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martedì 23 ottobre 2012

Consigli pericolosi


Gli standard scientifici sono molto
 più rigorosidi quelli legali 
(Tom Jordan - 
Responsabile Centro Terremoti Sud California)

I consigli sono pericolosi, sia per chi li riceve che per chi li fa. Su questo non ci piove. 
Ma se sei pagato per dare consigli, allora la situazione cambia e chi deve darli non può non avere delle tutele. 
Immagino abbiate capito che l'argomento trattato riguarda la recente sentenza di sei anni di reclusione comminata agli appartenenti della Commissione grandi rischi, rei per lo Stato di non aver avvertito la popolazione dell'imminente arrivo della scossa sismica che ha poi messo in ginocchio L'Aquila e l'Abruzzo.

Da tempo il dubbio che la magistratura tenda a occupare ogni spazio della vita "civile" italiana cova nel sottoscritto. Certo c'è da dire che in Italia non ci facciamo mancare nulla, ma certo è che anche la magistratura prende sonore cantonate e diversamente dai principi etici mira al sensazionalismo anzichè alla giustizia.
Ora, è chiaro che se un consigliere interpretasse male i dati a disposizione e si adoperasse per tranquillizzare la popolazione quando un pericolo grave è imminente, non ci sarebbe alcun dubbio sulla colpevolezza dello stesso. 
Ma qui il problema è diverso: salvo quattro personaggi, l'intera comunità scientifica e gran parte della popolazione correttamente informata, sa che è impossibile prevedere con certezza un terremoto.
Il sistema di monitoraggio prevede infatti la registrazione dei vari sciami sismici così da creare uno "storico" e poter tramite esso  valutare la probabilità dell'evento e una sua possibile forza. In sostanza la previsione non è possibile in modo deterministico, ossia non può essere certa ma solo probabilistica; in altre parole si valuta la probabilità che in un periodo più o meno breve possa avvenire un sisma. 
Sappiamo ad esempio che il celebre parco di Yellowstone si trova su un punto caldo ed è una sorta di mega vulcano esplosivo la cui attività si ripete pressapoco ogni 600 mila anni. E' prevedibile che l'esplosione avrà una portata gigantesca perché vi sono tracce geologiche che lo raccontano e sappiamo che l'ultima esplosione avvenne circa 600.000 anni fa. Ora, quel "circa" tradotto in tempi geologici significa più o meno 50.000 anni. Per intenderci, 50.000 mila anni fa il genere umano era immerso in quello che oggi gli storici chiamano Paleolitico Medio: sarebbero dovuti passare altri 45.000 circa prima che l'uomo, ad esempio, inventasse la scrittura! I geologi ci dicono che in qualunque momento tra l'istante stesso in cui finirete di leggere queste righe e i prossimi 50.000 anni Yellowstone esploderà. Cosa facciamo? Evacuiamo gli USA?
Ora, leggendo qua e là chiunque può verificare che gli Appennini "scivolano" (il terremoto nell'Aquilano è stato di tipo "distensivo") verso l'Adriatico; sono movimenti tettonici ben conosciuti. Meno conosciuto è stato il terremoto che ha colpito l'Emilia, di tipo compressivo, tanto che qualcuno ha persino azzardato l'idea che si fosse formata una nuova faglia (cosa smentita dal sopravvenire di altre fonti storiche).
Sia come sia, era evidentemente possibile prevedere ambedue i terremoti, ma non in modo cosi deterministico da sapere quando, dove, né la portata della forza distruttrice, quest'ultima poi direttamente correlata alla qualità degli edifici colpiti. 
E qui viene il punto: è piuttosto curioso che i magistrati si preoccupino di incarcerare persone che studiano i dati e azzardano previsioni probabilistiche su di essi e , viceversa,  non si impegnino nell'indagare sull'attività di coloro che hanno permesso negli anni, in barba a leggi via via sempre più severe, che la penisola venisse edificata senza alcun controllo, anzi,  tra deroghe e favori, tra inadempienze e condoni, in modo che una scossa neppure poi così esagerata (o una pioggia un po' più forte...), specie se confrontata con quello che accade in altre parti del pianeta, possa causare tragedie di sì tale portata. 
Mi auguro, ma francamente così non sembra, che la magistratura, nel comminare la pena abbia davvero riscontrato clamorosi errori di valutazione dei dati altrimenti il messaggio che viene dato alla nazione è a dir poco sconcertante.
Per non parlare delle conseguenze.
Potremmo a breve osservare meteorologi prevedere tormente, burrasche e bufere al primo accenno di pioggia: non si sa mai. 
E medici, che al primo dubbio parleranno di malattia mortale, tanto comunque prima o poi moriranno tutti. 
E immagino l'oncologo che parlando di 75% di sopravvivenza a 5 anni, dovrà rispondere in caso si verifichi il 25%...).
Di certo, ad esporsi in consulenze saranno solo i disperati.
Chissà con che risultati...

AGGIORNAMENTO:

Pare che le motivazioni della sentenza siano da identificarsi nell'asservimento dei suddetti ricercatori alle volontà politiche. In altre parole i commissari della Grandi Rischi, nell'impossibilità oggettiva di determinare quando e se una scossa distruttiva avrebbe potuto verificarsi, sarebbero stati indotti a tranquillizzare la popolazione. Anche se ciò fosse vero vi sono alcune cose che non tornano. 
Innanzi tutto perché, stranamente, in questa sentenza mancherebbero completamente le responsabilità dei  mandanti, ovvero di coloro che avrebbero fatto pressione sulla commissione. In secondo luogo perché esiste il reato opposto, ovvero quello di procurato allarme. Ora, ragionando per assurdo, supponiamo che pur senza alcun riscontro scientifico i commissari avessero fatto evacuare la popolazione e poi non fosse accaduto nulla. Costoro sarebbero responsabili di ogni danno economico che tale decisione avrebbe comportato. Non solo: data l'impossibilità di fare una previsione deterministica, l'unica soluzione possibile sarebbe stato non tanto l'evacuazione ma il completo e definitivo abbandono delle aree per tutti coloro che non possedessero abitazioni certificate antisismiche.
Chiaramente la perdita di vite umane non dovrebbe mai essere paragonata ad un danno economico (ma siamo certi che ad esempio un evacuazione di massa possa venir fatta senza danni collaterali?), tuttavia il Diritto e, non da meno, la vita, contempla anche questa voce.
Rimane il fatto, al di là di tutto,  che tale sentenza è una totale sconfitta del buon senso, giacché oltre a non accertare affatto la verità, comporta come conseguenza l'impossibilità di fare consulenze in modo sereno.
In ultimo, il dubbio (chiaramente retorico): ma se il compito della Commissione Grandi rischi si limitasse a dover prevedere l'imprevedibile, quale è la logica che l'avrebbe portato alla sua costituzione?

Da leggere assolutamente il verbale della commissione riportato sul blog Bufole & CO. 

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