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sabato 5 novembre 2016

Sulle macerie della morale religiosa



Pride you took
Pride you feel
Pride that you felt when you’d kneel
Not the word
Not the love
Not what you thought from above
It feeds
It grows
It clouds all that you will know
Deceit
Deceive
Decide just what you believe
I see faith in your eyes
Never your hear the discouraging lies
I hear faith in your cries
Broken is the promise, betrayal
The healing hand held back
by the deepened nail
Follow the god that failed


(Metallica - The god that failed)


Uno dei motivi per cui avevo smesso di postare sul blog era dovuto al tedio di scrivere e riscrivere le stesse cose. Una dei temi che più ho trattato, tra l'altro anche recentemente sui post relativi all'obiezione di coscienza, riguarda la mancanza di una morale unica nella religione, o meglio la cattiva fede, è il caso di dirlo, della religione, consistente nel mantenere al suo interno, coscientemente e assolutamente con fini materialistici,  posizioni morali spesso contrastanti.
E' una cosa, quella di mentire, anche a sé stessi per trarre vantaggio, che reputo far parte del retaggio umano, tuttavia che non esito ad attaccare sottolineandolo, per l'atteggiamento tenuto dalla religioso medio di aver una superiorità etico morale derivata da una presunta rivelazione divina.
La realtà è che l'ipocrisia di tale atteggiamento rende la morale religiosa, una morale inferiore, fatta di parole vuote, sebbene non vada mai dimenticato che uomini religiosi possano ergersi a giganti per la piena applicazione di ciò che considerano virtù.
La tara,  tuttavia, consiste nella moltitudine di soggetti cui il solo fatto di essere "buoni religiosi" conferirebbe lo strano diritto al primato morale, cosa assurda, come poi si evince nelle spaventose uscite che spesso sono state denunciate anche dal sottoscritto. 

sabato 22 ottobre 2016

Abiezione di coscienza - parte 2


Il secondo articolo che mi appresto a commentare è l'intervista di Paolo Viana al Teologo Cozzoli. 
Come nel caso precedente anche qui, sin dalla prima domanda si avverte una malizia nell'indirizzare sin dalle prime righe il discorso su terreni più facili da affrontare. Peccato che tale malizia, assolutamente accettabile quando trattasi di dialettica diventi urticante quando è usata per alterare la realtà:
Ieri mattina si è scoperto che l’obiezione di coscienza non c’entrava nulla. In Italia c’è aria di caccia all’obiettore? 
Questa è la posizione dei cattolici e anche dei medici obiettori, che una campagna culturale e mediatica ha trasformato in un bersaglio facile, inducendo nel Paese un’opinione purtroppo diffusa che, quando si verifica una tragedia, ci “deve essere” lo zampino di un obiettore di coscienza. Lo dimostra la tendenza alla denuncia terapeutica, specialmente di fronte ad esiti infausti che compromettano giovani vite, e il focalizzarsi nella ricerca di obiettori di coscienza sui quali buttare la croce.
E' già chiaro che l'obiezione non c'entra nulla in più la vittima è diventato l'obiettore. Neanche partiti e già si rasenta il ridicolo.
Con quale obiettivo?Non so se sia l’obiettivo di chi denuncia, ma è un fatto che allorquando il caso di malasanità ha risvolti bioetici, in quanto chiama in causa la Chiesa e i suoi fedeli, sia maggiore l’attenzione dei media. Non credo che si “cerchi” quest’attenzione, ma una famiglia sconvolta dal dolore è facile preda di un teorema che, conducendo in fretta ad un capro espiatorio, sembra risolvere tutto, alleviando quel dolore. Al di sotto, lavora un pregiudizio sociale.
Neanche tempo di formulare la seconda domanda e la soglia del ridicolo viene abbattuta fragorosamente.  Addirittura si insinua che il tentativo di screditare l'obiezione sia ricercato al fine di alleviare la propria tragedia. Non so poi se rimanere più basito dalla pochezza del ragionamento (se la chiesa predica costantemente su questioni bioetiche, e lo fa in modo poco chiaro lasciando aperte molteplici interpretazioni cosa ti aspetti, che ci si rivolga al Ct della nazionale?) o dal vittimismo totalmente fuori luogo.
L’obiezione di coscienza è impopolare?Non piace all’establishment culturale di questo Paese.
Non piace talmente tanto che vige una legge che li protegge. Semmai bisognerebbe chiedersi quanto piaccia al popolo.
E a quello sanitario? Spero che non vi sia un pregiudizio verso i medici obiettori e che siano valutati in base alla loro professionalità, come prescrivono le leggi, e la Costituzione.
Risulta che il pregiudizio sia all'opposto. I numeri riportati da svariati media parlano chiaro.
La legge 194 dice che l’obiezione di coscienza non può essere invocata nel caso in cui il «personale intervento» del sanitario è indispensabile per salvare la vita della donna in imminente pericolo. Era il caso di Valentina Milluzzo?
Così pare. Ovviamente abbiamo una conoscenza parziale dei fatti, ma possiamo certo dire che, se il medico obiettore di coscienza dell’ospedale Cannizzaro non si fosse adoperato per soccorrerla, quel medico sarebbe colpevole di omissione di cura, in quanto non si sarebbe trattato di interrompere una gravidanza ma di prestare un soccorso terapeutico. In tal caso, l’obiezione di coscienza non c’entra nulla: si trattava di un atto curativo, sottrarsi al quale era moralmente riprovevole, tanto più in situazione di grave emergenza.
Anche qui c'è una fallacia. Se, e ribadisco se,  il medico non è intervenuto perché obiettore, anche accettando il fatto che non gli fosse chiaro il principio di legge, è chiaro che lo ha fatto sospinto dalla sua personale interpretazione dell'etica cattolica. Non si può usare "etica" al posto di "legge" a seconda della convenienza, come del resto ribadisco, non si può accettare il continuo tenere i piedi in due scarpe dell'estabilishment cattolico su qualsiasi tema , teoria gender, eutanasia, aborto, diritti gay, visoni di madonne e chi più ne ha più ne metta, che va dalla visione oltranzisti sedicenti defensor fidei, a quella dei visionari, a quella del cattolico medio che non saprebbe distinguere un passo della Bibbia da uno del Corano, a quella dei un Papa la cui direzione dottrinale è quanto mai confusa da spinte populiste che lasciano perplessi gli stessi fedeli (poi smentite nei fatti , ma tant'è: siamo nell'era del "sembrare").


