Ieri il cardinal Bagnasco, è intervenuto, anzi no, ha accettato di parlare della nuova legge sul biotestamento soltanto a voto concluso, per non influenzare a priori il dibattito parlamentare.
Strano che l'omino in gonnella non sappia che il dibattito parlamentare è appena iniziato. Infatti lo sa, ma da uno che basa la propria vita sulla menzogna, difficilmente ci si può aspettare altro.
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sabato 22 aprile 2017
lunedì 27 febbraio 2017
Il bestiario di Internet
domenica 26 febbraio 2017
Bar Web
Come in ogni comunità, anche nella grande "piazza" del Web si distinguono persone più sagaci e altre meno, persone educate e personaggi maleducati, stupidi e geni, in genere distribuiti secondo la più classica delle gaussiane.
Internet ha però un aspetto pericoloso: tende a "depersonalizzare" l'individuo, il quale, protetto dalla nuova forma virtuale, si può e si sente libero di affermare senza ritegno qualunque cosa passi per il cervello.
Anche se cose sciocche.
Anche se non c'è il cervello.
Normalmente, se in una piazza, o al bar, un soggetto se ne esce con una castroneria o con un comportamento anormale e/o negativo, il resto della comunità lo identifica e nel caso lo limita.
Questo perché per quanto grande possa essere la piazza od il bar essi sono e rimangono luoghi limitati.
In internet tutto ciò è impossibile.
lunedì 14 novembre 2016
Stupidocrazia
Quante facce a lutto, tra gli osservatori. Non che si debba far festa, ma le presidenziali americane sono state una bella ventata di democrazia (Toni Capuozzo - FB)
Elezioni Usa 2016, questa è la democrazia bellezza (anche se non ti piace Trump) (Caterina Soffici - Fatto Quotidiano)
In questi giorni, molti si sono presi la briga di ricordare che Donald Trump è stato eletto con un sistema democratico. Ne ho lette davvero di tutti i colori, da coloro che ritengono una fortuna che Trump abbia vinto in quanto meno pericoloso della guerrafondaia Clinton, a coloro che si sono scagliati sui sostenitori della Clinton accusandoli di credersi superiori, a chi infine si è scagliato sui Media, non tanto perché hanno clamorosamente fallito il loro scopo primario, ovvero riportare la realtà, ma per la pretesa di questa di poter influenzare le masse (cosa peraltro non solo legittima ma intrinseca all'informazione).
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domenica 30 ottobre 2016
CremAzione Cattolica
Reputando la Religione il più grande fallimento della Ragione (ne ho trattato in parte in questa raccolta di pensieri) risulta logico e ovvio che veda la teologia come una accozzaglia di ragionamenti, spesso in contrasto tra di loro, effettuati da interpreti auto referenziati di una dottrina totalmente inventata.
![]() |
Codex Iuris Canonici 1917 |
Per esemplificare è come se mi inventassi un dio, qualche scritto ben congegnato ( che in materia religiosa significa inserire tutto e il suo contrario) e poi facessi in modo che, nel tempo qualcuno sia adoperasse a commentare con lo scopo di adattare la dottrina ai tempi. Ovviamente non occorre, anzi sarebbe deleterio che la Teologia si comportasse da scienza. Infatti i religiosi pur definendola tale, fanno sì (e non è difficile visto che non è possibile provare nulla che appartenga alla sfera religiosa) che pensieri diversi addirittura diametralmente opposti, possano coesistere, il che rende possibile anche l'eventuale assoluzione postuma giacché se è vero che uno diceva una cosa, si può sempre sostenere che il vero illuminato era quell'altro!
Capita così che la Chiesa torni ad interrogarsi sulla cremazione, pratica a lungo negata al credente, almeno fino al 1963, come dimostrato dal Codex Iuris Canonici del 1917 di cui lo screen shot a fianco, allorquando l'allora Papa Paolo VI dichiarò tramite Bolla che la cremazione non avrebbe comunque toccato l'anima né impedito "all'onnipotenza di ricostruire il corpo".
Tutto questo dopo che Tertulliano, Padre della Chiesa, agli albori del cristianesimo definì la cremazione "Consuetudine atrocissima". Ma non c'è da stupirsi, come sostengo da sempre, poche cose sono mutevoli come le tradizioni.
