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mercoledì 15 aprile 2009

Turpiloqui e libri osceni

Lussuria non consumata

Turpiloqui e Libri osceni

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Indice:
Come spesso avviene in questo piccolo capolavoro di sapienza che è il MdC (Manuale del Confessore), l'autore ci tiene a far sapere che un'azione non è peccato in sé, se non poi diventarla in una serie pressoché infinità di casi, per lo più comunissimi. Così anche per il turpiloquio. Per farla breve, pronunciare parole oscene come, orrore, il nome delle parti vergognose dell'altro sesso è consentito solo a medici, teologi e confessori.

Di questo capitolo in realtà ciò che risalta rispetto alla solita tiritera sono alcune chicche che esporrò di seguito.
Innanzitutto si evidenzia che il peccato di turpiloquio è tanto più grave quanto sensibile siano gli ascoltatori. Così se io dovessi pronunciare a voce alta "VAGINA" peccherei meno se avessi di fronte persone maritate, che certamente i conjugi non si commoverebbero tanto facilmente essendo essi già assuefatti agli atti venerei (l'assuefazione al sesso dei coniugi la trovo cosa assai preoccupante, fortuna che convivo!) , piuttosto che avendo dinnanzi giovani, i quali, secondo l'autore, al solo pronunciare codesta parola sarebbero eccitati al punto da rischiare un'immediata polluzione (alla faccia dell'eiaculazione precoce!)
Il peccato è tanto grave, quanto può dar scandalo, quindi, ad esempio, pronunciare un turpiloquio tra amici è certo peccato minore che non farlo dinnanzi ad un prelato.
Interessantissimi gli ultimi capoversi del capitolo, ove non si parla tanto di peccato, quanto del pericolo che si incorre nel semplice interloquire (senza dunque turpiloquio) con persone dell'altro sesso: i colloqui affettuosi tra persone di sesso diverso, specialmente se sono lunghi, sovente ripetuti, e tenuti in luoghi appartati, sono occasioni molto pericolose e sintomi che la castità è vicina a far naufragio: devonsi quindi cautamente evitare, benché sia permesso il non considerarli sempre come peccati mortali.
Il pericolo diviene grave se ad interloquire sono una donna (sposata o no) ed un giovane consacrato (mi piacciono queste distinzioni, tra giovani e vecchi, donne belle e brutte ecc). Qualora si dovesse creare un rapporto d'affetto non temano i sacerdoti di rintuzzarla con violenti propositi, e se ciò non basta, confidino le loro penitenti ad altri confessori: altrimenti, esse saranno incautamente perdute, ed assieme ad esse si perderanno pure essi medesimi.

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Dal titolo, Libri Osceni, avrete inteso trattasi di libri erotici o cose simili. Sbagliato.
Con buona pace di Saffo, Catullo, Boccaccio, Aretino, Nabokov, Anais Nin si tratta più semplicemente dei terribili "Romanzi", scritti che solitamente contengono amori illeciti e narrazioni così congegnate e disposte da poter eccitare disordinate libidini. Commettono peccato mortale sia chi li legge, sia chi li scrive, che chi, infine li vende. Sono esenti da questo peccato "di lettura", i vecchi (i cui ardori dovrebbero essere sopiti), le persone che sanno mantenersi fredde e al solito i medici (che a questo punto dovrebbe essere una categoria costituita da impotenti e da frigide).
Se il romanzo benché peccaminoso viene letto non tanto per il suo contenuto ma per la superba arte con il quale è stato scritto (fine istruttivo) allora non è peccato: in pratica nulla è cambiato dai tempi di Dante che in uno dei più bei canti della Comedia ci racconta per l'appunto dell'amore adultero tra Paolo e Francesca nato per causa d'un libro (che raccontava le "eroticissime" gesta di Sir Lancillotto e Ginevra) e a causa di questo, finiti, per l'appunto , all'inferno.
L'autore ci informa anche del fatto che questi romanzi sono più pericolosi di quelli osceni (letteratura erotica) perché i secondi invero causerebbero nausea, dimostrandosi anche un profeta visto che pare che 3/4 di internet giri attorno al mercato pornografico.
Che fare allora, cosa devono far leggere i maestri, e cosa devono apprendere gli alunni? Presto detto: i padri di famiglia, i maestri di scuola, i direttori e tutti coloro a cui sono affidate altre persone devono stornare quanto possono i loro inferiori dalla lettura di questi Romanzi ed assuefarli invece a studii pii, santi e gravi: questo è il solo mezzo per formare uomini eruditi, sensati, amanti della virtù, difensori della religione e della società idonei a dirigere la propria famiglia, e adatti, a qualunque affare.
Non so a voi, ma a me la nausea la da questa assurda morale.

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