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lunedì 21 maggio 2012

Avevano ragione i Maya


Già. Questo popolo precolombiano che non aveva la più pallida idea di cosa fosse e dove fosse l'Italia pare abbia predetto che il 20 maggio del 2012, a seguito di un allineamento planetario, l'Emilia sarebbe venuta giù, causa terremoto.

lunedì 7 novembre 2011

E' possibile rifare la Sindone?


Il video della conferenza al circolo UAAR di Treviso dell'eclettico Professor Garlaschelli, docente di Chimica all'Università di Pavia e noto esponente del Cicap


Il professor Garlaschelli è riuscito a riprodurre in modo abbastanza verosimile e con limitati mezzi la Sindone. Ne avevo già dato resoconto nei post

Riprodotta la sindone
La sindone riprodotta

domenica 6 febbraio 2011

10 alla 23


Somministrate tramite cucchiaino per due miliardi di volte al secondo la giusta dose a tutti e sei i miliardi di persone che vivono sul globo e continuate a somministrare il tutto per quattro miliardi di anni. Ecco, è assai probabile che se riuscirete in questa titanica impresa avrete la certezza di aver loro somministrato una, ma non più di una, molecola di principio attivo presente in un comune farmaco omeopatico (diluizione 30C). 
Che dire? Complimenti!

(tratto da un bellissimo articolo su: Il Chimico Impertinente )

Altri articoli molto belli:


venerdì 14 gennaio 2011

L'oroscopo sbagliato


Ma certo, che allocchi! Il motivo per cui gli astrologi sbagliano sistematicamente le previsioni più particolareggiate, non è dovuto altro che al fatto che la luna, nel corso degli ultimi millenni, avrebbe provocato un'oscillazione dell'asse terrestre tale che l'allineamento delle costellazioni è di fatto variato di un mese.
Se pensavate di essere un Acquario, ad esempio, amici miei sappiate che siete in realtà un Capricorno quindi dovete leggere il vostro oroscopo nel segno precedente. Più o meno.

sabato 14 agosto 2010

Meteoconsumismo - parte seconda

Legolas a caccia di orchetti scruta il paesaggio nel Film "Le Due Torri"
Sorge un sole rosso...stanotte è stato versato del sangue!
Beh, sicuramente Legolas avrà avuto un legame con la natura tale da poter leggere dall'osservazione del cielo, cose assai più profonde che non semplici previsioni del tempo. Per noi "umani" invece la fame di previsioni  sta diventando una vera e propria malattia, in grado di condizionare persino i flussi turistici, come ha evidenziato il governatore della Regione Veneto, Zaia, in vena di pubblicità ai superalcolici locali.

Ieri abbiamo visto come anche le previsioni a brevissimo termine possano risultare piuttosto imprecise o del tutto errate, specialmente quando subentrano delle varianti di instabilità che rendono il tempo atmosferico per l'appunto estremamente variabile.

Meteoconsumismo


Tratto da "Il Manuale delle Giovani Marmotte"
Ci sarà pioggia se la luna avrà l'alone intorno
Sarà bel tempo se il fumo della ciminiera sale diritto e si disperderà in fretta
Temporali in arrivo se il gallo canta ad ore insolite, le anatre sbattono le ali sull'acqua
In arrivo pioggia se le rondini volano basso
Un tramonto giallo-giallo è foriero di vento; giallo pallido di pioggia
Categorico.
I proverbi sono molto più astuti: 
Rosso di sera bel tempo si spera, rosso di  mattina la pioggia si avvicina
Si spera, per l'appunto, non ci sarà sicuramente.
Oggi invece, nell'epoca dell'informazione abbiamo i bollettini meteo, in ogni dove (Internet, Tv, Radio, Giornali) e in ogni momento del giorno. Ma sono affidabili? Partendo dal presupposto che "previsione" non significa "certezza", ho provato a mettere a confronto alcuni dei principali siti internet che propongono tali previsioni: Meteo.it, lo stesso che fornisce il servizio sulle reti Mediaset, Il meteo.it e 3BMeteo.com, ho voluto provare a verificarne l'affidabilità partendo da criteri diversi.
Innanzitutto ho iniziato con il richiedere il tempo previsto in giornata per la mia città (tutti e tre i siti forniscono questa opzione), una previsione oggettivamente semplice. Così, venerdì 13 ho iniziato a prelevare i dati