Tutto questo dopo che Tertulliano, Padre della Chiesa, agli albori del cristianesimo definì la cremazione "Consuetudine atrocissima". Ma non c'è da stupirsi, come sostengo da sempre, poche cose sono mutevoli come le tradizioni.
domenica 16 ottobre 2016
Sistemi caotici
Premessa: ciò che mi appresto a scrivere, non può in alcun modo sminuire la gratitudine per l'etica e l'altissima professionalità del personale che mi ha assistito durante l'ospedalizzazione.
Diciamo che parte delle considerazioni che leggerete sono frutto di una cosiddetta deformazione professionale: occupandomi di logistica, so che non esiste un sistema perfetto e che l'imprevisto e l'errore sono sempre in agguato, tuttavia sono altrettanto consapevole che un buon sistema di base permette se non di superare almeno di arginare i problemi.
Da quello che ho potuto constatare il sistema sanitario viene retto su un sistema rigido e per di più mal congegnato.
Il primo errore si verifica addirittura al momento del ricovero il 27 settembre, , purtroppo ce ne accorgeremo solo al momento delle prime dimissioni, dove l'operatore dimentica l'attivazione della segnalazione all'Inail motivo per cui risulto assente non giustificato per tutta la durata della degenza nel primo ospedale. Ovviamente, il sistema rigido non permette correzioni a posteriori, quindi l'errore non può essere corretto.
Di buono, come dicevo è che il personale, carente dal punto di vista burocratico, si rivela eccezionale sia sul piano professionale specifico che umano. Ricoverato alle ore 23:00 circa, in meno di 3 ore ho già eseguito esami ematici, tomografia, elettrocardiogramma e sono sotto costante monitoraggio.
Vengo dimesso e trasferito a Legnano, qui le cose paiono un po' meglio organizzate: Mi reco allo sportello per aprire la cartella clinica e nel giro di pochi minuti sono in stanza. Gli esami proseguono a ritmo frenetico, ne consegue che le informazioni che mi arrivano sono caotiche e spesso contraddittorie. Non sarà raro durante la degenza che vengano invertite o dimenticate alcune informazioni, una su tutte, domenica pomeriggio mi chiedono se ho già procurato le calze anti-trombo per l'operazione della mattina successiva. Ovviamente no, solo che trovare delle calze su misura non è così scontato (non si tratta di S, L, XL, ma di misure precise alla caviglia, polpaccio e mezza coscia). La parafarmacia dell'ospedale ovviamente è chiusa, quelle di turno rispondono che tali prodotti si trovano presso i negozi di sanitaria e che loro potrebbero procurarle ma su ordinazione e con i tempi del caso.
Troviamo le calze grazie ad una dritta di un infermiere (farmacia vicino alla Stazione di Legano, aperta 24h su 24h 7 gg su 7)
Nota bene: il mio compagno di stanza, la cui operazione è prevista a 24 ore dalla mia, non viene avvisato al pari di quanto successo a me.
La mancanza e/o l'insufficienza di informazioni durante la degenza (modifica della terapia, orari degli esami, svolgimento delle terapie) è stato uno dei principali difetti e forse il motivo per cui i pazienti diventano impazienti (Cosa si può rispondere ad una che ti dice "la diagnosi dovrebbe essere per settimana prossima; dovremmo contattarla noi, ma se non ci sente chiami lei"?)
Arriva il momento delle dimissioni. Qui giusto per non farci mancare nulla salta il server del servizio sanitario lombardo. Ne consegue che l'ospedale non può aprire i giorni di malattia e che devo farlo entro sera dal medico curante (il quale ovviamente essendo collegato al medesimo sistema si ritrova a non poter far nulla, fino all'ennesima botta di fortuna dell'ultimo minuto). Il mio compagno di stanza verrà addirittura dimesso con un altro nome perché al momento dell'inserimento del Codice fiscale avevano sbagliato a digitare una lettera!
Non è finita. Avendo un'assicurazione che mi risarcisce per i giorni di degenza ospedalieri devo richiedere la copia della cartella clinica. Che non è una ma sono due, separate per ospedale.
Le cartelle cliniche vengono redatte tramite PC, ma poi vengono archiviate cartacee. Non è possibile richiedere un file, bisogna recarsi in ospedale e fare richiesta all'ufficio preposto per ottenere la copia cartacea attraverso fotocopie, che ovviamente verranno preparate in tempi e metodi che non mi è ancora dato sapere. Per non farsi mancare nulla, due ospedali diversi hanno uffici preposti diversi. In uno la richiesta va inoltrata al CUP, nell'altro all'Ufficio Archivio Clinico. Immagino che nel primo caso il CUP inoltrerà la richiesta al suo Ufficio Archivio Clinico di riferimento, ma capirete che la cosa diventa estenuante soprattutto per una persona che, nello specifico, dovrebbe occuparsi di altro.
