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venerdì 30 settembre 2016

I pensieri disordinati dell'attesa


Oggi c'è stata un'accelerazione rispetto ai tempi previsti. L'operazione prevista per metà settimana è stata anticipata a lunedì  in prima mattina. Domani avrò il colloquio definitivo con il neurochirurgo,  poi una domenica  con amici e parenti. La mia piccolina affronterà il suo primo giorno con gli Scout, spero le piaccia, lo considero un grande passo per la sua formazione e la sua indipendenza. Spero di riuscire a vederla anche solo per qualche minuto, credo di averne bisogno anche se ho paura di farmi travolgere dalle emozioni. Non voglio trasmetterle i miei timori. Come sempre non è facile capire ciò che è giusto, anche perché c'è una certa soggettività che definisce questo concetto: in fondo anche la giustizia non è  che un opinione.

Mia moglie si sta rivelando sempre di più  una creatura eccezionale.
Le donne hanno risorse incredibili che credo solo la violenza possa incrinare.  Più volte mi sono chiesto cosa farei senza di lei; in questi giorni credo di avere trovato un bel po' di risposte.

Di mia madre non ho mai parlato molto, vedo nei suoi occhi la paura e il dolore.
Credo di essere stato un figlio difficile ma sono certo che sia fiera di me.
Lotterò perché lo sia ancora.

Gli amici ci sono così come del resto mia sorella e mio cognato e questo è tutto.

Ora chiudo qui, un po' frettolosamente: i farmaci contro l'epilessia mi rendono difficile concentrarmi e lottare contro il t9 mi ha effettivamente sfiancato.

Alla prossima

giovedì 29 settembre 2016

Sono vivo


In the fell clutch of circumstanceI have not winced nor cried aloud.Under the bludgeonings of chanceMy head is bloody, but unbowed


Conclusi, cinque anni fa, un post autobiografico con la frase "sono vivo".
Lo sono ancora, anche se oggi la mia vita è  appesa ad un esame istologico che determinerà la tipologia di tumore che ha colpito il mio cervello. I primi esami fanno supporre che sia benigno, sebbene a causa della posizione in cui si trova, la sua risoluzione comporterà  con buone probabilità  deficit motori.
Ho paura? Sì, negarlo sarebbe ridicolo. Quando sai che dovrai rinunciare a molto, la paura ti assale. Con la stessa sincerità però,  voglio sia chiaro che non ho paura per me. Sono cresciuto abbastanza per sapere che tutto ciò  che ci circonda è effimero. Io sono i miei pensieri; i miei pensieri la percezione che ho del mondo.
Ciò  di cui ho paura non è dunque legato direttamente alle conseguenze che graveranno sul mio corpo, ma a ciò  che questo comporterà  per i miei cari. Saprò  essere ancora un buon padre? Saprò essere un buon marito? Finirò  per autocommiserarmi fino a spegnere la volontà degli amici di condividere la vita?
Scusate la debolezza, ma l'attesa  logora. Non vedo l'ora di risvegliarmi per sapere  cosa affrontare.
Dicono che la vita ci pone sempre due possibilità. Affrontare o arrendersi. Io ho imparato che la seconda deve diventare "adattarsi". Vedremo. Per ora ho intenzione di combattere e per mia fortuna so di saperlo fare.
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