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lunedì 24 giugno 2013

Un giorno a Volandia


Arriba Siempre Arriba
(Geo Chavez - 
27 Settembre 1910 )

Oltre 60000 mq di spazio per allestire, all'interno del vecchio complesso delle Officine Caproni, un parco museo dedicato al sogno del volo: Volandia. Un sogno antico quello del volo, vecchio forse come l'uomo stesso, cantato nei miti, raccontato nelle fiabe e ancora oggi pieno di fascino.

martedì 17 luglio 2012

Mappe antiche

Ducato di Milano (1620-1632) - particolare -

Ah le mappe! Ho passato ore rimirare le mappe di atlanti più o meno vecchi, immaginandomi peregrino per antiche terre, esploratore, intrepido navigatore di oceani e dei mari della storia.
Bastava una mappa per scatenare la mia fantasia, per immaginare terre, popoli e paesaggi.
Ancor oggi una mappa, specie se antica, non può non rubare la mia attenzione.
Figuriamoci, quindi, quando ho scoperto questo sito: oldmapsonline.org , un database di migliaia di mappe antiche (per lo più dei secoli XVIII-XIX) tutto da vedere!
Per gli appassionati ovviamente!

martedì 13 marzo 2012

La Comedìa degli invasati


Quando il dito indica la luna, lo sciocco guarda il dito.
Qui però siamo di fronte a sciocchi che guardano il sedere, è il caso di dirlo, di  colui che alza il dito.
Questa immagine, inquietante, è riferita ai ricercatori della Gherush92, un'organizzazione che tra l'altro è consulente del Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite, i quali, forse all'insegna del politically correct, hanno pensato bene di analizzare la Comedìa di Dante e, in seguito, di richiedere l'eliminazione di quello che è unanimemente riconosciuto come uno tra i più grandi capolavori della letteratura mondiale (forse il più grande), dai programmi scolastici.
Motivo? La Comedìa sarebbe omofoba, antisemita, islamofobica e quindi, in sostanza razzista.

venerdì 16 settembre 2011

Parco Nazionale dei Monti Sibillini - parte seconda

Castelluccio
Uno dei luoghi più incantevoli del Parco è rappresentato dai Piani di Castelluccio. Agosto non è purtroppo il mese migliore, poiché le celebri fioriture che colorano l'altipiano (1350 m.s.l.m) hanno inizio in primavera e terminano a luglio. Ciò nonostante il luogo è incantevole, e l'oro delle stoppie rende comunque il panorama, se non proprio unico, comunque di una bellezza da togliere il fiato (cliccare sulle immagini per ingrandirle)

Panorama

martedì 13 settembre 2011

Parco Nazionale dei Monti Sibillini - prima parte

Preciso sin da subito che questa non vuol essere una guida, ma un piccolo sunto delle sensazioni e dei luoghi visitati nella breve vacanza presso il Parco.
Il Parco si divide in quattro zone distinte da caratteristiche peculiari, il versante "fiorito", quello "sacro", quello "storico" e infine quello "magico".
Principalmente abbiamo visitato il versante "magico" non fosse altro perché abbiamo alloggiato in un Albergo a Montegallo che, insieme a Montemonaco, Montefortino, Arquata del Tronto e Amandola, fa parte dei comuni di questo, per cosi dire,  comprensorio.

martedì 6 settembre 2011

L'assoluto relativo di Magdi Allam


Magdi Cristiano Allam, per chi non lo sapesse è un giornalista (e politico) ex musulmano convertitosi al cattolicesimo. Così come peraltro prevedibile per chi fa un passo del genere, è passato da una posizione di sostanziale critica interna all'Islam, a quella di oltranzista della religione che lo ha accolto, ovvero quella Cattolica.
Già dopo la strage di Utoya ad opera di pazzo definito dal resto del mondo come "cattolico fondamentalista", Allam ci tenne a sottolineare che: 
La dif­ferenza sostanziale è che mentre gli islamici che uccidono gli «infe­deli » sono legittimati da ciò che ha ordinato loro Allah nel Corano e da quanto ha fatto Maometto, i cristia­ni che uccidono per qualsivoglia ra­gione lo fanno in flagrante contra­sto con ciò che è scritto nei Vangeli.

venerdì 20 maggio 2011

Tradizioni tradite e il perché calano i matrimoni

Ne avevo accennato giusto un paio di articoli fa, di come, nella società moderna, il matrimonio su cui si "dovrebbe" basare la famiglia sia una pratica decisamente in crisi. 
Lo certifica a distanza di qualche giorno uno studio dell'Istat che parla di un -1.2% rispetto allo scorso anno che diventa un -6% se raffrontato all'andamento degli ultimi sei mesi.
Personalmente ritengo che la causa prima sia la crisi economica, insieme ai prezzi esosi e alle aspettative al limite dell'insulso delle coppie moderne, ma è ovvio che il fenomeno nasconde alcune complessità non immediatamente individuabili.

