Il tema dell'obiezione di coscienza in campo medico è stato già affrontato più volte in questo blog. Sono andato a rileggere i miei pensieri e devo dire che sostanzialmente non ho cambiato idea, semmai vedere il ripetersi delle tragedie mi rattrista sempre di più. E' di qualche ora fa la notizia della sopravvenuta morte di una donna a seguito di complicazioni in gravidanza su cui, pare non sia stato fatto nulla, perché un "medico" obiettore si è rifiutato di intervenire per salvare i feti.
Ora, il "pare" è d'obbligo, come d'obbligo attendere che la magistratura faccia il suo corso per stabilire se quanto riportato dall'avvocato della famiglia della vittima è veritiero
"fino a che è vivo io non intervengo"
o come sostiene il primario
"Non esiste l'obiezione di coscienza in un aborto spontaneo, la signora prima ha abortito e poi è stata male. E nessuno dei miei medici ha mai pronunciato quelle parole. E' tutto falso"
sebbene queste parole avrebbero senso solo se pronunciate dal presunto obiettore e non dal suo responsabile gerarchico, mentre così appaiono più semplicemente un tentativo, peraltro stupido in quanto inutile, di pararsi il deretano. Anche perché l'accusa si basa sul fatto che il mancato intervento, che di fatto avrebbe causato l'aborto spontaneo sia di fatto quello che ha fatto precipitare gli eventi facendo salire a tre le vittime.
Anche il direttore dell'istituto prende le difese, aggiungendo però particolari inquietanti:
Io escludo che un medico possa aver detto quello che sostengono i familiari della povera ragazza morta, che non voleva operare perché obiettore di coscienza. Se così fosse, ma io lo escludo, sarebbe gravissimo, ripeto perché il caso era grave. Purtroppo nel caso di Valentina è intervenuta uno choc settico e in 12 ore la situazione è precipitata.
Anche lui "esclude", lo ribadisce, ma su che basi? Fiducia, conoscenza reale degli eventi (direi di no, altrimenti non avrebbe posto condizioni), paura delle conseguenze?
Intanto però fornisce che dalla crisi al momento del decesso, l'agonia della donna è durata ben 12 ore!
Perchè?
Ovviamente la domanda rimarrà sospesa, sebbene chi mi sta leggendo abbia già inteso ove sono schierato. Per esperienza diretta e recente ho potuto notare come le cartelle cliniche e in genere i documenti ospedalieri siano redatti in modo superficiale, tanto che anche nella mia ho già potuto riscontrare errori grossolani, che ho dovuto poi spiegare ad altri medici per il passaggio di consegne.
Inoltre vige la regola meno scrivi (e meno dici) meglio è, mentre il paziente dovrebbe avere il pieno controllo dell'andamento delle cure, anche per il buon esito delle stesse. Un esempio: nella mia lettera di dimissione c'era scritto di proseguire la terapia con eparina ma non veniva specificata per quanti giorni! Ritornando sul tema, la procura afferma che quanto riferito dalla famiglia non sarebbe riportato nella cartella clinica; già ma il medico avrebbe trascritto del mancato intervento per motivi etici?
Rimane poi il problema del numero di obiettori.
Ricordo in un articolo che scrissi nel 2010
"Non c'è etica senza religione?" che l'allora presidente dell'Associazione italiana ginecologi e ostetrici cattolici arrivava a dire, con l'insulso vittimismo di chi davanti ad un media nazionale riesce a sostenere di essere in qualche modo senza voce, che :
"ci sono stati giovani ginecologi che non sono stati assunti in strutture dove si praticava l'aborto per aver manifestato la loro identità cattolica, per via del problema dell'obiezione di coscienza".
E non contento si augurava che ci si adoperasse per:
riservare metà dei posti disponibili a personale obiettore, e l'altra metà a chi non lo è, in modo da garantire il servizio e tutelare al contempo le posizioni di tutti
La verità?
Eccola:
Ora, ai "religiosi" che antepongono la propria morale alla vita (ed alla libertà) altrui, ergendosi giudici in terra (sebbene non si capisca bene, chi o cosa, li abbia insigniti di tale potere, visto che il loro testi, i loro padri, pastori e compagnia bella, hanno detto e fatto, nel tempo, il tutto e il suo contrario), mi verrebbe da chiedere quale sia la vera coscienza dietro l'obiezione? Preferiscono l'inferno in terra per altri, pur di salvarsi la loro candida "animuccia"? Perché a questo in fondo il tutto si riduce.
Non credo possa esistere squallore più inverecondo.