Ad Expando

martedì 16 novembre 2010

Non ce la fanno

Proprio non ce la fanno a capire, questi cattolici, a meno che non si voglia insinuare che capiscano fin troppo bene e che vedano nell'assistenza del malato terminale un mercato cui non è possibile rinunciare. E per mercato, intendo denaro, molto denaro.
Mina Welby
Ieri sera, mi sono soffermato ad ascoltare la storia prima, e le parole poi, di Mina Welby, moglie di Piergiorgio le cui vicende riscossero una giusta eco mediatica, anche per via del toccante messaggio inviato dallo stesso al Presidente della Repubblica. 
Dalle parole di Mina e dal racconto di Saviano emerge infatti non tanto la volontà di morire, quanto la pretesa di poter disporre del proprio destino, la pretesa di poter discernere ciò che è vita da ciò che non lo è più, e nello specifico, quello che pare non riescono a capire i cattolici, non tanto delle vite altrui, ma della propria.
Nella storia di Piergiorgio, risalta al contrario dell'immagine che la retorica cattolica cerca di imporre,  un attaccamento alla vita assai particolare, nonché un quadro che di forza e debolezze che fa esclamare, senza timore di essere blasfemo, "Ecce Homo".

Vi sono le promesse fatte e quelle non mantenute, come quella che Mina fece al suo Piergiorgio di lasciare che la malattia lo portasse via quando la respirazione fosse diventata impossibile senza l'ausilio delle macchine.
Piergiorgio Welby
Mina non riuscì a mantenere la promessa, e Piergiorgio la perdonò: come poteva non perdonare una donna che aveva sposato contemporaneamente lui e la sua malattia? 
Vi sono poi, le ultime parole di Welby, l'ultimo dubbio, per Mina, la quale con grande umanità dissipa il tutto con quel "sono stata felice".
Vi è quella morale, alternativa a quella cattolica, che i cattolici non vogliono nemmeno pensare possa essere adottata, che prevede il discernimento di ciò che è vita da ciò che non lo è più; morale per la quale è lecito chiedersi se è sempre giusto fare di tutto per rimandare l'attimo fatale, o se in certe condizioni, la volontà   della persona debba prevalere su quella di coloro che per giuramento o per fede si sentono in dovere di fare il possibile; morale che implichi il limite di questo "possibile", quando esso rischia di divenire vero e proprio accanimento.
D'altra parte la morale cattolica è, a conti fatti, il risultato di una somma di interpretazioni fatte da alcuni uomini su "presunti testi ispirati" da una divinità, interpretazioni delle quali, per logica autoreferenziale, gli stessi uomini o i loro eredi si sono arrogati l'infallibilità. 
Morale, quella cattolica assolutamente lecita, da rispettare a prescindere in quanto tale, sebbene personalmente ritenga che il rispetto vada in qualche modo guadagnato e contraccambiato, cosa che nella millenaria storia di questa religione, dire che non sempre è stato così è semplice eufemismo.
Risibile nella sua infantile esposizione dunque il testo pubblicato sul sito di Avvenire quando nel solito inspiegabile vittimismo si denuncia che 
Mai una sola volta tra i suoi invitati uno dei 3.000 genitori delle altre Eluane, quelli che le curano nelle loro case, senza chiedere che di essere aiutati.
Al di là che non è chiaro perché una trasmissione debba in qualche modo dare voce a tutti (che senso avrebbero le scelte editoriali, che per l'appunto sono "scelte"),  è fin troppo semplice rispondere ai cattolici e alla Chiesa, di cui Avvenire è un'autorevole voce, che sia in Rai che nelle reti Private essi hanno ampissimi spazi per dire tutto quello che credono e vogliono. 
La Salma di Francisco Franco, tumulato in terra consacrata 
Inoltre non si spiega perché si debba dare per forza voce a quei 3000 genitori che di fatto per ammissione stessa dell'autore dell'articolo nulla chiedono? 

Tomba del bandito Enrico de Pedis
presso S.Appolinare, chiesa appartenente
All'Opus Dei
Nulla chiedono perché già hanno, dal riconoscimento della dignità della scelta, alle leggi e ai mezzi da esse disposte per il mantenimento di ciò che, tra illusione, fede e speranza, ritengono essere a tutti gli effetti, Vita.
La parola è stata data, ovviamente per scelta, a chi l'ha richiesta e proprio per i motivi contrari, ovvero, perché vi sono leggi che vietano e perché la propria visione della vita viene tacciata da logiche di parte, di essere immorale.
Non posso che far mie, infine i dubbi di Saviano circa le applicazioni di questa presunta superiore moralità, che ha negato le richieste esequie con rito religioso a Welby ma che le ha concesse a terroristi e a chi si è macchiato di genocidio in nome della magnanimità di dio.
Perchè di queste cose Avvenire non parla?


1 commento:

Esserina ha detto...

Adoro la tua lucidità, il modo in cui esprimi i concetti. La linearità dei ragionamenti.
Condivido tutto quello che dici.
Tu sai che io credo, sono classificata cattolica non praticante. La chiesa rifiuta ciò che libera dal controllo, le menti pensanti sono pericolose.
Io ormai da anni mi sono allontanata dalla Chiesa ma continuo a coltivare la mia fede in qualcosa di più grande. Loro sono solo uomini e come tali bramano solo il controllo, il potere e la ricchezza. Solo uomini, di cui ci si deve liberare.
Un abbraccio a te che sei un Caro Amico.
L.

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