mercoledì 20 aprile 2011

Timeline: L'universo in un anno


Parlando con amici circa le grandezze dell'Universo, mi sono reso conto che quando si parla di tempo i miliardi di anni rappresentano una dimensione indefinita che genericamente assume il senso di "tanto tempo". Il problema è che quel tanto, non è abbastanza "tanto" per definire la realtà e, di fatto, esso genera una serie di deduzioni e quindi di supposizioni, solo all'apparenza davvero logiche.

lunedì 4 aprile 2011

Musei e fotografia

Nei musei italiani vige una vera e propria, quanto inspiegabile, idiosincrasia nei confronti dei fotografi. 
Domenica scorsa durante una gita domenicale mi sono recato a Parma e dopo un passaggio allo IAT per le opportune informazioni, ci siamo fiondati di fretta e furia alla Galleria Nazionale strutturata all'interno delle sale del Palazzo della Pilotta. 
In fretta e furia perché, non con un certo disappunto, abbiamo scoperto che i musei di domenica chiudono alle 13.30: poi ci si lamenta che non cui sono visitatori...
Ad ogni modo, pagato il biglietto la prima cosa che si trova all'ingresso è un bel cartello con scritto: 
Vietato fare fotografie e riprese video

lunedì 28 marzo 2011

Un cattolico non può evolversi


Probabilmente De Mattei, il discusso vicepresidente del CNR, vuole dimostrare attraverso la propria persona che l'uomo non può evolversi. Purtroppo per lui, anche l'involuzione è una forma di evoluzione, sebbene lo sia al contrario; anzi, a ben vedere, che un involuzione sia tale è meramente un punto di vista, al più, una constatazione di un ritorno al passato.

venerdì 11 marzo 2011

Time Map del Risorgimento


E' difficile leggere la Storia in modo asettico, ma può essere divertente, almeno per chi, come me, è da sempre appassionato e reputa questa materia tra le fondamentali per la formazione di un individuo. Se poi alla passione per i testi si aggiunge quelle delle mappe, sempre in tema di divertimento, si può proprio dire che "il gioco è fatto"!
Grazie al sito di Maestro Roberto, un maestro di scuola elementare  con il pallino dell'informatica (che dalla passione che traspare dal sito deve essere di quelli che tutti i genitori vorrebbero avere per i propri figli), come lui stesso ci svela, sono venuto a conoscenza di un'interessante risorsa messa in rete da Rai educational: una mappa  che riassume in modo sintetico e interattivo il Risorgimento italiano dal 1815 sino al 1871 passando per la fatidica data del 17 marzo 1861 quando Vittorio Emanuele II viene proclamato Re d'Italia e viene sancito il Regno d'Italia di cui fra pochi giorni celebreremo come Italiani il 150° anniversario.
La mappa ripercorre le date fatidiche attraverso brevi note corredate da immagini o filmati tratti dalla programmazione di Rai Educational. 
Per visualizzare la pagina basta cliccare qui.

Buona visione!


venerdì 10 dicembre 2010

I 60 (milioni) Denari


L'Italia, finanziariamente parlando è messa maluccio. Un debito spaventoso fa da zavorra ad ogni tentativo di modernizzare il sistema, tagli ovunque, più pesanti, non fosse che per il significato, a cultura e ricerca.
Persino il volontariato viene penalizzato con tagli al 5 per mille. 
Stranamente, invece, i soldi per la religione si trovano sempre: sarebbe quasi da gridare al miracolo!

mercoledì 8 settembre 2010

Convivenze religiose


A volte mi stupisco di come si sviluppino i processi mentali.
Qualche giorno fa stavo osservando alcuni bambini (8-12anni) che giocavano a pallone sulla piazza antistante la chiesa del mio paese. Vi erano italiani, pakistani, indiani e nordafricani. Non ricordo il numero esatto, tra gli otto e i dieci. Giocavano con la gioia e la leggerezza dei ragazzini. Pensavo ai rapporti India-Pakistan, scontri politici, religiosi. Pensavo alla paura dell'Islam. Pensavo e cosa vedevano i miei occhi? Bimbi di estrazione culturale e religiosa differente che giocavano spensierati. Insieme.
Nessuna integrazione: semplice convivenza gioiosa.

