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mercoledì 15 aprile 2009

Desideri, Compiacenza, Voluttà immaginativa



La Lussuria non consumata:


Peccato di Desiderio, Compiacenza e Voluttà Immaginativa

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Indice:

Non bastasse la sfilza di peccati che si pretendono essere insiti nella semplice frase "non commettere adulterio", la religione Cattolica non si fa mancare anche quelli virtuali, ovvero quelli relativi alla Lussuria non consumata, per intenderci, quella per cui non si arriva ad emettere liquido seminale. Primo peccato riguarda i diletti voluttuosi del pensiero, che si dividono in desideri, compiacenze e voluttà dell'immaginazione. I primi si dividono in due parti, quelli efficaci ovvero pensieri che potrebbero avere un possibile sbocco nella realtà, o inefficaci, quando invece non è possibile realizzarli. Esempio illuminante potrebbe essere il desiderio di avere rapporti sessuali con una conoscente anche non sposata e, il desiderio di avere rapporti personali con una star di Hollywood.
La compiacenza si ha quando si ricorda con trasporto un atto carnale del passato, ma anche quando scoprendo di aver perso un'occasione per peccare ci si rammarica. Infine la Voluttà immaginativa, che si ha quando ci si abbandona a immaginare atti carnali senza provarne desiderio.
Si badi che per commettere questi peccati non occorre perdere molto tempo, poiché basta un unico istante per consumare internamente il peccato.
Ora la domanda che sorge spontanea è che gravità potrebbe mai avere un peccato generato in un unico istante. Presto detto: della stessa gravità che avrebbe assunto se avessimo davvero consumato la lussuria. Se dunque vi dovesse passare per l'anticamera del cervello di desiderare di partecipare ad un Sabba, avreste commesso il peccato di bestialità (posto che il satanasso al suo solito si presentasse travestito da satiro), questo perché la volontà è la sede del peccato; e dove esiste desiderio di conseguire una cosa cattiva, la volontà è piena.
Logico dunque che in sede di confessione l'infame pensatore, chiedo scusa, peccatore, debba specificare ciò che ha desiderato, cioè se desiderò l'accoppiamento carnale, o dei semplici contatti o il solo atto di guardare, con una persona in genere, e di qual sesso, ovvero, se con una determinata persona, libera, o in qualche modo vincolata, ecc.
Grazie a Dio, è proprio il caso di dirlo, c'è differenza tra pensare una cosa cattiva e desiderarla o compiacersi. Quindi se pensate sia il caso di fare l'amore questa sera, non commettete peccato, ma guai a desiderarlo (specie se non siete sposati) né tanto meno a pensare a quale posizione o a quale giochino erotico praticare, magari richiamando alla mente le immagini l'ultima prestazione delle quali poi, orrore, compiacersi.
Come volevasi dimostrare, respirare non è peccato ma sospirare sì.

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