Vengo dimesso e trasferito a Legnano, qui le cose paiono un po' meglio organizzate: Mi reco allo sportello per aprire la cartella clinica e nel giro di pochi minuti sono in stanza. Gli esami proseguono a ritmo frenetico, ne consegue che le informazioni che mi arrivano sono caotiche e spesso contraddittorie. Non sarà raro durante la degenza che vengano invertite o dimenticate alcune informazioni, una su tutte, domenica pomeriggio mi chiedono se ho già procurato le calze anti-trombo per l'operazione della mattina successiva. Ovviamente no, solo che trovare delle calze su misura non è così scontato (non si tratta di S, L, XL, ma di misure precise alla caviglia, polpaccio e mezza coscia). La parafarmacia dell'ospedale ovviamente è chiusa, quelle di turno rispondono che tali prodotti si trovano presso i negozi di sanitaria e che loro potrebbero procurarle ma su ordinazione e con i tempi del caso.
Troviamo le calze grazie ad una dritta di un infermiere (farmacia vicino alla Stazione di Legano, aperta 24h su 24h 7 gg su 7)
Nota bene: il mio compagno di stanza, la cui operazione è prevista a 24 ore dalla mia, non viene avvisato al pari di quanto successo a me.
La mancanza e/o l'insufficienza di informazioni durante la degenza (modifica della terapia, orari degli esami, svolgimento delle terapie) è stato uno dei principali difetti e forse il motivo per cui i pazienti diventano impazienti (Cosa si può rispondere ad una che ti dice "la diagnosi dovrebbe essere per settimana prossima; dovremmo contattarla noi, ma se non ci sente chiami lei"?)
Arriva il momento delle dimissioni. Qui giusto per non farci mancare nulla salta il server del servizio sanitario lombardo. Ne consegue che l'ospedale non può aprire i giorni di malattia e che devo farlo entro sera dal medico curante (il quale ovviamente essendo collegato al medesimo sistema si ritrova a non poter far nulla, fino all'ennesima botta di fortuna dell'ultimo minuto). Il mio compagno di stanza verrà addirittura dimesso con un altro nome perché al momento dell'inserimento del Codice fiscale avevano sbagliato a digitare una lettera!
Non è finita. Avendo un'assicurazione che mi risarcisce per i giorni di degenza ospedalieri devo richiedere la copia della cartella clinica. Che non è una ma sono due, separate per ospedale.
Le cartelle cliniche vengono redatte tramite PC, ma poi vengono archiviate cartacee. Non è possibile richiedere un file, bisogna recarsi in ospedale e fare richiesta all'ufficio preposto per ottenere la copia cartacea attraverso fotocopie, che ovviamente verranno preparate in tempi e metodi che non mi è ancora dato sapere. Per non farsi mancare nulla, due ospedali diversi hanno uffici preposti diversi. In uno la richiesta va inoltrata al CUP, nell'altro all'Ufficio Archivio Clinico. Immagino che nel primo caso il CUP inoltrerà la richiesta al suo Ufficio Archivio Clinico di riferimento, ma capirete che la cosa diventa estenuante soprattutto per una persona che, nello specifico, dovrebbe occuparsi di altro.
martedì 17 dicembre 2013
Un pagliaccio nel presepe
Prendo spunto, per questo post, da una polemica nata sulle pagine di Facebook dedicate agli avvenimenti della città in cui abito.
Pare che nel fine settimana, sulla piazza antistante la chiesa, sia stata organizzata una sorta di festicciola per l’allestimento del presepe.
Qualcuno è rimasto infastidito, ritenendo l'iniziativa rovinata, dal fatto che la sponsorizzazione della manifestazione fosse stata assegnata alla nota catena
di fast food, il cui simbolo, il pagliaccio Ronald McDonald, era presente regalando palloncini ai bambini e distribuendo tea caldo.
domenica 1 dicembre 2013
Contrappasso
A volte, leggendo sui giornali od ascoltando le voci indignate che ci circondano, saremmo portati a lasciarci andare ad istinti forcaioli.
In linea di massima, poi, il buonsenso ci riconduce a più miti consigli e si lascia perdere.
