Ad Expando

lunedì 31 maggio 2010

Gli eredi di Giuda


Tempo fa avevo visto questo video sul Blog "Il Censore" e l'avevo semplicemente commentato come esilarante, perché in fondo lo è, anche se ovviamente sarebbe stato opportuno analizzare i problemi, quanto mai reali che questo video satirico propone. Se ne potrebbero aggiungere molti altri, magari la statua di quattro metri che il Vescovo Pierro ha deciso di regalarsi ( con i soldi della diocesi...) per auto celebrarsi e via di questo passo.

Ieri sera a Report (qui il link della trasmissione, qui il testo), è stato trattato il tema dell'economia dello Stato del Vaticano e se ne sono viste delle belle.

mercoledì 26 maggio 2010

Omeopatia vs Medicina


"acqua fresca"
Volutamente, nel titolo ometto aggettivi come "tradizionale" o "allopatica" in quanto è mia convinzione che l'omeopatia sia, come sottolineato dalla British Medical Association, qualche cosa paragonabile più alla stregoneria che alla scienza
La fondazione "Corriere della Sera" ha invitato ad un confronto il Dott. Garattini, presidente dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano e Christian Boiron presidente degli omonimi Laboratoires che producono farmaci omeopatici.
Quello che subito salta all'occhio nel confronto è che il Dott. Garattini va sempre al sodo mentre Boiron svicola dalle domande. 
Qualche esempio: 
Domanda :"La medicina omeopatica ha la stessa efficacia di quella tradizionale?"
Risposta :" Non c’è nessuna idea che possa durare oltre due secoli se nel frattempo non ne è stata dimostrata l’efficacia: l’omeopatia è una scienza antica, conosciuta fin dal V secolo ed è stata reintrodotta nel XIX secolo dal medico tedesco Hahnemann". 
Domanda :"Quali sono i principi attivi di una preparazione omeopatica e qual è la loro validità rispetto ad un preparato della medicina comune? Si possono curare con l’omeopatia patologie come diabete e neoplasie?"
Risposta :"La diagnosi in omeopatia sta nell’individuare il preparato giusto per ogni paziente. La scelta del medicamento dipende dalla reazione individuale alla malattia, anche mentale: nei farmaci omeopatici il principio attivo, presente nei farmaci tradizionali, è costituito da una quantità di molecole ottenute per diluizioni successive in acqua. Anche il premio Nobel Montagnier sostiene che le molecole hanno la capacità di mantenere inalterate le proprie capacità biologiche anche se fortemente diluite nell'acqua".
Il perché evidentemente è semplice: nella prima domanda ovviamente la risposta corretta sarebbe NO, mentre nella seconda un'eventuale risposta positiva avrebbe per conseguenza una bella denuncia.
Molto interessante la risposta alla quarta domanda dove Boiron ci svela che:
 I farmaci omeopatici sono rintracciabili nelle comuni farmacie e il loro costo è basso
Certo, sarebbe da chiedere perché uno sciroppo di acqua "mnemonica", zucchero e qualche colorante costi 10  e rotti euro (..e una discussione con mia moglie...), ma continuiamo e passiamo alla solita storia per cui i farmaci omeopatici non hanno effetti collaterali:
I medicamenti omeopatici sono sicuri anche per bambini molto piccoli, e per le donne che ne fanno uso durante la gravidanza. Anche per questo motivo l’omeopatia si pone come una valida alternativa alla medicina tradizionale, che invece, ogni anno miete vittime per gli effetti collaterali: il numero delle morti per uso di farmaci allopatici è in crescita.
Valida alternativa? Per cosa? Per malattie che si risolvono comunque da sole in qualche giorno o settimana tipo il terribile raffreddore?
Che poi i morti per effetti collaterali da medicina allopatica sono in aumento è un dato che preso da solo non significa nulla, almeno per una mente degna di tal nome: a cosa è dovuto quest'aumento? A un aumento degli effetti collaterali letali o ad un aumento del numero delle persone curate?
Perché in tal caso potremmo dire con altrettanta sicurezza che c'è un aumento di mortalità di persone che tentano di curare malattie (neoplasie o diabete giusto per rimanere negli esempi citati)  con farmaci inutili come quelli omeopatici.
Che poi diciamocela tutta questa storia della memoria dell'acqua ha del ridicolo, non solo da un punto di vista scientifico (il principio attivo è così diluito che per il numero di Avogadro, di principio attivo non dovrebbe esistere nemmeno l'ombra di una molecola) ma anche da un punto di vista logico: se l'acqua avesse davvero memoria dovrebbe ricordarsi anche di quando, qualche era fa, era piscio di dinosauro.
Battute a parte (immagino ci sia anche un metodo per resettare la memoria, magari semplicemente  un processo di distillazione) l'omeopatia si basa sul fatto che un numero minimo di molecole possa ingenerare un meccanismo per cui il corpo umano stesso produca quel che serve per curare la malattia. Ma se fosse vero, come si fa a calcolare quanta memoria occorre per un dato paziente giacché di molecole, per l'appunto non vi è neanche l'ombra?
E poi come giustamente fa notare il Dott. Garattini:
L’assenza di principi attivi all’interno dei farmaci omeopatici li rende simili ad «acqua fresca». Sostituendo per gioco le etichette di un certo numero di flaconi omeopatici, nessun scienziato saprebbe successivamente ricollocarle al loro posto originario: questo perché non ci sono molecole specifiche che rendano riconoscibile un prodotto rispetto all'altro.
Neppure un omeopata, aggiungo io, saprebbe farlo. O no?
Folkloristica l'ultima domanda, quasi da Voyager con quel "Come si spiega questa coincidenza?":
La medicina omeopatica ha un largo seguito tra persone di cultura medio-alta. Come si spiega questa coincidenza? Maggior informazione legata al livello d’istruzione o piuttosto una moda?
Largo quanto? E con che competenze?
E su questi dubbi amletici chiudo il post.

AGGIORNAMENTO:

Medbunker ha ripreso l'argomento, in modo ovviamente più professionale.
Ricordo sullo stesso Blog, altri articoli sull'argomento:

Omeopatia: Introduzione
Omeopatia: la conosciamo?
Omeopatia: l'incredibile caso del Dott. Benveniste
Omeopatia: Funziona o no?

Stanchi di Voyager?

