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lunedì 14 maggio 2012

Surrogati di amore.


Vorrei che chi sia appresta a leggere questo post piuttosto critico nei confronti degli animalisti, tenga presente due cose che reputo fondamentali:

  1. Amo gli animali, così come la natura tutta. Non ho mai avuto un cane mio, sebbene sia divenuto amico di molti. Amici che hanno cani possono testimoniare quanto ci sappia fare con loro e quanto io risulti naturalmente (il che mi ha sempre meravigliato) simpatico ai quattro zampe. Mi piacerebbe avere un cane, ma non lo rinchiuderei nel mio piccolo appartamento concedendogli pochi minuti per espletare i suoi bisogni e magari lasciarlo a casa da solo a guaire perché devo andare a cena, o da qualunque parte ove i cani non possono accedere.
  2. Ho un avversione particolare per tutte le parole che finicono in "ismo", o meglio per ciò che configurano. Moralisti, perbenisti, buonisti, animalisti, eccetera, delineano comportamenti che tendono a qualche cosa ma che non lo sono. Il moralista, richiama il prossimo ad una sua morale che egli per primo abbandona. Il buonista vuole figurare dinanzi alla società come una persona tollerante, ma è un ipocrita, spesso anche un codardo per cui stare dalla parte "giusta" comporta il non dover entrare nei problemi.
Passando alla figura dell'animalista, ritengo che egli non ami realmente gli animali, ma semplicemente si compiace dell'idea di amarli. Ovviamente esistono persone, che non inserisco nella categoria animalisti, che amano davvero gli animali e che rispettano in toto la loro natura, assecondandone il più possibile gli istinti, laddove è possibile, e governandoli laddove occorre.
Poco importa a mio parere, quanto impegno profondano gli animalisti alla causa e quanto questa possa essere corretta, almeno nel fine, quando essi giungono a conclusioni ributtanti e inaccettabili come quelle dell'immagine in apertura. Poco importa, perché tali battaglie possono essere combattute anche senza scadere nell'estremizzazione per cui l'animale assume pari valenza, se non addirittura superiore, a quella dell'Uomo.

Per esempio, personalmente ritengo il superamento della vivisezione come un passo avanti della civiltà. Un passo che deve essere fatto al più presto, su cui la scienza dovrebbe lavorare con un deciso impegno, eliminando velocemente alcune pratiche inutili per lo più condotte per la soddisfazione di qualche Mengele di turno, sia quelle sperimentazioni che hanno permesso il progresso della medicina, sostituendole, se possibile, con nuove sperimentazioni che non prevedano cavie. Ciò non vuol dire che trovo lecito approvare cretinate come quelle del manifesto qui sopra sulla vivisezione umana.
Fare una battaglia di civiltà con azioni incivili è un controsenso che denota stupidità.
Pensare che l'uomo sia peggiore degli animali anche.
Certo, vi sono Uomini che sono davvero peggio degli animali, perché a differenza di questi hanno sviluppato bisogni che gli animali non possono neanche percepire. Gli uomini distruggono, imbruttiscono, violentano la natura. Ma hanno saputo fare anche grandi cose e, a chi sostiene che siamo destinati ad autodistruggerci, io rispondo che siamo destinati invece a grandi cose. Perchè la maggior parte degli uomini è giusta, onesta e rispettosa: lo si può vedere persino dalle male cose.
Infatti, se la maggior parte di noi fosse crudele e non rispettosa, un mondo popolato miliardi di umani sarebbe soffocato letteralmente dal pattume. Invece così non è, anche se la minoranza è capace di fare grandi danni.


Chi scrive o chi approva coscientemente certi manifesti come quelli riportati (non con un fugace "mi piace" su facebook, per intenderci),  dimostrano semplicemente la frustrante difficoltà di intrattenere rapporti con  il resto dell'umanità (come altrimenti spiegare una frase come "Mi piacciono più i miei animali che la maggior parte delle persone"?).
In nessun modo l'amicizia (e i rapporto in genere) umana può essere paragonabile a quella tra uomo e animale, seppur dei secondi si può apprezzare l'incondizionata fedeltà.
Da un amico, infatti, non si deve cercare affatto fedeltà incondizionata, ma sincerità. Un vero amico rimane dalla tua parte anche quando ti viene contro, perché lo fa per il tuo bene. Essendo dotato di intelletto può vedere nel contrasto un bene maggiore: la fedeltà si configura in maniera molto più complessa e alta.

