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lunedì 27 febbraio 2017

Il bestiario di Internet


Collegandomi al precedente post, in cui si parlava della degenerazione della comunicazione in Internet, devo ammettere che trattenersi dal non intervenire o dal rispondere a certi soggetti è davvero difficile. Mentre evito di partecipare a comunità di presunto debunking se non a scopo di tenermi aggiornato (ultimamente si sono costituiti gruppi di debunkers che si comportano in modo identico ai cretini che tentano di controbattere, un po' come alcuni delinquenti che si ritrovano dalla parte giusta solo perché indossano una divisa), spesso mi trovo a ricevere attacchi o a tentare di far ragionare persone che aprono la bocca virtuale e propinano frasi fatte o tesi demenziali. Avendo voglia di scrivere di qualcosa di più leggero riporto alcuni casi.

lunedì 14 novembre 2016

Stupidocrazia



Quante facce a lutto, tra gli osservatori. Non che si debba far festa, ma le presidenziali americane sono state una bella ventata di democrazia (Toni Capuozzo - FB)
Elezioni Usa 2016, questa è la democrazia bellezza (anche se non ti piace Trump) (Caterina Soffici -  Fatto Quotidiano) 
In questi giorni, molti si sono presi la briga di ricordare che Donald Trump è stato eletto con un sistema democratico. Ne ho lette davvero di tutti i colori, da coloro che ritengono una fortuna che Trump abbia vinto in quanto meno pericoloso della guerrafondaia Clinton, a coloro che si sono scagliati sui sostenitori della Clinton accusandoli di credersi superiori, a chi infine si è scagliato sui Media, non tanto perché hanno clamorosamente fallito il loro scopo primario, ovvero riportare la realtà, ma per la pretesa di questa di poter influenzare le masse (cosa peraltro non solo legittima ma intrinseca all'informazione).

martedì 17 luglio 2012

Mappe antiche

Ducato di Milano (1620-1632) - particolare -

Ah le mappe! Ho passato ore rimirare le mappe di atlanti più o meno vecchi, immaginandomi peregrino per antiche terre, esploratore, intrepido navigatore di oceani e dei mari della storia.
Bastava una mappa per scatenare la mia fantasia, per immaginare terre, popoli e paesaggi.
Ancor oggi una mappa, specie se antica, non può non rubare la mia attenzione.
Figuriamoci, quindi, quando ho scoperto questo sito: oldmapsonline.org , un database di migliaia di mappe antiche (per lo più dei secoli XVIII-XIX) tutto da vedere!
Per gli appassionati ovviamente!

martedì 26 giugno 2012

Ma esiste un popolo della rete?


Dare una definizione di "popolo della rete" a prima vista potrebbe sembrare una cosa assai banale, ma discutendo con amici e conoscenti, mi sono accorto che la definizione più comune è assai lacunosa e tende, a torto, a stabilire un'identità che, a conti fatti, non esiste.
Ai più, pare, sia addirittura estraneo il concetto di popolo, il che non deve assolutamente stupire, essendo questo un concetto che ha sempre suscitato quesiti e dibattiti che non credo sia davvero del tutto risolto.

lunedì 11 giugno 2012

Creare uno slide show in 10 minuti con TripAdvisor

Slideshow Castello di Gropparello: Luca’s trip from Lentate sul Seveso, Lomb., Italia  to Gropparello, Em.Rom., Italia  was created by TripAdvisor.  Create your own stunning slideshow with our free photo slideshow maker.


Creare uno slide show con Trip Advisor, il noto sito di recensioni su luoghi, hotel e quant'altro, è davvero semplice, ed anche veloce se le foto sono già caricate su un album Picasa, Facebook o Flickr. Una volta importate, sistemate in sequenza, basta scegliere un tema e una musica (ce ne sono bellissime su Jamenedo completamente gratuite), nel mio caso tratto dall'album  Life's Path dei mindthings.

Buon divertimento!

lunedì 7 febbraio 2011

Art Project: una passeggiata virtuale nei grandi musei


Da qualche settimana GoogleMap ha integrato la possibilità di andare a spasso per musei tramite un sistema simile a  Street View chiamato Art Project. Per ora i musei inseriti sono 16 tutti molto prestigiosi:, si va dagli Uffizi a Firenze al Metropolitan Museum e al MoMa di NY, dal Hermitage di San Pitroburgo alla Reggia di Versailles e via dicendo. Va detto che non tutte le stanze sono state fotografate, ma allo stato attuale è possibile vedere ben 1000 opere d'arte, alcune in altissima definizione.

martedì 21 settembre 2010

Miniaturizzare

tsm
Vi sono molte cose carine in rete per modificare o giocare con le proprie fotografie.
Grazie ad una segnalazione dei miei contatti facebook sono venuto a conoscenza di un sito internet, tiltshiftmaker.com in grado con pochi semplici passaggi di trasformare i vostri soggetti in una sorta di plastico in miniatura. L'effetto può essere ottenuto in modo abbastanza veloce anche con Photoshop, ma chi ne fosse sprovvisto può caricare la propria immagine e vederne i risultati in un attimo.
Alcuni esempi (cliccare sull’immagine per ingrandire):
foto originale
foto "miniaturizzata"



