Tempo fa avevo visto questo video sul Blog "Il Censore" e l'avevo semplicemente commentato come esilarante, perché in fondo lo è, anche se ovviamente sarebbe stato opportuno analizzare i problemi, quanto mai reali che questo video satirico propone. Se ne potrebbero aggiungere molti altri, magari la statua di quattro metri che il Vescovo Pierro ha deciso di regalarsi ( con i soldi della diocesi...) per auto celebrarsi e via di questo passo.
Ieri sera a Report (qui il link della trasmissione, qui il testo), è stato trattato il tema dell'economia dello Stato del Vaticano e se ne sono viste delle belle.
Un esempio è la percezione che il cristiano medio ha di come la Chiesa adopera l'8 per mille, ovvero in opere di carità, e della fiducia incondizionata che in essa ripone:
E via di questo passo.
La Chiesa Cattolica ha incassato per il 2008, 1002 milioni di euro (erano 210 milioni nel 1990), anche in virtù del fatto che i soldi di chi non opziona nulla sul modello di pagamento delle Imposte (ovvero il 60% degli Italiani) vengono redistribuiti sulle proporzioni determinate dalle percentuali di chi ha firmato, finendo per divenire una sorta di referendum tributario (vietato dall'art 75 della Costituzione). La Chiesa impiega questi soldi destinando il 20% in opere di carità, il 35% al sostentamento del clero, il cui numero di esponenti è calato sostanzialmente negli anni e, il 45% per le esigenze di culto. Cliccare (per ingrandire) sul Grafico 1 che visualizza il totale delle assegnazioni (espressi in milioni di euro) dal 1990, raffrontato con i soldi destinate ad opere di carità e al terzo mondo. Il Grafico 2 invece mostra gli stessi dati evidenziando la % dei soldi destinati alla carità sul totale elargito dai contribuenti italiani attraverso l'8x1000
Evidentemente bisognava seguire il suo divino esempio.
Ieri sera a Report (qui il link della trasmissione, qui il testo), è stato trattato il tema dell'economia dello Stato del Vaticano e se ne sono viste delle belle.
Un esempio è la percezione che il cristiano medio ha di come la Chiesa adopera l'8 per mille, ovvero in opere di carità, e della fiducia incondizionata che in essa ripone:
Domanda "(...)Sapete come la chiesa usa il suo 8 per mille?"
Risposta "Come mi fido della mia mamma che non mi avvelena, così mi fido della chiesa"
Risposta " Lo usa per i poveri"
Risposta "Siamo certi che lo usa bene"
E via di questo passo.
La Chiesa Cattolica ha incassato per il 2008, 1002 milioni di euro (erano 210 milioni nel 1990), anche in virtù del fatto che i soldi di chi non opziona nulla sul modello di pagamento delle Imposte (ovvero il 60% degli Italiani) vengono redistribuiti sulle proporzioni determinate dalle percentuali di chi ha firmato, finendo per divenire una sorta di referendum tributario (vietato dall'art 75 della Costituzione). La Chiesa impiega questi soldi destinando il 20% in opere di carità, il 35% al sostentamento del clero, il cui numero di esponenti è calato sostanzialmente negli anni e, il 45% per le esigenze di culto. Cliccare (per ingrandire) sul Grafico 1 che visualizza il totale delle assegnazioni (espressi in milioni di euro) dal 1990, raffrontato con i soldi destinate ad opere di carità e al terzo mondo. Il Grafico 2 invece mostra gli stessi dati evidenziando la % dei soldi destinati alla carità sul totale elargito dai contribuenti italiani attraverso l'8x1000
Grafico 1 - Cliccare per ingrandire |
Grafico 2 - Cliccare per ingrandire |
Le percentuali, però non dicono tutto: facendo degli esempi concreti si scopre che ben 9 milioni di euro sono stati destinati agli spot pubblicitari per l'8 per mille, mentre per i terremotati de L'Aquila la Chiesa ha devoluto 5 milioni e solo 2 per il disastro di Haiti.
A questo si aggiungano le esenzioni ICI (400-800 milioni di €) e altri sconti su luce e acqua, nonché il 50% di sconto sulle imposte di enti ecclesiastici che svolgono attività sanitarie o di istruzione e l'esenzione sulle'imposta sulle donazioni e lasciti. Poi c'è l'Irap e l'Ires (500 milioni di €)
Fuori dai canali dell'8x1000 poi ci sono vari sovvenzionamenti di Enti statali a favore di opere religiose (es: 50 milioni di € nella finanziaria 2004 per il policlinico dell'Opus Dei), e grandi eventi (250 milioni di €).
Queste esenzioni e sovvenzioni, peraltro, creano dei circoli viziosi per cui la concorrenza con altre imprese non di matrice religiosa diviene sleale, ovviamente a favore delle prime; la carità, che spesso si ammanta di un velo di santità, grazie all'azione di parroci di indubbio spessore morale, si fa decisamente più fosca quando salendo di grado essa si trasforma in impresa.
Caso esemplificativo può essere ancora il terremoto che ha colpito l'Abruzzo, ove a fronte di parroci che per stare in mezzo alla loro gente abitavano in tende e container (mentre il vescovo se ne andava in "villeggiatura" in un convento), c'è una Chiesa di vertice che dovrebbe gestire 35 milioni di € donati dagli Italiani ai loro sfortunati concittadini, con lo scopo di finanziare opere di emergenza.
In realtà cosa è stato fatto con quei soldi? Pare si siano acquistati terreni per poi costruirci oratori.
Utili per carità, ma non era meglio puntare a costruire attività per ricompattare o ricostruire un tessuto sociale ed economico? Evidentemente no. Come evidente l'uso che la diocesi ha fatto dei fondi stanziati dalla Regione Lombardia del "Ciellino" Formigoni, per la ricostruzione della Casa dello Studente. Oggi questa struttura non ospita studenti attinti dalle classifiche universitarie, ma quelli decisi dalla Curia. Si può definire il tutto come l'ennesimo "regalo"?
Non parliamo poi dello IOR, sarebbe troppo lungo: basti accennare che in passato è stato al centro di scandali finanziari (fallimento Rizzoli e Banco Ambrosiano) e operazioni da far impallidire persino James Bond (omicidio Sindona e caso Calvi) e che, comunque, ancora oggi, l'Istituto non si è ancora adeguato alle leggi internazionali antiriciclaggio. Se da un punto di vista tecnico lo IOR non è una vera e propria banca, non esercitando attività di credito, di fatto è a tutti gli effetti una banca cosiddetta offshore; a dirlo è Donato Masciandaro , Direttore Dop. Economia Università Bocconi.
Come usa, allora, il denaro la Chiesa di Roma?
Risposta "Siamo certi che lo usa bene"Verrebbe da dire polemicamente "da Dio", ma poi, pensandoci bene, un precedente rende tutto più chiaro: Gesù scelse come amministratore un certo Giuda Iscariota.
Evidentemente bisognava seguire il suo divino esempio.
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