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mercoledì 15 aprile 2009

Polluzione e Masturbazione

Peccati di Lussuria:

Polluzione e Masturbazione



Ci addentriamo ora nella terza parte che riguarda i peccati contro natura, ovvero quando vi è emissione del l'umore seminale, in modo non consentaneo alla generazione, avvenga poi esso all'infuori dell'accoppiamento carnale, ovvero nell'accoppiamento stesso.
Esistono tre tipi di peccati contro natura: la polluzione, la sodomia e la bestialità.
Inizieremo con la Polluzione, cioè l'emissione del seme umano, all'infuori d'ogni accoppiamento carnale. E' una lunga dissertazione che vale la pena analizzare anche per capire il pensiero che si cela dietro le parole dell'autore.
Innanzitutto egli cerca di identificare i vari tipi di polluzione , suddividendoli per categoria. Si ha quindi la polluzione semplice se fine a se stessa, o qualificata, se invece è dovuta al pensiero o all'atto di cose turpi rivolte su persone terze. In tal caso assume valenza del peccato che ha provocato la polluzione, ad esempio quegli che desiderando la Beata Vergine, si abbandonasse alla polluzione davanti alla sua statua od immagine, commetterebbe un orribile sacrilegio. A tal proposito , mi si consenta di dire che ci vuole una bella fantasia.
Altra distinzione è basata sulla volontarietà dell'emissione di seme, giacché questa, come noto, può avvenire spontanea specie in fase notturna.
Naturalmente è più grave la polluzione volontaria che avviene tramite l'evocazione di immagini e situazioni erotiche e la manipolazione degli organi sessuali, ma anche a causa, secondo l'autore, dell'abuso di cibo e bevande, dello studio delle parti anatomiche , nonché il dormire in un certo modo (non chiedetemi quale, perché non ho idea quale sia).
Logicamente in sede confessionale va specificato il motivo di polluzione, poiché in taluni casi, soprattutto se non vi è consenso volontario, non vi sarebbe peccato. A tal proposito si fa un esempio che personalmente mi ha fatto sbellicare dalle risate senonché denota la mentalità deviata dell'autore e della casta a cui appartiene:
così un chirurgo, il quale guarda o tocca le parti genitali d'una donna, sia per curarne una infermità o per agevolare un parto, si espone certo all'occasione d'una polluzione, ma esso perciò non pecca, purché non vi presti consenso alcuno, contuttochè si esponga ad un prossimo pericolo di acconsentirvi.
Bontà della Chiesa per la polluzione notturna si fanno dei distinguo. Se è dovuto ad un sonno imperfetto rappresenta peccato veniale, se il sonno e perfetto non vi è peccato. Tuttavia se si fa in modo di andare letto in modo da provocare polluzione allora si pecca mortalmente.
S.Tommaso a tal proposito ci rivela che vi siano tre cause che possono determinare la polluzione notturna: corporale, spirituale estrinseca e spirituale intrinseca.
La prima è dovuta a vari fattori che vanno dall'accumulo di materia seminale, all'equitazione (...), alla morbidezza del letto(!), all'intemperanza nel nutrirsi fino alla malattia. La seconda è dovuta al demonio che fa eccita la fantasia del dormiente e quindi non darebbe origine a peccato. La terza che S.Tommaso definisce "animale" in quanto residente nell'anima, e frutto dei pensieri generati prima del sonno tra i quali si comprendono i desideri, le protratte fantasie voluttuose, i cattivi discorsi, il frequentar donne, l'assistere a spettacoli e a balli, la lettura di libri osceni.
Curioso, è ciò che dovrebbe fare lo sfortunato credente che dovesse trovarsi, al risveglio, le mutande sporche: deve elevare la mente a Dio, invocarlo, fare il segno della santa croce, non compiere cosa alcuna che provochi in seguito l'emissione del seme, rinunciare ad ogni voluttuoso diletto: così operando, può stare colla coscienza tranquilla: ma egli però non è obbligato a far resistenza all'impeto della natura, qualora ei senta che nei vasi spermatici la secrezione dell'umore è già avvenuta; in questo caso è una necessità che l'emissione, subito o no, abbia luogo, altrimenti il seme, già uscito dai reni, si corromperebbe internamente a detrimento della salute.
A questo punto c'è un capitolo abbastanza inutile sui movimenti che causano la polluzione, definiti "disordinati" che per inteso sono i movimenti pelvici a causa dei quali si sfrega l'organo contro qualcosa. Per completezza si dice, che bisognerebbe sempre vergognarsi. La vergogna infatti ridurrebbe il peccato da mortale a veniale.
Ma è parlando della masturbazione che si raggiungono le più alte vette del pensiero. Quivi l'autore si lascia andare nelle più fantasiose considerazioni, attingendo a notizie ed informazioni "modernissime", anche per l'epoca.
Ne riporto alcune integralmente partendo dalla citazione di Ippocrate sui terribili effetti della masturbazione:
  • Questa malattia nasce dal midollo spinale; essa colpisce i giovani sposi ed i libidinosi; non hanno febbre, e, benché mangino bene, dimagrano e si consumano; par loro di sentire come un formicolìo scendere dalla testa lungo la spina dorsale. Ogniqualvolta essi emettono gli escrementi ed orinano, perdono abbondantemente un umore seminale acquoso; sono inetti alla generazione; spesso, nei loro sogni, sono intenti all'atto venereo; le passeggiate, specialmente lungo le strade faticose, li scalmanano, li prostrano, e procacciano ad essi pesantezza di capo e susurrii nelle orecchie; infine una febbre acuta termina i loro giorni.
