Ad Expando

mercoledì 15 aprile 2009

Il Sesto Comandamento e la Morale Cristiana

Avvertimento

Sensualità

Indice:

Quando si parla con un fervente Cattolico spesso ci si sente raccontare di come la religione (Cristiana ovviamente) detenga il primato etico e morale, e di come l'ateismo esasperato di certi regimi abbia generato orrori di ogni genere. Non solo: ultimamente nell'ambito dello scontro tra scienza e religione, come la seconda, a detta della prima, può e deve trovare giustificazione solo all'interno dei dettami dell'etica (superiore) della Religione stessa.
In buona fede, non si può dare torto ai Cristiani circa l'orrore perpetrato dai regimi pseudo comunisti; purtroppo, invece, se si ricorda ai pii cristiani le pagine insanguinate della storia della Chiesa, nonché quelle scabrose, tipo il periodo detto Pornocratico, essi tendono a minimizzare adducendo trovate come quelle delle fonti tendenziose ( tutto ciò che contrasta il loro credo è tendenzioso, dai documenti storici al maledetto Carbonio 14 che sta demolendo tutte le principali reliquie), o se proprio messi all'angolo, sul fatto che la Chiesa è fatta da uomini e gli Uomini possono sbagliare. Quindi, ad esempio l'orrore di una gerarchia di preti pedofili negli Usa è uno sbaglio, un errore umano, mentre la politica di Fidel Castro è, senza ombra di dubbio un orrore (personalmente ritengo lo sia, ma almeno l'ombra del dubbio io la manterrei).
Per verificare quanto sia morale ed etico il credo Cattolico mi accingo ad analizzare un simpatico libricino che veniva dato ai preti e ai diaconi per insegnare loro l' "arte della confessione", in particolare per quanto riguarda un argomento pruriginoso quale è il sesso.
Sappiamo, chi più, chi meno, quanto questo argomento sia considerato pericoloso dalla Chiesa, quante stupide dicerie e superstizioni sono state messe in giro da pretucoli e suorine che, fortunatamente, oggi fanno sorridere i più (es: masturbarsi rende ciechi), ma che una volta rappresentavano uno vero e proprio spauracchio (e d'altronde la politica della chiesa si è sempre basata sulla paura: "battezzate i bambini sennò andranno all'inferno", ecc.).
Inizio con il riportare la premessa del libro, chiamato "AVVERTIMENTO" (tanto per rimarcare il metodo). Non commento ulteriormente perché, in fondo, l'avvertimento si commenta da sé. Buona Lettura.

"In questo libro, destinato esclusivamente ai preti e ai diaconi, noi abbiamo tentato di raccogliere ciò che sarebbe pericoloso ignorassero i sacerdoti, esercenti il ministero della confessione, e ciò che non può essere spiegato negli atti pubblici dei seminarii, né confidato indistintamente a giovani alunni senza peccare di indecenza. Questo trattato si svolge intorno al VI comandamento del Decalogo e ai doveri matrimoniali, e contiene una quantità di questioni di pratica quotidiana che non di rado lasciano indecisi e inquieti i più dotti confessori, i quali non le han mai finora trovate esposte e discusse con ordine e lucidità: gli autori di teologia morale che fino ad oggi essi hanno potuto avere fra le mani, o sono troppo rigidi, o sono incompleti e insufficienti. Perciò abbiamo stimato far cosa utile ai giovani preti e ai diaconi il trattare dei peccati contro la castità e dei mutui doveri degli sposi.
Dopo aver letti molti libri di teologia su queste materie, ci proponemmo di contenerci su una via di mezzo tra la soverchia severità e la soverchia indulgenza. Né agimmo in ciò a capriccio, ma abbiamo specialmente fatto fondamento sui giudizi dei migliori autori. Perciò chiunque non volesse sottoscrivere alle nostre sentenze, potrà consultare altre opere, bilanciare le diverse opinioni e scegliere con cognizione di causa quanto gli sembrerà più probabile.
Ciò che è certo, è che i nostri intendimenti sono ispirati da retto fine; e ne chiamiamo giudici i lettori. Ci affrettiamo però a pregarli di non accusarci di mollezza né di voler abusare delle nostre decisioni, de' nostri principii, delle nostre eccezioni, né di favorire una perniciosa rilassatezza nei costumi.
Raccomandiamo ai lettori cautela e specialmente la prudenza, che è l'occhio di tutte le altre virtù: pesino bene con maturo giudizio motivi e circostanze. Del resto, li supplichiamo instantemente, in nome della verità, a indicarci gli errori, nei quali possiamo essere caduti.
Molti ci hanno espresso il desiderio di vedere questo nostro libro, annesso alle nostre opere complete che portano il titolo Istituzioni teologiche. Ma la grave ragione che ce lo fece pubblicare separato fin dal principio, sussiste sempre per indurci a mantenere questo Manuale diviso da Opere destinate a correre liberamente fra le mani di tutti i seminaristi senza distinzione alcuna."

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