Ad Expando

mercoledì 25 maggio 2011

La Moschea di Milano (and the other stories)


Che l'attuale Presidente del Consiglio, dopo la debacle personale nella prima tornata elettorale per le amministrative a Milano, sia in grosse difficoltà è evidente: ha sempre basato tutto sull'ipotesi che l'unico vero leader presente sul territorio italico fosse lui. 
Una pretesa talvolta suffragata dai fatti, talvolta pesantemente smentita (Prodi si è presentato due volte e due volte lo ha battuto, al di là dei risultati dei suoi governi), talvolta millantata e fatta passare per verità, anche grazie all'apparato mediatico che controlla direttamente come imprenditore.
Per onor di cronaca ricordiamo che nella succitata debacle, Silvio Berlusconi è stato il candidato con più preferenze in assoluto: la personale sconfitta deriva dal fatto che ha visto le preferenze dimezzarsi nonostante avesse invocato una sorta di referendum su sé stesso.
In grosse difficoltà dunque, dovute non solo allo stallo politico parlamentare, dove una maggioranza puntellata da personaggi che definire "grigi" è un eufemismo, è impegnata a garantirgli protezione e immunità mentre l'economia del Paese non decolla, ma anche alla ormai palese debolezza di un uomo la cui paura di aver perso lo smalto di un tempo è evidente.
In un Paese dove il lavoro giovanile latita, dove le donne sono ancora gravemente penalizzate, dove omofobia e razzismo in genere sono cronaca quotidiana, il "fu" presidente operaio non può più spacciarsi per  la novità in grado di cambiare il Bel Paese.
Non dopo 16 anni di militanza politica 9 dei quali al governo. 
Perduto lo smalto, ora trema e, percependo la possibilità di sconfitta, vomita tutto il suo animo bilioso, fulgido esempio di moderatezza nonché Manifesto del Partito dell'Amore, infarcendolo di menzogne e mezze verità.
Qualche esempio: zingaropoli, sinistra estrema, spettri di moschee.
Questi sono le accuse lanciate contro l'avversario politico, una prospettiva che dovrebbe essere inquietante se non fosse altro che becera campagna elettorale di un uomo sconfitto ancorché non per forza perdente.
Ho detto dovrebbe, perché non credo che esista un politico al mondo che abbia nel proprio programma quello di spaventare i cittadini: ad esempio le accuse a Pisapia, il contendente della Moratti alla carica di sindaco, di creare una "zingaropoli" sono tendenziose e non deducibili dal suo programma.
Accusare l'avversario di essere un estremista per la sua vicinanza nel passato a certi movimenti è cercare di definire qualcuno attraverso un'etichetta: esattamente come si fa quando si usa il termine "nemico".
Lo scopo è quello di privare di umanità l'avversario, renderlo impersonale e ridurlo a qualcosa di vago, meglio se antipatico.
In più, aggiungo io, è tirarsi la zappa sui piedi, visto che tutto sommato come dimostrato, il signor Bossi Umberto, l'alleato che qualche anni fa lo additava come mafioso, può vantare militanza nella medesima area e che comunque gli ex missini milanesi (La Russa) non possono certo raccontarci di un passato integerrimo.
Infine, trovo doveroso sottolineare quanto sia paradossale che accuse di estremismo vengano proprio da un uomo che fino a qualche giorno fa dava direttamente o tramite i suoi media, del cancro, degli antropologicamente diversi, degli eversori, ai giudici della procura meneghina.
Interessante a tal proposito le parole del direttore de Il Giornale, pubblicate su Vanity fair:
Nessuno osa dire che ha sbagliato Berlusconi a dare ai giudici dei brigatisti o a fare i comizi sotto il palazzo di Giustizia. Allora dicono che è colpa del Giornale, dei falchi, della Santanchè. Rispondo che sono ipocriti: se critichi Il Giornale, che sostiene le posizioni di Berlusconi, critichi il capo del partito.
Delle varie stupidate da campagna elettorale, comunque, quella che più mi ha colpito, ma immagino non era difficile da supporre,  al di là del titolo, è senza dubbio la baggianata della Moschea.
Non mi riferisco alla divertente bravata del blogger sostenitore di Pisapia, riguardo alla costruzione presso via Puppa nel quartiere di Sucate, cui lo staff della Signora Moratti ha prontamente risposto cadendo sia nel tranello che nel ridicolo.
Preferisco affrontare l'argomento su un livello diverso, spero un poco più elevato del ciarpame che aleggia sui vari quotidiani, in primis la testata milanese diretta da Sallusti, che nell'accusare il nemico di Berlusconi ( ormai la Moratti non conta più nulla), evita accuratamente di comunicare che sulla decisione di poter erigere una moschea, il Consiglio Comunale uscente si era espresso in modo favorevole già nel 2009 (appena trovo gli atti li pubblico...).
Da tempo sostengo che l'accettazione della diversità sia il viatico migliore per l'integrazione, motivo per cui, benché ritenga la religione costituita un metodo per evitare di pensare (in realtà il mio pensiero in proposito è un po' più complesso), sono convinto che la costruzione di un luogo di culto islamico possa essere una grande opportunità per la città.
Innanzitutto il riconoscimento della dignità dell'Islam potrebbe essere un modo per attirare i capitali del mondo arabo, potrebbe essere un opportunità di lavoro e, se governato in maniera intelligente, potrebbe portare nella città un nuovo monumento (a me l'arte islamica piace).
A ciò si andrebbe sommando la possibilità di tenere monitorato il movimento islamico, dando un luogo per il culto agli islamici moderati che ad oggi sono costretti a mischiarsi con le fasce oltranziste in angusti e nascosti spazi.
Non si tratterebbe quindi di favorire un'islamizzazione della città, in fondo molte capitali europee posseggono una moschea, ma di governare (e non è forse questo il compito della politica ?) anche persone che oggi sono poste ai margini e che volenti o nolenti fanno parte a tutti gli effetti della società, milanese nello specifico, italiana in generale.
Se dovessi cercare qualche cosa di negativo nell'opportunità della costruzione della moschea, potrei di contro trovarlo proprio in certi frangenti beceri della nostra società, che come dimostrano i toni dei media filo governativi, potrebbero portare non tanto all'integrazione quanto alla estremizzazione delle posizioni: sostanzialmente il mio timore è che potrebbero radicalizzarsi le posizioni dei cristiani ( o in alternativa che gli oltranzisti cristiani vedano aumentare il proprio numero), per trovarci da qui a qualche anno a scontri paradossali tra islamici moderati e talebani cattolici.
In fondo di pseudo cattolici che convinti di avere la retta interpretazione seminano tempesta in continuazione ce ne sono e, ahimè non sono poi così pochi (Magdi Cristiano Allam, Pontifex giusto per fare qualche esempio).

Nessun commento:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...