Buon divertimento!
Grazie a Federix per l’inconsapevole dritta.

lunedì 15 marzo 2010

Inserire un file Swf in Blogger


Era da un po' che stavo studiando come inserire un file SWF su Blogger, per poter inserire i cosiddetti "Virtual Tour" partendo da foto panoramiche (meglio se a 360° come quella sovrastante. Ci sono riuscito finalmente (il risultato è qui sotto: posizionare il mouse, tenete cliccato con il tasto destro e spostate il mouse nella direzione che desiderate. La rotella permette di "zoommare" avanti e indietro  )


Ora vi spiego come ho fatto:
Per prima cosa bisogna creare il file SWF tramite Adobe Flash Studio o un programma simile (io ad esempio mi sono fatto prestare Autopano Tour) quindi bisogna caricarlo su una pagina internet.
La cosa più semplice che mi è venuto in mente è stata quella di caricarlo su una pagina di Google Sites.
A quel punto nell'Editor di Blogger scegliere Modifica HTLM e inserire la seguente scritta:
<embed align="middle" allowscriptaccess=”always” height="210" pluginspage="http://www.macromedia.com/go/getflashplayer" quality="high" src="http://lapaginadoveavetecaricatoilfile.swf" type="application/x-shockwave-flash" width="420"></embed>
 I numeri in blu indicano le dimensioni della finestra, mentre al posto dell'indirizzo in rosso dovrete mettere la pagina nella quale avete caricato il file swf.

Ora qualche altro esempio un panorama Alpino (sulla sinistra il Monte Rosa)




E la città di Como vista dal Faro Voltiano di Brunate.


venerdì 26 febbraio 2010

Caso Google: a rischio la libertà di Internet?

No. Al di là delle motivazioni che verranno rese note a breve, Internet è sostanzialmente inarrestabile; con un esempio un po' azzardato direi che è come voler imbrigliare l'universo: esso ha delle sue leggi, le sue dinamiche, alcune delle quali ancora incomprensibili. Esiste solo un modo per fermare la rete, posto che sia possibile: una sorta di grande "switch off", in altre parole un divieto di accesso o se vogliamo una totale censura.
Da quello che trapela, pare che la sentenza in questione si rifaccia alla lesione del diritto di privacy, ovvero il provider, Google nella fattispecie, avrebbe deliberatamente ignorato la restrittiva legislazione italica sul tema, a fronte di un consistente accesso degli utenti alla pagina incriminata: sostanzialmente poiché avrebbe avuto un ritorno pubblicitario, quindi economico, avrebbe fatto finta di non vedere.
Il problema però rimane, ovvero la pachidermica legislazione italiana non è al passo con i tempi, né lo può essere, e questo per vari motivi.
Innanzitutto perché il sistema legislativo nostrano è talmente lento che spesso i casi si risolvono in qualche modo, possiamo dire "all'italiana", ancora prima che la legge venga di fatto varata e, a tal proposito, sono vent'anni che si parla di riforme istituzionali che mirerebbero allo snellimento dell'apparato, mentre di fatto, si legifera al contrario aumentando a dismisura il numero degli enti (Devolution, nuove Province ecc).
In secondo luogo, la qualità  infima della maggior parte dei politici italiani, spesso vere e proprie comparse se non addirittura elementi di disturbo causa manifesta incapacità intellettiva. Non da ultimo l'età media della classe politica che inibisce, evidentemente, la comprensione delle mutevoli dinamiche del mondo moderno, nello specifico di Internet.
In terzo luogo la situazione anomala del governo del Bel Paese, retta da una sorta di Telecrazia e da un leader costretto, a ragione o a torto (ai posteri l'ardua sentenza) a ragionare non tanto per il bene della nazione, ma a continue emergenze che lo riguardano personalmente, nello specifico, gli viene imputato un certo conflitto d'interesse avendo tra le svariate attività cui si dedica, anche quelle di editore.
Ma al di là di tutto, rimane una grosso mancanza, nella sentenza di colpevolezza emanata dai giudici milanesi: il concetto che traspare infatti è che si stia in qualche modo addossando una responsabilità penale ad un soggetto che non può controllare la condotta altrui, per ovvi motivi, ovvero la vastità della rete che è il caso di dirlo, è virtualmente infinita, e la quantità dei contenuti inter scambiati, anch'essa di difficile determinazione per via dell'immenso numero.
Sarebbe, paradossalmente, come richiedere l'arresto del ministro dell'Interno perché non riesce ad eliminare la delinquenza!
Come dunque far collimare il diritto alla privacy con la libertà anarchica di Internet? 
Sfruttando le caratteristiche di questa, ovvero l'enorme numero di persone che vi accedono con una campagna di sensibilizzazione evidenziando, ad esempio, all'interno della pagina un pulsante da cliccare in caso di contenuti offensivi e, magari,  mettendo ben in chiaro la responsabilità penale di coloro che compiono l'atto al momento dell'upload.
Anche tali sistemi posseggono delle pecche, ovviamente; si potrebbe, infatti, deliberatamente far oscurare un sito il cui proprietario ci risulta antipatico, o peggio concorrente, ma questo avviene purtroppo già oggi.
Ciò che è invece evidente a tutti, tranne forse ai canuti gerarchi, è che la censura non può essere una risposta.
Nella libertà c'è il nostro futuro, quello che evidentemente loro non riescono nemmeno ad immaginare.


