Viaggio all'Inferno - Schede
L’aldilà dei Celti (inferno è qui inteso per lo più nell’accezione latina del termine), è un luogo controverso, che fa riferimento a diverse tradizioni spesso in contraddizione tra loro. A volte appare, infatti, come luogo di bellezza e felicità, altre include le credenze tipiche dell’area mediterranea e mediorientale assumendo la valenza di “Reame dei Morti” (Sheol ebraica, l’Amenti dell’antico Egitto, l’Ade greco, ecc), ed infine, può apparire come luogo oscuro e terribile, infestato da demoni.
L’aldilà dei Celti (inferno è qui inteso per lo più nell’accezione latina del termine), è un luogo controverso, che fa riferimento a diverse tradizioni spesso in contraddizione tra loro. A volte appare, infatti, come luogo di bellezza e felicità, altre include le credenze tipiche dell’area mediterranea e mediorientale assumendo la valenza di “Reame dei Morti” (Sheol ebraica, l’Amenti dell’antico Egitto, l’Ade greco, ecc), ed infine, può apparire come luogo oscuro e terribile, infestato da demoni.
Tali contraddizioni emergono anche nelle fonti e se da una parte è noto che i Druidi credevano ed insegnavano l’immortalità dell’anima e la trasmigrazione della stessa in un nuovo corpo (metempsicosi), dall’altra, gli scavi presso le tombe dell’era Hallstattiana e della cultura di Late hanno rivelato come i morti venivano inumati insieme ad attrezzi e a cibo quasi a voler garantire agli stessi un’esistenza oltre la morte ( vedi immagine)
L’ambiguità si riscontra peraltro anche nell’ubicazione stessa dell’aldilà: spesso infatti era un luogo vago, non posizionabile su una mappa, come ad esempio un’isola indefinita nel lontano occidente, altre volte veniva posizionata sotto colline, o in luoghi precisi e identificati, considerati dimore delle divinità (laghi, fonti, ecc.). In Irlanda, ad esempio, l’aldilà coincideva con i famosi Sidh, ovvero le colline cave ove risiedevano le creature della mitologia, tra cui i celebri Tuatha Dè Danann, ivi rifugiatisi in seguito alla sconfitta subita da parte dei figli di Mìl, antenati dei Gaeli, popolo che li avrebbero poi divinizzati. Interessante ricordare che S. Patrizio, il vescovo patrono d’Irlanda, identificò nei Sidh gli stessi Dei pagani sconfitti dal trionfante Cristianesimo. Anche le caverne sono spesso identificate come anticamera del regno dei morti, famosa quella di Cruachain, citata nell’Echtra Nerai o “Avventure di Nerae” irlandese.
Del resto sono numerose le “avventure” nell’Oltretomba, oltre alla già citata Echtra Nerae, si ricordano l’Echtra Conli, l’Echtrae Cormaic, l’Imrain Brain (viaggi di Brann) e personalmente farei rientrare anche il testo medioevale del Navigatio Saint Brendan di ovvia matrice Cristiana, ma pregno di rimandi alla cultura celtico-irlandese, che alcune testi citano tra le fonti di ispirazioni, oltre all’islamico Libro della Scala, della Divina Commedia di Dante Alighieri.
In tutti questi casi presenti per lo più nelle saghe Irlandesi, l’altro mondo era paragonabile all’Eliseo greco, un luogo di eterna felicità, dove erano bandite ogni forma di sofferenza, e persino il tempo aveva un suo proprio incedere, tanto che a pochi giorni nell’aldilà potevano corrispondere decenni o secoli nel mondo dei mortali.
Tra i vari luoghi citati nelle saghe ricordiamo, Emain Abhlach (isola delle mele) ubicata in un luogo indefinito al largo delle coste di Alba (Scozia), confusa erroneamente con l’isola di Man. L’isola, sede della Divinità marina irlandese, viene descritta nei sopraccitati viaggi di Brann, come luogo di delizie. Per gli amanti del ciclo Arturiano Emain Ablach può considerarsi una fonte ispiratrice per l’isola di Avalon.
Più famose sono Mag Mell e Tir na nOg, similari terre dell’eterna giovinezza, presenti nelle avventure di Nerae e di Oisin
Curiosa è certamente Hy Brazil, dei viaggi di S. Brandano, una paradisiaca isola al largo dell’Irlanda, riconducibile ai miti di Atlantide e del Paradiso terrestre. Il Navigatio Saint Brendan ebbe nel medioevo un così grande successo che influenzò persino la cartografia: l’isola di Hy Brazil o Hy Breasil, si trova nelle mappe Catalane di Angelino Dalorto (1325), nella Medici (1351) e in molte altre ( da notare che sono antecedenti ali viaggi di Cristoforo Colombo). Vi sono tesi, nonostante tutto improbabili, che fanno addirittura risalire il nome del Brasile, proprio a quest’isola immaginaria.
L’Annwfn gallese( l’Anaon Bretone), invece subisce un mutamento nel tempo: luogo di gioia e spensieratezza, si trasforma dapprima nel buio e terrificante regno dei morti , il Tech Duinn o, Casa di Donn divinità simile al Dis Pater Romano, poi con l’avvento del Cristianesimo, diventa l’Uffern (Inferno) come riportato nei testi del XII sec.
Nel Tech Duinn il dio Donn, viveva infatti attorniato dai morti. Con l’avvento del Cristianesimo, i monaci adattarono la figura di Donn con quello di un diavolo, causa di tempeste e naufragi e trasformarono la sua casa come luogo ove le anime dei dannati sostavano nel loro viaggio verso l’Inferno. Per quanto riguarda la presenza di Demoni nella mitologia celtica, infine, essi sono sì presenti, ma sono chiamati così in epoca tarda, molto probabilmente sempre a causa dell'influenza cristiana.
Vedi anche:
Viaggio all’Inferno
Vedi anche:
Viaggio all’Inferno
- Introduzione
- Lo Sheol
- Ba’al, Moloch e i Tophet
- La Gehenna
- Evoluzioni Infernali
- L’inferno islamico
- Dall’Ebraismo al Cristianesimo
Viaggio all'Inferno - seconda parte:
- Introduzione
- Diavoli - parte prima
- Diavoli - parte seconda
- Diavoli nell’arte
- Il volto del Diavolo – parte prima
- Il volto del Diavolo - parte seconda
- Il volto del Diavolo - parte terza: Leoni e Draghi
- Il volto del Diavolo - parte IV: a immagine dell'uomo
- Il volto del Diavolo - parte V: un povero diavolo
- Il voto del Diavolo - parte VI: brutto come un Rospo
Viaggio all'Inferno - terza parte:
Schede
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