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lunedì 30 maggio 2011

Libertà religiosa: se la chiesa cambia opinione (...)

Hypatia

Ho letto con piacere come la diocesi di Milano (prima), nella figura dell'Arcivescovo Tettamanzi e la CEI tutta  (successivamente), si siano dichiarati favorevoli all'edificazione di un luogo di culto di una religione, l'Islam, che benché condivida le origini con quella cristiana, ha rappresentato da sempre la storica e più temibile concorrente (per non dire avversaria).
Dio, Yahweh, Allah, infatti, sono la stessa divinità sebbene, al lato pratico, incarnino caratteristiche differenti. 
Da qualche tempo però, per la Chiesa Romana, il nemico numero uno non è l'Islam, nonostante quello che i media di centrodestra vogliono farci credere attraverso spauracchi vari se non addirittura tramite un vero e proprio terrorismo mediatico, ma l'ateismo o più prosaicamente l'emancipazione dei fedeli dai dettami percepiti rigidi oltre che invasivi di quel concetto di privacy che la religione, per sua natura, non può riconoscere.
E' tuttavia interessante sottolineare come la concessione del diritto di libertà religiosa da parte della Chiesa, che oggi appare solo relativamente sorprendente, rappresenti in realtà una vera e propria rivoluzione.
Il Cristianesimo nella Storia, infatti, si è espresso in modo diametralmente opposto alla suddetta libertà, e d'altra parte, la libertà concepita da una (qualsiasi) religione monoteista è oggettivamente un ossimoro.. Quando infatti si parla di libertà all'interno di una religione si intende una precisa locuzione, ovvero l'essere "liberi prigionieri", ossia il sottostare a rigide regole al fine di arrivare o di mantenere l'illuminazione spirituale. 
Gli esempi sono molteplici, basti pensare alle parole che tempo fa i Vescovi, ora pronti a dare l'assenso per la costruzione di una moschea a patto che si faccia nel rispetto delle leggi,  dissero a proposito dell'osservanza delle leggi qualora queste non fossero in linea con i principi religiosi:
La legge di Dio è superiore a qualunque legge umana.
Una rivendicazione di obiezione di coscienza al limite dell'istigazione a delinquere.
S.Domenico presiede un autodafè
Torniamo però alla Storia. Dopo la conversione in punto di morte dell'Imperatore Costantino, peraltro all'Arianesimo, la religione Cristiana smise di essere considerata eversiva e cessarono di conseguenza le persecuzioni. Nel giro di pochi anni però la situazione si inverte e già nel 341 a pochi anni dalla morte del grande imperatore, il figlio Costanzo II emana un editto che proibisce i sacrifici e di fatto impone la chiusura dei templi pagani. Nel 356 con un altro editto si introduce per i trasgressori delle suddette proibizioni la pena capitale. Da lì in avanti continui inasprimenti portarono a disordini spesso repressi nel sangue, molti templi vennero distrutti o riconvertiti, e la degenerazioni raggiunse il culmine nel brutale assassinio di Ipazia di Alessandria nel 415.
Nel 694 nel XVII Concilio di Toledo voluto dal monarca Visigoto Egida per ingraziarsi la chiesa cattolica, viene stabilito che tutti gli ebrei maschi venivano ridotti a schiavi e che gli ebrei minori di 8 anni dovevano essere tolti alle famiglie naturali ed affidati a famiglie di religione cristiana per essere rieducati. Ovviamente tutti i beni degli ebrei furono confiscati.
Carlomagno ordina la distruzione dell'Irminsul
Nel 782 dopo aver sconfitto i Sassoni e perpetrato il massacro di Werden ove fece decapitare 4500 Sassoni pagani, Carlomagno emana il Capitulatio de Patibus Saxoniae ove sostanzialmente mette a morte i Sassoni che rifiutano la conversione.
Probabilmente sempre in nome della libertà religiosa sul finire dell'XI secolo parte la prima Crociata, impresa resa immortale nella Gerusalemme Liberata del Tasso cui però sfuggirono le atrocità commesse dai soldati della Croce. A tal proposito basterebbe dare un'occhio alle fonti cristiane dell'epoca (anche per trovare una risposta al perchè gli arabi chiamano gli occidentali con disprezzo"crociati"):
Sulle piazze si accumulano i cadaveri a tal punto che, per il tremendo fetore, nessuno poteva resistere a restare: non v’era nessuna via, in città, che fosse sgombra di corpi in decomposizione (Raimondo di Aguilers, cappellano di campo del conte di Tolosa)
Dopo la battaglia di  Maraat an Nuuman migliaia di infedeli vennero passati a fil di spada, ma a seguito di una carestia, il cronista Albert Aquensis ci racconta come
I corpi già maleodoranti dei nemici vennero mangiati dalle schiere cristiane 
Ma anche la festa per la "liberazione" stessa di Gerusalemme dove testimoni parlavano di
una tale mischia cruenta che i cristiani si trascinavano nel sangue dei nemici fino alle nocche dei piedi
