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lunedì 8 febbraio 2010

Sangue di San Gennaro: la parola al Professor Garlaschelli


Nel precedente post avevo scritto che il CICAP guidato nell'indagine dal Professor Garlaschelli aveva già in parte dimostrato che il fenomeno della liquefazione del sangue del santo poteva essere riconducibile ad un fenomeno chiamato Tissotropia per cui, certe masse gelatinose sono in grado di ritornare ad uno stato colloidale se agitate o sottoposte a vibrazioni.
Logicamente quella del CICAP è un'ipotesi, che seppur probabile, di per sé non permette di scartare le altre, compresa l'ipotesi del miracolo. Ovviamente la scienza non può e non deve credere ai miracoli, per cui , fintanto che non vi è certezza assoluta è lecito che si avanzino teorie alternative. Il Professor Garlaschelli e la sua equipe produsse un gel tissotropico a base di idrossido di ferro colloidale con materiali e tecniche conosciute nel 1300, all'apparenza del tutto e per tutto simili al presunto sangue contenuto nella reliquia del patrono di Napoli.
Per onestà intellettuale, venne sottolineata in modo chiaro e inequivocabile che, in mancanza di analisi dettagliate sul comportamento della sostanza contenuta nella reliquia, l'ipotesi proposta non poteva che rimanere tale. 
Quali sono i dati mancanti? Velocemente possiamo anticipare che non si hanno notizie certe se, ad esempio, la reliquia (che per comodità chiameremo "sangue") cambia o meno colore, varia di volume o se la temperatura influenzi il fenomeno della liquefazione (in altri casi, il sangue liquefatto si dimostrò essere cera).
Ad ogni modo il Professor Garlaschelli è abbastanza chiaro su questi punti:
Come è facile capire, il punto critico non è indovinare quale sia la vera natura chimica della misteriosa sostanza. In assenza di analisi e osservazioni adeguate e affidabili, ancora manca perfino la certezza sulle sue precise proprietà e sul suo comportamento. Sono facilmente immaginabili, però, ulteriori analisi volte a determinarli, senza nemmeno aprire le ampolle; per esempio, spettroscopie effettuate con moderni strumenti elettronici da spettroscopisti qualificati. Degli innalzamenti controllati di temperatura e degli innocui test di impatto (o più banalmente: agitare intenzionamente l'ampollina) rappresenterebbero altri metodi non distruttivi di analisi grazie ai quali l'ipotesi tissotropica o quelle alternative potrebbero essere avvallate o scartate.
Ora un dato in più lo si ha: le indagini del Professor Geraci paiono smentire le pesate di circa un secolo fa;  il peso non cambia. 

Su Wikipedia si avanzano dei dubbi sulla reale consistenza del lavoro di Garlaschelli:
È importante precisare che il gel tissotropico ottenuto da Garlaschelli manteneva le sue proprietà tissotropiche per solo 2 anni [13], quindi resta ancora un mistero come il sangue di san Gennaro possa passare da stato solido a liquido da oltre 700 anni.
Mi sembrava corretto chiedere delle specifiche al diretto interessato che prontamente (e aggiungerei gentilmente) ha risposto.
Circa la durata del nostro gel: Non mi sono mai preoccupato della stabilità nel tempo del gel stesso. So che alcuni campioni hanno resitito per dieci anni. Altri durano molto meno.
Non ho mai trovato un esperto di colloidi che mi desse dei suggerimenti.
Ma del resto, mi sono anche preoccupato poco, addirittura, di sigillare in modo perfetto i miei boccettini.
Immagino che i gel tissotropici siano intrinsecamente instabili, e che piccole variazioni nelle condizioni di preparazione possano influire sul risultato finale.  Penso alle concentrazioni dei reagenti, al tempo impiegato per mescolarli, alla dialisi, ecc.
Forse, preparando cento campioni in condizioni lievemente diverse per ognuno, e poi essendo moooolto pazienti, si capirebbe quali campioni siano più duraturi.
Sulle recenti notizie e sul lavoro del Professor  Geraci aggiunge:
Le novità ora sono quelle del Prof Geraci, che si occupava del problema da anni (v. Quaderno CICAP N. 11 - In cerca di Miracoli- p. 58.
Se davvero trattando in modi che ancora egli non ha spiegato del vero sangue, si ottenesse la possibilità di riprodurre i noti cambiamenti di stato, sarebbe una bellissima spiegazione - peraltro non miracolistica. Anche noi avevamo tentato esperimenti simili con sangue di vitello, denaturandolo e diluendolo in varie concentrazioni. Avevamo ottenuto delle gelatine più o meno sode, ma scarsamente tissotropiche.
Pero' la cosa mi interessa, anche perché il sangue (plasma e globuli) contengono macromolecole proteiche e la miscela potrebbe essere davvero più stabile di un colloide nel quale le particelle tendono a unirsi e flocculare.
Stiamo a vedere se il Geraci darà i dettagli.
Inutile dire che sono perfettamente d'accordo con il Professore: aspettiamo notizie.

Riferimenti:
Dal sito del Professor Luigi Garlaschelli
A "miracle" diagnosis
Sangue Prodigioso 
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