Pare che gli investitori esteri non vengono in Italia a causa dell'articolo 18, non certo per la burocrazia, le tasse, le infrastrutture insufficienti e decrepite, la corruzione, leggi poco chiare con un'infinità di cavilli e costo del lavoro.
Eliminare l'articolo 18 sarebbe dunque fondamentale, ma non tanto per permettere ai datori di lavoro licenziamenti di massa ma solo per dare loro la possibilità di eliminare i fannulloni. I quali, vista la foga con il quale ci si accanisce per l'articolo 18, devono essere, se non la maggioranza, un discreto numero, altrimenti non si spiega l'impegno profuso. Se sono tanti però ci sarà presto un aumento del numero dei licenziamenti. Cosa smentita, ovviamente, dal lupo vertice di Confindustria: non vi sarà strage di agnelli lavoratori, pensare il contrario è da sciocchi. L'importante però è che non si tocchi il punto dove sia possibile licenziare per motivi economici il singolo. Perché si sa, in un azienda è il singolo a fare la differenza.
L'articolo 18, tuttavia, in barba alla presunta uguaglianza costituzionale pare verrà mantenuto per i dipendenti pubblici, ovvero proprio per quelli che nell'immaginazione collettiva (ma un motivo per questa immaginazione ci sarà pure) sono i più lazzaroni.
Ma tranquilli! Il Governo è intenzionato a ridurre la "flessibilità cattiva" ovvero il precariato.
Lo farà rendendo più oneroso il costo del lavoro a tempo determinato. Dell'1,4% !!!
Un ottimo modo per aumentare il costo del lavoro senza risolvere il precariato.
C'è da dire che l'imprenditore non potrà rimandare per sempre l'assunzione: dopo tre anni (solo...) sarà costretto ad assumere. O a cercare un altro da tenere precario 3 anni, pagando l'1,4% in più, (cioè anzichè 1000 € al mese, 1014 €: un'enormità!) che finirà per gravare sicuramente sul lavoratore con la formula "o prendi di meno o trovo uno che accetta di prendere di meno".
Ma comunque in caso di perdita del lavoro, dopo i 54 anni subentrerà un ammortizzatore sociale che potrà durare fino a 18 mesi. Ottimo visto che in pensione si andrà a 70 anni e che probabilmente a 65 anni, non tutti saranno disposti ad assumerti.
Non è ancora chiaro se un 67enne disoccupato possa essere assunto con contratto di apprendistato. Forse no, anche se non è mai detto: nella vita c'è sempre tempo per imparare.
Se aggiungiamo a quanto sopra che per le liberalizzazioni sono partiti dai taxi (noto problema strutturale di importanza capitale nonché causa del blocco della crescita del Paese dai tempi dell'invenzione dell'automobile), che le lobby hanno avuto vittoria su tutta la linea, che l'Imu noi la pagheremo subito, mentre la Chiesa, se la pagherà, inizierà nel 2013, che stipendi e salari perdono potere di acquisto, mentre salgono imposte, accise e tasse, che la pensione è diventa una chimera, la sensazione è che questo sedicente governo di tecnici sia l'ennesima accozzaglia di burocrati in età da ricovero chiamati a fare il lavoro quel lavoro sporco che i disonorevoli occupatori di scranni non sono riusciti a realizzare per paura di perdere qualche voto.
Inizio a essere fatalista, che per un pessimista che si proclama realista non è male.
Nel senso che lo è, ovviamente, ma volevo provare a rassicurarmi.
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