Ad Expando

giovedì 21 gennaio 2010

Silvio il Breve


Forse questa volta ce la fa e c’è quasi da augurarselo. In fondo potrebbe essere il male minore, salvato il deretano, forse potrà finalmente dedicarsi al programma per la quale la gente dovrebbe averlo votato, posto che davvero ci siano persone al di là degli addetti ai lavori, che abbiano mai letto il programma dei partiti in campagna elettorale.

In fondo dall’altra parte non c’è chi lo possa contrastare seriamente: l’opposizione è infatti costituita da molluschi privi persino di un esoscheletro, o al più da forcaioli accecati, che non anziché attaccare il Premier sui fatti, sulle promesse mancate (abbattimento della pressione fiscale, sicurezza, grandi opere) , su provvedimenti populisti inutili (tessera per non abbienti), o sui costi dei pur lodevoli successi (ricostruzione post terremoto, rifiuti Campania, tutto bene, ma quanto sono costati?), preferiscono attaccarsi ai viziosi comportamenti, dei quali peraltro non si attacca per la falsa idea propugnata di “padre di famiglia”, ma bensì per le frequentazioni.


Francamente, come per il resto dell’Italia poco mi importa dei problemi coniugali di Silvio il Breve, della sua propensione alle baldracche. Al limite un po’ di fastidio mi viene pensando che voleva dare di sé l’idea dell’uomo integerrimo sostenuto dai tradizionali valori cristiani.
Magari poi, non mentiva neppure in quel caso, rifacendosi alla tradizione vaticana dei tempi di Marozia, in fondo si sa, nella religione c’è tutto e il contrario di tutto, basta scegliere la citazione o il periodo di riferimento che più soddisfa l’esigenza.
Certo fossi in Berlusconi sarei piuttosto arrabbiato con i miei collaboratori: quanti anni di governo (sic) con maggioranze inattaccabili si sono succeduti senza che riuscissero a trovare un modo per salvarlo dai guai giudiziari (ma che vuole pretendere anche lui, da gente come Bossi, Calderoli, Bondi, Gasparri, La Russa e chi più ne ha più ne metta).
Ma lodo dopo lodo, sembra che finalmente ce l’hanno fatta a studiare la soluzione: un bell’indulto mascherato.
Già perché il processo breve non risolve i problemi della giustizia, anzi.
Se giustizia non viene fatta entro breve tempo, non sarà mai fatta. Va bene il concetto del pro reo, ma forse, dico forse, un tantino si è esagerato.
Se poi consideriamo che parallelo al disegno di processo breve (“il parlamento non fa più leggi, ma disegni” citando il grandissimo Brignano), si sta portando avanti la legge del legittimo impedimento, ovvero la possibilità perpetua che un uomo di Stato possa rinviare i processi perché investito di altri compiti, naturalmente non rimandabili, come si fa a non pensare male?
Insomma, la soluzione trovata è semplice: o i tribunali riconoscono l’eventuale colpevolezza del reo in tempi brevi o quello viene assolto. Una manna per i malviventi, una domanda per noi: è così che si garantisce sicurezza ai cittadini?
 

Nessun commento:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...