Eccovi Kazzenger: molto, ma molto più serio!

martedì 25 maggio 2010

Accade (solo) in Italia





A volte, dinnanzi allo schermo, ci si accorge di non aver nulla da scrivere e allora, nel poco tempo libero di una pausa caffè o della pausa pranzo, si naviga a casaccio per internet alla ricerca di qualcosa di interessante. Finisce spesso che di cose interessanti se ne trovano a dozzine, magari a centinaia, ma  di alcune non si ha la competenza per parlarne, di altre la voglia. A volte invece, il discorso si conclude talmente rapidamente che un singolo commento non vale un post, ma tuttalpiù una battuta: ma per questo c'è Spinoza, che francamente è inarrivabile.
Tuttavia alcune considerazioni buttate lì le voglio fare lo stesso.


Prendiamo ad esempio il Ministro di Grazia e Giustizia, Angelino Alfano. Quel pover'uomo non ne combina una giusta: nel tentativo servile di proteggere il suo capo continua a emanare leggi senza lode e lodi illegittimi ( e di fatto respinti sistematicamente al mittente).
In relazione alla legge anti intercettazioni, la cui assurdità è tale che è incredibilmente riuscita a mettere d'accordo Giornale e Libero con Unità e Repubblica (!) interviene la "nonsisaperchè" Onorevole Daniela Santanchè la quale dichiara che è un abuso intercettare un mafioso quando questi parla con un familiare e riesce nell'impossibile impresa di mettere d'accordo PdL e IdV. Giustamente una donna dalle così spiccate doti intellettive  non poteva non fare la sottosegretaria per l'attuazione del programma di Governo. 




Oppure il suo compagno di partito e di Governo, il Sig. Ignazio La Russa che come Ministro della Difesa, non fa altro che attaccare brighe su qualunque argomento, dal crocifisso (vedi video sopra) al calcio, spesso mischiando in maniera grottesca il tutto quasi a sottolineare che più di così proprio non ce la fa.
Ma anche i giornali Italiani, unici al mondo a riportare come parere primo sulla fabbricazione di una cellula con DNA sintetizzato, quello dei vertici del Vaticano, proponendo la notizia non tanto come un grande passo della Scienza, ma come sfida dell'uomo a Dio.
Del dimissionato Ministro Scajola meglio sorvolare: di lui è stato detto di tutto e di più e d'altra parte uno che non si rende conto che gli pagano 2/3 di casa se le merita tutte.
Il nostro premier invece sembra eclissarsi: aveva detto niente tasse, sbandierato mai più condoni, affermato che noi non siamo come la Grecia, e guarda un po' prepara una bella manovrina correttiva da svariati miliardi di Euro comprensiva dell'ennesimo condono (pare, almeno dalle polemiche), che è indispensabile per non fare la fine della Grecia. Però lo fa annunciare a Letta, altrimenti lui, poverino, rischia di perdere consensi.
Non da meno, sempre per rimanere in tema di governo, l'altro ministro, come non parlare di Bondi, la cui superba strategia comunicativa fa sì che un film di satira, magari neppure un capolavoro, finisca per essere super pubblicizzato proprio da lui che si dichiara ufficialmente schifato al punto di non presenziare al festival cinematografico di Cannes. La critica francese però, accortasi che il film non è uno spot anti italiano ma anti-berlusconiano accoglie benevolmente sia il film che l'assenza del ossequioso poeta e plaude ad un nostro attore il quale dedica la personale vittoria agli Italiani che fanno di tutto per rendere onore all'Italia, nonostante la classe dirigente. 
Appunto.

venerdì 21 maggio 2010

Fatima, Pedofilia e Annozero

Lo scandalo pedofilia nella Chiesa Cattolica ha raggiunto probabilmente il suo apice ed è ormai talmente difficile da controllare (ne sono una riprova le infelici uscite di alti prelati), da costringere il Papa ad un intervento tanto richiesto quanto fortunatamente chiarificatore. Lo è a tal punto da far rivedere, per lo meno nell'essenza, le sue stesse parole sul tema del terzo segreto di Fatima. Infatti come si può leggere nel sito del Vaticano, l'allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Card. Joseph Ratzinger diceva che:
"Innanzitutto dobbiamo affermare con il Cardinale Sodano: « ... le vicende a cui fa riferimento la terza parte del « segreto » di Fatima sembrano ormai appartenere al passato ». Nella misura in cui singoli eventi vengono rappresentati, essi ormai appartengono al passato. Chi aveva atteso eccitanti rivelazioni apocalittiche sulla fine del mondo o sul futuro corso della storia, deve rimanere deluso. Fatima non ci offre tali appagamenti della nostra curiosità, come del resto in generale la fede cristiana non vuole e non può essere pastura per la nostra curiosità".
Invece oggi l'interpretazione dello stesso, divenuto nel frattempo Pontefice, pur muovendosi con estrema cautela diviene:
"Il soggetto è determinato dalle sue condizioni storiche, personali, temperamentali, e quindi traduce il grande impulso soprannaturale nelle sue possibilità di vedere, di immaginare, di esprimere, ma in queste espressioni, formate dal soggetto, si nasconde un contenuto che va oltre, più profondo, e solo nel corso della storia possiamo vedere tutta la profondità, che era - diciamo – “vestita” in questa visione possibile alle persone concrete. Così direi, anche qui, oltre questa grande visione della sofferenza del Papa, che possiamo in prima istanza riferire a Papa Giovanni Paolo II, sono indicate realtà del futuro della Chiesa che man mano si sviluppano e si mostrano. Perciò è vero che oltre il momento indicato nella visione, si parla, si vede la necessità di una passione della Chiesa, che naturalmente si riflette nella persona del Papa, ma il Papa sta per la Chiesa e quindi sono sofferenze della Chiesa che si annunciano. Il Signore ci ha detto che la Chiesa sarebbe stata sempre sofferente, in modi diversi, fino alla fine del mondo. L’importante è che il messaggio, la risposta di Fatima, sostanzialmente non va a devozioni particolari, ma proprio alla risposta fondamentale, cioè conversione permanente, penitenza, preghiera, e le tre virtù teologali: fede, speranza e carità. Così vediamo qui la vera e fondamentale risposta che la Chiesa deve dare, che noi, ogni singolo, dobbiamo dare in questa situazione. Quanto alle novità che possiamo oggi scoprire in questo messaggio, vi è anche il fatto che non solo da fuori vengono attacchi al Papa e alla Chiesa, ma le sofferenze della Chiesa vengono proprio dall’interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa. Anche questo si è sempre saputo, ma oggi lo vediamo in modo realmente terrificante: che la più grande persecuzione della Chiesa non viene dai nemici fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa e che la Chiesa quindi ha profondo bisogno di ri-imparare la penitenza, di accettare la purificazione, di imparare da una parte il perdono, ma anche la necessità della giustizia. Il perdono non sostituisce la giustizia. Con una parola, dobbiamo ri-imparare proprio questo essenziale: la conversione, la preghiera, la penitenza e le virtù teologali".
Il discorso di Ratzinger è un ammissione di colpe senza se e senza ma, distante anni luce dalle tesi degli omuncoli che si preoccupano di stilare statistiche per vedere se la percentuale di pedofili tra i preti è maggiore o minore di quella di altri rappresentanti, diciamo così, della concorrenza, quasi che una percentuale minore potesse in qualche modo negare o per lo meno attenuare il caso e la sofferenza delle vittime.