martedì 10 agosto 2010

Quando il caldo dà alla testa ai meteorologi

Le anomalie di temperatura sulla Russia nel periodo compreso fra il 1° ed il 7 agosto: molto vasta l'area del dove le temperature hanno largamente superato i 9 gradi sopra la norma. Fonte NOAA.
26 Giugno 2006, tre giorni di canicola convinsero i meteorologi ad annunciare che l'estate appena iniziata sarebbe stata la più calda da mille anni. Incredibile mi dissi, faticano a prevedere il tempo all'interno della settimana (previsioni a medio termine) ma sono pronti a dichiarare il tempo dei successivi 87 giorni (stagionali). Un giorno dopo gli stessi scienziati corressero il tiro, chissà con quali strumenti, comunicando che l'estate sarebbe stata comunque caldissima, ma "solo" degli ultimi 600 anni. 
Un anno più tardi, sempre a cavallo del solstizio, nuova canicola e nuovo proclama: questa volta sarebbe stata l'estate più calda degli ultimi 200 anni. 
Per bacco! Ma se l'ultima era la più calda degli ultimi 1000 600 anni come poteva essere quella successiva degli ultimi 200? Inutile dire che né l'una, né l'altra, furono estati tremendamente calde, almeno considerando la media nazionale.
Innanzitutto va precisato che non abbiamo modo di individuare la temperatura media di mille anni fa, né tanto meno di 600 o 200.  Il primo termometro fu inventato da Galileo Galilei agli inizi del '600 (quindi 400 anni fa), ma fu con Fahrenheit, un secolo più tardi, che le misurazioni vennero correlate ad una scala. Ad ogni modo la meteorologia è una scienza decisamente giovane, quindi i dati a nostra disposizione sono riferiti ad un periodo relativamente recente.
Ovvio che ci siano metodi che permettano di verificare l'andamento climatico di un determinato periodo, mi sovvengono l'osservazione e lo studio dei ghiacciai, l'accrescimento degli alberi e via di questo passo. Va da sé che i dati dei primi vanno correttamente raccolti: se un anno particolarmente caldo e secco provoca lo scioglimento del ghiacciaio è evidente che i dati relativi agli anni immediatamente precedenti sono perduti. Quanto all'accrescimento degli alberi (i famosi anelli), ad esso concorrono molti fattori, quali la predisposizione della pianta alla luce esistono piante eliofile, sciafile ed emisciafile) e alla relativa collocazione. Peraltro le piante ultracentenarie sono piuttosto rare e dislocate in zone non abitate; quelle millenarie ancora peggio.

lunedì 8 febbraio 2010

Sangue di San Gennaro: la parola al Professor Garlaschelli


Nel precedente post avevo scritto che il CICAP guidato nell'indagine dal Professor Garlaschelli aveva già in parte dimostrato che il fenomeno della liquefazione del sangue del santo poteva essere riconducibile ad un fenomeno chiamato Tissotropia per cui, certe masse gelatinose sono in grado di ritornare ad uno stato colloidale se agitate o sottoposte a vibrazioni.
Logicamente quella del CICAP è un'ipotesi, che seppur probabile, di per sé non permette di scartare le altre, compresa l'ipotesi del miracolo. Ovviamente la scienza non può e non deve credere ai miracoli, per cui , fintanto che non vi è certezza assoluta è lecito che si avanzino teorie alternative. Il Professor Garlaschelli e la sua equipe produsse un gel tissotropico a base di idrossido di ferro colloidale con materiali e tecniche conosciute nel 1300, all'apparenza del tutto e per tutto simili al presunto sangue contenuto nella reliquia del patrono di Napoli.
Per onestà intellettuale, venne sottolineata in modo chiaro e inequivocabile che, in mancanza di analisi dettagliate sul comportamento della sostanza contenuta nella reliquia, l'ipotesi proposta non poteva che rimanere tale. 
Quali sono i dati mancanti? Velocemente possiamo anticipare che non si hanno notizie certe se, ad esempio, la reliquia (che per comodità chiameremo "sangue") cambia o meno colore, varia di volume o se la temperatura influenzi il fenomeno della liquefazione (in altri casi, il sangue liquefatto si dimostrò essere cera).

