione del sangue del santo poteva essere riconducibile ad un fenomeno chiamato Tissotropia per cui, certe masse gelatinose sono in grado di ritornare ad uno stato colloidale se agitate o sottoposte a vibrazioni.
domenica 7 febbraio 2010
San Gennaro: polemiche sulle analisi
«C’è sorpresa rispetto al mancato invito alla presentazione dello studio del professor Geraci»
«Anche su questo c’è da fare un approfondimento»
mercoledì 3 febbraio 2010
Le gambe corte di Berlusconi
Oh Silvio. I have no problem with your mafia connections, your masonic lodge business, the tax fraud, the false accounting, the bribing of judges, embezzlement, seducing young girls, etc. We all do that kind of thing. But when you start pumping up your crowds with Photoshop you cross the line, mister.
Il merito dello scoop è da attribuirsi al blog "San Precario".
martedì 2 febbraio 2010
Scie Comiche
lunedì 2 novembre 2009
Diritto ad essere Idioti
La Rete è un'entità fondamentalmente anarchica all'interno della quale tutti, ma proprio tutti hanno la possibilità di scrivere quello che gli pare, a patto ovviamente che ciò che viene trasmesso non vada contro la legge.
Tale caos dovuto all'anarchia, ha tuttavia delle regole che possiamo definire naturali in grado di circoscrivere i fenomeni negativi o viceversa alimentare quelli degni di nota.
Proviamo a fare un esempio: oggi su Repubblica.it compare la notizia che un branco di rincitrulliti vuole esportare anche in Europa il famigerato Ku Klux Klan, inondando la rete di scemenze quali la superiorità della razza bianca e cose di questo genere.
Questi imbecilli creano un sito, magari un gruppo su Facebook sapendo di contare sulla pubblicità che nasce dal perbenismo della gente comune. Subito la notizia, come sta accadendo, verrà riportata dai media nazionali e subito si scateneranno commenti dei più fantasiosi (ne ho letto uno che addossa le colpe al Vaticano, che detto tra di noi, persino a me, pare esagerato). I deficienti avranno così un ritorno pubblicitario non indifferente e siccome nel mondo basta avere il coraggio di proporre delle idee, per quanto balzane, che subito si trovano un paio di migliaia di pecore pronti a seguirti, questa loro iniziativa verrà inizialmente premiata da successo. Poi come spesso accade qualcuno leverà gli scudi e inizierà a smontare le teorie di questa gentaglia, sbugiardando sistematicamente ogni loro teorema.

lunedì 13 luglio 2009
Il Falso Smascherato
Nel mio vecchio blog, in un controverso post intitolato “Il nero che si addice ai preti”, dove si parlava di lavoro nero promosso dal Vaticano attraverso l’ORP (tanto per sottolineare quanto si predichi bene nelle encicliche e quanto si razzoli, o per lo meno si sia razzolato male nella realtà), commisi l’errore di non verificare alcune fotografie messe a corredo del post, che non avevano nulla a che vedere con il contenuto, ma che provocatoriamente dimostravano la collusione di certi personaggi della curia con i Regimi Nazi-fascisti della prima metà del secolo scorso; un altro tipo di “nero”, insomma.
Tra le varie foto riportate ve ne era anche una con il giovane Ratzinger, attuale Papa Benedetto XVI, sorpreso e immortalato nel mentre si apprestava a salutare con un saluto romano.
La fotografia in questione ha tutt'oggi molto successo in internet, ma come vedremo nient’altro rappresenta se non un clamoroso caso di manipolazione.
Voglio precisare che questa dimostrazione è stata già fatta nel vecchio “Pensatoio”, ma siccome la cosa è decisamente interessante e meritevole di diffusione, mi compiaccio di riportare il tutto anche qui.
Il tutto nacque nell’ottobre dello scorso anno a seguito di una breve discussione nata nel blog Pseudoscienze Bibliche che riportava il senso del mio post (più precisamente invitava a leggerlo fornendo il link), dove il signor Alfredo mi si fece notare che la fotografia qui sopra riportata era frutto di una manipolazione: il giovane prete, a suo dire stava semplicemente officiando la Messa. La cosa mi colpì immediatamente e messo da parte quel briciolo di vanità (od orgoglio se preferite) decisi di approfondire ulteriormente la cosa. In attesa di trovare la foto originale e dissipare ogni possibile dubbio, presi ad osservare meglio la fotografia e immediatamente dovetti constatare quanto le parole del signor Alfredo avessero senso. La prima cosa che mi saltò all’occhio era l’inquadratura, decisamente atipica: da fotografo, benché amatoriale, non mi sarei mai sognato di proporre una fotografia del genere, con mezzo busto, una spalla tagliata, o con la testa che sfiora il margine, a meno che non desiderassi proporre una composizione artistica (peraltro comunque discutibile);
ma era evidente che la foto in questione non aveva mire artistiche ma di semplice documentazione. Seguendo il suggerimento del signor Alfredo, con rinnovato senso critico, mi balzarono subito all’occhio i paramenti sacerdotali, in particolare la stola (evidenziata in rosso nella foto sopra) e, dietro il prete, quello che, senza dubbio poteva essere il basamento di un candelabro (evidenziato, nella foto accanto in giallo), o per lo meno un arredo da altare, il che dava anche una precisa ambientazione al documento.
Rimaneva poi la postura del giovane Ratzinger. Sulla destra come ben evidenziato dalle linee azzurre nella foto qui sotto, la spalla era decisamente inclinata da cui era logico supporre che anche l’altro braccio fosse, al momento dello scatto, tenuto alto, lasciando chiaramente intendere che la foto in questione mirava a ritrarre il giovane prete nel momento della benedizione del pane e del vino, il momento topico della funzione cristiana.
Rimaneva da trovare l’originale che provasse le mie elucubrazioni e ancora fu preziosissimo il mio interlocutore il quale mi mandò il link della foto che riporto qui sotto insieme ai dovuti ringraziamenti.