giovedì 20 maggio 2010

Il Nulla che uccide

Sarebbe stato un ottimo titolo per una novella di  H.P. Lovecraft, purtroppo in alcuni casi l'orrore della realtà supera la fantasia. Non mi dilungo a scrivere un resoconto di quel che è successo, penso che basti rimandare ai blog di Paolo Attivissimo e a quello di Medbunker per avere idea di quali immani tragedie possano derivare da quel Nulla che spinge alcune persone ad inventarsi guaritori. 
Raccogliendo l'invito, a tutti costoro grido il mio sdegno con due sole parole, un nome ed un cognome:

CLARA PALOMBA



Ora, una considerazione sulle medicine alternative, nello specifico sull'Omeopatia, sebbene nel succitato caso pare che la guaritrice non fosse un'omeopata. Si parla tanto del presunto complotto che vedrebbe i medici in combutta con le multinazionali del farmaco per propinarci principi attivi più o meno funzionanti il cui uso da o può dare effetti collaterali. Sulla stessa linea però nessuna si interroga perché dei laureati in farmacologia, (parlo dei Farmacisti omeopati ovviamente), e quindi con notevoli conoscenze chimiche, cerchino, non appena possono, di propinare acqua e zucchero come panacea per ogni male. Forse perché il guadagno è notevole visto il costo della materia prima?
Mi domando inoltre se, sapendo che alla fine, considerate le diluizione proposte ove scientificamente non vi può essere neppure una traccia della molecola di principio curante, costoro passino davvero il tempo a diluire o non sciolgano semplicemente lo zucchero e qualche colorante nell'acqua, impacchettino il tutto e truffino vendano.

lunedì 17 maggio 2010

Una storia per nulla Speciale

Scrissi del caso già nel dicembre del 2007, quando l'allora più volte ex Generale della Guardia di Finanza Roberto Speciale fu protagonista di una delle pagine più grottesche della recente storia politica del nostro paese, superato solo, a mio avviso, dalle vicende del moralista cattolico Cosimo Mele e dall'indennità contro le tentazioni inventate dall'allora suo presidente UDC Lorenzo Cesa. 
Riassumiamo la vicenda:
On. Roberto Speciale (ex Generale GdF)
Tutto ebbe inizio quando Vincenzo Visco, allora viceministro (abusivista e dunque evasore) del dicastero che, per definizione, dovrebbe occuparsi della lotta all'evasione fiscale (appunto), decise di dare un mano ai suoi capi Fassino - D'Alema, pressando (e minacciando) il Generale della Finanza (Speciale) affinché questi sostituisse alcuni ufficiali che si stavano occupando dell'inchiesta, con lo scopo, chiaro, di insabbiare il tutto.
L'evidente abuso d'ufficio di Visco venne poi incredibilmente liquidato dal Procuratore della Repubblica Giovanni Ferrara e dal Pubblico Ministero A. Racanelli, archiviato come "atto illegittimo ma non illecito" sebbene, almeno nella nostra tanto vituperata lingua, "illegittimo" significhi :"Contrario, non conforme alla legge per vizi di sostanza o di forma". 
Ma tant'è.
Nel frattempo Roberto Speciale rimase implicato in una serie impressionante di abusi, ad esempio facendo allestire due bimotori ATR 42 in uso alla GdF   in modo da compararli alla classe cosiddetta "Business" che poi utilizzò a suo piacimento (o a quello della sua famiglia). Del caso, la procura della Corte dei Conti ha chiesto un indennizzo, per ogni ora di volo effettuata al di fuori degli incarichi ufficiali ed operativi, pari a 3885 €. 
Per il solo 2007 gli venne richiesta una cifra pari a 694.091 €,  equivalente a circa 205 ore di volo. 

In seguito ancora più rumore ha fatto il caso cosiddetto delle "spigole" (qui e qui per chi volesse approfondire) soprattutto per la vergognosa assurdità dell'abuso: l'Ex Generale giustificò un volo per portare del pesce fresco a una sua festa privata da Pratica di Mare a Passo Rolle (viaggio sommariamente evidenziato nella cartina sottostante), come
"un atto di doverosa generosità nei confronti dei poveri finanzieri che non ne potevano più di mangiare solo wurstel".


Speciale a questo punto si convince a dare le doverose, anche se non sufficienti dimissioni, anche se poi, incredibilmente (i voli erano tutti nel fine settimana...) la Cassazione annulla la sentenza finendo per dargli ragione.
In altre parole abbiamo un generale ladro, sostituito con un atto illegittimo, da un viceministro abusivista al fine di insabbiare un'indagine che avrebbe colpito gli allora vertici istituzionali, indagati, a loro volta, da un magistrato (vi ricordate la Forleo) che però viene trasferita e definita, senza mezzi termini, una psicopatica. 
Il Tar, ovvero la legge, arriva ad ammettere l'illegittimità dell'atto ma chiede il reintegro del ladro, il quale però si accontenta di aver riacquistato, a sue parole, l'onore (il che da il senso della misura dell'uomo), perso in realtà per altri motivi e che per questo e per questi motivi è infatti difeso da tutto il centrodestra.
Tronfio, l'ex Generale si complimenta con la Giustizia, ma poi per evitare ulteriori imbarazzi decide di candidarsi nel Pdl: nella vita non si può mai sapere.
A distanza di tre anni giunge la sentenza d'appello.
Definitiva: un anno e sei mesi per peculato continuato.
Ora attendiamo i provvedimenti del Signor "chi ha sbagliato è fuori (dal partito)", anche se, francamente, preferiremmo uno Stato dove chi ruba finisce, non "fuori", ma "dentro".