martedì 19 gennaio 2010

L'involuzione del CNR


Per chi non fosse ancora a conoscenza del caso, il vicedirettore del Consiglio Nazionale delle Ricerche, il CNR appunto, riporto brevemente quello che ha scatenato una rovente polemica che di fatto ha adombrato, spero per poco tempo, i molti meriti guadagnati dall'ente.demattei
Sostanzialmente, il vice direttore del CNR, professor De Mattei, storico del Cristianesimo, nonché direttore del mensile "Radici Cristiane" e convinto assertore delle teorie Creazioniste, ha deciso di sua sponte, un incontro definito informale presso la sede del prestigioso ente, tra i principali sostenitori delle idee creazioniste.
Un convegno titolato " Evoluzionismo: il tramonto di un ipotesi".
Le considerazioni di De Mattei in effetti fanno accapponare la pelle:
Trovo incredibilmente incoerente che ci si possa dichiarare cristiani ed evoluzionisti. E mi chiedo come uno scienziato su queste posizioni come Cabibbo possa presiedere la Pontifica accademia delle Scienze
  O su Adamo ed Eva:
Credo però che Adamo ed Eva siano personaggi storici e siano i progenitori dell’umanità.
D'altra parte che la nomina di De Mattei sia politica e non di merito apparve abbastanza palese, almeno per le circostanze ed è lo stesso sopraccitato direttore della Pontificia Accademia delle Scienze che ci svela
come
...de Mattei non è un biologo e non si vede a quale titolo possa fare certe affermazioni. Il fatto è che lui non risponde alla comunità scientifica, ma solo ai referenti politici che lo hanno nominato. Il presidente del Cnr è stato scelto attraverso una procedura trasparente: infatti Luciano Maiani è persona degna della massima stima. Ma i membri del consiglio d' amministrazione sono designati in base a un criterio di lottizzazione politica e i risultati si vedono.
De Mattei per inciso, insegna  all'Università Europea di Roma (legata ai Legionari di Cristo) ed è legato attraverso la Fondazione Magna Carta al PdL.

lunedì 4 gennaio 2010

Sindonologia: Quando sbagliare è umano e perseverare è religioso - parte quarta

In questa parte verranno narrate le gesta di uno dei più controversi personaggi del modo della sindonologia, un uomo che per qualche tempo fu definito con enfasi "il salvatore della Sindone". Sto parlando di Dimitri Kouznetsov, uno scienziato (?)  russo che sosteneva di avere fatto esperimenti tramite i quali la principale prova che definiva il telo Sindonico un artefatto del XIV sec, ovvero il C14, era inutilizzabile a causa dell'inquinamento cui lo stesso tessuto era stato sottoposto per anni, in particolare a causa del famoso incendio del 1532.

mercoledì 16 dicembre 2009

(Ri)-Scoperta una "sindone" del primo secolo



Un gruppo di archeologi ha dichiarato di aver trovato un telo di sepoltura risalente ai tempi di Gesù e che non somiglia affatto alla tessitura della Santa Sindone. Lo segnala oggi la BBC.
La notizia però non è nuova; anzi.
Il consiglio è quello di andare sul blog di Antonio Lombatti, Pseudoscienze Bibliche il tema è trattato in varie parti. Basta cliccare sul titolo dell'articolo per essere direzionati nell'apposita pagina:

venerdì 20 novembre 2009

Sindonologia: quando errare è umano e perseverare è religioso – parte terza


Continuiamo con la rassegna dell'approccio metodologico della Sindonologia al fine di provare che la Sindone non sia una riproduzione medievale bensì il lenzuolo del Cristo. E' però giusto fare, a questo punto un paio di precisazioni: non tutti i Sindonologi accettano le varie teorie proposte, in altre parole quando dico che la Sindonologia propone, ad esempio, la "teoria delle monetine" non vuol dire che tutti i Sindonologi sono d'accordo, semplicemente che qualcuno di essi si fa promotore della suddetta teoria.  Seconda precisazione, non vi sono riferimenti bibliografici perchè scopo di questi articoli è esclusivamente quello di fare una valutazione del modus operandi.

venerdì 13 novembre 2009

Le Iene smontano il 2012




Beh, certo, non proprio le Iene, direi più Margherita Hack (che non ha bisogno di presentazioni), il professor Domeneci (dipartimento di Scienze Etno Antropologiche dell'Università di Bologna), gli scienziati dell'European Space Agency e il Cicap.
Le Iene si sono limitate a confezionare il servizio nel loro inconfondibile stile.
Non ho visto la puntata, quindi, anche in considerazione del fatto che in questi giorni mi sto occupando d'altro, di fatto "rubo" e riporto la segnalazione di Brrrainblog (che spero non me ne voglia).

Per vedere il filmato cliccare sulla figura.

giovedì 15 ottobre 2009

La Storia del Duomo


Sul sito internet del Museo della Scienza e della Tecnica a Milano è possibile ripercorrere in modo simpatico (e per sommi capi) la Storia del Duomo, dalla fondazione del 1386 sino ai giorni nostri.