Trovo perciò triste, oltre che sbagliato, ricercare nell'animale un surrogato del rapporto che si dovrebbe avere con esseri umani. Triste, perché persone equilibrate possono amare tanto gli animali quanto gli uomini, con una qualità sentimentale che non entra in competizione ma che può coesistere.
Triste perché probabilmente essi non hanno assaporato l'intensità di un sentimento che unisce le persone, sia esso amicizia o amore parentale.
Il paragonare come nella prima immagine un figlio a un cane è, a mio parere, un'idiozia ripugnante tanto da rendere l'eventuale provocazione (ma lo è?) totalmente inutile. Al di là del fatto che io ad uno che regala il cane perché deve cambiare casa sconsiglierei vivamente di adottare alcunché.
Ma come si può anche lontanamente paragonare un cane ad un figlio? L'uno è  tuttalpiù un (ottimo) compagno di viaggio che tende a dipendere da noi, spesso perché imprigionato nella visione che ci vede l'elemento dominante. L'altro è la nostra vita, il nostro presente, il nostro futuro. E' attraverso i figli che gli uomini plasmano ciò che ci circonda, sono loro per i quali compiamo ogni nostro sacrificio, sforzo, conquista. Per partorire, madri sono disposte a morire. E padri a sacrificarsi pur di salvarli.
Forse, come dicono, un cane morirebbe per me. Ma è davvero così? Tutti i cani morirebbero per il proprio padrone o quelli che riportano le cronache sono casi sensazionali, probabilmente meno frequenti dei nostri cari anziani che spesso non sopravvivono l'uno all'altro e si lasciano andare perché privati davvero di un pezzo della loro vita?
Di contro, non vi sono altrettanti cani che invece sbranano gli uomini, fosse anche per fame o per torti subiti? Perché ciò che è bene è bene e ciò che male è giustificabile con l'istinto. E se anche l'affezione del cane fosse istinto? Basta una fedeltà incondizionata, forse peraltro dettata dall'istinto, a morire per un animale?
Di contro io non avrei dubbi sul fatto che sacrificherei la mia vita per mia figlia, ma anche per la mia compagna e se necessario anche per un amico o un compagno.
Sono cose che gli Uomini hanno sempre fatto e sempre faranno.

L'amore degli uomini, a differenza di quello che ci viene dato dagli animali va conquistato ogni giorno: non è mai dovuto, né del tutto incondizionato (non è regolato per la maggiore da istinti), ma paradossalmente è proprio il motivo per cui raggiunge vette che il rapporto uomo-animale non potrà mai immaginare. Il sentimento che si instaura tra due esseri umani è unico, si evolve, si cerca persino di renderlo eterno attraverso il ricordo. Ed è reciproco in modo intimo perché non solo l'uno ha coscienza del proprio sentimento e si nutre di quello altrui, ma può intimamente comprendere ciò che prova l'altro.
Il pensare di comprendere il cane così come si può comprendere i sentimenti umani è un'illusione.
La commozione che è in grado di dare un cane che ti festeggia al ritorno, il tenero sguardo di un cucciolo o di un cane rinchiuso in un canile, non è né può essere paragonato alle piccole cose che ad esempio, ti permette di provare un figlio. Il suo primo vagito, i primi passi, quando ti si butta al collo per dirti quanto ti vuole bene, quando ti recita la poesia della festa del papà o quando con la mano al cuore intona l'Inno di Mameli.
I cani hanno dei limiti che le persone non hanno. Anzi, nel caso dei figli sappiamo e speriamo che un giorno dovremo riconoscere quanto essi siano divenuti meglio di noi.
No! Sono convinto che un l'amore di un cane non potrebbe mai bastarmi: solo gli esseri umani possono davvero riempirmi il cuore.
Per favore, non confondiamo le cose.

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