Dio è morto


Per chi come me è cresciuto a pane e Rock, oggi è il giorno in cui se n'è andata una delle più grandi voci del Hard'n'Heavy, Ronnie James Dio, frontman della prima mitica formazione dei Rainbow e degno sostituto di Ozzy nei Black Sabbath. Se ne va dal mondo per entrare a pieno titolo nella leggenda del Rock.


This is your life

Who cares what came before
We were only starlight
One day, then nevermore
Because we're
whispers in the wind

Once upon a time
The world was never blind
Like we are

Right now it seems
You're only dreams and shadows
If wishes could be
eagles how you'd fly

This is your life
This is your time
What if the flame
won't last forever
This is your here
This is your now
Let it be magical

Who cares what came before
We're only starlight

Once upon the time
All the world was blind
Like we are

This is your life
This is your time
Look at your world
This is your life

("This is your life" è tratta dall'album "Angry Machines")


Addio Ronnie.

venerdì 14 maggio 2010

Ufficio Deliri


Cliente :"Pronto è il Servizio Clienti?"
Operatore " Sì, buongiorno,sono XXXX mi dica"
Cliente :"Sono XXY della Pincopallo & Partners. Avrei una lamentela riguardante la sedia direzionale che ci avete fornito"
Operatore :"Oh caspita, che problema ha la poltrona?"
Cliente :"Lo schienale balla"
Operatore :" Ok, provi a stringere la manopola che c'è dietro proprio sotto il sedile, potrebbe essere quella"

Passano alcuni istanti

Cliente :"Niente, era già stretta bene, lo schienale continua a ballare"
Operatore :"Ha provato a spegnere la musica?"
Cliente :"...."

La telefonata si è conclusa con la soluzione del problema.
Fortunatamente il cliente era dotato di un discreto senso dell'Humor...

domenica 9 maggio 2010

Voyager , il Sudario di Oviedo e, naturalmente la Sindone - parte II

Il documentario continua introducendo i vari studi ed esami effettuati a partire dalla metà degli anni '60 grazie a Padre Giulio Ricci, allora a capo del team di studiosi che lavoravano sulla Sindone. Seguirono negli anni '70 altri esami in cui venne invitato anche il noto sindonologo Prof. Baima Bollone che trovò sangue nel sudario riuscendo anche a determinarne il gruppo, AB esattamente come quello che si dice esserci sulla Sindone, sebbene dalle analisi pare che nel Sangue della Sindone manchi il Potassio (motivo per cui non potrebbe essere sangue).


Il documentario e i suoi realizzatori però mirano ad altro, ovvero a far notare, se possibile come determinate macchie del sudario corrispondano a quelle presenti nel telo sindonico. Innanzitutto di procede nell'esporre come sarebbe stato avvolto il sudario sul capo di Gesù. Jorge Manuel Rodriguez  del Centro Spagnolo di Sindonologia avvalendosi di un collaboratore comodamente seduto ci illustra le varie fasi che risulterebbero invero un "tantino" incredibili o se non altro decisamente complicate se come viene riportato tali operazioni fossero avvenute sul cadavere ancora crocifisso (vedi sequenza sottostante). Si prosegue con l'analisi delle macchie, rosso scuro ( e non marroni come dovrebbero essere nel caso di sangue coagulato) e si giunge alla conclusione che in generale, tutte le macchie, che avrebbero passato i 4 ripiegamenti del tessuto sarebbero sovrapponibili con quelle presenti nella Sindone. 

cliccare per ingrandire
La cosa incredibile è però come la sovrapponibilità delle macchie sfugga a qualunque logica.
Vediamo; in pratica:

  •  il sudario sarebbe stato posto sul capo del cristo prima ancora che egli venisse deposto; 
  • durante tutto il tragitto il sudario a contatto con il volto si sarebbe impregnato di sostanze sierose e sangue
  • il sudario sarebbe stato tolto prima che il Cristo venisse avvolto dalla Sindone, ma senza che tergere il sangue 
  • il Cristo sarebbe stato cosparso di oli funebri (mirra ed aloe) senza però che venissero eliminati i deflussi di sangue
  • Avvolto nella nuovo telo tali deflussi non avrebbero cambiato forma ma si sarebbero impressi in modo perfettamente sovrapponibile a quelle della sudario.

La parola passa di nuovo alla Sindonologa Marinelli la quale sottolinea che Sindone e Sudario hanno altri punti in comune, diciamo così, interessanti.
Innanzitutto sono ambedue di lino e le fibrille costituenti il filo sono pressapoco dello stesso numero. Che dire, prove straordinarie (corro a verificare la mia camicia di lino, si sa mai...).
Baima Bollone insiste poi sulla torcitura del lino che è in senso anti orario, come per il telo Sindonico, e insiste che tale caratteristica sia tipica della regione Siro-Palestinese.
Non potevano mancare i pollini di Max Frei, che coincidono con quelli della Sindone, mentre si sa che il lavoro del perito svizzero non ha alcuna valenza scientifica, né da un punto di vista metodologico, né da un punto di vista logico ( i teli potrebbero essere stati inquinati nei secoli durante le varie ostensioni). La Marinelli difende il lavoro di Frei narrando il suo carattere riservato e i suoi metodi segreti per la pulizia dei pollini, metodi che ahimè, il Frei si sarebbe portato nella tomba.
C'è da dire che i sindonologi sono, tra le altre cose, anche un poco sfortunati, anche se dovrebbero accettare più che la scomparsa dei presunti segreti  metodologici di Frei,  il fatto che lo stesso  non fosse uno studioso dalla salda deontologia professionale avendo falsificato per almeno due volte i risultati delle proprie perizie.



