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mercoledì 4 luglio 2012

Scelte matrimoniali


Alla fine, dopo 17 anni di consolidato rapporto, definizione questa tra le più scialbe per definire il sentimento d'amore che ci lega, io e la mia compagna abbiamo deciso di sposarci. 
Ci siamo arresi all'evidenza che la politica italiana è lungi dal riconoscere il cambiamento dei tempi e, con essi, del comune intendere la vita della moderna società. 
Vi sono resistenze molto forti in tal senso, sia a destra che a sinistra, passando per gli insulsi partitucoli  padronali che infestano il Parlamento. 
Non c'è da stupirsene.

martedì 5 aprile 2011

Dove sono le candele?


Quando c'è da difendere una vita, anche quando chi dovrebbe viverla è impossibilitato a farlo, oppure vorrebbe rinunciarvi per la troppa sofferenza, c'è sempre un ben pensante con una candela accesa, od una fiaccola, od uno striscione per ricordare a tutti che la vita è un dono irrinunciabile della divinità, un bene che dobbiamo difendere fino a che non si sia compiuta la sua volontà.

lunedì 28 marzo 2011

Un cattolico non può evolversi


Probabilmente De Mattei, il discusso vicepresidente del CNR, vuole dimostrare attraverso la propria persona che l'uomo non può evolversi. Purtroppo per lui, anche l'involuzione è una forma di evoluzione, sebbene lo sia al contrario; anzi, a ben vedere, che un involuzione sia tale è meramente un punto di vista, al più, una constatazione di un ritorno al passato.

domenica 5 dicembre 2010

Non c'è etica senza religione?


A volte compaiono sui media notizie che lasciano basiti, non tanto per l'articolo in sé, quanto per ciò che al giornalista, facendo il suo mestiere, tocca riportare.
L'articolo in questione era un dispaccio Ansa, privo dunque di ogni filtro e commento che, forse, sarebbe stato opportuno introdurre nel momento che la notizia veniva pubblicata in un giornale (altrimenti ci si chiede che senso avrebbero i giornali). E' passato qualche giorno, ma mi ero ripromesso di non lasciare cadere l'argomento ed eccomi qui a riproporlo e commentarlo.
Il dispaccio inizia subito con una rivelazione shock da parte del Dott. Giuseppe Noia, presidente dell'Associazione italiana ginecologi e ostetrici cattolici :
Verso i medici cattolici c'è un pregiudizio culturale molte forte, che in passato ha anche penalizzato nel lavoro e nella carriera
Ohibò, niente poco di meno!
Già, niente poco di meno che una fandonia colossale.

venerdì 3 dicembre 2010

Mistificazioni


Il diritto alla morte, come parte integrante dei diritti della vita, è un tema che sento profondamente; per vari motivi. 
Il più lapalissiano è che tutti dobbiamo morire, quindi è ovvio che, superata l'età in cui ci si sente virtualmente immortali (nel senso che l'idea della morte nemmeno ci sfiora), si finisca per pensare alla morte. 
Reputo la morte una straordinaria opportunità, un dono se si ammette l'esistenza di una divinità, perché ci costringe a dare un senso alle nostre esistenze, a lasciare orme che possano essere seguite e che non vengano cancellate al primo soffio di vento.
Parlo di opportunità, potrei parlare di fortuna, perché essere mortali non è una maledizione ma una fortuna, sebbene il trapasso, sia che ci conduca verso il nulla o ad una nuova forma di esistenza, comporti sempre il dolore del distacco.
E' una fortuna perché siamo moralmente incitati a lasciare un mondo migliore di quello che abbiamo ereditato dai nostri padri, questo indipendentemente dagli esiti che, ahimè, possono essere finanche disastrosi.
Tutto ciò, però, trova senso solo se si accetta che la vita debba essere dignitosa sino in fondo, e non deve esserla solo per gli altri, ma soprattutto per se stessi. 

martedì 16 novembre 2010

Non ce la fanno

Proprio non ce la fanno a capire, questi cattolici, a meno che non si voglia insinuare che capiscano fin troppo bene e che vedano nell'assistenza del malato terminale un mercato cui non è possibile rinunciare. E per mercato, intendo denaro, molto denaro.
Mina Welby
Ieri sera, mi sono soffermato ad ascoltare la storia prima, e le parole poi, di Mina Welby, moglie di Piergiorgio le cui vicende riscossero una giusta eco mediatica, anche per via del toccante messaggio inviato dallo stesso al Presidente della Repubblica. 
Dalle parole di Mina e dal racconto di Saviano emerge infatti non tanto la volontà di morire, quanto la pretesa di poter disporre del proprio destino, la pretesa di poter discernere ciò che è vita da ciò che non lo è più, e nello specifico, quello che pare non riescono a capire i cattolici, non tanto delle vite altrui, ma della propria.
Nella storia di Piergiorgio, risalta al contrario dell'immagine che la retorica cattolica cerca di imporre,  un attaccamento alla vita assai particolare, nonché un quadro che di forza e debolezze che fa esclamare, senza timore di essere blasfemo, "Ecce Homo".
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