giovedì 25 febbraio 2010

Il muro virtuale


La gerontocrazia italiana si scontra ancora una volta con l'alieno mondo di Internet proponendo leggi, pene e condanne degne di una qualunque regime dittatoriale. Intendiamoci, non siamo sotto dittatura, non nel senso comune del termine, almeno. La realtà, ancora più sconcertante, è che il nostro vecchio apparato di potere (legislativo, e giudiziario) è totalmente avulso alle moderne logiche che governano la rete, alle sue problematiche, alle soluzioni adottate per tenere sotto controllo un mondo virtuale oggettivamente sterminato quale Internet è.
La sentenza di condanna ai dirigenti Google è di per sé un idiozia magistrale: in un certo senso è come condannare il proprietario di uno stabile perché dei writers ne hanno imbrattato i muri. Cioè , non si colpiscono di fatto coloro che compiono il reato, ma una delle parti lese (l'altra ovviamente era il ragazzo disabile).
Secondo questa logica perversa allora, avrebbero dovuto condannare anche tutti coloro che transitando sulla pagina dove il video veniva pubblicato, non ne hanno segnalato le violazioni. Anzi continuavano a cliccarci sopra, in un misto di perversione e curiosità.
Sarà fondamentale leggere le motivazioni della sentenza, ma le parole del procuratore aggiunto Robledo fanno comunque venire i brividi:
"Il diritto d'impresa non può prevalere sulla dignità della persona"
Frase fatta, ineccepibile come principio, ma usata senza senso: ma davvero si può pensare che i tre dirigenti Google abbiano lasciato il video con lo scopo di guadagnarci qualcosa? Si può davvero pensare che Google possa controllare le centinaia di migliaia di video che ogni giorno vengono caricati? 
Ma Robledo non si ferma qui: è persino fiero della sua illogicità, tanto che aggiunge:
"Finalmente  si è detta una parola chiara. Al centro di questo procedimento era la tutela della persona attraverso, appunto, la tutela della privacy. Il resto è un fatto fenomenico. Sono certo che questa sentenza uscirà dall'aula del tribunale di Milano e farà finalmente discutere su un tema che è fondamentale"
Anche qui paradossalmente egli dice cose giuste, peccato siano indirizzate su bersagli sbagliati.
La parole chiare che sono state dette al mondo è che la sentenza è stata fatta da ignoranti (nel senso che ignorano) che non comprendendo le dinamiche della rete, rischiando, se di fatto le motivazioni della sentenza dovessero essere su questa linea,  di bloccare la possibilità di erogare servizi.
Purtroppo per lui, e per noi, la delirante sentenza è uscita dalle aule di tribunale ed ha finito per ridicolizzare questo Paese di fronte al mondo ancora una volta.
Mi auguro a questo punto che le condanne abbiano un senso, ovvero che i dirigenti google, nonostante reiterati avvertimenti abbiano volontariamente o colpevolmente ignorato la gravità dei contenuti del filmato.
Altrimenti sarebbe una sentenza davvero fenomenale. Anzi fenomenica.

mercoledì 24 febbraio 2010

Mamma, l'Editor di Blogger non funziona più


Non so se altri utenti di Blogger stanno avendo problemi come il sottoscritto per editare nuovi post, ad ogni modo io ho risolto in un primo tempo bypassando il tutto e utilizzando il vecchio Writer di Windows live.
Se invece diffidate o avete in odio i prodotti di Microsoft, basta disinstallare Blogger in Draft togliendo la spunta in alto a destra nella pagina della Bacheca; entrare in Impostazioni, quindi in Generale: in fondo alla pagina nella sezione "Impostazioni Globali" c'è Seleziona post editor.
Selezionare Editor Precedente e salvare.

E speriamo ripristino in fretta il vecchio editor!


Aggiornamento:
Pare che il problema sia stato risolto.

domenica 24 gennaio 2010

Benedetto XVI e l'abbaglio digitale

Internet, si sa, ha un potenziale incredibile ed è un dato di fatto che abbia completamente rivoluzionato la comunicazione. Ieri le notizie correvano via etere attraverso le telecamere dei telegiornali, e in seguito venivano commentate dai giornali. Con l'avvento della comunicazione digitale, sono televisione e giornali che si devono genuflettere alla potenza del Web, alla sua capacità di raccogliere testimonianze e commenti in ogni dove.
Se n'è accorta anche la Chiesa ma, forse per la prima volta in vita sua è davanti ad un fenomeno che non può controllare.
Abbiamo più volte toccato l'argomento, l'ultima volta ragionando sulle parole di uno dei pionieri della comunicazione digitale, Jaron Lanier, dove si evidenziavano le problematiche della comunicazione digitale all'interno della quale possono convivere in modo manifesto notizie completamente differenti o ambedue i lati della medaglia.
Traducendo in locuzione, possono convivere mischiati sacro e profano e, quel che è peggio, nella stessa pagina tutti gli aspetti contraddittori di una teoria, o nel caso specifico , di una religione.

mercoledì 20 gennaio 2010

Modificare immagini on line: con Chrome si può!