domenica 5 settembre 2010

Identità di popolo e Religione


Nei versi del Manzoni l'identità di un Popolo confluisce in un'immagine piuttosto chiara:
Una d’arme, di lingua, d’altare,
Di memorie, di sangue e di cor
(Marzo 1821)
Pur apprezzando il genio Manzoniano da un punto di vista strettamente letterario, non posso che contestare questa visione, una delle tante "sante" del casto poeta che l'Italia adora. La visione di Manzoni è, infatti, decisamente chiusa quanto la mentalità che l'ha prodotta o, se vogliamo essere benevoli, figlia di un tempo ormai trapassato.
Oggi l'identità di un popolo non si può più sintetizzare in un unità di sangue (stirpe), di memorie (tradizioni), di lingua e di altare (religione).
Prendiamo il popolo Italiano.
Non può più esserci unità di sangue perché la società multietnica che va via, via, formandosi, lo nega di fatto; inoltre se vogliamo proprio dirla tutta, cercare una stirpe comune nei popoli italici è quantomeno un'impresa titanica quanto inutile: persino la presunta latinità è discutibile essendo stata Roma, ai tempi, un grande impero multietnico e prima di lei, la penisola italica, un crogiolo di popoli con culture e tradizioni diverse (Liguri, Veneti, Piceni, Galli ecc).

lunedì 26 luglio 2010

Ahmadinejad e la superstizione


Pover'uomo, Mahmud Ahmadinejad, presidente della Repubblica Islamica dell'Iran: una vita passata tra proclami insulsi e stupidate colossali, nel tentativo di superare ogni concorrente nella gara dell'uomo più antipatico della storia. D'altra parte poco ci si può aspettare da una mente ottenebrata dall'integralismo religioso, una deformazione mentale questa che non permette di vedere altra verità che quella immaginata.
Così, il Presidente Iraniano, che evidentemente non ha altro da fare, se la prende con l'Occidente, reo di sfruttare la superstizione. Da cosa desume tutto ciò?
Dal fatto che durante i Mondiali di calcio andavano per la maggiore le notizie sulle presunte capacità divinatorie del polpo Paul, aggiungendo che :
Chi crede in queste cose non può essere delle nazioni del mondo
Evidentemente basandosi sulle battute scambiate tra i leader europei circa la salvaguardia del polpo.

giovedì 1 luglio 2010

Senza il crocefisso l'Italia non sarebbe più la stessa.

Simbolo di una nazione...

Come del resto la Francia.
A sostenerlo è stato Joseph Weiler che continua dicendo che, se si leva il crocifisso, poi si dovrà intervenire in mille altre circostanze per levare croci dalle bandiere, parole dagli inni nazionali, foto di capi di Stato dalle aule.
Cosa possano c'entrare l'araldica, un "dio" citato in un inno ("God save the Queen"), o la foto di un capo di Stato che contemporaneamente è capo di una Chiesa (la Regina Elisabetta II è di fatto Capo di Stato e Capo della Chiesa Anglicana) è il caso di dirlo, lo sa solo dio.
E' un ragionamento cervellotico e non attinente, che nulla c'entra con il problema.
Ho già ribadito che personalmente, pur non essendo credente,  non ho nei confronti del crocifisso alcuna idiosincrasia. Non solo: credo che il rispetto delle credenze altrui debba, in una democrazia rimanere cosa prioritaria e bene farebbero gli integralisti atei a rendersi conto della pochezza delle argomentazioni addotte.
Crescere in una società multietnica prevede giocoforza la convivenza, l'accettazione. Crescere in Democrazia significa accettare i bisogni di una maggioranza, fatta chiara la necessità di garantire comunque i diritti della minoranza.
Detto questo, tuttavia, andrebbero stigmatizzate

lunedì 8 marzo 2010

(From) Medea


Ci sono alcune che a vederle così , fredde come i ghiacciai, sembrano bottiglie lanciate da una nave, ma senza un messaggio arrotolato dentro.
Ci sono quelle che gridano e quelle che di cui non ho mai sentito il suono della voce.
Ci sono quelle affettuose, che ti vengono vicino, che ti scaldano e hanno un buon profumo.
Ci sono quelle che non si lavano e ti passano davanti come correnti fredde, facendoti venire i brividi.
Ma tutte, tutte quante, sono le migliore amiche che io abbia avuto.
Guardo le cosce stanche, le borse sotto gli occhi, le mani....di donne così fragili da mettermi in soggezione, e penso che non esiste al mondo una roccia che un giorno non si sbriciola, dentro o fuori, sia che si veda, sia che non si veda.
E mi sorprendo ancora, di quanto possa essere ostinato e resistente il cuore di una donna.
Tratto dall'opera teatrale  "From Medea" di Grazia Versani

