Personalmente ritengo questa ipotesi da sola per lo meno debole, sebbene sicuramente rientri nella lista delle motivazioni. In altre parole non è l’unica ipotesi, né tanto meno la più accreditata.
Maggior credito hanno le congetture che correlano la nudità al peccato.
In epoca paleocristiana erano rare in genere, le raffigurazioni di nudo, salvo che nell’iconografia della Genesi, dove ovviamente Adamo ed Eva erano nudi come da tradizione.
Infatti, è opportuno specificare che anche per la nudità, come per moltissimi altri aspetti simbolici, nel medioevo il significato era duplice. Da un lato c’era la visione della nudità legata alla sessualità e quindi al peccato, dall’altra la nudità che rifletteva lo stato di grazia prima del peccato originale. Il tutto poi è legato alla sensibilità del momento storico , estremamente diversa a a secondo dei periodi come ad esempio la visione puritana del nudo in epoca carolingia rispetto a quella più permissiva dell'epoca rinascimentale.
Il Diavolo è dunque nudo, ma non certo di un nudo espressione di grazia: infatti egli non è generato nudo, bensì è denudato; gli si contrappongono infatti angeli vestiti, spesso in armature sfavillanti. Inoltre, alla sua nudità è associata la deformità e il colore nero, a sottolinearne la lordura. Uno degli aspetti più interessanti della nudità del diavolo è la mancanza di rappresentazioni che ne evidenzino l’organo sessuale. Sembrerebbe un controsenso: il Diavolo spesso è legato a doppio filo con la sfera sessuale, si pensi ad Incubi e Succubi, o agli stessi attributi delle divinità pagane di riferimento, si pensi ad esempio all’insaziabile brama dei satiri e del dio Pan, o al Cernunnos celtico, il dio dalle corna di cervo associato ai riti della fertilità.Lo stesso atteggiamento sessuofobico del cristianesimo avrebbe dovuto in teoria, associando il piacere sessuale al peccato e quindi al diavolo, evidenziarne l’organo sessuale ed invece, paradossalmente avviene addirittura il contrario: mentre il Diavolo rimane asessuato, improvvisamente, nel tardo medioevo si verifica addirittura il fenomeno della ostentatio genitalium nella figura di Gesù: per enfatizzarne la natura umana, supportata dalla teologia dell’incarnazione, alcuni artisti iniziano a dipingere il Cristo nudo, specialmente nell'iconografia del Bambin Gesù, sebbene deve essere chiaro che tale ostentatio non mira a esaltare la virilità, e quindi la potenza (accostamento evidentemente alieno al Cristianesimo), ma come detto a sottolineare la sua natura umana.
Ritornando al Diavolo, invece egli è sì nudo, ma con le pudende ben coperte, nascoste da veli, o gonnellini, da peli (il diavolo ha spesso la parte sotto il tronco ricoperta da peli) o, se davvero nudo, di spalle, mostrando al limite l'ano, organo immondo da cui può accadere fuoriescano le anime dei dannati.
Vedi anche:
Viaggio all’Inferno
- Introduzione
- Lo Sheol
- Ba’al, Moloch e i Tophet
- La Gehenna
- Evoluzioni Infernali
- L’inferno islamico
- Dall’Ebraismo al Cristianesimo
Viaggio all'Inferno - seconda parte:
- Introduzione
- Diavoli - parte prima
- Diavoli - parte seconda
- Diavoli nell’arte
- Il volto del Diavolo – parte prima
- Il volto del Diavolo - parte seconda
- Il volto del Diavolo - parte terza: Leoni e Draghi
- Il volto del Diavolo - parte IV: a immagine dell'uomo
- Il volto del Diavolo - parte V: un povero diavolo
- Il voto del Diavolo - parte VI: brutto come un Rospo
Viaggio all'Inferno - terza parte:
Schede
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