Ad Expando

giovedì 29 aprile 2010

Civiltà diverse

Il calcio è un fenomeno piuttosto strano da analizzare, almeno per uno come il sottoscritto che non ne mastica molto e che nello sport cerca più che altro l'epica rinchiusa dentro un'impresa; cosa che nel calcio, peraltro, è assai rara e, se vogliamo ancor di più nel calcio di oggi, malato di economia, nel quale sono quasi del tutto perduti lo spirito di appartenenza e dunque il sacrificio e la lealtà. Ciò, lo si evince facilmente nei comportamenti antisportivi di bestioni che crollano non appena sfiorati gridando come bimbi di tre anni in preda ai capricci (cosa dovrebbero fare i rugbisti?), o comunque nello scarso attaccamento alla squadra e ai sostenitori da parte di queste primedonne  pronti a far valige o a frignare per un aumento di salario già per altro piuttosto consistente ( e spesso non congruo, ma per eccesso). Per non parlare degli scandali recenti ovviamente.
Il calcio, inoltre,  viene vissuto in Italia come una sorta di religione "concordata", che come quella per antonomasia,  gode di una serie di agevolazioni che in una società civile dovrebbero essere considerati inaccettabili. 
Ricordo anni fa, ad esempio, che dovette addirittura intervenire il governo inventandosi un decreto spalma-debiti, una vera e propria legalizzazione del falso in bilancio, con il quale una società calcistica della capitale venne salvata da un sicuro fallimento e altre poterono evitare di pagare le tasse. Il governo in questione, neanche farlo apposta, aveva come leader il proprietario di una delle maggiori squadre di calcio, nonché editore di televisioni che godevano dei diritti TV del calcio, tanto per gettare altri ingredienti nel calderone.
Parimenti, i famigerati Ultras hanno goduto e godono tuttora, nonostante tessere e tesserine buone solo per riempire un po' di pagine dei giornali compiacenti, di una immunità sfacciatamente ostentata.
Basti pensare che, ad esempio, nelle immediate ore prima del derby romano sono stati rinvenuti veri e sequestrati dalle forze dell'ordine veri e propri arsenali e che, nonostante tutte le misure prese, al termine della partita si sono verificati tafferugli con  feriti  al seguito: tutto senza neppure una squalifica del campo. 
Ogni partita vengono dirottati dai loro compiti centinaia di poliziotti e carabinieri per vigilare su quella che in teoria dovrebbe essere una festa popolare e che invece è divenuto una valvola di sfogo per violenti e bulli. Violenti e bulli che, è chiaro, sono riusciti a organizzarsi in vere e proprie bande armate contro cui i governi paiono non solo incapaci di rispondere ma addirittura rischiano di sembrare compiacenti.


Così, mentre in Italia non si fa nulla e si lascia persino che idioti imbrattino le mura del Duomo milanese per festeggiare l'impresa dei loro beniamini, in Francia il governo Sarkozy dopo aver definito la violenza del calcio come "una cancrena" proclama la tolleranza zero e scioglie per legge sette gruppi di facinorosi autodefinitosi "tifosi". Quando il nostro governo inizierà a fare qualcosa di serio?

lunedì 26 aprile 2010

150

Ok, lo so, 300 è decisamente meglio come numero: richiama alla memoria il mito.


Ma anche 150 non è poi male 


Ben fatto catorcione!