La Marinelli giunge dunque alle sue conclusioni: visto il numero enorme di coincidenze (sic) si può dedurre che  Sudario e Sindone siano state messe sul corpo della medesima persona, ovvero Gesù.
Sorge a questo punto il dubbio: il C14 effettuato sul telo di Oviedo data la reliquia al VII secolo ( la Sindone addirittura al XIII-XVI secolo) ma vuoi che anche qui gli scienziati non abbiano commesso qualche errore?
Certo che sì. E' stato preso un pezzo di tessuto sbagliato con un quantitativo di carbonio superiore al normale. 
Sia nel Sudario che nella Sindone evidentemente. Però il sudario non avrebbe dovuto essere contaminato dalla fantascientifica emanazione energetica della resurrezione. Quindi perché il radio carbonio ha sbagliato (per ben due volte addirittura?)
Ora il documentario si domanda : e se fosse opera di  falsari, come sarebbe la storia dei due oggetti?
La Marinelli ci dice che ciò che si vede nella Sindone è esattamente ciò che ci si aspetterebbe dalla crocifissione così come doveva essere concepita e attuata dagli antichi Romani e non per come la poteva immaginare un falsario medioevale.
In altre parole la Marinelli sottintende che oggi abbiamo più informazioni circa i metodi romani di quelli che avrebbero avuto nel medioevo. Tra l'altro è anche vero, peccato che le informazioni fornite dall'archeologia non solo non coincidono con la crocifissione rappresentata dall'uomo della sindone ma differiscono del tutto (piedi non sovrapposti ma inchiodati singolarmente ai lati del palo e arti superiori non inchiodati ma legati).


Giacobbo ci tiene a sottolineare, nell'intermezzo che Leonardo da Vinci non c'entra nulla con la Sindone, ma il suo scopo non è quello di fornirci una notizia vera, piuttosto ovvia per dire il vero, ma in modo contorto quello di avvalorare quello che viene dopo, ovvero le fonti che attesterebbero che della Sindone si sarebbe parlato prima del XIV secolo. In altre parole il ragionamento è questo: vi confuto una notizia palesemente falsa per crearmi autorevolezza per quello che sto per dirvi.
Di fatti il documentario riprende introducendo in modo sommario le tesi degli scettici soffermandosi ancora una volta sul sangue di cui la Marinelli da per certa la presenza. Tuttavia ciò che preme è quella di smontare la tesi della mancanza di fonti.
A sovvertire questa ipotesi interviene il ricercatore Alessandro Piana che sostiene esistano prove storiche, numismatiche e iconografiche che dimostrerebbe che la Sindone sarebbe molto più antica di quanto dimostrato dal C14. Sorgono spontanea la domanda: come può una fonte cambiare l'esito del C14?
Ma vediamo queste fantomatiche fonti: innanzitutto il solito codice Pray di cui ho già parlato qui, ma che brevemente ricordo non essere una fonte primaria e soprattutto par strano che l'artista con dovizia riporti bruciature e tessitura ma dimentichi la cosa più sensazionale: l'impronta lasciata dal corpo.
Ci si aspetta qualche altra fonte ma il discorso viene troncato qui: si ritorna al Sudario di Oviedo dove con grande enfasi si rivela che non ci sono, a differenza della Sindone, voci critiche o prove che neghino l'autenticità di tale telo che quindi, rullo di tamburi, ha sicuramente coperto il capo di Gesù.
Su questo punto Jorge Manuel Rodriguez non ha alcun dubbio: perchè mai inventarsi un telo sporco di sangue? E poi per lui è estremamente chiaro che in quel telo macchiato si vede la morte di un uomo morto di edema polmonare, che è morto in verticale ed avere una serie di ferite alla nuca provocate da una corona di spine.
Le prove sarebbero così schiaccianti che addirittura qualcuno ha pensato di utilizzare il sangue del sudario per clonare Gesù, e questo qualcuno non è nemmeno Michael Crichton! Che sia Giacobbo?
Ad ogni modo il telespettatore viene subito tranquillizzato: la sequenza di DNA trovato sarebbe troppo corta.


Manca qualcosa?
Sì, gli esami effettuati sul Sudario di Oviedo confermano la datazione al 680 circa con buona pace di Gonzales e Marinelli e del distratto Giacobbo. Il C14 proprio non piace a Sindonologi e disinformatori.
E Boyager colpisce ancora.

sabato 8 maggio 2010

Voyager , il Sudario di Oviedo e, naturalmente la Sindone - parte I

Sudario di Oviedo

I due correvano assieme, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse primo al sepolcro;  e, chinatosi, vide le fasce per terra, ma non entrò.  Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro, e vide le fasce per terra,  e il sudario che era stato sul capo di Gesù, non per terra con le fasce, ma piegato in un luogo a parte. (Giovanni 20, 4-7)

Vi sono state parecchie trasmissioni dedicate alla Sindone torinese, per lo più occupate da sindonologi. Voyager non poteva essere da meno, ma come suo solito Giacobbo prende le cose alla lontana, almeno in apparenza. Infatti introducendo il Sudario " che alcuni dicono vecchio di 2000 anni" parla di sorprendenti coincidenze con la Sindone, quindi lancia il servizio che ovviamente parla della Sindone. Nel classico stile di Voyager il documentario inizia con quesiti cui sembrano giungere immediate risposte: i sindonologi hanno portato numerose prove circa l'autenticità. Quali prove, vi chiederete voi. Presto detto: la trama del tessuto, ordita secondo una tecnica conosciuta solo in Siria e Palestina (falso), la presenza di pollini esclusivi della zona di Gerusalemme ( risibile), le macchie di sangue (tesi contrastata), i segni della flagellazione e la corona di spine (cose cui un falsario avrebbe logicamente dimenticato...).
Si accenna all'esame del C14 che però, si fa notare viene subito contestato dai sindonologi in quanto si sarebbero presi tessuti inquinati, inattendibilità del metodo e piuttosto che niente, un complotto.
Finalmente viene introdotto il Sudario di Oviedo, come la reliquia che fornirebbe i dati necessari per autentificare in modo definitivo la Sindone. Peccato venga omesso che anche il Sudario a suo tempo fu sottoposto all'esame del C14 da cui risultò che il lembo di stoffa era del VII sec, guarda caso quando si hanno le prime fonti. Ma proseguiamo.
Si cita la fonte del vangelo dove si parla del sudario (quella citata in apertura del post), e subito iniziano gli strafalcioni: nel chiedersi la differenza di significato tra la parola greca othonia (bende o panni: la parola è comunque plurale) e soudarion (sudario) traduce la prima con "bende di lino"; cosa c'entri il lino lo sa solo Giacobbo.
L'esperta incaricata di fornire una risposta è ovviamente una sindonologa, Emanuela Marinelli la quale ci rende edotti che il sudario fosse un piccolo telo che sarebbe stato posto sul volto di Cristo per nasconderne i lineamenti sfigurati durante il tragitto tra il Golgota e il sepolcro. Poi il telo sarebbe stato tolto e conservato come da legge. 
Non si capirebbe a questo punto il perché Giovanni ci tenesse a sottolineare come gli othonia  giacessero a terra "mentre" il soudarion fosse piegato e posto in un luogo a parte.
Nel giro di trenta secondi c'è poi una singolare contraddizione: la Marinelli spiega che il corpo della vittima, in caso di morte violenta, non veniva lavato, ma il documentario ci spiega che il corpo venne cosparso di oli profumati: come si fa a cospargere un corpo di oli senza in qualche modo eliminare il sangue fuoriuscito? E come avrebbe fatto il capo di Gesù, terso nel sudario e in seguito unto continuare a sanguinare anche dopo morto al punto da lasciare rivoli di sangue dal capo?


