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lunedì 23 maggio 2011

Giustificazione alla pedofilia (sic!)


Il fenomeno pedofilia nella Chiesa ritorna prepotentemente alla ribalta, almeno nelle cronache.
Dico "almeno" perché sembra che
oggi sono percentualmente inferiori, nonostante il clamore mediatico, rispetto all’inizio degli anni 1950
Questo emergerebbe dal rapporto del John Jay College di cui avevo parlato nel precedente post e che ho tratto dall'articolo di oggi di Andrea Tornielli ex vaticanista de Il Giornale, oggi in forze al quotidiano La Stampa di Torino.
Mi permetto di puntualizzare che i dati si riferiscono all'emerso e che, soprattutto, che tali dati non sono, per l'appunto, emersi per volere delle autorità ecclesiastiche ma, nella stragrande maggioranza, per una sorta di outing delle vittime o a seguito di indagini della magistratura locale.

venerdì 20 maggio 2011

Ascoltare Joan Baez rende pedofili


Titolo assurdo per l'assurda conclusione cui sono giunti al John Jay College of Criminal Justice di New York tracciando il rapporto sullo studio de "Le cause e il contesto di abuso sessuale di minori da parte di preti cattolici negli Stati Uniti, 1950-2002" commissionato dalla Chiesa statunitense per trovare un perché dei tanti casi di pedofilia che hanno gettato un ombra sulle comunità cattoliche e, aggiungo io, sulla credibilità e sulla forza delle lobbies a loro vicine. La conclusione, invero, non parla esplicitamente della bravissima cantautrice folk ma degli ideali libertari del '68 della rivoluzione sessuale e del rock'n'roll. 
Di cui Woodstock sarebbe il simbolo (e da qui la scelta del titolo).

venerdì 23 aprile 2010

Sex & Memories

Monsignor Roger Vangheluwe
Parlare di sesso con gli anziani è per lo più divertente, specialmente dopo che hanno preso atto che il fisico fa decisamente fatica a seguire la mente anche quando i livelli ormonali, ridotti ai minimi termini dall'età che avanza, riescono nonostante tutto a risvegliare qualche voglia. 
E' divertente perché sanno metterci la giusta ironia: mio nonno diceva sempre ridendo che quelli della sua età prediligevano il sesso orale, nel senso di detto, raccontato. In sostanza nell'era pre-viagra, il sesso era giusto un ricordo. 
La stessa cosa deve essere stata per il vescovo di Bruges, monsignor Roger Vangheluwe, che con la sollecitudine tipica delle sfere ecclesiastiche ha deciso di dimettersi per una serie di abusi abusi sessuali compiuti sia prima che dopo il 1984 data che lo vede vestire i panni di vescovo.
Quando ero ancora un semplice sacerdote e per un certo tempo all'inizio del mio episcopato ho abusato sessualmente di un giovane dell'ambiente a me vicino. La vittima ne è ancora segnata. Nel corso degli ultimi decenni, ho più volte riconosciuto la mia colpa nei suoi confronti, come nei confronti della sua famiglia, e ho domandato perdono. Ma questo non lo ha pacificato. E neppure io lo sono.
 Queste le sue dichiarazioni.
Lo so, sono pedante (ultimamente anche monotematico) ma proprio non riesco a tacere di fronte a certe dichiarazioni e a questo modo di fare.
E' indubbio che il vescovo di Bruges, sulla graticola sia stato costretto ad uscire allo scoperto, probabilmente dalle alte sfere vaticane. E' indubbio perché non ha senso questo silenzio di 26 anni, e poco valgono le scuse di aver domandato perdono, non fosse perché nel frattempo, su sua ammissione, non solo non ha ricevuto il perdono della vittima e della famiglia, ma ha addirittura fatto carriera.
Alla luce di ciò, nemmeno il pentimento, quel " neppure io lo sono (pacificato)" è credibile.
Del resto, o sono poco credibili le parole del Vaticano che sostiene che da anni sta cercando di contrastare il fenomeno e che i vari Crimen et similia, siano stati in realtà linee guida per insabbiare, o è poco credibile che il vescovo "emerito" di Bruges, pastore di un intera diocesi non abbia avuto un minimo di coscienza "cristiana", anche se preferirei definirla semplicemente "umana vergogna" di confessare il proprio delitto e accettare la giusta pena, che per inciso non può essere la sola riduzione allo stato laicale.
Ma forse appunto, come diceva mio nonno è solo una questione di età: raggiunta la pace dei sensi non rimane che il ricordo, e giust'appunto il vescovo se n'è ricordato.