 

giovedì 20 ottobre 2016

Se non c'è coscienza nell'obiezione


Il tema dell'obiezione di coscienza in campo medico è stato già affrontato più volte in questo blog. Sono andato a rileggere i miei pensieri e devo dire che sostanzialmente non ho cambiato idea, semmai vedere il ripetersi delle tragedie mi rattrista sempre di più. E' di qualche ora fa la notizia della sopravvenuta morte di una donna a seguito di complicazioni in gravidanza su cui, pare non sia stato fatto nulla, perché un "medico" obiettore si è rifiutato di intervenire per salvare i feti.

Ora, il "pare" è d'obbligo, come d'obbligo attendere che la magistratura faccia il suo corso per stabilire se quanto riportato dall'avvocato della famiglia della vittima è veritiero
"fino a che è vivo io non intervengo"
 o come sostiene il primario 
"Non esiste l'obiezione di coscienza in un aborto spontaneo, la signora prima ha abortito e poi è stata male. E nessuno dei miei medici ha mai pronunciato quelle parole. E' tutto falso"
sebbene queste parole avrebbero senso solo se pronunciate dal presunto obiettore e non dal suo responsabile gerarchico, mentre così appaiono più semplicemente un tentativo, peraltro stupido in quanto inutile, di pararsi il deretano. Anche perché l'accusa si basa sul fatto che il mancato intervento, che di fatto avrebbe causato l'aborto spontaneo sia di fatto quello che ha fatto precipitare gli eventi facendo salire a tre le vittime.
Anche il direttore dell'istituto prende le difese, aggiungendo però particolari inquietanti:
Io escludo che un medico possa aver detto quello che sostengono i familiari della povera ragazza morta, che non voleva operare perché obiettore di coscienza. Se così fosse, ma io lo escludo, sarebbe gravissimo, ripeto perché il caso era grave. Purtroppo nel caso di Valentina è intervenuta uno choc settico e in 12 ore la situazione è precipitata.
Anche lui "esclude", lo ribadisce, ma su che basi? Fiducia, conoscenza reale degli eventi (direi di no, altrimenti non avrebbe posto condizioni), paura delle conseguenze?
Intanto però fornisce che dalla crisi al  momento del decesso, l'agonia della donna è durata ben 12 ore!
Perchè?

