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martedì 14 aprile 2009

La Gehenna

Viaggio all’Inferno



gehenna
Uscendo dalla porta sud orientale della Città Vecchia di Gerusalemme ci si affacciava sulla cosiddetta Valle dei figli di Hinnom. Tale valle prese il nome da un Clan non semitico, che depredò la Città durante il periodo del Primo Tempio (tra il X e il VI° sec AC). Tale clan seguace delle divinità Cananee, quali Baal, Molech, prese possesso della valle e ivi divenne stanziale. La Bibbia ci lascia testimonianza del Tophet di Gei Ben Hinnom, o Ge Hinnom che dir si voglia, e quindi di riti sacrificali cruenti (di cui è sempre bene rammentare, smentiti dai recenti scavi archeologici), nei quali, viene tramandato che, al ritmo di assordanti tamburi e di danze forsennate, venivano dati in pasto ad una statua bronzea i primogeniti del clan stesso. Pare addirittura che la statua avesse delle braccia semoventi in grado di portare l’infante alla bocca del dio, che rappresenterebbe l’imbocco della fornace dove l’olocausto umano veniva infine consumato. Il quadretto proposto direi che è decisamente infernale. Ad ogni modo la Ge Hinnom divenne, in seguito al divieto di re Giosia (640-609 AC), un luogo se vogliamo ancor peggiore: il re israelita vietò ogni forma di credo politeista, dissacrò i luoghi sacri dei pagani e trasformò la valle in una discarica di immondizia e di corpi che secondo la legge non meritavano sepoltura. Esemplificativo il testo di 2Re 23:4-8
4Il re comandò al sommo sacerdote Chelkia, ai sacerdoti del secondo ordine e ai custodi della soglia di condurre fuori del tempio tutti gli oggetti fatti in onore di Baal, di Asera e di tutta la milizia del cielo; li bruciò fuori di Gerusalemme, nei campi del Cedron, e ne portò la cenere a Betel. 5Destituì i sacerdoti, creati dai re di Giuda per offrire incenso sulle alture delle città di Giuda e dei dintorni di Gerusalemme, e quanti offrivano incenso a Baal, al sole e alla luna, alle stelle e a tutta la milizia del cielo. 6Fece portare il palo sacro dal tempio fuori di Gerusalemme, nel torrente Cedron, e là lo bruciò e ne fece gettar la cenere nel sepolcro dei figli del popolo. 7Demolì le case dei prostituti sacri, che erano nel tempio, e nelle quali le donne tessevano tende per Asera. 8Fece venire tutti i sacerdoti dalle città di Giuda, profanò le alture, dove i sacerdoti offrivano incenso, da Gheba a Bersabea; demolì l'altura dei satiri, che era davanti alla porta di Giosuè governatore della città, a sinistra di chi entra per la porta della città.
gehenna1La valle di Hinnom iniziò quindi ad assumere l’aspetto dell’inferno cosi come oggi viene immaginato. Proviamo a visualizzare quanto ci viene raccontato, traducendolo per immagini: vennero abbattuti i templi e le steli dedicate ai culti pagani, probabilmente in modo cruento, sicché le vittime rimasero a decomporsi a cielo aperto. La valle fu abbandonata divenendo luogo di desolazione, di fuochi fatui, di odori di putrefazione. Vennero dissacrati i Tophet (che a ben vedere erano cimiteri) e persino i corpi tumulati dei sacerdoti pagani vennero dissotterrati per essere bruciati sugli altari di Baal come viene detto poche righe dopo, in 2Re 23:16.
16Volgendo Giosia lo sguardo intorno vide i sepolcri che erano sul monte; egli mandò a prendere le ossa dai sepolcri e le bruciò sull'altare profanandolo secondo le parole del Signore pronunziate dall'uomo di Dio quando Geroboamo durante la festa stava presso l'altare.
Fiamme ovunque dunque, fatue o purificatrici. Miasmi, vermi e quant’altro. Giosia passerà alla storia per aver cercato per primo ( i suoi successori tornarono al politeismo) di unire il popolo sotto la bandiera di un unico Dio, stabilendo la supremazia di Jaweh rispetto ad altre divinità ( supremazia dunque, non unicità), ma anche come un co-creatore dell’inferno. La devastazione nella valle di Hinnom fu tale, infatti, da venir idealizzata, anche se occorrerà molto tempo ancora prima che l’inferno assuma le sembianze che crediamo di conoscere.
Ho specificato co-creatore, perché in effetti, Re Giosia dà vita, nel suo furore religioso, ad un inferno sulla terra. Sarà poco dopo, quando gli israeliti entreranno in contatto con lo Zoroastrismo che si passerà all’immaginario. Poco dopo aver epurato il regno dalle divinità pagane Giosia, evidentemente come premio per la sua fede, venne sconfitto dal sovrano Egizio Neko nella battaglia di Megiddo e perse la vita. Qualche anno più tardi Nabucodonosor deporterà gli Ebrei a Babilonia da cui verranno liberati da Ciro II il Grande, re dei Persiani, il cui credo si rivolgeva ad Ahura Mazda (l’altro nome del Zoroastrismo è Mazdaismo). Questa religione, con la sua visione dualistica del creato (bene e male), introdurrà i concetti di Paradiso e Inferno post mortem (luoghi a cui si accederebbe a seguito di un giudizio), ed andrà ad influenzare tutte le principali religioni monoteistiche, ovvero quelle abramitiche: Ebraismo, Cristianesimo e Islam.
Vedi anche:
Viaggio all’Inferno

Viaggio all'Inferno - seconda parte:

Viaggio all'Inferno - terza parte:

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