Nei paesi di lingua inglese, in questo periodo e più precisamente il 31 ottobre si celebra la cosiddetta Notte di Halloween, durante la quale le persone, soprattutto bambini, festeggiano girando mascherati da mostri, streghe e folletti. Una festa che, seppur osteggiata da ambienti oltranzisti cattolici, pare stia prendendo piede anche dalle nostre parti. Ma da dove deriva questa festa, cosa significa Halloween, perchè ha assunto questa caratteristica? Vediamo di dare delle risposte coincise, mentre per eventuali approfondimenti vi rimando al testo di un noto studioso della tradizione celtica, Riccardo Taraglio che potete trovare a questo link.
Il 31 ottobre è la vigilia di Ognissanti, festa introdotta da Papa Gregorio IV, nel 835 d.C. per celebrare tutti quei santi e martiri che non avevano trovato spazio nel calendario. In realtà la scelta del periodo fu tutt’altro che casuale: la festa di Ognissanti (e il successivo giorno dedicato ai defunti, introdotto dai monaci Benedettini nel 988 d.C.) fu fatta cadere in concomitanza al periodo celebrativo derivato dalle tradizioni celtiche di Samhain o, in gallico Trinoux Samonia, periodo che segnava la transizione di un ciclo annuale ad un altro: in altre parole una sorta di capodanno celtico. Tali tradizioni, sebbene, mi si consenta il termine, imbastardite dal successivo e continuo passaggio di culture differenti, rimase viva e perdurò a lungo in modo particolare nelle aree rurali, in genere più restie ad abbandonare gli antichi riti e credenze. La Chiesa aveva da tempo iniziato un’opera di eradicazione di quello che definiva superstizione, ovvero delle precedenti credenze pagane e l’esperienza insegnava che era molto più redditizio sostituire un rito o una festa sovrapponendone una di matrice cristiana, piuttosto che vietarne lo svolgimento, anche se va detto che vi sono molte eccezioni e che spesso i monaci usarono metodi brutali per impedire ad esempio l’accensione dei fuochi sacri. Riguardo l’origine del termine, invece, va detto che molto semplicemente la parola Halloween altro non è che la contrazione delle parole inglesi All Hallows Eve, letteralmente Vigilia di Ognissanti.
Perché tale festa ha assunto questi connotati?
I motivi vanno ancora ricercati nelle tradizioni di matrice celtica. Laddove la notte di Halloween viene vissuta come una tradizione propria, e non come nel nostro caso, importata, i bimbi si travestono da folletti, mostri e streghe e girano per le case chiedendo cibo o monete per evitare tiri mancini, la famosa “Trick or Treatin?”, letteralmente “ Scherzo o banchetto?”. Nei paesi dove tali tradizioni perdurarono, le Isole Britanniche, la Bretagna, l’Irlanda ed alcune zone dell’Italia settentrionale, vi era la consuetudine di passare di casa in casa in una sorta di processione nella quale si richiedevano cibi e bevande rituali da offrire ai defunti. Si inseriscono poi, alcuni aspetti antropologici in particolare legati al travestimento, utilizzato sia come metodo per uscire dal proprio ruolo sociale, come nel nostro carnevale, sia con scopo di esorcizzare le forze distruttive della natura o le componenti spirituali negative (spiriti e defunti).
La Zucca di Halloween
Meno impegnativa e forse più divertente invece è la storia di Jack O’Lantern, la celebre zucca simbolo di Halloween, anche se, va detto originariamente non di zucca, ma di rapa si trattava.
Narra la leggenda, tutta irlandese e molto cristianizzata, di un beone di nome Jack che dopo una sbornia colossale proprio alla vigilia di Ognissanti, incontrò il diavolo in persona che aveva tutta l’intenzione di portarselo all’Inferno. Jack però non aveva nessuna intenzione di andare nell’aldilà e d escogitò un piano. In un primo tempo propose al Diavolo di acconsentirgli, prima della dipartita, un’ultima bevuta, e quando il Diavolo assentì, Jack prese a frugare le tasche alla ricerca di una moneta che sapeva di non avere. Il Diavolo stava perdendo la pazienza, ma Jack chiese astutamente al Diavolo di trasformarsi in una moneta da 6 pence affinché potesse pagarsi l’ultimo bicchiere. La cosa parve divertire il Diavolo che operò la trasformazione convinto che la cosa si sarebbe presto risolta, ma l’uomo ne approfittò immediatamente, prese la moneta e la depose all’interno di un piccolo borsello in cui teneva un crocifisso.
Il Diavolo, imprigionato e schiumante di rabbia, minacciò Jack di ogni sorta di punizione, ma alla fine, vinto implorò a Jack di liberarlo,
L’uomo acconsentì a patto che gli fosse lasciato un altro anno di vita. E così fu.
In un primo tempo, come spesso accade a chi scampa un pericolo mortale, Jack sembrava aver trovato la buona strada e si mise d’impegno comportandosi da buon cristiano nei confronti di moglie e figli, ma ben presto cadde ancora nel vecchio vizio della bottiglia, fino a che l’anno concesso passò.
Puntualmente il Diavolo comparve a Jack per reclamare la sua anima, e l’uomo ormai rassegnato stava per arrendersi quando improvvisamente gli sovvenne l’ennesima truffa.
Passando accanto ad un albero di mele, chiese al diavolo di concedergliene una prima di dipartire per l’oscuro inferno. Il Diavolo accettò ancora e si arrampicò sull’albero per cogliere una mela.
Ma non appena salito sul tronco jack incise sulla corteccia il segno della croce, gabbando per l’ennesima colta il povero Diavolo. Per ridargli la libertà chiese questa volta dieci anni al termine dei quali avrebbe ceduto l’anima senza ulteriori richieste.
Ma questa volta fu Jack a soccombere: il fisico duramente provato da una vita dissennata non resse a lungo e l’uomo morì, prima ancora che scadessero i fatidici dieci anni.
Jack si presento in Paradiso, ma a cagione della sua pessima condotta le porte non si aprirono e così dovette suo malgrado andare all’Inferno. Anche qui però non fu accolto, giacché il Diavolo rancoroso per le umiliazioni subite non lo voleva tra i suoi domini. Tuttavia mosso a compassione, prima di lasciarlo vagare tra le nebbie del limbo tenebroso, il Diavolo fornì a Jack una candela affinché potesse illuminarsi la via.
L’uomo prese la candela e la pose in una rapa scavata in modo da ricavarne una lanterna e alla flebile luce di questa vagò nel Limbo alla vana ricerca di un posto dove dimorare.
Vuole la leggenda che nella notte di Halloween quando il velo che separa il mondo dei vivi da quello degli spiriti si assottiglia, si possa vedere lo spirito di Jack vagare per le tenebre in cerca di pace, preceduto dalla tremula luce della sua strana lanterna.
ATTENZIONE:
Questo post deve molte delle sue parti al sopraccitato testo di Riccardo Taraglio, testo che è coperto da copyright ed è utilizzabile solo a determinate condizioni, in particolare per la distribuzione gratuita nelle scuole, nelle biblioteche e nei circoli culturali, mentre se si vuole utilizzare al di fuori di questo ambito sarebbe bene, come ho fatto anche io, chiederne l’autorizzazione. Per farlo basta entrare nel suo sito cliccando qui.
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