Rubo al sito Geekissimo, di cui ormai sono un affezionato lettore, una notizia veramente ottima per chi, come sta imparando a conoscere Google Chrome come browser: la possibilità di modificare le immagini tratte dal Web direttamente on line!
Tramite un componente aggiuntivo, decisamente leggero in termini di consumo di RAM, è possibile, da oggi compiere delle semplici operazioni di foto ritocco,  con un interfaccia assai simile a quella di Photoshop, sebbene ovviamente le funzioni siano ovviamente molto più limitate del celebre programma della Adobe.
L'installazione si chiama Istant Image Editor ed è scaricabile da qui, è multingue e facile da usare.
Una volta installata, per attivarla basta cliccare con il tasto destro del mouse sull'immagine da modificare, tenendo contemporaneamente premuto il tasto Alt della tastiera.



Pare che l'istallazione non funzioni con le immagini caricate direttamente ( per intenderci quelle che hanno un estensione tipo "immagine.com/immagine.jpg") . 
Per poter installare la il componente occorre prima avere l'ultima dev build di Chrome.


Come riportato su Geekissimo, non cambierà certo la nostra vita ma farà risparmiare un sacco di tempo specie a chi come me non ha altre possibilità che portarsi dietro la Chiavetta USB con tutti i programmi portable per la gestione della grafica, con l'aggravante di essere affetto da Dimentichite Sbadatosa (presto tra "Le Malattie Impossibili ... o quasi").

lunedì 11 gennaio 2010

Internet : il declino dell'informazione?


Ho deciso di scrivere questo post dopo aver letto alcuni estratti del "Manifesto" di Jaron Lanier l'inventore del termine "Realtà Virtuale", uno dei pionieri della rivoluzione internet nonché prestigiosa firma di riviste specializzate come Wired, il quale, in sintesi prende atto di come la troppa libertà e il poco controllo ( fondamentalmente, l'anarchia) stiano minando la serietà del Web.
In altre parole, il fatto che possano convivere all'interno dello stesso contenitore cose serie e cose banali rischia di demolire la credibilità della Rete; infatti, la mancanza di controllo rende alcuni strumenti potenzialmente utilissimi, poco seri. Il caso più eclatante è sicuramente l'Informazione.
Vi sono vari modi di screditare l'Informazione ma elencarli tutti sarebbe un'impresa mi limito quindi  citare i più importanti.
La celebre enciclopedia Wikipedia, ad esempio, è sempre più nelle mani di amministratori poco capaci, e sebbene risulti ancora un discreto strumento di  partenza per una ricerca, spesso le sue voci vengono corrette da persone anonime e che l'evidenza dimostra non padroni della materia. Altre volte addirittura le voci vengono variate per mettere in risalto alcune cose o per farne credere altre, mentre un'enciclopedia, ancora più di una testata giornalistica dovrebbe proporre un sapere asettico, privo cioè di influenze lobbistiche (siano esse politiche o religiose). La cosa si aggrava ulteriormente quando ricercando su Google qualcosa, il motore di ricerca normalmente vi rimanda a Wikipedia: questo perchè?
Semplice perché se anche un esimio professore di Storia decide di pubblicare il suo sapere in modo libero sul Web, la sua voce viene sovrastata da quella di una pseudo enciclopedia cui più o meno chiunque può mettervi indebitamente mano.
Da un certo punto di vista è come se anziché recarci da un professore per preparare una tesi di laurea, decidessimo di prendere informazioni presso alcuni studenti di un'istituto superiore: certamente troveremo informazioni esatte ma è assai probabile che in mezzo vi siano inesattezze e di certo le informazioni non saranno mai approfondite. Ecco, Google non capisce questa differenza, né evidentemente il popolo della Rete.
Così di fatto si ingenerano altri tipi di disinformazione come quella perpetrata da alcuni siti, cosiddetti "cospirazionisti" all'interno dei quali nella migliore delle ipotesi trovate solo illazioni, ipotesi se non addirittura vere e proprie manipolazioni truffaldine.
Mai troverete in questi siti delle prove inconfutabili di quanto sostengono; al limite un numero sconsiderato di scuse o accuse che alla lunga divengono patetiche.
Si pensi poi alle prime pagine dei siti dei nostri principali quotidiani, dove le il sensazionalismo vale di più della verità e dove comunque notizie serie vengono presentate insieme ad altre il cui reale interesse appartiene alla sfera della morbosità.
La possibilità che convivano sugli stessi canali attenti osservatori e sagaci critici con faziosi petulanti  e commentatori incompetenti tende di fatto a sminuire i primi. Anche perché si sa, al mercato l'attenzione l'attira chi urla più forte.
Certo, funziona così anche fuori dal Web, ma in rete tutto è favorito dall'impersonalità.
In generale non credo che Internet sia la causa principale della perdita di qualità dell'informazione, piuttosto sono propenso a sostenere che sia lo specchio dei tempi. Sicuramente invece concordo che bisognerebbe fare qualcosa per qualificare meglio l'informazione sul Web magari partendo proprio dall'assunzione di responsabilità di quanto si scrive.
Poiché il tema parla di informazione, commenti all'informazione e via dicendo, sul Web, non mi rimane infine, che fare un esame di coscienza, partendo dal presupposto che auto giudicarsi è possibile ma assai arduo: a seconda del carattere che si ha, infatti,  si tende ad essere troppo o troppo poco indulgenti con se stessi.

