Ad Expando

lunedì 28 ottobre 1996

Canto di Nostalgia



Saranno ancora i giorni
A separar gli abbracci
E i soli
A creare ombre silenziose
Tra noi e il nostro tempo.

Intanto
Un musico ferito suona
L’arpa senza corde
In ode al cielo cinerino
E al cane vagabondo,
Che luna attende,
Nell'aria buia,
Dove gli uccelli più non cantano

Saranno ancora minuti
Lunghi, come i minuti dell’eterno
E le fredde gote
Di madonna solitudine
A frapporsi tra me e i brividi
Del tuo corpo d’alabastro.

Aspettami, poesia, aspettami
Compagna mia
Ed in cielo non guardare
Le stelle tremule
Piangere
Sul mio destino.

Schiudi gli occhi ai sogni
Amore mio, ti prego
E le labbra a un bacio etereo
Soffice carezza d’un pensiero.



Sirte, 28 Ottobre 1996






domenica 27 ottobre 1996

Ecce Homo



Perdonami
Se più di altro ho pianto
Il calore tuo
Di donna
Se disperato ho immaginato
I fiori del tuo seno,
I fianchi caldi,
E la solitudine ho riempito
Del ricordo
Dei baci tuoi
Proibiti.

Perdonami
Se ho respirato solo
Per goder ancor di te,
Del corpo tuo,
Profumo,
E di tutti i brividi,
E se bramoso ho esplorato
In sogno
Ogni angolo della tua pelle.

Perdonami
Se nudo, in un letto vuoto
Unico pensiero mio
Era l’ardore
Di occhi socchiusi di piacere,
Come allora,
Come nel dì che dea ti vidi.
Perdonami se il mare
Ed il cuore suo salmastro
Altro per me non era
Che il tuo sapore,
E il tutto, ed ogni cosa
Carne
E nulla dello spirito che arde in te.

Perdonami, amore mio
Questo mio essere
Soltanto un uomo.



Tripoli, 27 ottobre 1996






venerdì 25 ottobre 1996

Dei miei silenzi



Ascolto il mesto ruggire
Del mio animo affranto:

nebulosi cieli
deserta terra,
e il ricordo
del fiore tuo che colsi
un giorno, mai dimenticato.

Destinato a voli tenui
Io sono il poeta che il lai non cantò
Che parole non scrisse,
grigia tenebra,
La mia poesia si cela
Nel rigo bianco
Ove ansia e attesa
Sconfinan nell'ignoto

Sussurrami il mio nome
E sarò di nuovo uomo.
Ansima le canzoni
Delle anime perdute
Dentro di me,
e purezza d’illusione
rinascerò custode
del mio assoluto.



Sirte, 25 ottobre 1996





Dedicato ad Ileana #3



Danzavan leggere le nubi
Farfalle
Nel cielo cristallo,
E le stelle.

Non suoni
Non parole
Sgranavano il tempo
Solo i corpi, nostri,
E velluto
Il tuo respiro ansante
Carezzava
Il volto mio
Il mio petto,
L’uomo, e il bimbo
Che mai son stato.

Ora impalpabile
Come nel bosco
Un sogno è autunno, o un fiore,
Dea, signora mia,
Donna,
Ragione e cuore sei
Ed io, ormai
Soltanto desiderio



Sirte , 25 ottobre 1996



martedì 22 ottobre 1996

Nel Buio



Cosa c’è
Nel buio?

Ridon gli spettri
Stridono i denti
Fino a frantumarsi

Ogni notte
Quando la paura
M’azzanna i piedi
Magri fantasmi
Trasmutano
Il mio respiro d’acqua
In stagni scuri
Di suoni alieni
E sudori melmosi.

Lo so, non sono solo

Follia.
Galleggia nel silenzio
Un non so che di strano
Come il brulicare insano
Di mille…e mille insetti.



Sirte, 22 ottobre 1996






lunedì 21 ottobre 1996

Notte Tempestosa



Folgore fatua
Il mio spirito antico
È risorto
Ed io, di nuovo
Rimorto.

Poi la luce è scomparsa:

Inattesa è tornata
È apparsa
S’è spenta.

Ora sono
Ancora una volta
Una larva
Crisalide bianca
Segreto
D’un guscio spezzato
D’un volto
D’un bimbo appena svezzato.

Ciò che ero è finito
(perduto)
Quel che sono è terrore
Di ciò che sarò

Domani
Al mattino.


Sirte, 21 ottobre 1996







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