venerdì 23 aprile 2010

Sex & Memories

Monsignor Roger Vangheluwe
Parlare di sesso con gli anziani è per lo più divertente, specialmente dopo che hanno preso atto che il fisico fa decisamente fatica a seguire la mente anche quando i livelli ormonali, ridotti ai minimi termini dall'età che avanza, riescono nonostante tutto a risvegliare qualche voglia. 
E' divertente perché sanno metterci la giusta ironia: mio nonno diceva sempre ridendo che quelli della sua età prediligevano il sesso orale, nel senso di detto, raccontato. In sostanza nell'era pre-viagra, il sesso era giusto un ricordo. 
La stessa cosa deve essere stata per il vescovo di Bruges, monsignor Roger Vangheluwe, che con la sollecitudine tipica delle sfere ecclesiastiche ha deciso di dimettersi per una serie di abusi abusi sessuali compiuti sia prima che dopo il 1984 data che lo vede vestire i panni di vescovo.
Quando ero ancora un semplice sacerdote e per un certo tempo all'inizio del mio episcopato ho abusato sessualmente di un giovane dell'ambiente a me vicino. La vittima ne è ancora segnata. Nel corso degli ultimi decenni, ho più volte riconosciuto la mia colpa nei suoi confronti, come nei confronti della sua famiglia, e ho domandato perdono. Ma questo non lo ha pacificato. E neppure io lo sono.
 Queste le sue dichiarazioni.
Lo so, sono pedante (ultimamente anche monotematico) ma proprio non riesco a tacere di fronte a certe dichiarazioni e a questo modo di fare.
E' indubbio che il vescovo di Bruges, sulla graticola sia stato costretto ad uscire allo scoperto, probabilmente dalle alte sfere vaticane. E' indubbio perché non ha senso questo silenzio di 26 anni, e poco valgono le scuse di aver domandato perdono, non fosse perché nel frattempo, su sua ammissione, non solo non ha ricevuto il perdono della vittima e della famiglia, ma ha addirittura fatto carriera.
Alla luce di ciò, nemmeno il pentimento, quel " neppure io lo sono (pacificato)" è credibile.
Del resto, o sono poco credibili le parole del Vaticano che sostiene che da anni sta cercando di contrastare il fenomeno e che i vari Crimen et similia, siano stati in realtà linee guida per insabbiare, o è poco credibile che il vescovo "emerito" di Bruges, pastore di un intera diocesi non abbia avuto un minimo di coscienza "cristiana", anche se preferirei definirla semplicemente "umana vergogna" di confessare il proprio delitto e accettare la giusta pena, che per inciso non può essere la sola riduzione allo stato laicale.
Ma forse appunto, come diceva mio nonno è solo una questione di età: raggiunta la pace dei sensi non rimane che il ricordo, e giust'appunto il vescovo se n'è ricordato.

mercoledì 14 aprile 2010

Pedofilia e Omosessualità: la parola all'esperto (di roghi)

"Non c’è nessun legame tra pedofilia e omosessualita: le teorie psichiatriche che ipotizzano un nesso sono assolutamente prive di fondamento. È una tesi senza fondamento perché il pedofilo è attratto da soggetti pre-puberi, che non hanno sviluppato la sessualità, e quindi la pedofilia è una perversione che prescinde assolutamente dall’orientamento sessuale".                                         (Dott. Tonino Cantelmi, Presidente dell'Associazione Italiana Psichiatri e Psicologi Cattolici)
 "In ambito psichiatrico la pedofilia è catalogata nel gruppo delle parafilie, ovvero tra i disturbi del desiderio sessuale, e consiste nella preferenza erotica da parte di un soggetto giunto alla maturità genitale per soggetti che invece non lo sono ancora, cioè in età pre-puberale"
(Wikipedia).
In altre parole a differenza di quanto afferma il Cardinal Bertone, sempre nell'ambito delle lezioni di comunicazione tenuti dalla Santa Casta, non pare ci siano correlazioni dirette tra omosessualità e pedofilia.  C'è da dire che vi sono in effetti un certo numero di psichiatri o psicologi che sostengono queste ed altre tesi. Qualcuno di voi conoscerà almeno di vista il criminologo Francesco Bruno (foto a lato), molto presente in televisione. 
Ebbene ho scelto lui per meglio evidenziare da dove derivano le convinzioni che relazionano omosessualità e pedofilia.
Partendo dall'assunto che...
...l’omosessualità è una patologia che deriva da un grave disordine e da una mentalità deviata e talvolta viziosa, ecco credo che si possa parlare, senza offesa, di omosessualità come lebbra etica
Assolutamente senza offesa, naturalmente.
Ma continuiamo:
Gli omosessuali sono dei disturbati e come tali patologicamente rilevanti. Quando mi dimostreranno il contrario, ci crederò. Insomma, mi condannino anche al rogo, non mi muovo dalle mie posizioni
Già il rogo.