Personalmente sono conscio di parlare spesso di argomenti di cui ho una conoscenza marginale, soprattutto se si paragona alla cultura specifica di uno studioso ufficiale (la mia conoscenza della storia ad esempio è di certo inferiore a quella di un professore, ed in più è tarata dalla più totale ignoranza di lingue antiche che mi permetterebbero l'analisi diretta della fonte). Per questo ultimamente ho sentito il bisogno di riportare laddove era possibile alcune fonti.
Per quanto riguarda i metodi di analisi e giudizio, ovviamente, si conformano alla mia sensibilità e per mia convinzione ogni opinione è per sua natura opinabile, le mie comprese. Ma preferisco rimandarvi, per non ripetermi, ad un post precedente intitolato per l'appunto "il coraggio di giudicare".
Concludendo,  non so se questo blog possa avere una qualsivoglia utilità per qualcun altro oltre che per chi scrive, se non altro non ho la pretesa di fare opinione: semmai ciò che concedo alla mia vanità è l'idea che ciò che scrivo possa far pensare, e credetemi, non è vanità irrisoria.



venerdì 18 dicembre 2009

Ingrandire le immagini in un articolo su Blogger

Parlando con il mio "compare" Gi.Pi, spesso mi sono trovato a dover ripetere della mia profonda ignoranza sul mondo informatico e dell'elettronica in generale.
Tenete conto che sebbene non sia una persona superstiziosa, ancora non ho capito come caspita funzioni un televisore: per me è magia! Beh, intendiamoci, non sono così impedito, so utilizzare gran parte degli elettrodomestici, salvo la lavatrice (...). Altra cosa invece è capire perché funzionano!
Vi starete chiedendo cosa c'entra tutto ciò con l'ingrandire le immagini sul blog. Semplice: ho deciso di affrontare la mia ignoranza allo stesso modo con cui utilizzo gli elettrodomestici, facendo un 'eccezione all'auto imposta regola di non parlare di ciò che non conosco: insomma, almeno in informatica, non fa nulla se non capisco il perché, purché funzioni. Così, mi sono imbattuto in un bel trucchetto (informatica e stregoneria , come detto, per me hanno la stessa valenza) per ottenere un effetto di ingrandimento delle immagini all'interno di un blog che si concretizza al passaggio del cursore. Puntate il mouse sull'immagine di Nicol Kidman qui sotto per capire cosa intendo:

Per ottenere l'effetto bisogna andare a modificare il codice html del nostro Blog.
La cosa migliore quando si fanno queste cose è salvare il proprio modello.
Procediamo in questo modo:
  • Entriamo nella zona "Layout" , in "Modifica HTML" e cliccare sull'ipertesto "Scarica modello completo" così da non doversi pentire qualora qualcosa andasse storto.
  • Inserire la spunta su "Espandi modelli widget"
  • Cercare la riga che riporta il codice /head  posto tra i simboli <> (io uso il "Trova" di Firefox)
  • Subito sopra questa riga riportate quanto scritto in questo file
  •  A questo punto salvare il modello.
Il lavoro qui svolto serve a predisporre il Blog. Questo vi darà modo di avere l'effetto desiderato nelle prossime  immagine che inserirete nei post, previa una piccola modifica (pensavate fosse finita qui eh!)

In pratica per avere l'effetto usate tranquillamente l'Editor di Blogger.
  • Inserita l'immagine cliccateci sopra fino a far comparire le maniglie di ridimensionamento. 
  • Rimpicciolite l'immagine
  • Passate in modalità HTML e inserite il comando class="expando" tra le dimensioni (o la dimesione di altezza) e l'URL della foto stessa
Se per pubblicare gli articoli utilizzate Windows Live Writer, nel momento in cui inserite delle immagini saranno presenti quasi sempre dei CSS che vengono visualizzati in modalità HTML da un’espressione del tipo style=”   …   “. 
L’importante è non inserire la classe expando all’interno di quel campo di azione


Sembra complicato, ma se sono riuscito a farlo io ci potete riuscire anche voi.
Questo bel effetto è stato trovato su "Idee per computer e internet"

    martedì 15 dicembre 2009

    Violenza istituzionale



    Ho voluto aspettare, prima di scrivere il mio pensiero sugli avvenimenti che hanno coinvolto il Primo Ministro, perché, a mio parere, fatti di questa importanza vanno analizzati a mente fredda,  soprattutto per non incorrere nel rischio di venir frainteso nel momento in cui si cerca di darne una spiegazione.
    Parlo di spiegazione e non giustificazione perché il fatto di per sé è moralmente inaccettabile: la violenza è violenza e un paese civile dovrebbe sempre e comunque rifiutarla, pena perdita di civiltà della società stessa.
    Da questo punto di vista, pur non essendo mai stato un sostenitore di Silvio Berlusconi (anzi!), mi sento, in questo momento, vicino all'uomo cui va tutta la mia solidarietà, a prescindere da come poi verrà utilizzata questa cosa.
    Tornando alla spiegazione, mi pare chiaro che l'imbarbarimento in atto della dialettica politica ( se mai ne sopravvive un barlume) sia di fatto ciò che ha armato la mano del folle.
    Certo, la follia è di per se giustificazione dei propri atti, ma in questo caso è fin troppo evidente che la follia ha trovato sfogo in un terreno non da lei creato. In altre parole lo scatto d'ira incontrollato non sarebbe stato indirizzato contro Berlusconi se la tensione mediatica non avesse esasperato linguaggio e contenuti.
    Ecco perché sarebbe opportuno che Media, movimenti e partiti politici, si interrogassero su qual sia stato il loro ruolo nella vicenda.
    Personalmente ritengo che le colpe siano gravi e pesanti.