mercoledì 14 aprile 2010

Pedofilia e Omosessualità: la parola all'esperto (di roghi)

"Non c’è nessun legame tra pedofilia e omosessualita: le teorie psichiatriche che ipotizzano un nesso sono assolutamente prive di fondamento. È una tesi senza fondamento perché il pedofilo è attratto da soggetti pre-puberi, che non hanno sviluppato la sessualità, e quindi la pedofilia è una perversione che prescinde assolutamente dall’orientamento sessuale".                                         (Dott. Tonino Cantelmi, Presidente dell'Associazione Italiana Psichiatri e Psicologi Cattolici)
 "In ambito psichiatrico la pedofilia è catalogata nel gruppo delle parafilie, ovvero tra i disturbi del desiderio sessuale, e consiste nella preferenza erotica da parte di un soggetto giunto alla maturità genitale per soggetti che invece non lo sono ancora, cioè in età pre-puberale"
(Wikipedia).
In altre parole a differenza di quanto afferma il Cardinal Bertone, sempre nell'ambito delle lezioni di comunicazione tenuti dalla Santa Casta, non pare ci siano correlazioni dirette tra omosessualità e pedofilia.  C'è da dire che vi sono in effetti un certo numero di psichiatri o psicologi che sostengono queste ed altre tesi. Qualcuno di voi conoscerà almeno di vista il criminologo Francesco Bruno (foto a lato), molto presente in televisione. 
Ebbene ho scelto lui per meglio evidenziare da dove derivano le convinzioni che relazionano omosessualità e pedofilia.
Partendo dall'assunto che...
...l’omosessualità è una patologia che deriva da un grave disordine e da una mentalità deviata e talvolta viziosa, ecco credo che si possa parlare, senza offesa, di omosessualità come lebbra etica
Assolutamente senza offesa, naturalmente.
Ma continuiamo:
Gli omosessuali sono dei disturbati e come tali patologicamente rilevanti. Quando mi dimostreranno il contrario, ci crederò. Insomma, mi condannino anche al rogo, non mi muovo dalle mie posizioni
Già il rogo.

venerdì 12 marzo 2010

Pedofilia all'ombra del crocifisso.


La pedofilia è una dei crimini più odiosi in assoluto perché perpetrato su esseri senza difesa quali appunto sono i bambini e, intendiamoci subito, non è un esclusiva dei religiosi, ma un male che attraversa la società da millenni.
Tuttavia non ci si può esimere dal condannare in maniera ancor più pesante quei religiosi che si macchiano di tale delitto poiché l'istituzione religiosa si pone alla società come apportatrice di luce, anzi, come unica portatrice di morale e di etica. 
Non è questione di accanimento dunque, ma è un ovvia conseguenza: se vuoi insegnarmi una morale devi essere il primo a seguirla; se predichi bene e razzoli male il minimo sindacale è la gogna.
Personalmente se fossi cattolico, non cercherei di difendere l'indifendibile e anzi sarei stato il primo a scandalizzarmi. Fa specie, invece,  leggere sui blog o sui giornali vicini al mondo cattolico che la Chiesa ha saputo reagire rapidamente e con fermezza, quando è vero l'esatto contrario.
Anzi, per un estraneo alla religione cattolica e quindi inconsapevole degli obblighi dell'istituto confessionale, la strategia adottata dall'istituzione apparirebbe come un vero e proprio insabbiamento.
Di certo vi è che gli scandali che stanno colpendo le Chiese di mezza Europa non sono recenti fatti di cronaca, ma risalenti addirittura alla prima metà del secolo scorso. 
Si rimane basiti di fronte ad alcune affermazioni in realtà abili tentativi di fuorviare, come ad esempio quello di Padre Lombardi di Radio Vaticano che dalle pagine di Avvenire cerca di chiarire che: 
... tutte le persone obiettive ed informate sanno che la questione è molto più ampia, e il concentrare le accuse solo sulla Chiesa porta a falsare la prospettiva. dicono che in uno stesso periodo di tempo i casi accertati in istituzioni riconducibili alla Chiesa sono stati 17, mentre ve ne sono stati altri 510 in altri ambienti. E’ bene preoccuparsi anche di questi.
Innanzitutto non si accusa solo la Chiesa, ma per le ragioni sopraccitate non ci si può esimere da sottolineare il   problema e poi è ovvio che chi di dovere si occupa anche degli altri casi. Il problema semmai è capire come mai lo scandalo che ha investito la Chiesa è rimasto a lungo taciuto.