Mi rendo conto sia un modo anomalo per festeggiare l'8 marzo (a proposito, un abbraccio a tutte le donne), quello di riportare alcune frasi tratte dall'opera teatrale From Medea, proposta dall'associazione culturale Li.Fra. Non fosse perché l'opera si incentra sulla vicenda di quattro donne, Marga, Vincenza, Eloisa e Rina, tutte colpevoli di infanticidio.
Un argomento forte, a tratti sconvolgente per la sua crudezza, sorretta dall'enfasi interpretativa delle attrici, bravissime, ma capace di sorprendere con momenti easy quasi a ricordare che al di là delle colpe, permane il diritto di continuare a vivere.
From Medea: Silvia Salvatori ed Elisa D'alessandro (Marga e Rina) Questi momenti, divertenti persino inaspettatamente volgari, ci svelano un mondo femminile diverso dall’immaginazione e dall’ideale romantico, ma terribilmente realistico, in cui risalta l’umanità violentata ma ancora desiderosa d’amore:
…ma cosa devo fare? Non ho ancora trent’anni. Non posso avere altri ricordi? devo vivere con quelli che ho? Mi fanno schifo quelli che ho.
Più nessun amore per me? …Come se ne avessi avuto…Si, ne ho avuto.
Da mia figlia. L’amavo più di quanto amassi me. Non uscivo mai senza controllare che fosse tutto a posto, che lei stesse bene. E lei stava bene, stava sempre bene. E quando l’ho spinta sott’acqua mentre le facevo il bagno, cosa credi? Volevo…si …io volevo che lei…
IMG_5828_400x600 Già, perché dietro l’immane tragedia dell’infanticidio c’è molto di più: ci sono storie di donne, storie di depressione, di falsità, di violenza che genera violenza. Forse non si potrà mai perdonare una donna che ha ucciso il proprio figlio, di certo lei non riuscirà a farlo, ma l’opera di Grazia Versani ci insegna che in fondo anche noi tutti abbiamo le nostre parti di colpa e che  in un infanticidio le vittime sono due, anche se una muore “solo” dentro.
Vivendo l’opera, non può non sovvenire la differenza di approccio tra l’arte teatrale e le campagne sensazionalistiche dei media, ove tra titoloni e modellini si cerca di vendere il colpevole, totalmente incuranti del dramma vissuto dalla famiglia e dalla donna stessa. From Medea IMG_5866_800x533 IMG_5815_800x533 IMG_6265_800x533 L’opera infatti inizia introducendo le storie delle quattro donne e prosegue raccontandoci le quattro vite spezzate che si trascinano in un’atmosfera di finta normalità, molto, troppo simile a quella che in realtà circonda tutti noi.
Non voglio rivelare altro, il consiglio vivo è quello di andare a vedere l’opera, merita per i contenuti, per l’ottima regia e per la bravura delle attrici.

Personaggi
Vincenza

Vincenza, sembra la più forte, unica delle quattro aggrappata alla fede. Scrive ai due figli rimasti il suo devastante desiderio d'amore. 

Eloisa

Eloisa è la più diretta e passionale, nascosta dietro un irritante cinismo, continua a negare di aver ucciso il proprio figlio, ma è tradita dalla propria nevrosi.

Rina

Rina è l'anima fragile, troppo giovane per capire o forse anche solo per accettare.


Marga

Marga è l'ultima arrivata, è una donna lucida e intelligente ma che non è mai stata in grado di provare sentimenti.

Va dato merito alla Li.Fra di aver pensato e realizzato un bellissimo progetto che va al di là dell’opera teatrale: alla prima, al teatro Fumagalli di Vighizzolo di Cantù infatti “From Medea” è stata titolata per i non udenti con degli schermi sapientemente inseriti nel palco, le cui scritte erano di colore diverso per ogni attrice.