E’ possibile inoltre verificare tramite bellissime animazioni 3D lo stato di avanzamento lavori in varie epoche tramite un semplice navigatore ( è probabile vi venga chiesto di installare un plug in, fatelo , ne vale la pena).



Il navigatore permette di effettuare una visita virtuale al celebre monumento, facendolo ruotare, zoomando, o seguire alcune animazioni preimpostate.
Con il tasto in altro a destra, quello con l’icona della macchina fotografica, si possono inoltre catturare le immagini e salvarle sul proprio desktop.




lunedì 12 ottobre 2009

Sindonologia: quando errare è umano e perseverare è religioso – parte seconda

Metodi e Teorie 
L’utilizzo arbitrario delle fonti da parte della sindonologia si riflette anche nei metodi di ricerca, improntati più al sensazionalismo e all’autoconvincimento che altro. Apro una parentesi di merito su quest’ultimo aspetto che è paradossale: la fede, in quanto tale non dovrebbe aver bisogno di un supporto scientifico e dunque, che la Sindone sia o meno il lenzuolo che avvolse Cristo, per chi crede nella forza e nel valore delle reliquie, non dovrebbe far alcuna differenza. Il tentativo di provare l’autenticità, anche in modo disonesto denota una totale mancanza di fede e da facoltà al non credente di pensare che vi siano interessi ben più terreni e meno nobili. D’altra parte la scienza, nello specifico, non mira a screditare la fede cristiana in quanto tale e di fatto sarebbe davvero poco scientifico affermare che Cristo non è esistito o non è Dio solo per il fatto che la Sindone sia un falso medioevale.
Ritornando sul tema, negli anni si sono succedute una tale quantità di teorie a supporto dell’autenticità della Sindone che non è francamente possibile riportarle tutte, ma poiché il fine è quello di giudicare l’approccio metodologico riporterò quelle più clamorose.
  • I Pollini

In modo veloce citeremo il caso dei pollini, a detta dei sindonologi identici alla flora unica presente in Palestina. Come prova storica, la presenza di pollini compatibili con quelli dell’area palestinese non ha nessuna rilevanza anche perché tale presenza potrebbe essere frutto di inquinamento. Inoltre l’unicità della flora palestinese è, al solito, tutt’altro che provata.  Anzi, il  perito citato dai sindonologi, Max Frei-Sulzer, era già abbondantemente caduto in disgrazia (una sua perizia condannò un innocente alla pena dell'ergastolo) e i suoi metodi dichiarati superati. Oltretutto le sue analisi sono state spesso dibattute da alcuni sindonologi che nel ripetere la perizia ottennero risultati non compatibili.  Quando i campioni rilevati hanno dato risultati in linea con le teorie dei sindonologi , per uno "strano" caso sono poi andati perduti cosa che ha fatto venir meno il principio di ripetibilità di un esperimento, principio cardine della scienza moderna.
  • I Batteri e il rivestimento bioplastico

L'anno successivo alla datazione del Radio Carbonio, nella storia della Sindone entra un controverso personaggio: Leoncio Garza Valdes. Il personaggio, un medico Texano, propose una nuova teoria affermando di aver scoperto, attraverso lo studio di alcune mummie egizie, che i tessuti potevano rivestirsi di sostanze bioplastiche prodotti da alcuni microorganismi. Poiché nel effettuare una radiodatazione  si era verificata una discrepanza significativa tra l'età della mummia e le bende che l'avvolgevano, un errore di circa cinque secoli. La teoria se confermata, sarebbe stata una vera e propria rivoluzione nella metodologia di datazione del C14, un passo avanti per la scienza, senonché per Garza Valdes il rivestimento bioplastico che avrebbe dovuto rivestire la Sindone doveva rappresentare il 60% del totale: in pratica la Sindone doveva essere composta da due terzi di rivestimento e da un terzo di lino. Nel 1994, Garza Valdes tentò su un campione della Sindone l'applicazione della sua teoria applicando una soluzione enzimatica per rimuovere il rivestimento. L'esperimento fallì miseramente e né del metodo del medico texano, né del medico stesso si hanno avute più notizie in ambito scientifico. O meglio, le notizie permangono solo nei siti di critica e nei siti pro sindone, dove in genere il fallimento viene taciuto.