Ovviamente la domanda rimarrà sospesa, sebbene chi mi sta leggendo abbia già inteso ove sono schierato. Per esperienza diretta e recente ho potuto notare come le cartelle cliniche e in genere i documenti ospedalieri siano redatti in modo superficiale, tanto che anche nella mia ho già potuto riscontrare errori grossolani, che ho dovuto poi spiegare ad altri medici per il passaggio di consegne. 
Inoltre vige la regola meno scrivi (e meno dici) meglio è, mentre il paziente dovrebbe avere il pieno controllo dell'andamento delle cure, anche per il buon esito delle stesse. Un esempio: nella mia lettera di dimissione c'era scritto di proseguire la terapia con eparina ma non veniva specificata per quanti giorni! Ritornando sul tema, la procura afferma che quanto riferito dalla famiglia non sarebbe riportato nella cartella clinica; già ma il medico avrebbe trascritto del mancato intervento per motivi etici?

Rimane poi il problema del numero di obiettori. 
Ricordo in un articolo che scrissi nel 2010 "Non c'è etica senza religione?" che l'allora presidente dell'Associazione italiana ginecologi e ostetrici cattolici arrivava a dire, con l'insulso vittimismo di chi davanti ad un media nazionale riesce a sostenere di essere in qualche modo senza voce, che :
"ci sono stati giovani ginecologi che non sono stati assunti in strutture dove si praticava l'aborto per aver manifestato la loro identità cattolica, per via del problema dell'obiezione di coscienza".
E non contento si augurava che ci si adoperasse per:
riservare metà dei posti disponibili a personale obiettore, e l'altra metà a chi non lo è, in modo da garantire il servizio e tutelare al contempo le posizioni di tutti
La verità? Eccola:


Ora, ai "religiosi" che antepongono la propria morale alla vita (ed alla libertà) altrui, ergendosi giudici in terra (sebbene  non si capisca bene, chi o cosa, li abbia insigniti di tale potere, visto che il loro testi, i loro padri, pastori e compagnia bella, hanno detto e fatto,  nel tempo, il tutto e il suo contrario), mi verrebbe da chiedere quale sia la vera coscienza dietro l'obiezione? Preferiscono l'inferno in terra per altri, pur di salvarsi la loro candida "animuccia"? Perché a questo in fondo il tutto si riduce.
Non credo possa esistere squallore più inverecondo.




martedì 31 gennaio 2012

Tocca i fanti ma "paga" per i santi


Il noto caso di cronaca conosciuto come "il Madoff dei Parioli" ha avuto un risvolto imprevisto che ha toccato il Vaticano. Una settimana nera, per le alte cariche ecclesiali, non c'è che dire.

giovedì 19 gennaio 2012

Quando i lupi oltre al vizio non perdono nemmeno il pelo


Nel maggio dello scorso anno avevo commentato l'intervista a Padre Spronk, sulle relazioni sessuali tra adulti, nello specifico coi voti, e minori (il post è qui). Pensavo, allora, in un barlume di ottimismo che più giù di così non si poteva andare, che non si poteva che migliorare.

martedì 17 gennaio 2012

Saliamo a bordo (cazzo)


O Captain! My Captain! our fearful trip is done; 
The ship has weather'd every rack, the prize we sought is won;
The port is near, the bells I hear, the people all exulting,
While follow eyes the steady keel, the vessel grim and daring
But O heart! heart! heart!
O the bleeding drops of red,
Where on the deck my Captain lies,
Fallen cold and dead.

Sono certo, già nel digitare le prime lettere di questo scritto, che finirò inevitabilmente per essere retorico. Ebbene poco importa: a volte la retorica è necessaria, soprattutto se vi sono in essa contenuti e se non assume, la retorica, la valenza di sinonimo di vacuità.

martedì 10 gennaio 2012

Liberalizzazioni: le balle di Feltri


Io capisco che Feltri ami esagerare: fa parte del suo stile. Tuttavia ciò non toglie che si possa sottolineare l'infondatezza delle sue tesi, la pochezza dei suoi articoli laddove tali esagerazioni nuotano abbondantemente nel ridicolo. Mi riferisco all'editoriale odierno "Perchè stiamo dalla parte di Farmacie, Taxi ed Edicole"
Proviamo a fare il solito esercizio di analisi dell'articolo:

sabato 22 ottobre 2011

Sic transit gloria mundi? - parte 2


let him not vow to walk in the dark, 
who has not seen the nightfall


Gioire della morte altrui: comprensibile? Giustificabile?
La risposta non può non essere che "dipende".
Facendo i moralisti, ovvero innalzandoci ad un livello ideale e quindi non prettamente umano, bisognerebbe affermare che no, non può essere comprensibile né giustificabile. Ma le situazioni ideali non si confanno alle cose terrene e quindi, già per questo, la gioia per la morte di un nemico, soprattutto se privo di onore, non può che essere comprensibile. 
La giustificabilità invece, è tutta da considerare.