Tralasciando le divagazioni e tornando sul pezzo, Giacobbo ci svela le sue difficoltà di correlare causa ed effetto anzi di determinare qual è la causa e quale l'effetto, ci introduce alla seconda parte affermando che per capire se il sudario è stato conservato e tramandato fino a noi dobbiamo recarci in Spagna ad Oviedo. Ad ogni modo inizia la seconda parte del documentario che ne racconta la storia in modo abbastanza corretto, sebbene si insista per dare per scontato che il detto sudario sia l'originale che coprì la testa del Cristo.

Continua...

giovedì 6 maggio 2010

Pomeriggio 5 e la Sindone - parte 3

La trasmissione prosegue portando la testimonianza di uno dei vigili del fuoco che salvarono il telo dall'incendio dell' 11 aprile del 1997 corredata con un breve documentario che ricordava il concitato salvataggio. 
Dopo la pubblicità, la parola torna a Brachino che ci tiene a sottolineare l'emozione che proverebbe un qualunque osservatore  guardando la Sindone, indipendentemente dalla fede che esso riporrebbe nella reliquia stessa.
Siamo al festival della banalità: chissà da dove prende questa scoop il giornalista che si scopre persino essere capace di leggere nel pensiero?
A meno che, ovviamente, per emozione, non intenda tutto lo spettro delle emozioni provabili da genere umano. Ma è evidente che lo scopo di Brachino è un altro, ovvero quello di far passare per integralismo la visione di chi non crede nella reliquia e porta le sue confutazioni in modo magari non diplomatico. Come a dire che se mi arrabbio nel ribadire che 1+1=2 sono un integralista dell'aritmetica.
Però Brachino si supera quando parla della sua professione quando, alle solite banalità, aggiunge un messaggio criptico:
...noi (giornalisti) rispettiamo il parere di tutti (ma riportiamo solo quello di alcuni), ma il discorso sulla Sindone è così complesso che non può essere ridotto solo ad uno scontro tra un integralismo ed un altro, e anche per un giornalista affrontare questo viaggio diventa comunque un viaggio di estrema emozione, un ritorno ad una serie di grandi pulsioni interne (ovvero?), per cui c'è un grande mistero per chi lo affronta, questo al di là degli strumenti professionali che uno applica (quelli per cui è stato sospeso per due mesi dall'Ordine?).
Cosa avrà voluto dire? Potrebbe farci una puntata Raz Degan. (Tra parentesi i commenti personali).
E' la volta di Don Massimo che ricorda le parole di Giovanni Paolo II sulla dovere della scienza di cercare la verità in modo libero ma comunque e sempre rispettoso della sensibilità dei fedeli. Si introduce a supporto Brachino ricordando altre parole dello scomparso Papa sul fatto che la Sindone è lo specchio dei Vangeli, i quali però, è bene ricordarlo, non sono, univoci nel raccontare le ultime ore di Cristo.
Inoltre, non sarebbe né più, né meno specchio di altre numerosissime forme d'arte che dai Vangeli hanno tratto ispirazione. 
Ora mi è un po' più chiaro il "metodo professionale" di Brachino.
Fig 1 - Modellino Sindone
Ma l'importante, come ribadisce la D'Urso è la serenità che i fedeli provano. Lecito ovviamente, senonché tale sentimento i fedeli lo provano con sfumature diverse visitando qualunque reliquia o luogo presunto santo (basti ascoltare Paolo Brosio quando parla di Medjugorje).
E' di nuovo il momento del Professor Fanti che esibisce un modellino di come, secondo lui, doveva essere avvolta la Sindone: un lungo telo ripiegato su se stesso e "leggermente" legato all'altezza delle caviglie (figura 1, a lato). Perché avrebbero dovuto legare così il corpo del Cristo non si capisce bene,  ad ogni modo, Fanti continua dicendo come probabilmente ai lati della salma furono poste delle bende arrotolate con sostanze anti-putride (aloe e mirra). Non si capisce nemmeno perché la testa debba rimanere sospesa e le braccia non ricadere lungo i fianchi, ma così pare sia conforme a quella di un uomo crocifisso (fig 2). Sarà, a me pare, opinione personalissima, che il fine giustifichi i mezzi.

Fig 2 - Modellino Sindone
Scherzo del destino proprio in quell'istante viene mostrata in anticipo una raffigurazione di come erano le sepolture ebraiche del I sec. Infatti, interviene Lombatti, ricordando che l'archeologia ha fornito tremila tombe nei pressi di Gerusalemme, sessantadue delle quali ci mostrano caratteristiche assai dissimili: innanzitutto erano legati in modo stretto in più punti, il cadavere era avvolto in una pluralità di teli e nessuna era di lino a spina di pesce, ribadendo che l'unico telo di lino con quelle caratteristiche è un telo del 1300.

