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venerdì 19 marzo 2010

Sex and Religion

Religion and sex are powerplays
manipulate the people for the money they pay
selling skin, selling god
the number look the same on their credit cards...

("Spreading the disease" 
from Operation Mindcrime - Queensryche)

Sesso e Religione, un binomio inscindibile, a volte morboso, a volte sensato, spesso grottesco e purtroppo, in alcuni casi devastante; quasi mai neutrale, ma d'altra parte si sa, il sesso è rituale e come tale o viene inserito nella religione (es Induismo) o finisce per entrare in competizione.  
Venere di Hohle Fels
Nel confrontarsi con il sesso, la religione spesso finisce per essere sessista, discriminando un sesso a favore dell'altro e quello a sfavore, con la fine delle società matriarcali (dove per altro c'era un esaltazione degli attributi sessuali, basti pensare alle cosiddette Veneri come quella a fianco) , è sempre e comunque la donna. Tentatrice, incarnazione del demonio, nella migliore delle ipotesi, quando venerabile, priva dei connotati femminili. Il caso più eclatante in tal senso è la madre del Cristo: vergine, fecondata divinamente senza atto sessuale, priva di pulsioni umane (prima ancora che femminee), incarnazione di perfezione ideale di una cultura sostanzialmente misogina.
Il rapporto religione-sesso, abbiamo detto, assume varie forme. Nelle religioni dell'Estremo Oriente, ad esempio, si va dalla ricerca del piacere inteso come dono della divinità da cogliere, come ad esempio nell'Induismo (Kama), al rifiuto dello stesso in quanto la brama che ne consegue allontana l'uomo dalla retta strada (ad esempio nel Buddhismo) e rendendolo soggetto al dolore. 
Nell'Occidente e in Medio Oriente invece si è passati dalle personificazioni tipiche del mondo classico ai tabù delle religioni monoteistiche, dove nella migliore delle ipotesi il sesso, principalmente funzionale alla procreazione, è al più tollerato. Nell'Ebraismo il matrimonio è un dovere nei confronti della divinità e la sessualità deve essere pratica esclusiva degli sposi con precise regole, anche se va detto che non vi sono particolari ossessioni; in altre parole il sesso non è peccato né la corporalità assume aspetti di negatività. Anzi, il piacere sessuale è visto come una prova della bontà della divinità. Più o meno vale la stessa cosa per l'Islam, sebbene permangano aspetti inquietanti come l'annullamento della femminilità al di fuori del vincolo matrimoniale. 
Il Cattolicesimo attuale sembra essersi indirizzato su una strada più moderata e se infatti, da una parte viene detto:
Il piacere sessuale è moralmente disordinato quando è ricercato per se stesso, al di fuori delle finalità di procreazione e di unione 
dall'altra si specifica che : 
....Gli sposi non commettono nessun male cercando tale piacere e godendone. Accettano ciò che il Creatore ha voluto per loro. Tuttavia gli sposi devono saper restare nei limiti di una giusta moderazione.
Inoltre il Cattolicesimo mette sullo stesso piano il celibato consacrato e il matrimonio, ed entrambe li sottopone a castità e morigeratezza.
Va detto che nella Storia, il Cristianesimo ha modificato in modo sostanziale ( ma non completa) la sua visione entrando comunque in contraddizione con sé stessa.
Basti pensare, ad esempio, che per  S. Agostino, benché tollerabile, il sesso matrimoniale doveva considerarsi comunque peccato. E non parliamo poi della visione della donna, entità imperfetta, uomo mancato, fonte di dispiaceri e fomentatrice di peccati. Per giustizia, va detto che benché il Cristianesimo abbia riproposto (e malcelatamente continui a riproporre)  la donna come essere inferiore in quanto sottoposta all'uomo, è stata anche apportatrice di alcuni diritti fino ad allora inesistenti, come il consenso alle nozze (anche se si trattava di una mera questione formale giacché di fatto volenti o nolenti il matrimonio era già stato deciso) e, nell'ambito dell'indissolubilità del matrimonio, l'impossibilità di essere ripudiata a piacimento. Certo si trattava di innovazioni puramente formali, in quanto sia presso i nobili che presso i contadini il matrimonio era e rimaneva un vero e proprio contratto di compravendita. Ma tanto è stato, ed è giusto sottolinearlo.

Ultimamente la cronaca ci riferisce un aspetto particolare di questo rapporto religione-sesso.Basta leggere o ascoltare su qualunque media e si scopre che scandalo pedofilia (o efebofili, come ci tiene a sottolineare Radio Vaticano - sic!) nella chiesa, abusi effettuati da leader di sedicenti sette, ecc, sono ormai all'ordine del giorno.
Viene lecito domandarsi se esiste una qualche correlazione tra religione e disturbi della personalità legati al sesso. D'altra parte, rimanendo in ambito cattolico, lo stesso vescovo di Vienna si è chiesto se in qualche modo la formazione dei preti possa avere una qualche influenza sulla genesi del fenomeno. Personalmente sono scettico, o meglio, credo che la formazione del sacerdote possa influire ma solo in parte e solo su soggetti  predisposti. Al limite se la statistica dovesse fornire percentuali di incidenza preoccupanti, ci si dovrebbe chiedere perché persone con tali perversioni latenti scelgano ( o accettino) di entrare in seminario e solo in seguito verificare come mai la formazione non sia sufficiente per "curare" tali soggetti.
Purtroppo la Chiesa romana decise che il "non dare scandalo" doveva essere più importante delle vittime e delle potenziali vittime e fece in modo di insabbiare illudendosi che nelle sue contraddittorie regole o nella fede potesse esserci la cura a questo male, lasciando così che il male non solo perdurasse ma addirittura si diffondesse.

Sulle sette c'è poco da dire. In genere sono costituite da personaggi già di per sé disturbati che fanno proseliti su persone deboli e altrettanto disturbate. Il che ovviamente non riduce la gravità del crimine, semplicemente lo rende decisamente più prevedibile.

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