Nel prossimi capitoli vedremo la teoria delle monete e il caso Kuznetsov


venerdì 9 ottobre 2009

La sindone riprodotta


Ecco le immagini dell'esperimento effettuato da Luigi Garlaschelli il cui resoconto è ampiamente descritto nel blog di Simone Angioni, che tra l'altro si è prestato come modello per il corpo (ricordiamo che per il volto è stato utilizzato un bassorilievo) . La foto in alto mostra il confronto tra il presunto lenzuolo funebre del Cristo, conosciuto come Sindone e la riproduzione con metodi compatibili con le conoscenze del 1300, mentre qui sotto i negativi, scelti in genere per evidenziare l'immagine che in positivo risulta molto sbiadita.



Le linee che caratterizzano l’artefatto di Garlaschelli sono decisamente più evidenti, e d’altra parte per quanto invecchiato artificialmente, non è facile dimostrare i secoli di storia del lenzuolo sindonico. Questo però, a mio avviso rende ancor più evidente la sensazione per cui anche alla metà del 1300, quando la Sindone fece la sua comparsa nella Storia, tutti la identificarono come una semplice rappresentazione.

mercoledì 7 ottobre 2009

Sindonologia: quando errare è umano e perseverare è religioso - parte prima

Le Fonti

sindoneLa Sindonologia vorrebbe essere una scienza preposta allo studio di una delle più importanti reliquie della cristianità, la Sacra Sindone, ovvero il lenzuolo che avrebbe avvolto il corpo senza vita del Cristo, dopo la sua deposizione dalla croce e la conseguente inumazione.
Sottolineo il “vorrebbe”, in quanto troppo spesso gli studiosi di questa materia sono caduti in errori banali e figuracce storiche.
Ovviamente, la Sindologia parte dall’assunto che la Sindone sia autentica ed in base a ciò cerca in ogni modo di far corrispondere le testimonianze e i ragionamenti con i dati rilevabili sul lenzuolo stesso.  Fin qui nulla di particolarmente strano, visti i tempi,  senonché i sindonologi tendono ad usare più che la scienza, la fantasia, arrivando spesso a inventare dati a supporto delle proprie teorie, se non addirittura a mascherare o alterare reperti. Fortunatamente un nutrito gruppo di esperti e di scienziati riescono sistematicamente a sbrogliare la situazione, smontando le strampalate teorie, smascherando prove fasulle e, finanche, finti scienziati, sebbene vada per onestà specificato che si tratta sempre di disquisizioni che si basano sui medesimi dati, mancando la possibilità di effettuare esami scientifici approfonditi, visto il valore religioso della reliquia.