    L'informazione, ad esempio, è libera di criticare e di mettere in risalto alcuni fatti che hanno coinvolto un dato personaggio al fine di delinearne meglio le caratteristiche. Ma di questi tempi ha ampiamente superato il limite finendo spesso per mischiare fatti con insinuazioni, se non addirittura, come nel caso di Feltri con l'ex direttore di Avvenire, con vere e proprie menzogne a scopo denigratorio. Ormai, la rissa, pare essere costume consolidato, il metodo preferito di esporre le idee, lo si vede in TV (5 giorni di tracheite acuta mi hanno portato a constatare lo squallore generale delle TV nazionali e l'infima qualità di giornalisti sulla falsa riga di Emilio Fede), praticamente solo urlata, nei giornali dove gli epiteti si sprecano come le sentenze o su internet, dove l'anarchia della rete permette il degenerare delle argomentazioni, nonché la loro banalizzazione distogliendo l'attenzione dai veri problemi. Il  rischio, infatti, è quello di perdere tempo, come del resto si sta facendo, a correre dietro ad assembramenti forcaioli e troppo spesso imbecilli di gente (alcuni gruppi sui principali social network) il valore delle cui parole è pari a quello di un insulto scritto sulle porte dei bagni di un autogrill, tutto questo anziché impegnarsi nell'accertare e porre rimedio, con fatti, ai fatti.
    La politica, dalla sua, sembra totalmente incapace di dialogare: opposizione e maggioranza non fanno che insultarsi senza mai far trasparire alcunché di realmente costruttivo. I continui attacchi a Berlusconi su tutta la linea, persino nel privato, le infelici uscite del premier e i suoi attacchi agli organi di controllo dello Stato, l'odio razziale promosso dalla Lega, l'odio ideologico proposto dagli estremisti, hanno tutti pesanti responsabilità.
    Sarebbe auspicabile che l'infausto avvenimento possa servire a ricondurre il dibattito politico entro i binari della civiltà e, magari, anche su temi che interessano la vita reale di tutti i cittadini .
    Invece, pare ancor oggi che l'atteggiamento dei politici sia di scontro, che sfiora il ridicolo quando a precise domande o accuse, si ribatte con altrettante accuse di bassa leva o addirittura con scherno, senza mai fornire risposte, un po' come bambini che per averla vinta millantano di avere il padre più forte.
    La realtà è che non ci sono reali vie di uscita e non so dirvi se il mio sia realismo o pessimismo. L'attuale classe politica, soprattutto quella dirigente, con alcune leggine definiti dagli stessi autori vere e proprie "porcate", si è garantita un posto a vita, di fatto impedendo il ricambio; se aggiungiamo a questo la scarsa qualità media dei politici determinabile dagli infimi  risultati ottenuti  e dagli innumerevoli problemi causati,  l'incapacità dialettica degli stessi e il servilismo dell'informazione (non sento domande serie da troppo tempo)  non vedo come si possa pensare che verrà mai partorito un confronto civile che non degeneri nel giro di poche ore nell'ennesimo scontro violento.

    mercoledì 2 dicembre 2009

    Il mistero del Template Ballerino

    Dopo aver a cercato invano di capire qualche cosa di codici HTML, file XLM e aver rischiato di ammalarmi di Acronimite Multilinguistica Degenerante alle 23.45 di ieri sera ho avuto l'illuminazione: perchè cercare di capire ciò che non sai, quando puoi cercare chi non ha saputo prima di te?
    E' così che ho scoperto che gli ultimi aggiornamenti non permettono di visualizzare più di 5 post senza sballare il layout del Blog.
    Come si suol dire tutto è bene quel che finisce.
    Se poi finisce bene, meglio ancora!

