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lunedì 12 ottobre 2009

Sindonologia: quando errare è umano e perseverare è religioso – parte seconda

Metodi e Teorie 
L’utilizzo arbitrario delle fonti da parte della sindonologia si riflette anche nei metodi di ricerca, improntati più al sensazionalismo e all’autoconvincimento che altro. Apro una parentesi di merito su quest’ultimo aspetto che è paradossale: la fede, in quanto tale non dovrebbe aver bisogno di un supporto scientifico e dunque, che la Sindone sia o meno il lenzuolo che avvolse Cristo, per chi crede nella forza e nel valore delle reliquie, non dovrebbe far alcuna differenza. Il tentativo di provare l’autenticità, anche in modo disonesto denota una totale mancanza di fede e da facoltà al non credente di pensare che vi siano interessi ben più terreni e meno nobili. D’altra parte la scienza, nello specifico, non mira a screditare la fede cristiana in quanto tale e di fatto sarebbe davvero poco scientifico affermare che Cristo non è esistito o non è Dio solo per il fatto che la Sindone sia un falso medioevale.
Ritornando sul tema, negli anni si sono succedute una tale quantità di teorie a supporto dell’autenticità della Sindone che non è francamente possibile riportarle tutte, ma poiché il fine è quello di giudicare l’approccio metodologico riporterò quelle più clamorose.
  • I Pollini

In modo veloce citeremo il caso dei pollini, a detta dei sindonologi identici alla flora unica presente in Palestina. Come prova storica, la presenza di pollini compatibili con quelli dell’area palestinese non ha nessuna rilevanza anche perché tale presenza potrebbe essere frutto di inquinamento. Inoltre l’unicità della flora palestinese è, al solito, tutt’altro che provata.  Anzi, il  perito citato dai sindonologi, Max Frei-Sulzer, era già abbondantemente caduto in disgrazia (una sua perizia condannò un innocente alla pena dell'ergastolo) e i suoi metodi dichiarati superati. Oltretutto le sue analisi sono state spesso dibattute da alcuni sindonologi che nel ripetere la perizia ottennero risultati non compatibili.  Quando i campioni rilevati hanno dato risultati in linea con le teorie dei sindonologi , per uno "strano" caso sono poi andati perduti cosa che ha fatto venir meno il principio di ripetibilità di un esperimento, principio cardine della scienza moderna.
  • I Batteri e il rivestimento bioplastico

L'anno successivo alla datazione del Radio Carbonio, nella storia della Sindone entra un controverso personaggio: Leoncio Garza Valdes. Il personaggio, un medico Texano, propose una nuova teoria affermando di aver scoperto, attraverso lo studio di alcune mummie egizie, che i tessuti potevano rivestirsi di sostanze bioplastiche prodotti da alcuni microorganismi. Poiché nel effettuare una radiodatazione  si era verificata una discrepanza significativa tra l'età della mummia e le bende che l'avvolgevano, un errore di circa cinque secoli. La teoria se confermata, sarebbe stata una vera e propria rivoluzione nella metodologia di datazione del C14, un passo avanti per la scienza, senonché per Garza Valdes il rivestimento bioplastico che avrebbe dovuto rivestire la Sindone doveva rappresentare il 60% del totale: in pratica la Sindone doveva essere composta da due terzi di rivestimento e da un terzo di lino. Nel 1994, Garza Valdes tentò su un campione della Sindone l'applicazione della sua teoria applicando una soluzione enzimatica per rimuovere il rivestimento. L'esperimento fallì miseramente e né del metodo del medico texano, né del medico stesso si hanno avute più notizie in ambito scientifico. O meglio, le notizie permangono solo nei siti di critica e nei siti pro sindone, dove in genere il fallimento viene taciuto.

Nel prossimi capitoli vedremo la teoria delle monete e il caso Kuznetsov


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