  Li.Fra : Teatro oltre il silenzio

Il progetto denominato “Oltre il silenzio” mira a rompere l’ennesima barriera che impedisce ai diversamente abili di accedere all’arte. Un plauso vanno a Lisa e Sara Girelli e a Francesco Montingelli per il lavoro fatto e per il grande cuore.
PS: le foto sono del sottoscritto.
PPS: auguri a tutte le donne.

martedì 26 gennaio 2010

La Giubiana di Canzo




Giace questo paesello alle falde dell’erta e brulla montagna
a cui la somiglianza della configurazione
diede il nome di Corni di Canzo, lunati cucuzzoli,
il più alto de’ quali sorge piedi parigini 1076


al di sopra del livello del mare



Canzo è un paese di circa 5000 abitanti posto ai piedi delle Prealpi lombarde e considerato l’apice settentrionale della Brianza benché di fatto non faccia parte della neonata provincia lombarda.
Vi sono tracce di insediamenti umani che risalgono al periodo preistorico, tuttavia le prime tracce di Canzo vengono fatte risalire con certezza all’epoca Romana, benché il toponimo abbia certe origini celtiche.
Canzo è conosciuta dai lombardi per le escursioni ai Celebri “Corni” di cui la foto qui sopra e per l’acqua della sua fonte: il “Gajum” ovvero Fonte del Mallo, per via del grosso noce che sovrastava il bacino della fonte.
In questa sede però vogliamo raccontare la festa della Giubiana, che a Canzo assume un aspetto particolare ed elaborato, ricco di simbolismi e di figuranti.

La festa inizia con l’annuncio appeso nel portico del mercato circa 15 giorni prima dell’ultimo giovedì di gennaio, che recita per l’appunto:
La Giubiana de Canz, l’ultim giudei de gineè
(la Giubiana di Canzo, lìultimo giovedì di Gennaio)

Il giorno del rogo vengono fatti i preparativi per la pira sulla quale verrà giustiziata la Giubiana e quindi inizia tutta una serie di scenette lungo le strade del paese dove emergono simboli e tradizioni di chiara origine pagana. Ma entriamo nel dettaglio.
La Giubiana viene legata ad una sedia e posta su un carro trainato da un asino e scende per le vie del centro storico accompagnata da vari figuranti che elencheremo in seguito, ma soprattutto dal suono cadenzato di percussioni che creano un’atmosfera lugubre quanto grottesca.
Ad un certo punto del percorso  da una finestra del paese appare il Diavolo, figura che per il vero cambia negli anni, al cospetto del quale la Giubiana canta un’ode cui il Diavolo risponde con frasi senza senso.



A metà paese altra rappresentazione degna di nota è il bal de l’ursu e del cacciadur nella cui danza al suono di fisarmoniche e cornamuse il cacciatore doma la rappresentazione della forza bruta della natura.
Il corteo procede quindi verso la piazza centrale dove spiccano le figure dei Regiuù (gli anziani) riconoscibili dal capel (cappello, simbolo di virilità) e tabar (mantello), delle Strie (le streghe) che gettano segatura sulla folla e dagli spiriti della natura come l’Anguana, una sorta di fata benefica della tradizione alpina, creatura magica delle acque qui vestita di bianco e adornata di calicantus, l’unico fiore dell’inverno, e l’Omm Salvadech (l’uomo selvatico) che porta in mano un ramo secco e silente, dispensa doni solo a chi gode della sua simpatia.
Giunti alla Piazza si comincia il processo, dove compaiono testimoni che accuseranno la Giubiana di essere causa dei mali dell’anno passato, l’ aucat di caus pers (l’avvocato delle cause perse) che cercherà di difendere la Giubiana e il consiglio dei Regiuù che alla fine decreterà la condanna al rogo della Giubiana, con la formula :
E sicome la stabiliss la leg quaranta dal voccent sesantot
che dopo ‘l procèss gh’è la lugànega e ‘l risott,
la sentenza a la fin la pò vess pronunziada
La giubiana , stasira, ca la sia brusada!

Dopo il rogo, la festa continua con la distribuzione del risotto con la salsiccia (lugànega) e con il vin brulè.
Veniamo ora ad elencare le figure e i simboli che compaiono il corteo:
  • i Pumpier in bicicleta: hanno il compito di assicurare il corretto svolgimento del corteo facendo attenzione, logicamente a circoscrivere i pericoli derivati dalla costante presenza del fuoco. Le biciclette e la pompa-idrante a mano sono d’epoca.
  • I Buschiroo ovvero i boscaioli, con i loro attrezzi d’epoca
  • l’Alpeè, ovvero l’abitante dell’ALpe che porta le corna di caprone (i corni del bech)
  • i Pastùr, il pastore che suonano il corno
  • gli Scarenej della vicina campagna di Scarenna, storicamente legata ai contadini canzesi
  • il Carètt di paisan, il carretto dei contadini trainato da un’asino che porta la Giubiana e il Boia
  • il Traìn un carro carico di fascine di legna, simbolo dell’economia invernale
  • i Cilostar o candelieri che accompagnano incappucciati di rosso il corteo a simboleggiare la vittoria della luce sulla tenebra