    lunedì 2 novembre 2009

    Diritto ad essere Idioti


    La Rete è un'entità fondamentalmente anarchica all'interno della quale tutti, ma proprio tutti hanno la possibilità di scrivere quello che gli pare, a patto ovviamente che ciò che viene trasmesso non vada contro la legge.
    Tale caos dovuto all'anarchia, ha tuttavia delle regole che possiamo definire naturali in grado di circoscrivere i fenomeni negativi o viceversa alimentare quelli degni di nota.
    Proviamo a fare un esempio: oggi su Repubblica.it compare la notizia che un branco di rincitrulliti vuole esportare anche in Europa il famigerato Ku Klux Klan, inondando la rete di scemenze quali la superiorità della razza bianca e cose di questo genere.
    Questi imbecilli creano un sito, magari un gruppo su Facebook sapendo di contare sulla pubblicità che nasce dal perbenismo della gente comune. Subito la notizia, come sta accadendo, verrà riportata dai media nazionali e subito si scateneranno commenti dei più fantasiosi (ne ho letto uno che addossa le colpe al Vaticano, che detto tra di noi,  persino a me, pare esagerato). I deficienti avranno così un ritorno pubblicitario non indifferente e siccome nel mondo basta avere il coraggio di proporre delle idee, per quanto balzane, che subito si trovano un paio di migliaia di pecore pronti a seguirti, questa loro iniziativa verrà inizialmente premiata da successo. Poi come spesso accade qualcuno leverà gli scudi e inizierà a smontare le teorie di questa gentaglia, sbugiardando sistematicamente ogni loro teorema.
    Esistono a questo punto due generi di idioti: quelli che lo sono davvero, ovvero credono in quello che dicono e fanno (a tal proposito spesso mi viene da pensare che l'uomo si distingue dagli animali in quanto l'unico che manifesta stupidità), e gli idioti che ad un certo punto capiscono il fatto che hanno sostenuto castronerie immonde, ma ormai sono prigionieri del meccanismo; in entrambe i casi questa gente non è disposta a recedere dalle loro posizioni, o perché non in grado di comprendere o perché non più in grado di farlo.

    Apro una parentesi: qualcuno noterà che mancano gli idioti che si ravvedono, ma è ovvio, se si ravvedono non sono idioti. Solo sempliciotti.
    In un primo tempo anche io ero rimasto affascinato dalle tesi complottiste dell'11 settembre, almeno fino a che  qualcuno non ha portato documentazione che dimostrava l'infondatezza di tali tesi.  Rimanere affascinati o convinti è dovuto principalmente ad ignoranza e, nell'esempio specifico io lo ero, non sapendo nulla di super termite, di missilistica o di come si guida un aereo. Però un conto è cascarci, un altro è farsi paladino della tesi, e qui chiudo la parentesi.
    Ritornando al discorso, dicevo che il sistema anarchico della Rete permette che si creino delle forze contrarie in grado di limitare i fenomeni da baraccone (qui ho riportato il KKK, ma basta leggere qualcosa sulla Sindonologia, sulle Scie Chimiche, sull'11 settembre, sugli alieni, sul 2012 , e chi più ne ha più ne metta).
    Oggi si parla di controllare la Rete, ne parlano ministri, ne parlano i benpensanti.
    Che si debba controllare che non vengano lesi i diritti di una persona è un conto, che si debba controllare la rete è un altro, anche perché è bene ricordarlo che proprio i media, grazie all'universalità di internet rappresentano il principale veicolo di diffusione di determinate castronerie. La prova? Se Repubblica non avesse riportato la notizia io non avrei parlato di KKK (cosa comunque marginale) ma, soprattutto, questi reietti non avrebbero avuto l'eco che hanno avuto (e i proseliti che da questo deriverà).


    Già i debunkers (coloro i quali sono dediti confutare tesi e prove, attraverso la scienza e la logica) corrono il serio rischio di essere l'unica ragione di sopravvivenza degli idioti (specie di coloro che sono rimasti incastrati nel loro stesso meccanismo), figuriamoci cosa accadrebbe se si istituisse una sorta controllo. Basti vedere le enormi difficoltà che hanno i vari Facebook o Youtube, i quali agiscono, a seguito di denuncia ad oscurare preventivamente il canale per poi (se richiesto) verificare con calma e riattivare il tutto se la denuncia originale risulta infondata.

    Alla fine credo che sia meglio garantire il diritto ad essere idioti (fatto salvo il rispetto per le leggi, ovviamente), dando modo alla gente normale di ragionare piuttosto che diminuire determinate libertà .
    Che i politici vigilino affinché vengano rispettate le numerosissime leggi già vigenti, per noi sarebbe già sufficiente.

    giovedì 22 ottobre 2009

    Kill the King


    Kill the king
    Tear him down
    Kill the king
    Got to take his crown

    Kill the king
    He’ll rule no more
    Strike him dead

    He’ll rule no more
    Strike him dead
    The people roar
    Kill the king
    Take his head
    Down, down, down, down


    (Estratto di "Kill the King" dei Rainbow)