venerdì 21 ottobre 2011

Sic transit gloria mundi? - parte 1

Il post contiene video e immagini che potrebbero urtare la vostra sensibilità


Il punto interrogativo, come vedrete, è d'obbligo, se non altro, perché bisognerebbe prima di tutto stabilire cosa sia questa "gloria mundi". La celebre locuzione latina, liberamente tratta dall'Imitatio Christi, in realtà mirerebbe a far meditare sulla caducità delle cose mondane e, a tal proposito, si spera che Berlusconi, il quale l'ha recentemente citata a commento della morte del suo caro amico Muammar Gheddafi, l'abbia fatto a seguito di una proficua riflessione.
Gloria, Gheddafi l'ha avuta, ai tempi, come comandante di una rivoluzione, ma poi l'ha insozzata annullandola, con l'instaurazione di una dittatura feroce, spesso connivente con ambienti terroristici.

lunedì 25 aprile 2011

Ratzinger e la creazione


Nell'omelia, durante le festività pasquali, Benedettto XVI si è esposto nel rivelare risposte piuttosto importanti sulla creazione, per chi crede ovviamente e, contemporaneamente, ha mandato messaggi piuttosto chiari su come secondo la Chiesa dovrebbe essere intavolata una discussione scientifica.

Partirei da quast'ultima parte, che ha fatto più clamore, al solito occupando la prima pagina di vari quotidiani nazionali:
Non è così che nell’universo in espansione, alla fine, in un piccolo angolo qualsiasi del cosmo si formò per caso anche una qualche specie di essere vivente, capace di ragionare e di tentare di trovare nella creazione una ragione o di portarla in essa. Se l’uomo fosse soltanto un tale prodotto casuale dell’evoluzione in qualche posto al margine dell’universo, allora la sua vita sarebbe priva di senso o addirittura un disturbo della natura.

martedì 22 marzo 2011

War


Il mondo di oggi ha un volto malvagio
le guerre perdurano tra la razza umana
la gente va al lavoro per comprarsi il pane
mentre altri contano i morti, appena al di là del mare

Il lavoro di un politico dicono sia molto importante
perché a lui  tocca scegliere chi mandare a morire
possono portare l'uomo sulla luna
mentre sulla terra gli uomini muoiono di vecchie malattie

Una donna lavora giorno  dopo giorno
ci va per avere una paga
mentre  un bimbo piange la sua vita  più difficile
che non sa nemmeno più chi sia suo padre

(liberamente tradotta da 
Wicked World   -  dei Black Sabbath
dall'omonimo album)


I casi della vita: non volevo trascrivere i miei pensieri in un articolo, perché mi sembravano fin troppo cinici.
Ho cambiato idea, quando, per l'appunto casualmente il mio lettore mp3 impostato sulla funzione random, ha iniziato a riprodurre Wicked World dei Black Sabbath. 
E' incredibile come a distanza di quarant'anni (la canzone venne pubblicata nel 1970) la canzone rispecchi ancora la realtà. Se fosse stata dettata dalla Madonna probabilmente sarebbe su tre quarti dei siti dei "complottisti religiosi"

mercoledì 16 marzo 2011

Avvoltoi, sciacalli, iene ed allocchi

Io davvero non li capisco i complottisti: o sono tardi di natura e usano male quei pochi neuroni funzionanti o si dovrebbe pensare a una malattia degenerativa che colpisca il cervello.
Intendiamoci, penso che sia normale, nella vita, prendere abbagli, credere in cose sbagliate soprattutto quando queste non sono tangibili. L'esempio specifico che mi viene in mente è la religione: nessuno ha le prove di ciò in cui crede, però ci crede. Ed essendoci parecchie religioni la maggior parte ( se non tutte) sono balle.
Ma se nel metafisico la cosa può avere un senso, nel materiale è piuttosto da sciocchi pensare a teorie strampalate per giustificare avvenimenti, pur difficili da accettare come le tragedie. 
Da sciocchi se tutto va bene perché quando però l'odore del sangue si libra nell'aria, subito sulla tragedia si fiondano tre tipologie di persone: gli sciacalli, gli avvoltoi e gli allocchi e iene.

martedì 1 marzo 2011

Quando la sfortuna...