Procediamo con ordine, e vediamo cosa sappiamo per certo della Sindone, ovvero quali sono le fonti storiche.
Innanzitutto ai sindonologi mancano fonti primarie; nessuno infatti, possiede una testimonianza diretta degli avvenimenti relativi alla crocefissione del Cristo: la Sindone compare improvvisamente verso la metà del XIV secolo e stranamente, la Chiesa che fino ad allora aveva tenuto un atteggiamento piuttosto permissivo sull'uso delle reliquie, si espone nei confronti della reliquia in modo critico e negativo circa la sua autenticità. Se inizialmente infatti pare non occuparsi nessuno del Sacro Lenzuolo, improvvisamente il 28 luglio 1389 Papa Clemente VII (papa avignonese che aveva giurisdizione in Francia, poi classificato come antipapa) invia una Bolla dove specifica che :
"Exhibita siquidem tue petitionis series continebat, quod nuper dilecto filio nostro Petro, tituli sancte Susanne presbytero cardinali, pro parte tua exposito, quod olim genitor tuus, zelo devotionis accensus, quandam figuram sive representationem sudarii domini nostri Iesu Christi, liberaliter sibi oblatam, in ecclesia beate Marie de Lireyo, Trecensis diocesis, cuius ipse fundator extitit, venerabiliter collocari fecerat; et quod demum, domino permettente, partes illas guerris et mortalitatum pestibus graviter concuti, figura sive representatio huiusmodi, etiam ad mandatum ordinarii loci et ex aliis certis causis, de dicta ecclesia beate Marie ad alium tutiorem locum translata et decenter usque tunc recondita extiterat et venerabiliter custodita"
Bissata da un'altra Bolla datata 6 gennaio del 1390 inviata al Capitolo di Lirey ,  nella quale comunica:
"Nos igitur circa modum ostensionis huiusmodi, ad omnem erroris et ydolatrie materiam submovendam, de oportuno remedio providere curantes, volumus et tenore presencium auctoritate apostolica statuimus et ordinamus quod, quotienscumque contigerit, decanus et capitulum predicti et alie persone ecclesiastice huiusmodi figuram seu representacionem ostendentes et in huiusmodi ostensione presentes, quandiu ostensio ipsa durabit, capis, superpelliciis, albis, pluvailibus vel aliis quibuslibet indumentis seu paramentis nullatenus propterea induantur, nec alias solemnitates faciant, que fieri solent in reliquiis ostendendis; quodque preterea torticia, facule seu candele minime accendantur, nec luminaria quecumque ibidem adhibeantur; quodque ostendens dictam figuram, dum maior ibidem convenerit populi multitudo, publice populo predicet et dicat alta et intelligibili voce, omni fraude cessante, quod figura seu representacio predicta non est verum sudarium Domini nostri Jhesu Christi, sed quedam pictura seu tabula facta in figuram seu representacionem sudarii quod fore dicitur eiusdem Domini nostri Jhesu Christi."
Riassumendo, ordina di non presentare la reliquia come il vero sudario ma come mera rappresentazione. Con riferimento a queste Bolle i sostenitori dell’autenticità, si appellano alla fede, dichiarando che Clemente VII, come già segnalato fu classificato Antipapa e non sarebbero valide. Sarebbe tuttavia più onesto analizzare il contesto storico della cattività Avignonese e, al di là dell’ovvia opportunità politica del Vaticano di scegliere la linea di successione romana rispetto a quella francese, ricordare ad esempio, che furono gli stessi vescovi che elessero il lunatico Urbano VI sotto il grido “ lo volemo romano (…)”, che pentiti lo deposero, eleggendo Clemente VII.
Procediamo con le fonti: alcuni sindonologi sostengono che esista documentazione precedente al XIV secolo e sarebbe cosa vera se si accettasse l'idea che Sindone e Mandylion di Edessa siano la stessa cosa. Tuttavia, anche in questo caso, le fonti primarie che accerterebbero la cosa non esistono, anzi. Anche l'Immagine di Edessa, scomparsa nel 1204 a seguito della sciagurata IV Crociata, infatti, non possiesede testimonianze dirette chene certifichino l’esistenza dal I secolo, ma fa la sua comparsa in documenti scritti  solo nel 554, da cui però si evince trattasi di leggenda. Il Mandylion era comunque catalogato tra le reliquie di Costantinopoli e sarebbe piuttosto strano che in quella minuziosa opera di archiviazione, nessuno si rendesse conto che oltre al "volto" c'era fronte e retro di un'intera figura umana.  Si aggiunga poi che nel racconto di Robert de Clary sugli avvenimenti della IV Crociata (1202-1204) vengono citate entrambe le reliquie come due cose distinte.  Ad ogni  modo è stata la stessa Chiesa Cattolica a sbugiardare questa tesi, e vista la convenienza che ne deriverebbe nel confermarla, possiamo stare certi che il Mandylion e la Sindone non sono la stessa cosa.
Codice PrayAltri tentativi, piuttosto deboli di trovare riferimenti prima del XIV secolo, si identificano nel codice Pray della fine del XII sec. e nel Codice Skylitze del 1100 circa. Sul primo, riprodotto qui a sinistra, i sindonologi vedono sotto l'angelo la tessitura a spina di pesce della sindone e nelle braccia incrociate del Cristo e nell'assenza dei pollici  la prova che il disegno si riferisce alla sindone. Al di là del fatto che la rigidità del presunto telo sindonico, in contrasto con la morbidezza del tessuto posto sotto la mano dell'angelo è quanto meno sospetta,  e che la posizione incrociata delle braccia del Cristo è tipica di molte raffigurazioni medioevali, nonché facilmente spiegabile con il fatto che l'artista, per ovvi motivi di pudore, doveva coprirne i genitali, ci sarebbe da fare alcune considerazioni: innanzitutto il codice Pray è un testo musicale in cui viene riportato un breve testo liturgico, quindi è tutt'altro che una fonte primaria. Inoltre rimarrebbe oscuro il motivo per cui l'artista, se voleva disegnare la sindone non la disegnò nella sua interezza o per lo meno evidenziandone la caratteristica principale (in altre parole se anche le lastre del sarcofago fossero davvero i teli, perché mai evidenziare la tessitura e non l'immagine?). Stranamente poi, l'immagine non riporta i segni della crocifissione che guarda caso sono invece riportati in immagini diverse del medesimo codice, immagini che però evidenziano la classica inchiodatura nel palmo della mano e non nei polsi come si evincerebbe dalla Sindone. Codice Skylitze L'altro codice invece, viene segnalato per un immagine, qui sopra, in genere riportata nei testi pro sindone, solo in bianco e nero. Il motivo  di questa stranezza è semplice: in bianco e nero, il mantello rosso su cui è adagiata la testa del Cristo (con gli occhi sbarrati!) appare grigio chiaro, indistinguibile dal lenzuolo su cui la stessa testa poggia, facendo sembrare che il telo sia parecchio lungo (vedi immagine qui sotto).ConfrontoI sindonologi hanno calcolato che, neanche farlo apposta, il telo è lungo circa 4 metri: come la sindone. Naturalmente questi calcoli sono abbondantemente ridicoli: dal disegno si evince chiaramente che le conoscenze artistiche del miniatore sono minime, ad esempio, la prospettiva appena accennata è comunque errata (vedasi la disposizione dei piedi), e pur tuttavia si osa immaginare che lo stesso abbia calcolato e quindi riprodotto il telo in esatta scala!