Seguono le parole di Aretes, celebre (?) medico greco dei tempi di Traiano:
  • I giovani, dediti a questo vizio, vanno soggetti alle malattie e alle infermità dei vecchi; diventano pallidi, lascivi, cupidi, sfibrati, pigri, stupidi, ed anche imbecilli; il loro corpo s'incurva, le loro gambe più non li reggono; sono malcontenti di tutto, inabili a tutto, e molti cadono nella paralisia.
Quindi per non sembrare troppo legato ai classici si cita un certo dottor Hoffman, professore in una non ben precisata università tedesca (probabilmente la stessa dalla quale è uscito l'attuale pontefice, se tanto mi da tanto), che dice :
  • che un giovane di 18 anni, il quale amoreggiava carnalmente con una fantesca, fu colto tutto ad un tratto da debolezza e da fremito generale in tutti i suoi membri; aveva il viso rosso e i polsi debolissimi. In brev'ora si riuscì a toglierlo a questo stato, ma egli restò sempre afflitto da un languore generale.
Infine non potevano mancare le citazioni di uno dei testi di informazione scientifica più imbecilli della storia dell'umanità, ovvero il trattato sull'Onanismo di Simon Andrea Tissot (medico di Losanna), che può competere in assurdità solo con le opere di Paul Julius Moebius (Sulla debolezza fisiologica ed intellettuale delle donne e L'inferiorità mentale della donna) o di Gustave Le Bon (sociologo francese, razzista e discriminatore):
  • "La prima volta ch'io vidi questo disgraziato, ne fui spaventato. Sentii più che mai allora la necessità di dimostrare ai giovani l'orrendo precipizio nel quale volontariamente si gettano, abbandonandosi a questo vizio vergognoso. L. D*, orologiaio, fu savio e prosperoso fino all'età di 17 anni. A quest'epoca si abbandonò alla masturbazione, ch'egli replicava consecutivamente perfino 3 volte; l'emissione del seme era sempre preceduta e accompagnata da un leggero offuscamento del pensiero e da un movimento convulsivo nei muscoli estensori della testa, i quali la tiravano indietro, mentre che il suo collo gonfiavasi straordinariamente Non era ancora trascorso un anno, ch'egli cominciò a sentire una grande debolezza dopo ogni polluzione; la sua immaginazione, tutta in balìa a queste oscenità, non era più capace d'altre idee; e la rinnovazione dei suoi atti colpevoli divenne ogni giorno più frequente, fino a che si trovò in uno stato che faceva temere che morisse. Troppo tardi egli se ne impensierì; il male era già andato troppo oltre, ed egli non poteva più essere guarito; le parti genitali eransi fatte così irritabili e così deboli che, anche senza l'azione sua personale, i vasi spermatici vuotavansi da sé. La menoma irritazione provoca all'istante il più completo eretismo, il quale era immediatamente seguito da un'emissione di seme, ciò che aumentava quotidianamente la sua debolezza. L'organo ch'egli, sulle prime, non provava che durante la polluzione, e che cessava con essa, divenne abituale, e ne era preso spesso senza alcuna causa apparente, in modo sì violento che, durante l'accesso, che talora durava 15 ore e non mai meno di 8, provava in tutta la parte posteriore del collo dei dolori così forti, che ordinariamente gli strappavano non dei gridi, ma degli urli; e in questo frattempo non gli era possibile mandar giù per bocca alcunché di liquido o di solido. La sua voce era diventata rauca; la respirazione, impedita; le forze gli mancarono totalmente. Obbligato a rinunciare alla sua professione, inetto a tutto, oppresso dalla miseria, languì, quasi senza soccorso alcuno, per qualche mese: povero disgraziato! tanto più da compiangere, in quanto che, un resto di memoria (che non tardò però a svanire) era ancor là per rammentargli continuamente le cause del suo malore, accrescendolo con tutto l'orrore dei rimorsi! Informato del suo essere, mi recai presso di lui; più che un individuo vivente, trovai un cadavere sdraiato su un pagliariccio, magro, pallido, sudicio, puzzolente, quasi incapace d'ogni movimento: spesso gli colava dal naso un sangue smorto e acquoso; e continuamente gli usciva dalla bocca una bava. Colto da diarrea, egli emetteva gli escrementi in letto, senza addarsene. Lo spargimento dell'umore seminale era continuo; i suoi occhi caccolosi, torbidi e spenti, non avevano più la facoltà di girare; il polso era estremamente debole, ma pronto e frequente; la respirazione, molto imbarazzata; la magrezza, estrema, eccettuati i piedi, i quali cominciavano a diventare tumidi, molli e seriosi. Il disordine dello spirito non era minore: non aveva più idee, più memoria; inetto a leggere due frasi; senza riflessione, senza inquietudine sulla sua sorte; non aveva altra sensazione che quella del dolore, la quale lo assaliva penosamente, ogni tre giorni almeno. Era un essere molto al di sotto del bruto, ed offriva in sé uno spettacolo, di cui è difficile immaginare tutto l'orrore. Molto a stento si poteva riconoscere ch'egli una volta aveva appartenuto alla specie umana... Morì dopo poche settimane col corpo ch'era tutto un tumore molle e sieroso".

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