Crediamo che ciascuno debba realizzare il diritto (...) di educare i figli liberamente, che vuol dire di non essere costretti a mandare i propri figli in una scuola di Stato, dove ci sono degli insegnanti che vogliono inculcare dei principi che sono il contrario di quelli che i genitori vogliono inculcare ai loro figli educandoli nell'ambito della loro famiglia.

Queste le parole esatte che giornali e mezza Italia avrebbero frainteso. Credo che ci sia poco da capire male. 
Semmai, ad esser buoni, sarebbe l'ennesima dimostrazione della mediocrità oratoria del premier che vorrebbe dire una cosa ma, suo malgrado, ne dice un altra.
Se la lingua italiana non è un opinione, dalle parole sopra riportate uno potrebbe intendere che in Italia vi sa una legge che costringa tutti a mandare il proprio figlio nelle scuole statali, all'interno delle quali tutti gli insegnanti, indistintamente, vogliono destabilizzare la gioventù inculcando loro principi aberranti non in linea con quelli proposti dalle famiglie. Si noti che il metodo educativo delle famiglie proposto sia quello dell'inculcare, letteralmente: imprimere nella mente o nell'animo di qualcuno con assidui ammaestramenti.
Delirio bello e buono.
Sfortuna vuole che non appena aver esaltato la scuola privata, meglio se cattolica, lui ha studiato dai Salesiani dopotutto, che ti accade in Italia?

mercoledì 6 ottobre 2010

Lo strano rapporto tra Scienza e Religione

Robert Edwards - Nobel per la medicina 2010
In quel selvaggio abisso,
Grembo della Natura e, forse, tomba,
Che non è mare o sponda, aria né fuoco
Ma lor cause pregnanti in sé commiste
Confusamente, in una lotta eterna,
Se il Fattore Possente non costringe
Queste oscure materie a farsi mondi,
Nell'abisso selvaggio, cauto, Satana
Sostava all'orlo dell'inferno, e vide,
E ponderò il viaggio...

Quando la religione si occupa di scienza, spesso e volentieri, accadono cose che definire imbarazzanti è quasi un eufemismo. Bisogna certo riconoscere che vi sono stati tra i religiosi, scienziati di una certa importanza: ad esempio, anche se impropriamente, Gregor Mendel, frate agostiniano, viene reputato come uno dei padri della genetica. 
In effetti, la Chiesa fa una gran confusione soprattutto quando cerca nella scienza un'etica rispondente ai suoi canoni, o meglio ancora, quando cerca di asservire la scienza per supportare la propria etica.
Ricordo, che nel gennaio del 2009, il Dott. Pedro José María Simón Castellví, presidente della Federazione Internazionale delle Associazioni dei Medici Cattolici, si proponeva alla ribalta della cronaca con una tesi, incredibile e fantasiosa, che vedeva nella pillola anticoncezionale la causa della infertilità maschile.
Le affermazioni erano tendenziose e, soprattutto, non scientificamente provate, se non addirittura letteralmente campate in aria.

lunedì 4 ottobre 2010

Le dispense di Mons. Fisichella


Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in una delle sue innumerevoli macchiette, se n'è uscito con una "bella" bestemmia. Immediatamente si è innalzato lo sdegno del mondo cattolico: Avvenire, l'Osservatore Romano si sono fatti sentire in modo, per loro, veemente:
"In questo contesto appaiono tanto più deplorevoli alcune battute del capo del Governo, più o meno recenti e di cui peraltro Berlusconi si è subito scusato, che offendono indistintamente il sentimento dei credenti (...)" (Osservatore Romano)
Voce fuori dal coro, Mons. Fisichella, la cui apertura mentale nei confronti del peccato sembra direttamente proporzionale al potere o ai quattrini del peccatore: tanto più questi è ricco e potente tanto più i suoi peccati andrebbero "contestualizzati" o rivisti.