Ma è davvero sbagliato pretendere il contrappasso ad una cattiva azione, qui, ora, in questo tempo e questo luogo, senza attendere un ipotetico quanto improbabile giudice dell'aldilà (o anche dell'aldiqua)?
A ben vedere il "buonsenso", come tutti i sensi, spesso ci inganna.
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lunedì 26 agosto 2013
Due chiacchiere con l'alieno
Ogni tanto faccio un esercizio mentale che mi permette di focalizzare molte stranezze e assurdità del nostro tempo: immagino di dover spiegare alcuni fatti accaduti, comportamenti e cose simili, ad un'intelligenza aliena.
Sembra banale ma l'essere immersi in un un sistema-ambiente non ci permette di vedere cose che salterebbero immediatamente all'occhio. Estraniarsi dal contesto, invece, permette di vedere le cose per come sono, mettendo in luce aspetti controversi o ridicoli, cose che la quotidianità non ci permette più di cogliere.
mercoledì 22 maggio 2013
Il Miserabile
Il suicidio, forse uno degli atti più estremi che può compiere l'essere umano, può avere motivazioni più o meno condivisibili che renderanno il gesto, al di là della tragedia, motivo di culto o di disprezzo.
Alcuni tipi di suicidio sono di fatto inconcepibili per una cultura e glorificate da un altra: si pensi ad esempio al suicidio rituale dei samurai, volto a riconquistarsi l'onore perso, spesso, per non aver avuto la forza di immolarsi a una causa impossibile.
Nel mondo occidentale cristianizzato il suicidio è per lo più condannato, poiché la vita, considerata dono divino (parlo di cultura, non di convinzioni del singolo), non può essere soggetto di rinuncia volontaria; sarebbe come restituire in malo modo, per l'appunto un dono e per di più all'ente creatore.
martedì 31 luglio 2012
Questo matrimonio non s'ha da fare
Il matrimonio negato è quello di una giovane coppia di colore del Mississippi, che si è vista rifiutare la cerimonia da un don Abbondio in salsa Battista per il semplice quanto assurdo e anacronistico motivo razziale: in quella chiesa, a Crystal Spring, mai i neri hanno potuto sposarsi e la cristianissima comunità bianca, ha imposto al pastore il diniego.
O , se non tutta, una parte di essa.
mercoledì 4 luglio 2012
Scelte matrimoniali
Ci siamo arresi all'evidenza che la politica italiana è lungi dal riconoscere il cambiamento dei tempi e, con essi, del comune intendere la vita della moderna società.
Vi sono resistenze molto forti in tal senso, sia a destra che a sinistra, passando per gli insulsi partitucoli padronali che infestano il Parlamento.
Non c'è da stupirsene.
martedì 26 giugno 2012
Ma esiste un popolo della rete?
Ai più, pare, sia addirittura estraneo il concetto di popolo, il che non deve assolutamente stupire, essendo questo un concetto che ha sempre suscitato quesiti e dibattiti che non credo sia davvero del tutto risolto.
lunedì 25 giugno 2012
Idiozia: deus lo volt (?)
Mi bruci per ciò che predico,
è una fine che non mi merito,
mandi in cenere la verità
perchè sono il tuo sogno eretico,
io sono il tuo sogno eretico
io sono il tuo sogno eretico
io sono il tuo sogno eretico
ammettilo sono il tuo sogno eretico.
(Il sogno eretico - Caparezza)
è una fine che non mi merito,
mandi in cenere la verità
perchè sono il tuo sogno eretico,
io sono il tuo sogno eretico
io sono il tuo sogno eretico
io sono il tuo sogno eretico
ammettilo sono il tuo sogno eretico.
(Il sogno eretico - Caparezza)
Anni fa mi trovavo in Arabia Saudita per lavoro. Fu un periodo estremamente interessante, soprattutto perché potei confrontarmi, in prima persona, con la cultura islamica nella sua terra d'origine.
Ad esempio, presso il consolato Italiano, ebbi modo di parlare di Storia con un professore saudita, sposato con un'italiana, il quale mi introdusse alla Storia medioevale (non discutemmo mai di quella contemporanea) vista dagli occhi arabi, cancellando per sempre quei residui di epicità legati alle crociate, refuso di un istruzione legata a doppio filo con una visione espressione del cristianesimo.
venerdì 1 giugno 2012
Oggi, mi piacerebbe sapere...
Tutto per la visita di un uomo che sostiene di essere il vicario di un dio che, raccontano, entrò a Gerusalemme cavalcando un asino.
