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lunedì 23 maggio 2011

Giustificazione alla pedofilia (sic!)


Il fenomeno pedofilia nella Chiesa ritorna prepotentemente alla ribalta, almeno nelle cronache.
Dico "almeno" perché sembra che
oggi sono percentualmente inferiori, nonostante il clamore mediatico, rispetto all’inizio degli anni 1950
Questo emergerebbe dal rapporto del John Jay College di cui avevo parlato nel precedente post e che ho tratto dall'articolo di oggi di Andrea Tornielli ex vaticanista de Il Giornale, oggi in forze al quotidiano La Stampa di Torino.
Mi permetto di puntualizzare che i dati si riferiscono all'emerso e che, soprattutto, che tali dati non sono, per l'appunto, emersi per volere delle autorità ecclesiastiche ma, nella stragrande maggioranza, per una sorta di outing delle vittime o a seguito di indagini della magistratura locale.
Ne è l'ennesimo esempio l'ultimo fatto di cronaca italiano che vede coinvolto un sacerdote, Don Seppia, finito in carcere a seguito di indagini condotte dalla magistratura per motivazioni differenti da quelli dell'abuso su minori (il sacerdote è rimasto invischiato in un giro di droga e solo in seguito si è scoperto delle deviazioni dell'uomo, per altro, da indiscrezioni trapelate, anche sieropositivo).
A peggiorare il quadro, travalicando il senso dell'orrore, si aggiunge la notizia proveniente dall'Olanda, dove tra i Salesiani locali, un sacerdote Don van B., settantatré anni, è risultato essere un attivista di un'associazione per la depenalizzazione della pedofilia (nonché reo di atti osceni in luogo pubblico).
Intervistato, il suo diretto superiore, Padre Spronk,  non si è detto stupito del comportamento del salesiano, ma addirittura ha rincarato la dose. L'illuminato sacerdote rispondendo alla domanda su cosa ne pensasse dei rapporti sessuali tra adulti e bambini ha risposto che :
simili relazioni non sono necessariamente dannose 
Domandandosi poi se
le norme sociali alle quali tutti dovrebbero attenersi (non siano) troppo strette.
E aggiungendo che:
Non dovremmo considerare l’età così rigidamente. Non si dovrebbe mai violare la sfera personale di un bambino se il bambino non lo desidera, ma quello ha a che fare col bambino stesso. 
Infine, se mai possa esistere un fondo a tale schifo, Don Spronk  si cimenta anche in una giustificazione delirante producendo, ad esempio, un racconto:
Ci sono anche bambini che, loro stessi, indicano che si può fare. Il contatto sessuale è allora possibile.Sono stato una volta avvicinato da un ragazzo di 14 anni che aveva una relazione con un religioso più anziano. La cosa non era più consentita e il ragazzo ne era davvero scosso, persino ferito. Diceva: “Padre Herman, ma perché volete proibirlo?”. Bene, che cosa diresti a un ragazzo così?

Già cosa dovremmo dire a un ragazzino la cui maturazione psicofisica è stata alterata dalle "forzature" di un pedofilo?
Ciò che mi fa sorridere, ma sia chiaro è un sorriso molto amaro, è che tutto ciò sarebbe colpa del relativismo e della libertà dei costumi conquistata negli anni '60.
A volte verrebbe voglia di credere in quel dio crudele che ridusse Sodoma e Gomorra un mucchietto di cenere, senonché la morale, quella vera, non può attendere un'ipotetica giustizia divina, ma deve pretendere che quella umana faccia il suo corso.

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