martedì 13 aprile 2010

La "risposta" del Vaticano

Con tanto di squillo di trombe, e tromboni, il Vaticano finalmente pubblica, sul proprio sito internet, la personale risposta sul tema degli abusi su minori nella quale è stata violentemente coinvolta.
Alcune considerazioni sono d'obbligo. 
Innanzitutto si evince in modo chiaro che solo dal 2001 in parte e dal 2003 in toto, sono stati presi provvedimenti circa l'interpretazione delle leggi che avrebbero dovuto circoscrivere e rendere trasparente un fenomeno quello dell'abuso su minori, in atto, almeno dai vari rapporti angloamericani, fin dagli anni '40 del secolo scorso. 
Insomma quello che viene presentata come una risposta rapida in realtà pare aver avuto dei tempi che definire biblici non pare assolutamente un eufemismo. Infatti, per motivi alieni all'intelligenza umana, fino a sette anni fa i sacerdoti rei di pedofilia, o come alcuni vescovi hanno sottolineato, efebofilia, non venivano affatto denunziati dalla Chiesa, i cui vertici si adoperavano nella migliore delle ipotesi a mettere in isolamento il reo, se non più semplicemente a spostarlo di sede, rendendosi di fatto responsabili della perpetuazione del reato. 
Quando si parla di insabbiamento, inoltre non ci si limita inoltre a sottolineare i metodi sopra descritti: infatti spesso, specie negli USA alcune diocesi hanno pagato lautamente le vittime per comprarne il silenzio, non facendo seguire alcuna azione, tanto meno quella di denuncia alle pubbliche autorità.
Denuncia che, beninteso, deve comunque essere fatta dalla vittima perché ovviamente il sacerdote che dovesse venire a sapere del reato tramite confessione sarebbe legato dal segreto confessionale come ampiamente spiegato dagli stessi vertici della Chiesa.
Peraltro le scuse addotte dal Vaticano circa l'errata interpretazione del Crimen Sollicitationis da parte della stampa mondiale, per cui nel documento non si vietava in alcun modo la denuncia alle autorità civili, non reggono in alcun modo: innanzitutto se è vero che non c'è un esplicito diniego, non vi è neppure un esplicito obbligo, né tanto meno una frase che faccia supporre anche in termini di solo consiglio di procedere con la denuncia, semmai pare il contrario, tanto che di fatto la Chiesa si è sempre comportata in tal modo, pare anche dopo le guide interpretative degli anni scorsi (2001-2003). Di fatto nessuna denuncia è mai partita dalla Chiesa stessa e questa è una prova provante inoppugnabile.
Agli occhi dell'opinione pubblica è chiaro che la politica, definita di "prudenza", portata avanti dal Vaticano mirava non tanto alla protezione delle vittime, quanto ad evitare scandali che poi malgrado tutto sono esplosi in modo, direi anche prevedibilmente, incontrollabile.

domenica 11 aprile 2010

A scuola di comunicazione

Fulgido esempio di Cristianesimo
Non c'è che dire, né una tradizione bimillenaria alle spalle, né un non indifferente numero di anni di studio per prendere i voti, pare servano per divenire dei buoni comunicatori. 
Uno degli esempi più fulgidi della totale incapacità della Chiesa di comunicare al mondo è rappresentato dal Vescovo Emerito di Grosseto tale Monsignor Babini di cui c'eravamo occupati qualche tempo fa nel post "Niente comunione ai Gay" dove con una certa paraculaggine, dopo le varie rassicurazioni della CEI riguardo al fatto che la Chiesa non si sarebbe mai intromessa nella politica italiana, affermava che 
"...con gli omosessuali é necessario usare delicatezza e misericordia e alla fine il giudice ultimo é Dio, pertanto sulla Terra nessuno é autorizzato ad emettere sentenze".
non prima di aver espresso il suo giudizio, naturalmente con tanto di dichiarazione politica: 
"La pratica conclamata della omosessualità é un peccato gravissimo, costituisce uno scandalo e bisogna negare la comunione a tutti coloro che la professino, senza alcuna remora, proprio in quanto pastori di anime. Io non darei mai la comunione ad uno come Vendola."
E ancora:
"Mi fa ribrezzo parlare di queste cose e trovo la pratica omosessuale aberrante, come la legge sulla omofobia che di fatto incoraggia questo vizio contro natura".
Certo Monsignor Babini non ama nascondersi dietro un falso buonismo.