Tra le fonti, comunque non primarie, vengono spesso tirati in ballo anche i quattro vangeli Canonici, più altri cosiddetti apocrifi. Analizzando però i Vangeli troviamo delle enormi differenze circa il racconto della parte culminante della storia del Cristo, la morte e la resurrezione, appunto, rendendo praticamente nullo il valore della testimonianza per quanto riguarda i particolari.
Andiamo ad analizzare questi punti:
  • Corona di spine: La figura della sindone riporta le ferite del copricapo di spine, posto sulla testa del Cristo come corona, a scopo denigratorio. La corona è citata da Giovanni, e dei sinottici, da Marco e Matteo. In Luca non vi è alcun accenno.

  • Percosse al volto: Il volto della Sindone riporterebbe delle percosse che effettivamente vengono riportate nei vangeli Sinottici di Marco e Matteo. Luca, e Giovanni invece non citano il fatto.


  • Flagellazione: Come si può facilmente vedere dal negativo della sindone, l’intero corpo è stato flagellato, come riportato dai vangeli di Giovanni e Marco. Luca non ne parla, accompagnato da Matteo.


  • La Via Crucis: Il percorso che da Gerusalemme porta al Golgota è raccontato minuziosamente da Luca, mentre nessuno degli altri tre Vangeli ne fa minimamente accenno. A proposito, in tema di immagini sacre e via Crucis, in nessuno dei Vangeli è lontanamente citata la figura della Veronica presente tradizionalmente nella Sesta Stazione. Per un illuminante riassunto su come è nata questa santa potete guardare qui; io anticipo solo che Veronica deriva da “vera icona”.

  • Crocifissione: Qui c’è piena unanimità. Tutti i Vangeli parlano del supplizio finale; va detto tuttavia che nessuno dei vangeli si cimenta in descrizioni accurate tali da poterli confrontare con il telo sindonico. Nessun vangelo, infatti, specifica quali arti vengano inchiodati, né in che modo lo furono. Non esiste a tal proposito una letteratura che specifichi un metodo standard di come avveniva questo tipo di supplizio e gli unici reperti archeologici (il crocefisso di Giv'at ha Mivtar) fanno supporre una crocifissione assai differente da quella proposta dalla sindone e dalla tradizione, ovvero, braccia legate al palo orizzontale e sola inchiodatura dei piedi ma laterali al palo verticale.


  • Morte: qui c’è il massimo della disparità; ogni Vangelo racconta una storia diversa e, per assurdo, proprio lo scrittore dell’Apocalisse ( o per lo meno colui a cui avviene attribuita), è quello che non riporta altro che la morte. In Marco, che secondo le ipotesi degli studiosi è il primo dei vangeli scritti (priorità marciana) e quindi testo base per gli altri due sinottici, l’unica cosa che accade è  il velo del tempio che si squarcia. Luca però non lo riporta e introduce un'eclissi che storicamente e astronomicamente non ha riscontri. Il racconto di Matteo riprende sia l’eclissi che il velo squarciato, ma aggiunge un terremoto, tombe scoperchiate e resurrezioni di massa.


  • Perforazione del costato: i vangeli sinottici tacciono sull’argomento, che invece è citato dal solo Giovanni, il quale non specifica a che altezza viene, né a che altezza era posto il crocifisso, giacché, non ci crederete, ma nella stinta immagine i sindonologi sono riusciti persino a calcolare l’angolo di inclinatura con cui la lancia trafisse il costato di Gesù e in base a nessun dato sentenziare che corrisponderebbe alla realtà.


