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lunedì 2 novembre 2009

Diritto ad essere Idioti


La Rete è un'entità fondamentalmente anarchica all'interno della quale tutti, ma proprio tutti hanno la possibilità di scrivere quello che gli pare, a patto ovviamente che ciò che viene trasmesso non vada contro la legge.
Tale caos dovuto all'anarchia, ha tuttavia delle regole che possiamo definire naturali in grado di circoscrivere i fenomeni negativi o viceversa alimentare quelli degni di nota.
Proviamo a fare un esempio: oggi su Repubblica.it compare la notizia che un branco di rincitrulliti vuole esportare anche in Europa il famigerato Ku Klux Klan, inondando la rete di scemenze quali la superiorità della razza bianca e cose di questo genere.
Questi imbecilli creano un sito, magari un gruppo su Facebook sapendo di contare sulla pubblicità che nasce dal perbenismo della gente comune. Subito la notizia, come sta accadendo, verrà riportata dai media nazionali e subito si scateneranno commenti dei più fantasiosi (ne ho letto uno che addossa le colpe al Vaticano, che detto tra di noi,  persino a me, pare esagerato). I deficienti avranno così un ritorno pubblicitario non indifferente e siccome nel mondo basta avere il coraggio di proporre delle idee, per quanto balzane, che subito si trovano un paio di migliaia di pecore pronti a seguirti, questa loro iniziativa verrà inizialmente premiata da successo. Poi come spesso accade qualcuno leverà gli scudi e inizierà a smontare le teorie di questa gentaglia, sbugiardando sistematicamente ogni loro teorema.
Esistono a questo punto due generi di idioti: quelli che lo sono davvero, ovvero credono in quello che dicono e fanno (a tal proposito spesso mi viene da pensare che l'uomo si distingue dagli animali in quanto l'unico che manifesta stupidità), e gli idioti che ad un certo punto capiscono il fatto che hanno sostenuto castronerie immonde, ma ormai sono prigionieri del meccanismo; in entrambe i casi questa gente non è disposta a recedere dalle loro posizioni, o perché non in grado di comprendere o perché non più in grado di farlo.

Apro una parentesi: qualcuno noterà che mancano gli idioti che si ravvedono, ma è ovvio, se si ravvedono non sono idioti. Solo sempliciotti.
In un primo tempo anche io ero rimasto affascinato dalle tesi complottiste dell'11 settembre, almeno fino a che  qualcuno non ha portato documentazione che dimostrava l'infondatezza di tali tesi.  Rimanere affascinati o convinti è dovuto principalmente ad ignoranza e, nell'esempio specifico io lo ero, non sapendo nulla di super termite, di missilistica o di come si guida un aereo. Però un conto è cascarci, un altro è farsi paladino della tesi, e qui chiudo la parentesi.
Ritornando al discorso, dicevo che il sistema anarchico della Rete permette che si creino delle forze contrarie in grado di limitare i fenomeni da baraccone (qui ho riportato il KKK, ma basta leggere qualcosa sulla Sindonologia, sulle Scie Chimiche, sull'11 settembre, sugli alieni, sul 2012 , e chi più ne ha più ne metta).
Oggi si parla di controllare la Rete, ne parlano ministri, ne parlano i benpensanti.
Che si debba controllare che non vengano lesi i diritti di una persona è un conto, che si debba controllare la rete è un altro, anche perché è bene ricordarlo che proprio i media, grazie all'universalità di internet rappresentano il principale veicolo di diffusione di determinate castronerie. La prova? Se Repubblica non avesse riportato la notizia io non avrei parlato di KKK (cosa comunque marginale) ma, soprattutto, questi reietti non avrebbero avuto l'eco che hanno avuto (e i proseliti che da questo deriverà).


Già i debunkers (coloro i quali sono dediti confutare tesi e prove, attraverso la scienza e la logica) corrono il serio rischio di essere l'unica ragione di sopravvivenza degli idioti (specie di coloro che sono rimasti incastrati nel loro stesso meccanismo), figuriamoci cosa accadrebbe se si istituisse una sorta controllo. Basti vedere le enormi difficoltà che hanno i vari Facebook o Youtube, i quali agiscono, a seguito di denuncia ad oscurare preventivamente il canale per poi (se richiesto) verificare con calma e riattivare il tutto se la denuncia originale risulta infondata.

Alla fine credo che sia meglio garantire il diritto ad essere idioti (fatto salvo il rispetto per le leggi, ovviamente), dando modo alla gente normale di ragionare piuttosto che diminuire determinate libertà .
Che i politici vigilino affinché vengano rispettate le numerosissime leggi già vigenti, per noi sarebbe già sufficiente.

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