mercoledì 7 aprile 2010

Una linea di silenzio

A prima vista, leggendo anche le pretestuose prese di posizione a difesa del Papa, parrebbe che la Chiesa sia ormai sul viale del tramonto. Parrebbe, appunto, senonché non è la peggior crisi che la Santa Casta attraversa nella sua bimillenaria storia, né sarà l'ultima, anche se oggi a differenza di un tempo le notizie corrono molto veloci e le maglie della censura non sono più capaci di nascondere praticamente nulla.
Lascia tuttavia perplessa la totale incapacità della Chiesa, e in questo caso mi riferisco alla comunità cattolica, di comprendere le dimensioni dello scandalo che di fatto l'ha travolta: 
È ormai un contrasto culturale il Papa incarna verità morali che non sono accettate e così le mancanze e gli errori di sacerdoti sono usate come armi contro la Chiesa (Cardinal Sodano)
Possibile che si debba rimettere tutto ad uno scontro ideologico? Non bastano i tristi fatti di cronaca? 
Benedetto XVI
No la Chiesa non può accettare la critica o il giudizio altrui, perché per suo statuto è soggetta solo al giudizio divino, tra l'altro, di un dio modellato a loro immagine e compiacimento.  Ma se per duemila anni questa è stata la loro forza, oggi nel mondo globalizzato è una debolezza, perché non è più il cattolico a dover valutare ma sono altri, magari apostati, magari atei, magari di religioni concorrenti, alcuni dei quali squali che hanno fiutato il sangue.
 Ma intendiamoci, la Chiesa non è ferita perché qualcuno la attacca, ma perché nella sua alterigia non ha saputo o, peggio, voluto vedere il marcio che le cresceva in seno; ha atteso, sperando che il tempo lavasse le ferite e lentamente si è discostata dalla cultura e dalla morale di cui si unica apportatrice.
Dietro gli ingiusti attacchi al Papa ci sono visioni della famiglia e della vita contrarie al Vangelo.(Cardinal Sodano)
No: dietro quegli attacchi c'è la sensazione se non addirittura le prove di sistematici tentativi di insabbiamento, di coperture al di fuori di ogni legge. Visioni della famiglia e della vita di verse sono mere invenzioni, squallidi tentativi di depistaggio. Chi accusa il Papa di non aver fatto o di non aver fatto abbastanza lo fa su presunti fatti o prove, non per il fatto che è abortista, pro eutanasia o perché della verginità della madonna non si fa un problema. 
(Il Papa gode del...) sostegno di una piazza San Pietro colma e con molti giovani. È un Papa forte, il Papa del terzo millennio.(Cardinal Sodano)
Pio XII
Siamo ancora alla forza della piazza : interessante risposta morale della Chiesa. Anche di retorica piuttosto banale, a dirla tutta, giacché Benedetto XVI non sarà l'unico papa del terzo millennio ma solo il primo.
Assurdi poi il tentativo di assimilare Benedetto XVI agli altri papi criticati del secolo scorso, quasi che una critica storica non sia possibile e che automaticamente non concordare con il pensiero del vicario di cristo sia da considerarsi automaticamente un'aggressione. 
Però devo dare ragione, almeno in parte, a Sodano quando accomuna Ratzinger a Pio XII.
Perchè in effetti un filo unisce i due papi: il silenzio su atti vergognosi.

sabato 3 aprile 2010

Che confusione!


Il tentativo di celare la propria identità di carnefice e passare per vittima, sta mandando la Chiesa in totale confusione. La sorprendente trovata del predicatore Cantalamessa ha dell'incredibile come del resto sono incredibili, nel senso proprio di "non credibili" le scuse avanzate subito dopo da un sempre più affannato portavoce del Vaticano Padre Lombardi.
Il Predicatore cappuccino, sceglie in linea con il vittimismo degli ultimi giorni, di leggere durante l'omelia una lettera speditagli da un amico ebreo citando testualmente:
Sto seguendo con disgusto l'attacco violento e concentrico contro la Chiesa, il Papa e tutti i fedeli da parte del mondo intero. L'uso dello stereotipo, il passaggio dalla responsabilità e colpa personale a quella collettiva mi ricordano gli aspetti più vergognosi dell'antisemitismo.
L'accostamento tra gli attacchi "subiti" dalla Chiesa e l'antisemitismo non è stata, per usare un eufemismo una scelta felice, anzi se dovessi dare una definizione si tratta di un iperbole disgustosa, soprattutto se si parte dal presupposto che i primi antisemiti della storia sono stati gli stessi cristiani, il cui atteggiamento nella biminellaria storia è cambiato solo nell'ultimo secolo. Poco importa se a scriverlo sia stato un Ebreo: a strumentalizzarlo è stato un predicatore, il quale dubito fortemente abbia potuto decidere da solo il testo dell'omelia. E ovvio che la responsabilità è da imputare anche ad altri, checché ne dica in seguito il portavoce padre Lombardi, che scaricando il Vaticano di ogni (sic) responsabilità  afferma che: 
Avvicinare gli attacchi al Papa per lo scandalo pedofilia all'antisemitismo non è la linea seguita dalla Santa Sede Padre Cantalamessa ha solo voluto rendere nota la solidarietà al Pontefice espressa da un ebreo alla luce della particolare esperienza di dolore subita dal suo popolo. Ma è stata una citazione che poteva dare adito a malintesi.
Se non è la linea, chi ha dato l'avallo per leggere una lettera formalmente destinata al Papa? 

