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venerdì 2 aprile 2010

Le auto assoluzioni della Santa Casta


Allegoria della Fama - 1641 ca.

Che ci sia una campagna mediatica in atto sullo scandalo pedofilia nella Chiesa è indubbio, e d'altra parte è così che funziona, purtroppo o per fortuna, il mondo dell'informazione. Anzi, mai come oggi la Fama assume le forme proposte dal  mondo classico, ovvero come mostro dalle innumerevoli occhi, orecchie e bocche che si muoveva rapido grazie a poderose e gigantesche ali.
La cosa non va bene logicamente alle istituzioni ecclesiastiche, non abituate a essere sottoposte al giudizio altrui. 
D'altra parte, loro esistono ancora per diritto e per mandato divino: come possono essere giudicati da comuni peccatori?
Poi certo anche loro sbagliano, ma solo pochi; in fondo, benché sorretti dallo spirito santo sono comunque uomini. 
Già, uomini come tutti, ma con uno strano diritto: quello di auto assolversi.
Infatti Bagnasco, replicando alle accuse dirette ai vertici ecclesiali, rei di non aver mai denunciato un solo caso di pedofilia, neppure di quelli in seguito accertati dalla magistratura, replica sdegnato :
Nessuna ombra, per quanto grave, dolorosa, deprecabile, può annullare il bene compiuto da tantissimi sacerdoti.
Ha già deciso lui, andate in pace.
Che poi, intendiamoci, non che tale affermazione non nasconda una verità, ma che sia l'accusato ad assolversi è per lo meno strano, un comportamento tipico di menti deviate, megalomani. E se è vero che nessun male può annullare il bene compiuto (in quanto tale), anche il contrario non è da meno: nessun bene può annullare il male compiuto e per tale motivo, ad un ipotetica giustizia divina, apparentemente tanto misericordiosa, occorre anteporre la giustizia terrena, certa, poiché certo è il male fatto.
Non è l'unico Bagnasco, ovviamente, basti leggere ciò che riporta Monsignor Pennisi:
È in atto una sleale e pretestuosa campagna mediatica (...) Si dipingono i preti come orchi da evitare, nel vano tentativo di screditare la Chiesa cattolica di fronte all’opinione pubblica, per allontanare i bambini e i giovani dalle nostre parrocchie, dalle nostre associazioni e dai nostri oratori.
Sleale e pretestuosa? E il comportamento dei preti pedofili come lo definiamo? E il lungo silenzio della Chiesa interrotto solo dalla pubblicazione di documenti che la vedevano colpevole al di la di ogni ragionevole dubbio?
Certo la stampa estera va giù pesante, dietro ci saranno anche lobby protestanti, ma a violentare i bambini o come ci tengono a dire gli "efebi", non sono stati certo altri. 
Fare di tutta un erba un fascio? Non mi sembra si sia fatta, ma d'altra parte è la Chiesa che si è chiusa a riccio, prima negando e poi fingendo di aver provveduto (con decenni di ritardo).
Ad allontanare i bimbi dalle parrocchie e dagli oratori non sono i giornalisti che riportano le notizie ma anni di colpevoli silenzi e politiche per cui, per fare fronte alle crisi delle vocazioni si sono spalancate le porte dei seminari, senza operare selezione, sia a cani (pastori) che a porci (pedofili).
Ora la Chiesa alza il tiro, arriva addirittura a fare apologia di reato chiedendo esplicitamente (in barba alle continue rassicurazioni di non fare politica), la disobbedienza a leggi che non corrispondono alla morale di una parte consistente di cittadini ma non più maggioritaria che è quella dei credenti duri e puri.
Bisogna ergersi di nuovo a paladini della vita (non nata) per nascondere il lungo silenzio e la miriade di errori compiuti a spese di vite anche a costo di imbarcare estremisti e xenofobi, a cui si cristianamente si plaude, ribadendo di essere senza vergogna.
E poi naturalmente auto assolversi.



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