van in lecc cun frecc ai pè
i quand el suna mezanot
hien su a mangia ul risot.
La Giubiana la va a spass,
tuta bruta cui margasc
Tuta la gent la ga va a drè
chi pica i padei chi pica i pè.
E quand la riva in piaza gronde
tut ga fan festa grande.
E per finila in alegria
briisan lè e la stregoneria.
Come molte feste popolari le origini della Giubiana o Gibiana si perdono nella notte dei tempi e l'attuale rito è certamente frutto di sovrapposizioni di culture diverse che si sono susseguite nel territorio nel corso di millenni.
Incominciamo col dire che la Giubiana è una tradizione circoscritta al nord Italia in particolare in Piemonte e in Lombardia e consiste nel bruciare in un grande falò un fantoccio di paglia, l’ultimo giovedì di Gennaio.
Vi sono varie ipotesi sulle origini, come detto antichissime. Alcuni le fanno risalire ai Celti e ai riti propiziatori legati probabilmente alla festa di Imbolc che cade pressappoco il 1° febbraio. Etimologicamente il nome potrebbe derivare da Giunone (da cui il nome Joviana) o da Giove (jovia-giobia) visto che tra l’altro si festeggia di Giovedì. Di certo la festa capita sovente nei giorni della festività romana delle Feriae Sementinae che segnavano la fine della stagione della semina.
Il valore propiziatorio scaramantico si mescolò in seguito a motivazioni politiche religiose: alcuni fanno risalire la festa ai roghi delle divinità pagane che i sacerdoti cristiani favorivano a partire dal IV secolo, altri sostengono che ricordi i roghi dell’inquisizione dove si bruciavano le streghe, altri ancora ci vedono una trasposizione allegorica dell’eterno conflitto tra il popolo e chi detiene il potere.
Di fatto la ricerca etimologica ha portato risultati differenti e da qui le svariate ipotesi. Basti pensare che secondo l’autore del vocabolario Milanese – Italiano del Cherubini, Giubiana significa “fantasma”, cosa confermata da Angelico Prati nel suo vocabolario etimologico dove però aggiunge il significato di donna vile. Riporta inoltre il significato assunto assunto nelle valli trentine (zobiana) ovvero strega, o addirittura nel bresciano, sgualdrina.
Tipici piatti della festività della Giubiana sono il risotto con la luganega (salsiccia), il primo considerato benaugurante mentre la seconda simbolo dell’opulenza.
Durante la giornata le ragazze giravano con una gobba finta tenendo in mano delle latte da percuoter con un bastone. La Giubiana, spesso era accompagnato dal marito, il Gianè (Gennaio) ed insieme cantavano filastrocche e percuotevano il terreno con il bastone. Loro compito era anche di benedire le stalle in cambio di un cucchiaio di risotto. La sera i popolani bruciavano i fantocci di paglia e stracci rappresentanti i due figuri e dal modo in cui il fumo saliva al cielo traevano opportuni auspici.
In alcune località la festa assume delle caratteristiche ben precise e uniche.
Dalle mie parti le feste più articolate sono quelle di Cantù e quelle di Canzo, ma in tutta la Brianza e il Comasco l’ultimo giovedì di gennaio si accendono i fuochi della Giubiana come si può vedere dalla cartina sottostante.
Nei prossimi post verranno descritte la Giubiana di Cantù e quella di Canzo.
Riferimenti Internet
5 commenti:
la nostra versione trevigiana è quella del "panevin". si brucia la vecchia la sera del 5 gennaio, a seconda di dove finiscono le faville si fanno (assurdi) pronostici sull'anno venturo.
Ciao McG! é un po' che non ci sentiamo! Io purtroppo di recente ho avuto diversi problemi con la telefonia (sono stato senza linea per un mese...) per cui mi sono un po' disintossicato da internet... come state? Spero tutto bene!!! a presto!
Ciao Paolo!
In effetti era un po' che non ti vedevo aggiornare lo "scarablog": stavo iniziando a preoccuparmi. Speranze confermate: noi stiamo benone, con qualche apprensione lavorativa, ma non ci si lamenta. Spero anche voi stiate bene, salutami Ale e dai un bacio ai tuoi splendidi genitori.
Ciao,
vedo che il blog è sotto licenza CC. Anche l'immagine utilizzata lo è, non ti chiedo di rimuoverla ma solo di citarne la fonte.
Grazie
Chiedo scusa, ma l'immagine era tratta da un articolo trovato su internet che a sua volta non citava la fonte.
Dopo una ricerca ti ho trovato su Flikr e con piacere (sei un bravo fotografo e sei un concittadino!) aggiorno il post.
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