Già, però si può ragionare e, nel farlo, ci si può accorgere che a volte concedere la buona fede a qualcuno significa implicitamente appiccicargli un'etichetta negativa: stupido o ingenuo o incompetente, e via dicendo.
A volte è persino preferibile pensare che uno dica o faccia cose in mala fede, almeno ci si può consolare di aver trovato una giustificazione razionale ad errori e malefatte.
Un lungo preambolo (come mio solito), per introdurre un ragionamento partito da un articolo scoperto casualmente dopo aver visitato il sito di Io Amo l'Italia (immagine di apertura).
L'articolo in questione è stato pubblicato sull'edizione on line de Il Giornale a questo indirizzo.
Magdi Allam convinto sostenitore che le mosche siano un covo di terroristi a prescindere scrive:
Fate una semplice ricerca all’interno del sito dell’Ansa, la principale agenzia nazionale d’informazione, inserendo il nome «moschea». Scoprirete che il 99 per cento delle notizie riguarda attentati terroristici e azioni violente che si verificano nelle moschee in tutti i Paesi del mondo, sia quelli dove i musulmani sono maggioranza sia quelli dove sono minoranza, sia quelli dichiaratamente integralisti islamici che consideriamo radicali sia quelli formalmente laici che definiamo moderati; mentre il restante 1 per cento riguarda l'annuncio delle nuove moschee che si vorrebbero costruire in Italia.
Non appena leggo il testo scuoto il capo, d'altra parte so di vederci bene e che quindi devo giocoforza credere a quanto leggo. Tuttavia da scettico, come prima cosa metto alla prova i miei pregiudizi e vado sul sito dell'Ansa (non di Google come erroneamente scritto nel commento all'articolo L'assoluto relativo di Magdi Allam), scrivo moschea e leggo i risultati. Qui sotto la schermata.
tralasciando le dichiarazioni di Totti che chissà come sono state importate per la ricerca (...) inizio a leggere, ed eliminando i doppioni scopro che:
- Coloni ultrà (israeliani) incendiano moschea in Cisgiordania
- In Yemen raid governativi centrano per sbaglio una moschea
- Cisgiordania.. Scontro esercito Israeliano Coloni abbattute tre case profanata moschea
- Gran Bretagna: ucciso un Imam al termine della preghiera
- Fine del ramadan festa nel mondo arabo
- Danimarca: sparatoria tra pakistani nei pressi di una moschea
- Iraq: attentato contro moschea 28 morti
- Siria: agenti attaccano moschea...
In effetti a parte la festa del Ramadan le altre sono notizie di cronaca che raccontano di violenze.
Già, ma a danno delle moschee. E in effetti a ben vedere nell'articolo Magdi Allam deve per forza prenderne atto sottolineando però che tali incidenti avvengono per lo più a causa di musulmani violenti e con musulmani vittime e comunque sempre con dei musulmani di mezzo. Capirete anche voi che il metodo è talmente scorretto da essere, in un certo senso, criminale. Ma vediamo lo stesso perché.
Ora, al di là dell'aspetto statistico e delle percentuali che come già più volte detto tra queste pagine troppo spesso servono per non dire nulla o meglio per far finta di dire qualcosa pur non sapendo o dicendo nulla, mi fa strano pensare che per un giornalista della cultura di Allam , un uomo, se musulmano, sia solo tale e non anche altro.
In fondo, se un mafioso dovesse uccidere un altro mafioso nelle vicinanze di una chiesa nessuno si sognerebbe mai di scrivere "cristiano ammazza cristiano vicino a chiesa" ma probabilmente scriverà " regolamento mafioso nei pressi della parrocchia". Anche se i mafiosi in questione si autodefiniscono cristiani e hanno il portafoglio pieno di santini.
Non è il solo punto ovviamente. E' piuttosto evidente che la vita di ogni giorno è fatto di una routine che non fa notizia. A farla è il fatto che esula dalla normalità e per di più "fa notizia" tanto più quel fatto è posto con insistenza all'attenzione pubblica come quando si parla di campagne mediatiche di sensibilizzazione; in altre parole quel fenomeno per cui alcune notizie si concentrano per tipologia in un breve lasso di tempo in modo martellante e poi spariscono per molti mesi, come le stragi del sabato sera, la droga, le rapine in villa ecc.
Se a questo si aggiunge che a far paura è da sempre il diverso (di colore, religione, nazionalità, usi , costumi ecc) il gioco è fatto.
Dalle mie parti, ad esempio, trent'anni fa, a far paura erano i "terroni" e, dietro tale diffidenza c'erano persino fondate giustificazioni (la delinquenza salì sensibilmente con l'arrivo dell'ultima ondata di immigrazione), che non tenevano conto però della ghettizzazione degli stessi immigrati in quartieri squallidi e privi di servizi nonché di una vergognosa generalizzazione. Fu poi la volta dei marocchini, degli albanesi, dei romeni e via dicendo.
Ora, specialmente dopo l'11 settembre è il turno dei musulmani, tutti, indipendentemente a quale della varietà di correnti essi facciano parte (sciiti, sunniti, aleviti, drusi, ecc).
Musulmani che, come il resto della società è composta sì da fanatici, delinquenti, così come da molta ( e di certo più numerosa) brava gente, onesta, rispettosa e desiderosa non tanto d'integrarsi, ma di convivere pacificamente, anche se ovviamente presupporrà il verificarsi lo scontro tra i precetti intolleranti insiti nella (propria) religione e la vita di ogni giorno, fatta di incontri con persone dotate di pregi e difetti al di là di ogni classificazione razziale, culturale o religiosa.
Pertanto quel 99% suggerito da Allam ha un non so che di marcio oltre ad avere finalità assolutamente miopi.
O davvero siamo disposti a credere che il non costruire moschee possa tenere a freno il terrorismo arabo, o finanche il mescolarsi delle culture, oppure che l'arma per catturare i cattivi musulmani sia quello di evitare l'edificazione di un luogo di culto. O che ogni moschea del mondo (quante sono e in quante accadono violenze?) sia un covo di stragisti? Siamo sicuri che ghettizzare, emarginare, sia la risposta corretta?
Per Allam e soci pare di sì, ma e qui arriviamo al punto o sono ingenui o sono in malafede.
Se sanno che non è la moschea a fare il musulmano quali sono allora i veri intenti nei confronti di queste persone, e sottolineo, persone, ovvero esseri umani?
Allam nell'articolo fa di tutto per generalizzare al fine di costruire l'assioma musulmano = violenza e arriva persino a ricordare che tre dei quattro successori di Maometto furono uccisi in moschea, ovvero, con molta probabilità l'unico luogo dove gli oppositori potevano colpirli. A questa stregua, tanto per rimanere nei luoghi comuni dovremmo chiudere i barbieri in Sicilia.
Ma davvero è il luogo che fa l'assassino?
La debolezza di ogni affermazione mi porta invece a supporre che la politica di Allam sia volta a garantire a lui e ai suoi un posto di lavoro ben remunerato (come del resto confessato spudoratamente nell'intervista al quotidiano Libero) e ben protetto da eventuali accuse di reati d'opinione.
Mi raccomando però: tutto con il beneficio del dubbio!
3 commenti:
Violenza e terrorismo nascono da Magdi Allam!
mcg c'e' una sottile linea di demarcazione tra il reazionario-cattolico e il terrorista islamico. I fatti in Norvegia ce lo insegnano
Spiegati talligalli, non credo di aver capito il senso del commento.
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