Mi piacerebbe davvero chiedergli se la cosa non lo disturba nemmeno un po', se la sua coscienza si sente a posto nel sapere che pur avendo dichiarato di essere disponibile al martirio, lascia che si spendano milioni di euro e si creino disagi e perdite economiche al prossimo, pur di non rischiare la propria vita.
Mi piacerebbe sapere, se gli basta dedicare ai terremotati un concerto alla Scala, suonato apposta per lui, per sentirsi vicino agli sfollati (che non potranno ascoltare il concerto), mentre vari membri del suo gregge insultano l'intelligenza umana dichiarando che i terremoti sono punizioni divine.
lunedì 14 maggio 2012
Surrogati di amore.
- Amo gli animali, così come la natura tutta. Non ho mai avuto un cane mio, sebbene sia divenuto amico di molti. Amici che hanno cani possono testimoniare quanto ci sappia fare con loro e quanto io risulti naturalmente (il che mi ha sempre meravigliato) simpatico ai quattro zampe. Mi piacerebbe avere un cane, ma non lo rinchiuderei nel mio piccolo appartamento concedendogli pochi minuti per espletare i suoi bisogni e magari lasciarlo a casa da solo a guaire perché devo andare a cena, o da qualunque parte ove i cani non possono accedere.
- Ho un avversione particolare per tutte le parole che finicono in "ismo", o meglio per ciò che configurano. Moralisti, perbenisti, buonisti, animalisti, eccetera, delineano comportamenti che tendono a qualche cosa ma che non lo sono. Il moralista, richiama il prossimo ad una sua morale che egli per primo abbandona. Il buonista vuole figurare dinanzi alla società come una persona tollerante, ma è un ipocrita, spesso anche un codardo per cui stare dalla parte "giusta" comporta il non dover entrare nei problemi.
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martedì 8 maggio 2012
Non hanno capito perché non possono capire
Il motivo per cui l'insieme di politici non viene più denominato "classe" ma "casta", non è mai stato più chiaro di oggi. Fin troppo facile definirli "casta" solo per il fatto che essi, pur chiamati ad amministrare e quindi a donare le proprie capacità al servizio del Paese, abbiano dimenticato il mandato e cerchino solo di arricchirsi in termini di potere o, più terra terra, di denari (che poi sono semplici da tramutare in potere).
La verità è che essi, come "caste", vivono ormai distaccati dal popolo che sono chiamati a governare, non comprendono la realtà del quotidiano e di conseguenza continuano imperterriti nella loro trasformazione di suini umani, metafora di quel che accadde nella celebre fattoria di orwelliana memoria.
venerdì 23 marzo 2012
Rassicurazioni poco rassicuranti
Pare che gli investitori esteri non vengono in Italia a causa dell'articolo 18, non certo per la burocrazia, le tasse, le infrastrutture insufficienti e decrepite, la corruzione, leggi poco chiare con un'infinità di cavilli e costo del lavoro.
lunedì 19 marzo 2012
Al di sopra di ogni sospetto
Invidio il Giappone dove un Ministro degli Esteri si dimette per aver ricevuto da una cittadina straniera, da sempre residente nel paese del sol levante, una donazione di circa 500 €; o dove un Ministro della Giustizia deve rassegnare le dimissioni per aver fatto una battuta di cattivo gusto circa l'attività politica e gestionale del suo ruolo ed infine, dove il Primo Ministro si dimette a seguito di vari scandali che vedono protagonista lui e alcuni suoi ministri.
martedì 13 dicembre 2011
Cosa farò da vecchio?
I vecchi subiscon le ingiurie degli anni
non sanno distinguere il vero dai sogni
i vecchi non sanno nel loro pensiero
distinguer nei sogni il falso dal vero
(F.Guccini - Il vecchio e il bambino)
"Cosa farò da vecchio?" Una domanda che appena pensata mi ha lasciato al tempo stesso stupito ed amareggiato. Non ricordo di aver mai sentito un uomo porsi in mia presenza una domanda simile, di sicuro, io non me l'ero mai posta prima.
Da bambini, infatti, ci si interroga su cosa si farà da grandi; domanda che, nell'adolescenza e nella giovinezza in genere, diviene vaga come la ricerca della sua risposta: sono età ove si tende a vivere il presente e dove il vago futuro si svela lentamente, quasi inconsapevolmente, crescendo tutt'uno insieme agli accadimenti che segnano la vita.
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