venerdì 10 settembre 2010

Il diritto ad essere idioti - parte seconda

E' questo un tema a me caro, ne avevo già parlato in occasione di un articolo di repubblica che annunciava la fondazione di una sezione europea del Ku Klux Klan. 
Allora, e non ho cambiato idea in proposito, sostenevo l'opportunità di garantire il diritto degli idioti a essere e comportarsi come tali dirigendo invece gli sforzi affinché la maggior parte delle persone non si facessero abbindolare. 
Per spiegare meglio questo concetto, andrebbe specificato che garantire tale diritto non dovrebbe comportare alcuno sforzo da parte della comunità: non si può e non si deve sprecare tempo e risorse per circoscrivere il fenomeno, né sedersi al tavolo degli idioti per parlamentare. Se uno è un idiota conclamato lo si tratti come tale. E si distingua l'idiota dalle idiozie e dalle conseguenze di queste.
Riferendomi al caso Jones, trovo insopportabili le parole del sindaco di NY circa il diritto costituzionale di poter bruciare il Corano.
Bruciare un libro non è mai una bella cosa, non lo era all'epoca dell'Inquisizione che con il suo Indice praticava una sorta di damnatio memoriae, non lo era ai tempi del Nazifascismo, non lo può essere nemmeno adesso con il Corano da parte di una cinquantina di cerebrolesi cui la eco mediatica ha dato fin troppa rilevanza.
Oltretutto, a differenza dei metodi oscurantisti dei regimi, l'azione di Jones è puramente simbolica e come unico risultato ha quello di assumere le fattezze di una squallida e ripugnante provocazione.

venerdì 19 marzo 2010

Sex and Religion

Religion and sex are powerplays
manipulate the people for the money they pay
selling skin, selling god
the number look the same on their credit cards...

("Spreading the disease" 
from Operation Mindcrime - Queensryche)

Sesso e Religione, un binomio inscindibile, a volte morboso, a volte sensato, spesso grottesco e purtroppo, in alcuni casi devastante; quasi mai neutrale, ma d'altra parte si sa, il sesso è rituale e come tale o viene inserito nella religione (es Induismo) o finisce per entrare in competizione.  
Venere di Hohle Fels
Nel confrontarsi con il sesso, la religione spesso finisce per essere sessista, discriminando un sesso a favore dell'altro e quello a sfavore, con la fine delle società matriarcali (dove per altro c'era un esaltazione degli attributi sessuali, basti pensare alle cosiddette Veneri come quella a fianco) , è sempre e comunque la donna. Tentatrice, incarnazione del demonio, nella migliore delle ipotesi, quando venerabile, priva dei connotati femminili. Il caso più eclatante in tal senso è la madre del Cristo: vergine, fecondata divinamente senza atto sessuale, priva di pulsioni umane (prima ancora che femminee), incarnazione di perfezione ideale di una cultura sostanzialmente misogina.
Il rapporto religione-sesso, abbiamo detto, assume varie forme. Nelle religioni dell'Estremo Oriente, ad esempio, si va dalla ricerca del piacere inteso come dono della divinità da cogliere, come ad esempio nell'Induismo (Kama), al rifiuto dello stesso in quanto la brama che ne consegue allontana l'uomo dalla retta strada (ad esempio nel Buddhismo) e rendendolo soggetto al dolore. 
Nell'Occidente e in Medio Oriente invece si è passati dalle personificazioni tipiche del mondo classico ai tabù delle religioni monoteistiche, dove nella migliore delle ipotesi il sesso, principalmente funzionale alla procreazione, è al più tollerato. Nell'Ebraismo il matrimonio è un dovere nei confronti della divinità e la sessualità deve essere pratica esclusiva degli sposi con precise regole, anche se va detto che non vi sono particolari ossessioni; in altre parole il sesso non è peccato né la corporalità assume aspetti di negatività. Anzi, il piacere sessuale è visto come una prova della bontà della divinità. Più o meno vale la stessa cosa per l'Islam, sebbene permangano aspetti inquietanti come l'annullamento della femminilità al di fuori del vincolo matrimoniale. 
Il Cattolicesimo attuale sembra essersi indirizzato su una strada più moderata e se infatti, da una parte viene detto:
Il piacere sessuale è moralmente disordinato quando è ricercato per se stesso, al di fuori delle finalità di procreazione e di unione 
dall'altra si specifica che : 
....Gli sposi non commettono nessun male cercando tale piacere e godendone. Accettano ciò che il Creatore ha voluto per loro. Tuttavia gli sposi devono saper restare nei limiti di una giusta moderazione.
Inoltre il Cattolicesimo mette sullo stesso piano il celibato consacrato e il matrimonio, ed entrambe li sottopone a castità e morigeratezza.
Va detto che nella Storia, il Cristianesimo ha modificato in modo sostanziale ( ma non completa) la sua visione entrando comunque in contraddizione con sé stessa.

mercoledì 24 febbraio 2010

Siamo tutti fratelli…o no?