venerdì 2 aprile 2010

L'Angelino custode

Un magistrato di Milano, a capo di un pool specializzato in stupri e molestie accusa i membri della Chiesa di non aver mai provveduto ad esporre denuncia nei confronti di religiosi consacrati, che semmai venivano inoltrate dalle famiglie. Nell'intervista rilasciata al Giornale il procuratore aggiunto Pietro Forno dichiara:

«Devo dare atto che, una volta iniziate le indagini, non mi sono mai stati messi ostacoli. Però le notizie positive finiscono qui (...) nel senso che nei tanti anni in cui ho trattato l’argomento non mi è mai, e sottolineo mai, arrivata una sola denuncia né da parte di vescovi, né da parte di singoli preti, e questo è un po’ strano. La magistratura quando arriva a inquisire un sacerdote per questi reati ci deve arrivare da sola, con le sue forze. E lo fa in genere sulla base di denunce di familiari della vittima, che si rivolgono all'autorità giudiziaria dopo che si sono rivolti all’autorità religiosa, e questa non ha fatto assolutamente niente».
In tutta Europa una dichiarazione simile avrebbe spinto il governo a creare una Commissione d'inchiesta ad hoc, predicando nel frattempo un abbassamento dei toni e maggior riservatezza, mentre in Italia cosa accade?
Il ministro di Grazia e Giustizia, Angelino Alfano manda i suoi ispettori per queste motivazioni (neretti miei)
"lette le dichiarazioni rese ieri alla stampa dal Procuratore aggiunto di Milano dott. Forno, che ha accusato le gerarchie ecclesiastiche di coprire i sacerdoti responsabili di gravi fatti di pedofilia, considerato il carattere potenzialmente diffamatorio di tali dichiarazioni, ha dato mandato al suo ufficio ispettivo di verificare se il dott. Forno con tale condotta abbia violato  i doveri di correttezza equilibrio e riserbo che devono essere particolarmente osservati nella trattazione di procedimenti delicati come quelli per reati di pedofilia, reati che vanno perseguiti con estrema decisione ma  evitando pericolose generalizzazioni" .
Potenzialmente diffamatorio?
A mio avviso le parole del Dott. Forno, tra l'altro cattolico, non posseggono alcunché di diffamatorio, né a ben vedere tendono a generalizzare, visto che parla in modo esplicito della sua esperienza di magistrato.
Oppure mettiamola così, la diffamazione del Dott. Forno è inversamente proporzionale all'azione intimidatoria del Ministro Alfano: poi ognuno decida perché.

Le auto assoluzioni della Santa Casta


Allegoria della Fama - 1641 ca.

Che ci sia una campagna mediatica in atto sullo scandalo pedofilia nella Chiesa è indubbio, e d'altra parte è così che funziona, purtroppo o per fortuna, il mondo dell'informazione. Anzi, mai come oggi la Fama assume le forme proposte dal  mondo classico, ovvero come mostro dalle innumerevoli occhi, orecchie e bocche che si muoveva rapido grazie a poderose e gigantesche ali.
La cosa non va bene logicamente alle istituzioni ecclesiastiche, non abituate a essere sottoposte al giudizio altrui. 
D'altra parte, loro esistono ancora per diritto e per mandato divino: come possono essere giudicati da comuni peccatori?
Poi certo anche loro sbagliano, ma solo pochi; in fondo, benché sorretti dallo spirito santo sono comunque uomini. 
Già, uomini come tutti, ma con uno strano diritto: quello di auto assolversi.

giovedì 1 aprile 2010

Come ai tempi del Carroccio. Anzi peggio.

Francia 1988; Gran Bretagna 1990; Svezia 1991; Spagna 1994; Austria, Belgio, Finlandia, Germania, Grecia,  Lussemburgo, Olanda 1999. In Europa per il no alla RU486, la pillola abortiva,  rimangono pochi Stati: Polonia, Lituania e, Irlanda, Malta e S.Marino dove anche l'aborto di fatto è fuori legge. 
Da oggi per il no, pare ci siano anche le Regioni governate dal Carroccio: il Veneto e il Piemonte del neo eletto Cota. Chissà se avesse sbandierato le sue intenzioni in proposito durante la campagna elettorale quanti voti avrebbe perso, ma d'altra parte a non convergere su determinati argomenti non ci ha pensato neppure l'avversaria che, in quanto donna, probabilmente ne avrebbe tratto duplice vantaggio, ma questo è un'altro discorso: dell'incapacità politica dell'attuale sinistra si potrebbero scrivere enciclopedie ma non è qui il caso né è mia intenzione farlo.
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