mercoledì 17 febbraio 2010

Gli eufemismi di Santa Madre Chiesa


Già nel 1517 Papa Leone X nel periodo dello scandalo detto delle Indulgenze, prescrisse ai rei di " peccato contro natura con bambini" l'assoluzione dietro pagamento di "131 libbre,15 soldi". Il Papa umanista doveva conoscere assai bene il peccato giacché nella sua Storia d'Italia , Francesco Guicciardini ne parlava così:
"credettesi per molti, nel primo tempo del pontificato, che e' fusse castissimo; ma si scoperse poi dedito eccessivamente, e ogni dí piú senza vergogna, in quegli piaceri che con onestà non si possono nominare"
 Cosa volesse intendere il Guicciardini lo possiamo desumere dalle varie "pasquinate" (scritti satirici appesi alle statue di Roma) dedicate al pontefice come questa del 1521 a pochi giorni dalla sua morte del pontefice:
"Morì el meschino, e non te dir bugia,
per fotter troppo in cul un suo ragazzo"
O come questa del 1522 che lo definiva:
"fiorentin, baro, cieco e paticone"
Dove "Paticone" sta per sodomita passivo.

Inutile dilungarsi sulle pratiche che molti novizi dovevano subire all'interno dei monasteri o alle attenzioni particolari che venivano dati a quei ragazzi  ragazzi un poco effeminati che venivano  inviati nei seminari su consiglio del parroco almeno fino a vent'anni fa (in modo che il giuramento di castità potesse "curare" la diversità).

lunedì 8 febbraio 2010

Niente comunione ai Gay

Niente comunione ai gay conclamati perché "l'omosessualità è un disordine".  E' parola di Dio.
Beh, non proprio, quella di Dio, almeno nell'Antico Testamento prevedeva la morte. 
Con la Buona Novella invece più semplicemente si affermava che gli omosessuali non avrebbero goduto del regno di Dio; se non altro avevano salva la pelle.
Omosessualità uguale a disordine è stabilito dal Concilio Vaticano II, mentre niente comunione ai gay conclamati è l'ultima sparata di un vescovo, più precisamente di Monsignor Scatizzi  vescovo emerito di Pisa, il quale sostiene che i preti non debbano somministrare la comunione, in quanto l'omosessualità, qualunque cosa sia è peccato.

giovedì 17 dicembre 2009

Si dimette il Vescovo Murray, l'occultatore

Con un tempismo quasi perfetto e con una solerzia che non lascia dubbi sulla sua buona volontà, il Vescovo Murray (foto a lato) rassegna le dimissioni da capo della diocesi Irlandese a seguito dello scandalo pedofilia che ha sconvolto i cattolici d'Irlanda. Per la precisione si tratta di  abusi perpetrati per quasi trent'anni da 46 preti pedofili a danno di 320 bambini, che il volonteroso e pentitissimo vescovo di Limerick, ai tempi ausiliario a Dublino, ha sistematicamente coperto, limitandosi a trasferire i mostri, da una diocesi all'altra, con l'evidente scopo di non far scoppiare scandali.
Perché è ovvio, molto più importante e salvaguardare l'immagine della Chiesa che non la salute,  la dignità di un essere umano, nel caso specifico assolutamente indifeso.
Personalmente non riesco ad apprezzare le parole di Benedetto XVI, pur dure e doverose. Mi paiono vuote.
Al rapporto Murphy, infatti si sommerebbe anche l'altro rapporto, nominato Ryan, dove si parla di "abuso sessuale sistematico e ampiamente diffuso ai danni di bambini e adolescenti di entrambi i sessi, in scuole, orfanotrofi e riformatori gestiti da cattolici". In questo caso si parla di 2500 bambini seviziati tra il 1940 e il 1980.
Troppi perché nessuno in Vaticano fosse a conoscenza.
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