    Uccidere Berlusconi, piantargli una pallottola in testa.
    La degenerazione comunicativa a cui abbiamo assistito negli ultimi anni  ritrae perfettamente il volto del sonno della ragione che, come si sa, ha la brutta abitudine di  generare mostri. Lungi da me difendere un uomo che non stimo, un politico che di questo malcostume può vantare la paternità, sempre pronto ad utilizzare i suoi mezzi per danneggiare gli altri e contemporaneamente a fare la vittima, ma certe esagerazioni fanno pensare.
    Credo sia ovvio per tutti che le presunte minacce di questi soggetti rientrino nell'ambito dialettico, per quanto pessimo, e che nessuno di loro sia davvero convinto (o capace) di premere un grilletto, di andare al di là di minacce, sicuramente goliardiche, a meno che non siamo disposti a credere che le nuove Brigate Rosse o simili, sventolino ai quattro venti le loro intenzioni terroristiche, pubblicandole su uno dei più conosciuti e utilizzati social network. Confesso che anche io mi sono augurato in un attimo di stizza per l'ennesima azione, frase o decisione da me reputata stupida od ignobile, che ci pensasse il padreterno o il diavolo a portarselo via, lui e non solo lui, ma credo  di averlo pensato anche di un arbitro che non vide una palla dentro di venti centimetri in un Udinese-Juventus dell'era Moggi, e persino stamattina in auto ho ringraziato il cielo (si fa per dire) di non avere un disintegratore per vaporizzare un pirla che aveva deciso che la fretta conferisce automatico permesso di passare con i semafori rossi.
    Nonostante l'odio espresso (e non ancora del tutto digerito), tuttavia, non credo ci siano gli estremi perché si  possa aprire un'inchiesta a mio carico per verificare se ho reali intenti omicidi.
    In primo luogo perché l'affermare in modo scocciato, persino veemente, di voler  eliminare il prossimo può essere considerato (almeno su Facebook) una forma di esorcismo all'azione stessa, in altre parole, si abbaia per non mordere. Certo, si potrebbe obbiettare che la cima che si è inventato il "gruppo" disposto ad uccidere il Premier, potrebbe voler verificare il consenso alla sua delirante proposta, magari caricarsi per attuarla, ma quanti folli o disperati ci sono che vorrebbero farlo e non lo scrivono su Facebook?
    In secondo luogo, perché nonostante quel che si pensa, la maggior parte della gente è mediamente onesta, stupida, ma onesta e soprattutto imbelle.
    Insomma, trovo ridicolo tutto questo can can per delle presunte minacce. Se il  fido e "lodato" ministro Alfano teme per l'incolumità del suo Presidente si adoperi pure a promuovere indagini, ma abbia almeno l'accortezza  di verificare che i suoi sospetti siano fondati prima di gridare "attentato!" , altrimenti rischia di ridicolizzare il tutto e passare per l'ennesimo piagnone dell'italico paese.
    Già che c'è, visto che la magistratura non ha nulla da fare, mi permetto di consigliare la verifica delle neanche tanto velate minacce (?) di famigerati gruppi come "uccidete Costantino (Vitigliano)", "Diamo modo a Giacobbo di trovare la pace", "Io odio Lapo Elkan" e stronzate simili che girano su Facebook.
    Ora scusate ma corro a togliermi dal gruppo "uccidiamo il gattino Virgola": non vorrei fosse il nome del felino del premier!

    martedì 14 luglio 2009

    Sciopero? No

    Dico quindi no allo sciopero, sebbene sia disgustato dal bavaglio che il DDL vuole mettere ai bloggers e alla Rete in generale. Perché di questo e null'altro si tratta, se non di limitazione della libertà che pur partendo da un assunto corretto (la tutela della dignità altrui) discrimina tutti e mette in mano a coloro che possono permettersi un pool di "Ghedina" di spadroneggiare anche in internet. Solo da un punto di vista di doveri e di pene, infatti i blog sono paragonati alle testate di stampa, mentre per quanto concerne i diritti che vantano giornali e televisioni, come ad esempio l'insequestrabilità del materiale informativo a seguito di denuncia, naturalmente non vi è traccia. Se un blogger non procede con un'immediata rettifica ( entro 48 ore dalla pubblicazione del testo contestato, e si parla anche di commenti altrui), verrà semplicemente sequestrato e chiuso, con buona pace di tutti gli altri contenuti ivi presenti e non considerabili offensivi.
    C'è di più: non è detto che 48 ore siano sufficienti ad un blogger che pur recepisce immediatamente la notifica, per verificare le ragioni della notifica stessa e rettificare. In altre parole se io scrivo qualche cosa che offende la sensibilità di qualcuno, e parlando di religione lo faccio spesso, se vengo querelato devo in 48 ore raccogliere informazioni tali da dimostrare di aver scritto il giusto, altrimenti il blog chiude indipendentemente dalle mie ragioni.
    Di fatto stanno cercando di curare l'influenza somministrando diossina.

    Perchè no allora?

    Perchè sono fondamentalmente un pragmatico e sono convinto che uno sciopero, per avere senso, deve produrre un danno anche a chi lo subisce. In questo specifico caso, invece temo dia semplicemente la possibilità al ministro Alfano e mandanti, di pregustare il controllo dell'informazione cui evidentemente mira.

    Perchè comunque dall'altra parte c'è una classe politica vecchia e inetta, non in grado di ascoltare le esigenze dei tempi e ragiona con vecchi metodi, per cui è meglio controllare. Non ascolteranno questo silenzio, come non ascoltano le voci dei cittadini ma solo le sirene delle loro esigenze.

    Perchè esistono altri mezzi per lottare e perché lo sciopero è stato abusato continuamente da un'altra casta , quella sindacale, facendo si che questo diritto perdesse di significato reale.

    Perchè, sono convinto che queste iene che ci governano hanno ancora una volta fatto i conti senza l'oste: non conoscono la Rete e le sue risorse e, evidentemente, neppure le loro, dato che una legge simile è praticamente inapplicabile, vista la vastità della rete stessa: un vero sciopero a mio avviso sarebbe una diffamazione di massa che bloccherebbe di fatto la magistratura per anni.

    Infine perché stupidamente, promulgando questo testo, stanno creandosi dei nemici: alla lunga pagheranno le conseguenze.



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