  • Il Barbanegra, l’indovino che dispensa le fortune del futuro
  • le Strij picitt , le streghe che incutono paura ai bambini
  • i Diauj da la bèla vus, i diavoli dalla bella voce che intonano le odi alla Giubiana
  • i Bunn e i Gramm, letteralmente i buoni e i maligni, bimbi vestiti a seconda, di bianco e di nero, che al suono di campanelle o di percussioni improvvisate (latte e coperchi) accompagnano chiassosi il corteo
  • il Boja, l’esecutore che trappresenta l’imminente condanna
  • L’Anguana, la fata acquatica che abita ai piedi del Cepp de l’Angua, che dispensa noci agli astanti
  • L’Omm selvadech, personaggio della mitologia alpina abitante del Cimin del la Tènura
  • L’Urzu, l’orso abitante della Crota del Bavèsc simbolo della forza brutale della natura che l’uomo deve imparare a domare
  • il Casciadùr, il cacciatore preposto a domare l’orso e a farlo danzare al suono delle cornamuse
  • la Cumar de la cuntrada, che leggerà il testamento della Giubiana
  • L’Aucat di Caus Pers, avvocato delle cause perse che viene da Milano per difendere la Giubiana
  • I Regiuù, ovvero gli anziani cui nelle grandi famiglie patriarcali del recente passato si faceva riferimento per le decisioni importanti o per risolvere le controversie.
  • La Giubiana, simbolo della natura sterile che solo morendo puo rigenerare la vita, a Canzo accompagnata da alcuni simboli, come la Gamba Rossa,  a ricordare una leggenda che voleva che la Giubiana dotata di gambe lunghissime ricoperte di calze rosse scendesse dai camini a spaventare i bambini, il Buffet, simbolo dell’aria, la Moja (attrezzo da camino) simbolo del fuoco, lo zapin (zappa) simbolo della terra, e il cazul (mestolo) a simboleggiare l’acqua.

sabato 5 dicembre 2009

Pompei on line



Google street view mette a segno un'altro bellissimo colpo, permettendo all'utente di addentrarsi per le vie della mitica città sepolta dalle ceneri del Vesuvio. Le immagini, in alta qualità, permettono di zoommare sui dettagli, anche se va detto che i tecnici di Google hanno percorso, solo le strade principali.
Pompei diviene dunque visitabile on-line ed anche se  trattasi di una visita frettolosa vale davvero la pena farci un giretto!


Fonte: Geekissimo
Link utili: Pompei on Line

mercoledì 21 ottobre 2009

Radici Cristiane d'Europa? Si, ma anche no.