Sindone di Akeldama I° Sec
Scoppia il putiferio, subito viene rinfacciato a Lombatti che la tecnica della tessitura a spina di pesce era conosciuta anche nel I secolo e che in effetti ci sono teli egizi con tali caratteristiche , ma Lombatti è inflessibile: i teli sono egizi e non palestinesi e poi sono in lana, e gli Ebrei non utilizzavano per le sepolture teli di lino ma di lana o cotone.
Un accalorato Barberis con tono ironico ricorda a Lombatti che la lana era vietata dalla legge Ebraica, ma Lombatti contraddicendolo specifica che la lana era sì vietata, ma solo nei vestiari e non  nelle sepolture ma, anzi, in proposito si vietavano teli con orli e cimose (che invece sono guarda caso presenti nella Sindone), perché il telo doveva disfarsi sfaldandosi nel giro di un anno. 
Fa strano che a Barberis sia sfuggito dei particolari così importante: o si ammette la mala fede o si deve accettare che i metodi di studio dei sindonologi siano piuttosto bizzarri. A meno che, ovviamente, non si voglia credere che Lombatti si inventi di sana pianta articoli della legge ebraica, il che francamente è piuttosto improbabile.
Lombatti infierisce riportando l'esistenza di documenti che attestano che la sindone è un falso facendo riferimento alla Bolla di Papa Clemente VII. 
Seguono accuse di riportare documenti parziali o falsi ma le voci si sovrappongono. 
Interviene di nuovo il giornalista dell"aldilà dei metodi professionali" che in effetti li usa per definire Lombatti scortese.
Ora chiariamo: Lombatti non se ne sta certo buono e porta le sue argomentazioni con veemenza, ma da lì a definirlo scortese ce ne passa. Anzi temo che l'unico modo per poter fare contraddittorio in questo tipo di televisione sia per forza giocare sui toni: Lombatti lo ha capito, anche alla luce di ciò che era accaduto al posatissimo Simone Angioni, in una trasmissione analoga con tema i veggenti, a cui non era stato concesso che qualche secondo. Brachino ribadisce la sua fiducia nel Cicap, ma è una cortesia piuttosto ipocrita, anche perché poi specifica che esiste sulla Sindone una bibliografia piuttosto vasta a favore e che se si portassero migliaia di scienziati con prove a favore, lui, Lombatti, non cambierebbe idea.
Certo che se Brachino si riferisce alla vasta bibliografia del copia-incolla, o delle novità alla Frale o alle pseudo scoperte di scienziati del calibro di Frei, Garza Valdes o Kouznetsov qualcosa mi suggerisce che, in effetti,  il professor Lombatti rimarrebbe fermo nelle sue posizioni.
D'altra parte rimanendo nel ragionamento di Brachino e facendo un iperbole,  se Galileo avesse dovuto ascoltare i migliaia di scienziati dell'epoca e la bibliografia di riferimento cosa avrebbe dovuto fare? Negare l'eliocentrismo?
Il ragionamento di Brachino, se tale si può definire è debolissimo, infatti Lombatti cerca di farglielo notare , ma subito Brachino lo stoppa ammonendolo dal dargli lezioni. Lombatti sceglie a questo punto un'astuta via diplomatica, ricordando come in genere il giornalismo abbia avuto un rapporto difficile con la Sindone, limitandosi a sentire sempre e solo un'unica campana, tranne Brachino stesso e, oggi, la D'Urso.
La D'Urso nel suo solito fare "buonista" si prende i meriti e lascia all'intelligenza del pubblico a casa, l'intelligenza di chi guarda Pomeriggio 5 ovviamente, la capacità di decidere da quale parte stare (sic!).
E in un attimo inventa la scienza per sondaggio.
Amen.

Pomeriggio 5 e la Sindone - parte 2

Brachino introduce il discorso dei pollini fossili presenti nella Sindone citando il lavoro di Max Frei e riporta la notizia che il dati espressi dai tre laboratori indipendenti relativi alla datazione con il C14 sono contestati dagli stessi scienziati  . Brachino è a dir poco dozzinale nelle sue argomentazioni, e stravolge letteralmente la realtà dei fatti facendo affermazioni che mirano a far passare, ad esempio, la notizia che è la scienza stessa a ritrattare i propri metodi e/o risultati, cosa ovviamente falsa. Ma il peggio lo raggiunge quando per appoggiare le teorie dei sindonofili ha il coraggio di affermare che:
"La teoria del falso medioevale trova anche a livello scientifico e a livello storico molte contraddizioni e noi dobbiamo  trovare qualche appoggio e sentire altri punti di vista per poter progredire"
Peccato che le contraddizioni siano praticamente quasi tutte a sfavore della veridicità e che, se è chiaro che la sindonologia pur di trovare appoggi è disposta a tutto (dagli esperimenti truffa di Kuznetsov ai più recenti templari della Frale) un  po' meno è comprensibile quel dover sentire altri punti di vista per progredire dato che lo sport preferito dei sindonologi è quello di citarsi acriticamente l'un l'altro, oltre che, salvo casi più unici che rari, apparire senza contradditorio alcuno.




Lombatti diplomaticamente cerca di svicolare dall'accusa di Brachino di contestare le sue affermazioni dicendo invece di voler puntualizzare, ma non appena attacca il lavoro di Frei sui pollini si becca dallo stesso dallo stesso giornalista dell'integralista (siamo all'apoteosi). In effetti i sindonologi cercano ancora di spacciare il lavoro di Frei come una prova provante, peccato che, sottolinea Lombatti, non solo dei sessanta pollini individuati dal perito svizzero che, per inciso, non era un botanico, solo quattro sono stati confermati e che addirittura un palinologo dell'Università di Altlanta sostiene che con i mezzi utilizzati per le indagini (microscopio ottico) anche su quei quattro permangono forti dubbi. Peraltro, aggiungo io, la Sindone è stata esposta a numerose ostensioni durante le quali è stata addirittura toccata da stoffe (fazzoletti, stracci e quant'altro), specie nel passato, di numerosi pellegrini (reliquie da contatto) quindi al di là delle metodologie di Frei, che persino i sindonologi sono costretti a ammettere siano vecchie di trentanni sottintendendone la pochezza, la presenza di pollini particolari e tutt'altro che una prova provante. 
Si arriva al nuovo cavallo di battaglia dei sindonologi : la grande luce, o se vogliamo la scarica elettrica (sicuramente superiore ai 100.000 volts) che avrebbe emanato il corpo di Cristo nel momento della resurrezione. Per farlo il professor Fanti si avvale di un generatore Tesla in vendita nei migliori negozi di giocattoli. Il lavoro è stato pubblicato su una rivista scientifica di cui non riesco a carpire il nome, Fanti purtroppo tende a mangiarsi le parole (mi ricorda l'avv. Ghedini), si attendono repliche dalla comunità scientifica, siano esse positive o meno. La cosa che non si capisce bene, credo a causa dei ristretti tempi televisivi, sia perché prima parla di riproduzione di piccoli oggetti (monete) e poi mostra la figura delle mani, decisamente più grandi. Ad ogni modo l'ing. Fanti insiste sempre nell'escludere la presenza di pigmenti.
E' la volta dell'antropologo Delfino, per chi non lo sapesse uno scettico, che presenta un metodo abbastanza semplice di riproduzione del telo sindonico attraverso il surriscaldamento di un bassorilievo su cui viene appoggiato un telo di lino. In pochi secondi l'immagine si forma. Purtroppo la regia non è in grado di invertire l'immagine in negativo e quindi la presentazione di Delfino, se mi si consente, va un po' a farsi benedire. Inoltre   il metodo del dott. Delfino ha il difetto che l'immagine si vede su entrambe i lati del telo, caratteristica che non pare (anche se si accende un breve dibattito sul caso), essere della Sindone.