non  doveva apparire ai sopravvissuti uno spettacolo degno, visto che l'Arcivescovo di Tiro così descrisse quei momenti:
Felici, piangenti per l’immensa gioia, i nostri si radunarono quindi dinanzi alla tomba del nostro salvatore Gesù, per rendergli omaggio e offrirgli il loro ringraziamento… E non fu soltanto lo spettacolo dei cadaveri smembrati, sfigurati, irriconoscibili, a lasciar sbigottito l’osservatore; in realtà, incuteva sgomento anche l’immagine stessa dei vincitori, grondanti di sangue dalla testa ai piedi, sicché l’orrore s’impadroniva di tutti quelli che li incontravano
 A metà del XII secolo Bernardo di Chiaravalle, sempre nel nome della libertà religiosa, inventò e promosse il Malicidio giustificandolo come una sorta di guerra preventiva:
Non si dovrebbero uccidere neppure i pagani qualora ci fosse una maniera diversa per impedir loro di opprimere i fedeli. Ma, nella situazione attuale, è meglio che essi vengano uccisi piuttosto che lasciare la verga dei peccatori sospesa sulla sorte dei giusti e affinché i giusti non spingano le loro azioni fino all'iniquità.
 Dal XIII secolo in avanti, alle crociate per liberare Gerusalemme, nel frattempo perduta, si affiancano spedizioni contro le varie eresie, famosa tra le quali quella dei Catari. Il 21 luglio del 1209 a Beziers, al rifiuto della città di consegnare i 400 eretici i crociati massacrano 20000 persone (cifra indicata dai legati papali, le fonti crociate parlano invece di un milione di persone). Citano le fonti:
Corsero nella città [le armate dei Cattolici]agitando spade affilate, e fu allora che cominciarono il massacro e lo spaventoso macello. Uomini e donne, baroni, dame, bimbi in fasce vennero tutti spogliati e depredati e passati a fil di spada. Il terreno era coperto di sangue, cervella, frammenti di carne, tronchi senza arti, braccia e gambe mozzate, corpi squartati o sfondati, fegati e cuori tagliati a pezzi o spiaccicati. Era come se fossero piovuti dal cielo. Il sangue scorreva dappertutto per le strade, nei campi, sulla riva del fiume.
Catari al rogo
Durante il massacro alcuni Catari si rifugiarono in una chiesa, e pare che (la cosa è ancora discussa) il legato pontificio dando ordine di procedere con il massacro, ai dubbi dei comandanti crociati rispose:
Caedite eos! Novit enim Dominus qui sunt eius
("Uccideteli tutti! Dio riconoscerà i suoi")
Ma se l'aberrante frase è dibattuta (molto meno di quanto vorrebbe Vittorio Messori per la verità...), più sicura è la lettera scritta dallo stesso legato al Papa:
La città di Béziers fu presa e, poiché i nostri non guardarono a dignità, né a sesso, né a età, quasi ventimila uomini morirono di spada. Fatta così una grandissima strage di uomini, la città fu saccheggiata e bruciata: in questo modo la colpì il mirabile castigo divino.
Sempre a difesa della libertà religiosa (spero a questo punto sia chiaro il tono canzonatorio), il XV° secolo ci regala un gigante: l'inquisitore spagnolo Tomas de Torquemada.
Vasari
Strage di S.Bartolomeo
Nel nostro excursus sulla storia della libertà religiosa promossa dal Cattolicesimo giungiamo al XVI secolo e più precisamente al 24 Agosto 1572 quando il Re di Francia diede ordine di uccidere tutti gli Ugonotti (protestanti calvinisti francesi). Morirono circa 10000 persone per la somma gioia di Papa Gregorio XIII che festeggiò facendo coniare una moneta commemorativa e assoldando il Vasari per produrre degli affreschi celebrativi della strage.
Nel 1600 per la libertà viene messo al rogo Giordano Bruno.
Quindici anni più tardi Galileo è costretto a ritrattare una teoria scientifica perché non in linea con le credenze della chiesa.
Nel XVII secolo vengono messe al rogo un numero considerevole di donne accusate di stregoneria. Inutile riportarne il numero perché le fonti sono piuttosto contrastanti. Nello stesso secolo i Valdesi vengono perseguitati e ne vengono uccisi oltre 3000.

E via via fino ad oggi, nel nome dell'evangelizzazione o della difesa della tradizione o degli "irrinunciabili" valori cattolici, per i quali la Chiesa ha se non altro abbandonato i metodi cruenti utilizzando quelli politici.
Che sarebbero leciti, beninteso se non andassero a ledere libertà personali dei non credenti, cosa che invece la Chiesa propone sistematicamente.
A tal proposito mi preme ricordare l'invito a rinunciare al proprio diritto di voto nel referendum sulle staminali al fine di non raggiungere il quorum, cosa assai grave visto che il voto oltre che un diritto è anche un dovere. Idem per le pressioni esercitate sul trattamento sanitario obbligatorio da farsi sui malati terminali in barba al principio di libero arbitrio e dal concetto soggettivo di dignità.
Un cambio di idea quindi? No, purtroppo, si tratta solamente di un cambio di metodo.

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