Innanzitutto mi preme, introducendo, spiegare il titolo che, effettivamente, così posto è soggetto a molteplici interpretazioni. Personalmente sono convinto che la risposta corretta al quesito che tanto pare assillare le cronache italiche non sia così semplice, e se da una parte è innegabile che vi siano nell'Europa delle radici cristiane, è altrettanto ovvio che queste non possano essere le uniche. Non da meno, anzi è essenziale,  bisognerebbe approfondire ed entrare nel merito di tali presunte radici: hanno tutte valenze positive e vale perciò la pena che vengano rimarcate? Sono, nello specifico radici esclusivamente cattoliche o più generalmente cristiane? Siamo certi che non vi siano altre "radici" da considerare e che la nostra cultura non sia la sintesi di più culture assai differenti che comprendano altre religioni, dalla pagana alla cristiana,  dalla classica alla nordica, passando anche, ad esempio, per i pensatori islamici?
C'è certezza, infine, che le radici di una nazione, o di una gruppo di nazioni debbano per forza avere matrici religiose da riconoscere come predominanti in quanto tali?
Perché dunque la Chiesa pretende che venga riconosciuto che l'Europa abbia radici , soprattutto, cristiane? In primo luogo, va detto,  per una visione distorta della Storia che è tipica delle Religioni.  Le religioni, nel caso specifico quella Cattolica, fanno un uso della storia particolare, a proprio consumo, che  se da un lato ha ragione d'essere, dall'altro rappresenta una mera forzatura.
Ad esempio, la gente comune anzi, il cattolico comune per la precisione, è convinto che la sua religione sia sempre stata così, dalla predicazione del Cristo fino ai giorni nostri, ed eventualmente che i vari scismi altro non fossero che deviazioni di qualche gruppo di credenti dalla strada originariamente disegnata. Nulla di più falso. Innanzitutto perchè quallo che definiamo cattolicesimo nasce solo secoli dopo la venuta del presunto figlio di Dio e, nel lungo periodo che lo precede la storia è testimone di vari passaggi in cui scontri teologici sfociarono spesso in cruente soppressioni, del tutto fuori dai canoni morali ed etici, che oggi vengono sbandierati come esclusività dei cristiani.
Cosa non da poco, andrebbe anche svelato in maniera chiara, rimanendo sull'esempio, come tali dispute teologiche, alla luce di una visione a più ampio raggio della Storia abbiano avuto anche un importante sfondo politico, di ricerca del predominio non solo del pensiero (teologico), ma anche e soprattutto della persona: analizzando la Storia dell'uomo, infatti,  non si può né si deve mai dimenticare che questi è carne e sangue e che quindi i suoi fini ultimi sono sempre e comunque terreni.
Ritornando alla Storia e facendo qualche altro esempio, i Cattolici citano spesso, nel segnalare le tanto discusse radici, l'Imperatore Costantino, dimenticandosi però di sottolineare che sulla sua adesione al cristianesimo permangono molti dubbi e che, se si convertì, non fu comunque al Cattolicesimo ma divenne seguace dell'Arianesimo (per lo meno si fece battezzare in punto di morte da un vescovo ariano), dottrina che prevedeva la figura del Cristo come inferiore a quella del Padre, in quanto generato e creato (mentre nel Credo cattolico si cita: "...generato, non creato", proprio a seguito di tale conflitto) dallo stesso. La corrente ariana, definita eretica dal cattolicesimo (ma va detto che i sostenitori dell'arianesimo scomunicarono a loro volta gli avversari) non si spense con la sua condanna definitiva nel 381 (con l'assunzione del credo di Nicea a religione di Stato, da parte dell'imperatore Teodosio), ma venne adottata ad esempio dai Goti e dai Longobardi e per questo perdurò almeno fino al VII sec.
Altro esempio, il Papa. Il vescovo di Roma, quello che oggi è universalmente chiamato "Papa",( anche se va detto, non altrettanto universalmente viene riconosciuto come capo della chiesa), in epoca tardo antica non aveva nessuna predominanza sulla cristianità, ma addirittura il termine "papa" era nome condiviso con il vescovo di Alessandria (d'Egitto) e d'altra parte il primato petrino si basa su fondamenta storiche tutt'altro che solide, ed è ancora oggetto di studio e al vaglio degli storici. Alcuni studiosi infatti, contestano addirittura il fatto che Pietro abbia mai messo piede nell'Urbe, almeno da vivo, del resto non vi è  nessuna fonte che lo attesti e neppure negli scritti neotestamentari vi è traccia alcuna. Più certa purtroppo è invece l'inconsistenza storica del documento utilizzato dalla Chiesa per provare la legittimità del suo potere temporale, la celebre "donazione di Costantino" che senza ombra di dubbio è uno dei più clamorosi falsi della storia.
Continuiamo. Nel "Viaggio all'Inferno", ebbi già modo di evidenziare come alcuni fondamenti del credo e della tradizione Cristiana altro non sono che evoluzioni di precedenti religioni, o addirittura come nel caso specifico della geografia infernale, di credo posteriori (vedasi i gironi infernali del Liber Schalae Machomet testo arabo del VII sec. dal quale trasse ispirazione Dante per la Comedia, anche se va detto che non esistono specifiche ufficiali  su come sia fatto l'inferno). Non sono casi isolati. Tutta la storia della chiesa è costellata da revisioni e sovrapposizioni di riti propri a riti altrui: lo è il Natale, anticamente dedicato al Sole Invictus, lo è la festa di Ognissanti sovrapposta dai monaci irlandesi alla festa celtica del Trinuxtion Samoni (Samonios o Samhain, il capodanno celtico), lo sono molti santi (Es: Santa Brigida) e molte storie (La Veronica), persino i Vangeli e la Bibbia non sono state immuni da invenzioni e revisioni (es: la celebre "Chi è senza peccato scagli la prima pietra" è un aggiunta assai posteriore e filologicamente difficile da accettare).
Come dimenticare poi, le conversioni ottenute con veri e propri massacri etnici (vedasi Carlo Magno e i Sassoni).
Non basta. Per molto tempo i Vescovi furono eletti direttamente dall'autorità Imperiale, specie con gli Ottoni, che vedevano nell'organizzazione della chiesa un'opportunità di controllo del territorio e nel celibato dei vescovi (i preti per un lungo periodo erano esentati dal celibato), la possibilità di riappropriarsi della gestione, una volta che questi morivano. Questo, unito ad altri fattori parimenti importanti, contribuì non poco a favorire il potere della Chiesa, la quale nel giro di pochi secoli arrivò a concepire un'idea del potere temporale subordinato a quello del Pontefice, come si può ben leggere in un delizioso documento del 1075 chiamato Dictatus Papae di Gregorio VII (che è bene sottolineare non fu un documento ufficiale , ma una sorta di programma politico).
Nel frattempo "le radici cristiane europee" erano affondate nella melma di un  lungo periodo scabroso, dove sul trono di Pietro si erano seduti personaggi corrotti (simonia e nepotismo), amorali (con tanto di orge a palazzo), incapaci (Papi quattordicenni) e persino totalmente folli (processo a cadaveri).
Insomma, non vi è una evoluzione lineare dei principi etici e morali,  ma si procede, come per le umane cose, per fabbisogni, assistendo così a vere e proprie acrobazie dialettiche per giustificare guerre sante o assassini (malicidio) e a ravvedimenti, naturalmente tardivi, sebbene sia chiaro, la chiesa non permette e non ha mai permesso a nessuno di poterla giudicare.
Tutto negativo dunque? No, ovviamente. Per molti secoli, la Chiesa, nonostante alcune pecche di non poco conto (il potere, nel medioevo aveva sempre un carattere fortemente vessatorio), è stata un forte collante nonché, spesso, l'unica difesa per le popolazioni, ed è stata senza dubbio il vettore attraverso il quale molte opere del passato ci sono giunte. Molte delle innovazioni in campo economico  e tecnologico sono da attribuire alla volontà di ecclesiasti e senza dubbio, gran parte dell'arte ha una connotazione fortemente religiosa. E'  altrettanto indubbio, dunque, che tra le radici dell'Europa ci sia il Cristianesimo, ma sarebbe tremendamente  sbagliato non saggiarne la consistenza, non valutarne la qualità  ed ancora di più, se possibile, pensare anche solo di proporre che nel nostro bagaglio culturale europeo, il Cristianesimo, rappresenti l'unica matrice.
L'Islam, ad esempio, per molti secoli ha avuto un forte ascendente sull'arte mediterranea, basti pensare alla Spagna o alla nostra Sicilia. E non possiamo dimenticare i grandi pensatori islamici, né dimenticare l'importanza che questa cultura ha avuto per lo sviluppo e la diffusione delle scienze, basti pensare l'algebra e la chimica (e magari ricordare come il Cattolicesimo si ostinasse a negare le teorie Galileiane per non ammettere nella Bibbia vi sono scritte anche fesserie).
In sostanza, trovo assai scorretto presentare l'identità di un Popolo, o di una Nazione, o di un conglomerato di Nazioni, perché ahimè questo è ad oggi  l'Europa unita, solo in base al presunto  comune denominatore di un credo comune.