  • Deposizione: i sinottici riportano che Gesù, deposto dalla croce, fu avvolto da un lenzuolo mentre Giovanni riporta che fu avvolto in bende.  Ad ogni modo i ritrovamenti archeologici di sepolture coeve al Cristo (come sindone di Akeldamà), non presentano alcuna somiglianza con il metodo di inumazione proposto dalla Sindone. Infatti le salme venivano disposte con le mani lungo i fianchi, avvolte e quindi legate da corde.

In genere, i Sindonologi soprassiedono a queste discrepanze, né tengono debito conto di descrizioni di Vangeli apocrifi, dove vengono citate le bende, come in Giovanni, o in altri documenti dove si parla sì di lenzuolo, ma solo definendolo “candido”. Non vi è mai il minimo accenno alla figura impressa del Cristo, cosa per lo meno singolare, visto che se così fosse sarebbe un fatto di straordinaria importanza, almeno tanto quanto quella che i sindonologi attribuiscono alla Sindone ( prova dell’esistenza storica di Cristo, nonché della sua santità e resurrezione).
Nella prossima parte approfondiremo i metodi di analisi dei sindonologi e quelli della Scienza ufficiale.

martedì 6 ottobre 2009

Sindone: l'articolo di Repubblica



Se qualcuno fosse interessato a scaricare in formato PDF la pagina di Repubblica cui il post sottostante fa riferimento, basta cliccare sull'immagine qui sopra. In alternativa, per vedere l'immagine in JPG cliccare QUI.
Si ringraziano Gianfranco D'Elia  e Antonio Lombatti per aver messo a disposizione i link.

lunedì 5 ottobre 2009

Riprodotta la Sindone


Da anni ormai e più precisamente dalle sentenze dei laboratori Oxford, Tucson, Zurigo del 1988 il dibattito sulla autenticità della Sindone resta acceso, con continui colpi di scena, smentite, dubbi, scoperte e quant'altro. Oggi su Repubblica la notizia che i tecnici del Cicap, capitanati dal Dott. Garlaschelli (già autore de "il Processo alla Sindone"), sono riusciti a riprodurre su un telo quello che i Sindonologi e molti credenti reputavano non fatto da mano umana, perchè non possibile.
Il minuzioso lavoro di ricostruzione, naturalmente non ha previsto l'uso di moderne tecnologie, ma è stato fatto con tecniche e materiali in uso nel 1300, e lo scopo di tale ricerca mirava alla dimostrazione che era possibile al fiorente artigianato di false reliquie dell'epoca, produrre un'immagine come quella del presunto e poco probabile telo funebre del Cristo.
Questo passo rappresenta l'ennesimo fatto che monta le tesi dei sindonologi.
Come sostiene infatti il professor Garlaschelli:
L'implausibilità della Sindone, la cui prossima ostensione avverrà nel 2010, è stata già affermata da molti, e per varie ragioni: una tessitura mai usata nel primo secolo, il modo in cui sarebbe dovuto essere avvolto il cadavere contrario agli usi ebraici del tempo, la resa chiaramente artistica dei capelli, delle colature di sangue, degli arti, la mancanza delle defomazioni geometriche  che ci aspetteremmo da un'impronta lasciata da un corpo umano su un telo avvolto. E soprattutto il fatto che la Sindone comparve in Francia solo verso il 1357.
Come è avvenuto l'esperimento:
Seguendo le teorie di Joe Nickell , si è provveduto a far tessere un telo dalle esatte caratteristiche di quello sindonico, per peso, dimensioni e tessitura, fatto "invecchiare"  scaldandolo a 215 gradi C° per tre ore e lavandola poi con sola acqua. Quindi il telo è stato disteso su di un volontario e con un tampone sporcato di ocra rossiccia sono state evidenziate, sfregando , solo le parti in rilievo. Si è poi proceduto con la rifinitura a mano dell'immagine dopo aver disteso su di una superficie piana il telo. Per il volto, al fine di evitare distorsioni è stato fatto un bassorilievo tramite un calco di gesso.
Tempera liquida invece è stata usata per simulare i colpi dei flagelli e le macchie di sangue. Quindi si è proceduto a invecchiare anche il pigmento in modo artificiale.
Il risultato è un'immagine tenue su di un telo ingiallito, non fluorescente ai raggi ultravioletti, il cui negativo e simile a quello sindonico e se elaborato al computer mostra anche proprietà tridimensionali. Come quel telo del 1300 che viene chiamato Sindone.
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