Continua...

martedì 4 maggio 2010

Pomeriggio 5 e la Sindone - parte 1


Per motivi di lavoro non ho potuto vedere la puntata di Pomeriggio 5 sul caso della Sindone. Sono riuscito a farmela registrare e, dopo averla vista, mi sono detto perchè non fare una piccola cronaca del dibattito.
Prologo:
  • Ore 16:17 partono i titoli di apertura dopo i quali la conduttrice, Barbara D'Urso  presenta subito gli argomenti tra cui spicca ovviamente quello della Sindone. Si comincia però con i racconti dei reduci del Grande Fratello, malmenati o maltrattati in varie occasioni. Sotto, in sovrimpressione  scorre la scritta "Vita da Star: che Fatica!". Star? Fatica? Se il buon giorno si vede dal mattino siamo a posto.
  • Ore 16.52 si continua con l'inutile il gossip commentando le foto di Marina Stella, altra star di prima grandezza del panorama cinematografico mondiale.
  • Ore 16.54 si passa a "Pupe e secchioni" ennesimo (un)reality delle reti Mediaset dove la parte del deficiente deve essere naturalmente interpretata dalla bella svampita. Il tutto dura un paio di minuti 
Finalmente inizia questo interessante programma di approfondimento sulla Sindone che per lo meno gode della rarità di avere tra gli ospiti anche alcuni assertori della non veridicità della reliquia in oggetto: il Dott. Lombatti e il Professor Delfino Pesce. 
Barbara d'Urso, come del resto la trasmissione, trova la sua dimensione ideale tra i beati beoti partoriti dai programmi televisivi e quando deve avere a che fare con studiosi se possibile risulta ancora più irritante e inadatta ma tant'è.
Si parte con la presentazione degli ospiti, quindi con un breve documentario dove si mettono subito in risalto le tesi dei sindonologi nonché le convergenze tra scritture e Sindone, tralasciando ovviamente che le scritture non sono assolutamente univoche nel descrivere la passione e che da un punto di vista storico sono fonti secondarie delle quali non si ha nemmeno la certezza dell'identità degli autori.
Il primo a parlare è  il professor Nello Balossino, docente di informatica, che ovviamente parla della tridimensionalità dell'immagine Sindonica: nulla da dire senonché l'immagine tridimensionale del presunto volto di Cristo  così come è presentata sembra confermare che si tratti di un bassorilievo, a meno che non si ammetta che la tridimensionalità della Sindone sia piuttosto relativa.
Uscendo dal suo campo Balossino parla di assoluta mancanza di pigmenti nella Sindone, spalleggiato in questo dall'altro sindonologo Professor Fanti.  Antonio Lombatti ribadisce che il dato è contestato ma la discussione viene prontamente deviata introducendo la riproduzione fatta dal Professor Luigi Garlaschelli.
Al termine del filmato la parola viene data ad un irridente Bruno Barberis che pur non avendo alcun dato del lavoro compiuto dal docente pavese, già ne sentenzia il fallimento.
Interviene di nuovo Lombatti che specifica come il centro di sindonologia torinese detenga una sorta di monopolio sulle analisi che dunque non possono, come si dovrebbe, essere messe alla prova di contro-analisi effettuate da scienziati non "allineati". Lombatti, a mio avviso, in questo frangente commette un errore  (comprensibile dato il clima dello studio), specificando (a ragione) che gli scienziati dello Sturp indossavano grossi crocefissi, alludendo al fatto che molto probabilmente tali studiosi non erano equidistanti ma al contrario impegnati a trovare solo elementi a favore. Un errore, perché l'accusa così posta risulta debole e allo spettatore medio, ignorante della storia e dei metodi dei sindonologi, rischia di apparire pretestuosa (mentre per i sindonofili rimane appiglio per attaccare Lombatti come del resto ha prontamente fatto nel suo blog il vaticanista Tornielli che nel suo amore per il copia-incolla si è dimenticato di riportare una frase di Lombatti che rendeva il tono scherzoso di un post).

un "tridimensionalissimo" bassorilievo 
E' il momento del giornalista Claudio Brachino, noto volto del peggior telegiornale italiano che si auto professa neutrale ma volge immediate critiche a Lombatti asserendo che il mistero della Sindone si è infittito proprio grazie alla Scienza. Un po' come dire: prima pensavamo che il mondo fosse stato fatto da Dio in 6 giorni oggi, dal momento che ci ha messo il becco la Scienza, la storia si è decisamente incasinata. Sconcertante.
Il discorso poi si sposta sul sangue e sul siero che i sindonologi danno per scontato ci sia, anche se, come sottolinea Lombatti, non solo non ci dovrebbe essere ( i cadaveri non sanguinano e stando alle varie reliquie doveva essere stato terso dal sudario di Oviedo) ma anche qualora se ne accettasse la presenza non si capisce perché debba cadere dall'alto verso il basso dato che la salma era reclinata. Inoltre, aggiungo io, non si capisce perchè sanguina copiosamente la fronte e non le ferite dovute alle sferzate.
Interviene di nuovo Brachino definendo sterile il discorso del sangue e con grande solerzia sposta il discorso sui pollini di Max Frei.

Continua...


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