Alcune considerazioni finali, che esulano dal contesto specifico. La questione dell'identità cristiana, meglio se cattolica, che oggi campeggia sui media è l'ennesimo specchietto per le allodole per attirare l'attenzione su problemi inconsistenti, il cui dibattito in realtà può appassionare solo chi è davvero interessato all'argomento (anche voi che siete giunti a leggere fino a qui). L'uso, spesso improprio, di tali argomenti viene proposto ed attuato in modo del tutto arbitrario da parti politiche per i propri fini, siano essi volti a sensibilizzare su temi cari a quello schieramento che per deviare l'attenzione da problemi reali di ben più complicata soluzione.
Mi riferisco, in particolare, all'uso strumentale che se ne è fatto accendere la rissa (oggi in Italia discutere è divenuto impossibile), sull'ora di religione e sull'eventuale possibilità che venga introdotta, in modalità parimenti facoltativa l'ora di islamismo o di ebraismo nelle scuole statali. Probabilmente molti di coloro che si infervorano chiamando in causa tradizioni e costumi di cui nemmeno conoscono la sostanza, figuriamoci le origini, neanche si accorgerebbero che alcuni studenti lascerebbero l'aula per studiare una materia alternativa, materia che tra l'altro dovrebbe essere prevista in quanto l'ora di religione è tutt'altro che obbligatoria. Costoro, invece, farebbero bene a  preoccuparsi del fatto che spesso, l'ora di religione, anche se sarebbe opportuno chiamarla per quello che è , ovvero ora di Cattolicesimo, non sempre è condotta da insegnanti all'altezza, e che spesso di riduce ad un' (inaccettabile) ora di catechismo, se non peggio, di anti-cultura come capitò a me alle scuole superiori , dove il "buon prete di campagna" soleva farci ascoltare i messaggi della Madonna di Medjugorie e i commenti di quella vetta di sapienza di don Livio Fonzaga, con tanto di Ave Maria e Padre Nostro prima dell'inizio della lezione (sic!).
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