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venerdì 20 maggio 2011

Ascoltare Joan Baez rende pedofili


Titolo assurdo per l'assurda conclusione cui sono giunti al John Jay College of Criminal Justice di New York tracciando il rapporto sullo studio de "Le cause e il contesto di abuso sessuale di minori da parte di preti cattolici negli Stati Uniti, 1950-2002" commissionato dalla Chiesa statunitense per trovare un perché dei tanti casi di pedofilia che hanno gettato un ombra sulle comunità cattoliche e, aggiungo io, sulla credibilità e sulla forza delle lobbies a loro vicine. La conclusione, invero, non parla esplicitamente della bravissima cantautrice folk ma degli ideali libertari del '68 della rivoluzione sessuale e del rock'n'roll. 
Di cui Woodstock sarebbe il simbolo (e da qui la scelta del titolo).
Non ci vuole un genio per definire questa conclusione una stupidata colossale che sa tanto di cosa pilotata per approdare , giustificando, alla soluzione,  individuando come causa scatenante un nemico classico di certi ambienti retrogradi, quanto ottusi, dello sfaccettato ambiente cristiano americano.
La tesi sembra sintetizzarsi nell'idea che tali ideali libertari abbiano colto impreparati la curia, fino ad allora salda all'interno di tradizioni secolari e l'abbia esposta a tentazioni, cui la debole carne umana non ha potuto sottrarsi.
Joan Baez e Bob Dylan
Tutto ciò, non solo è impensabile, ma addirittura offensivo. 
Innanzitutto perché, quando si parlava di libero amore, si parlava della libertà di poterlo manifestare, senza tabù "giovanardiane" per coppie di fatto, gay o quant'altro; non dell'opportunità di stuprare bambini. 
Stranamente poi, il relativismo culturale, tanto in odio a Ratzinger e compagnia bella, avrebbe danneggiato in modo significativo, inducendo alla pedofilia, solo preti e monsignori, ovvero coloro che per scelta avrebbero dovuto essere gli esempi morali. 
Nessuna conseguenza dunque, almeno secondo la Chiesa, deriva dall'impegno di castrare gli istinti sessuali che come uomini, in quanto animali, tutti abbiamo. 
Nessuna colpa va cercata nei tentativi, fortunatamente alla fine  vani, ma sfortunatamente troppo a lungo riusciti, di tenere celato il problema al solo fine di non gettare scandalo.
Scandali che emergono, almeno dalla ricerca sopraccitata, nell'ottusità di analisi della Chiesa: pare infatti che,  contraddicendo quanto a lungo supportato da ambienti omofobici in seno alla cristianità si debba smentire  la tesi che vedeva collegate omosessualità e pedofilia, tanto che, si evince, all'aumentare del numero di omosessuali nelle fila clericali, il numero dei reati non solo non aumentava ma addirittura diminuiva. 
Si parla inoltre, almeno da quanto riportato da Corriere.it che l'omosessualità sia da ritenersi fisiologica in un ambiente maschile chiuso come quello ecclesiale. Interessante rilevazione, anche se personalmente la notizia sa un po' della scoperta dell'acqua calda.
Basterà questa ricerca pagata quasi due milioni di dollari e l'odioso cavillare tra lo stupro di un bambino e quello di un preadolescente a ripulire l'immagine della Chiesa americana ( e non solo)?
The answer, my friend, is blowin' in the wind ma qualunque cosa dica sono certo non contempli la possibilità che tali subdoli tentativi possano, se esiste e se mai l'ha avuta, restituirle il candore dell'anima.

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