Avrei potuto intitolare il post “Perché non possiamo essere cristiani” ma il titolo è piuttosto abusato, e dopo tutto non sono così oltranzista, sebbene a leggere i siti dei cattolici militanti, quelli che il credo “ce l’hanno duro” verrebbe voglia di erigere statue a Diocleziano.
Prendiamo un fatto di cronaca accaduto venerdì 19 nella città di Meknes, una delle città imperiali marocchine nonché sito dell’Unesco. Durante la preghiera del venerdì, per chi non lo sapesse l’equivalente della domenica per i cristiani, alle ore 12.45 locali il minareto della settecentesca moschea di Bab Berdieyinne crolla sugli oranti. Muoiono nella tragedia oltre 40 uomini.
Riporto i deliranti commenti del Vescovo di Otranto, monsignor Vincenzo Franco, il quale in merito al crollo tiene a precisare che:
“intanto che se é stato costruito male vuol dire che i mariuoli stanno dappertutto, in Italia e da loro, tra cattolici e non. Tutti il mondo é Paese e l'onestà sta diventando un optional”
Anche l’onestà intellettuale del monsignore pare sia un optional, visto che il bellissimo minareto del XVIII sec è crollato sotto il peso di piogge torrenziali assolutamente straordinarie.
Ma se pensate che lo spirito (santo?) che illumina le sinapsi del vescovo si fermino qui vi sbagliate di grosso:

martedì 23 febbraio 2010

In the name of gods?

E' questa l'immagine blasfema che ha di fatto riaperto quella che ormai si può definire l'intifada religiosa in India.
Nulla di eclatante, si è visto assai di peggio in occidente, nelle principali gallerie di arte moderna, tra rane crocefisse, Gesù su sedia elettrica o addirittura ultima cena trasformata in orgia gay, certo di cattivo gusto e di assoluta mancanza di buon senso, tipico però degli integralismi, visto che l'immagine compariva addirittura sui libri di testo scolastico.
Sui media italiani si è acceso un dibattito, puntando sul bisogno di difendere le comunità cristiane e, d'altra parte, i disordini a seguito delle proteste cristiane per la figura sopra riportata sono degenerati nel rogo di due edifici appartenenti a chiese protestanti, vedasi ad esempio gli articoli.
Vorrei invece vedere la cosa da un'altra angolazione, ovvero sulla presunta superiorità della religione in ambito etico morale.

lunedì 18 gennaio 2010

Pio XII e i silenzi vaticani


Pio XII è certamente una figura controversa: lo sono stati i suoi atti, il suo modo di far politica. Da anni è al centro della polemica tra Ebrei e Cattolici, con i primi che accusano Pio XII, al secolo Eugenio Maria Giuseppe Giovanni Pacelli, di aver assistito silente a quello che è stato, a tutti gli effetti, il più grande massacro della storia: la Shoah.
Di certo Papa Pacelli fu un abile negoziatore, capace di firmare accordi importanti per rimpinguare le esauste casse vaticane: fu l'artefice del concordato stipulato con la Serbia nel 1914 e fu certamente anche grazie alla sua mediazione che il lo Stato Fascista firmò nel '29 i patti Lateranensi.
Eletto Cardinale e quindi Segretario di Stato, mise la sua firma nel 1933 nel cosiddetto Reichskonordat, il concordato con la Germania Nazista di Adolf Hitler, dove, oltre garantire un "prestigioso" riconoscimento internazionale, di fatto avallava la fine di ogni attività democratica compreso lo scioglimento del partito cattolico tedesco.
Il  Reichskonkordat fu più volte violato dai Nazisti, tanto da indurre l'allora Papa Pio XI a scrivere l'enciclica Mit brennender sorge, dove oltre a lamentare le violazioni di cui sopra, denunciava come idolatri il culto dello Stato e della Razza. L'enciclica, sicuramente coraggiosa, fu causa dell'inasprimento delle persecuzioni nei confronti dei cattolici che causò la deportazione di centinaia di preti in campi di lavoro, meglio noti come campi di concentramento.
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