Non so cosa sia successo, ma l'impostazione del blog è andato a farsi friggere (e senza che io abbia toccato nulla!). Le colonne a destra sono finite sotto quelle di sinistra.
Se non cambia, anzichè cercare una modella, sarò costretto a cambiare modello.
PS dovesse sistemarsi questo post si autodistruggerà dopo 10 secondi. Cercate di non essere in zona ;-)
lunedì 30 novembre 2009
Ti raserò la siepe
Sembrava che le siepi del giardino condominiale avessero lanciato la propria sfida alle sequoie californiane.
Eppure i giardinieri erano stati regolarmente pagati.
Cosa poteva mai essere accaduto?
Ora si spiega tutto...
Eppure i giardinieri erano stati regolarmente pagati.
Cosa poteva mai essere accaduto?
Ora si spiega tutto...
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Umorismo
Croci d'Italia
"Ancora una volta dagli svizzeri ci viene una lezione di civiltà"- Roberto Castelli (Lega Nord)
"Occorre un segnale forte per battere l'ideologia massonica e filoislamica che purtroppo attraversa anche le forze alleate della Lega"- Roberto Castelli (Lega Nord)
venerdì 27 novembre 2009
U.C.C.S.
Ora lo so. L'Italia è davvero una Repubblica fondata sul lavoro. Ma non è come credete voi, no di certo. Non è fondata sul lavoro dei campi, delle fabbriche, delle strade. No. L'Italia è fondata sul lavoro di un organo segreto, un ufficio per la precisione, dove ci sono persone che lavorano giorno e notte, per noi, 24 ore su 24, con turni estenuanti, con eroica abnegazione.
Un calcio all’idiozia
Un calcio all'idiozia nel calcio. Questo si dovrebbe fare.
Francamente non capisco questo sistema di tifare contro anziché per: sarebbe bello vedere negli stadi una gara a chi tifa meglio, alla tifoseria più calda, coreografica.
Invece no. Si preferisce, ad esempio, dare del figlio di buona donna ad uno dei giocatori più decisivi del mondiale vinto, parlo di Materazzi, pur sapendo che la madre di questi è passata a miglior vita (Io non riesco a dimenticare il gol nella finale dove alzando le dita al cielo dedicava il gol a sua madre).Ed è solo uno dei tanti esempi.
Da qualche tempo sono comparsi i "buuu" nei confronti di giocatori di colore fino a sfociare all'idiozia più becera con i cori tipo "se saltelli muore Balotelli" e "non esistono negri italiani".
La cosa incredibile e soprattutto insostenibile è la tolleranza che si ha di questo fenomeno.
C'è gente che giustifica dicendo:"Non è razzismo vero, serve per innervosire l'avversario", oppure "C'è strumentalizzazione: quando i cori erano polentoni contro terroni non c'era tutto questo chiacchierare".
Oppure si minimizza: "Non si può generalizzare per quattro imbecilli".
Eh no! Si può generalizzare eccome, perché ci sono tutti i presupposti per farlo.
C'è una mentalità becera dietro a queste giustificazioni portate probabilmente da persone che ormai sono abituate al fatto che allo stadio tutto è permesso: drogarsi, insultare, picchiare, distruggere, e purtroppo c'è davvero una mentalità distruttiva di questi gruppi il cui unico scopo di vita pare sia, per l'appunto drogarsi, insultare, picchiare e distruggere. E magari anche ammazzare (il caso Raciti è già dimenticato?).
Addirittura, tifoserie organizzate, ben più numerose dei "quattro imbecilli", si permettono di esporre sotto gli occhi dei tutori dell’ordine striscioni che ricordano che non dovrebbero esserci allo stadio.
Se fossero, poi, un gruppetto sparuto di teste vuote, il resto dello stadio lo sovrasterebbe, riuscirebbe a zittirlo.
Invece non lo fa, perché pochi che siano, e non lo sono, sono per l’appunto organizzati. E magari idolatrano, in una sorta di culto tribale, un "bravo" ragazzo, morto per "errore", solo perché un poliziotto (cretino come loro), gli ha sparato mentre scappava dopo una innocua rissa, con tanto di spranghe.
Dobbiamo poi tacere come questi "bravi ragazzi" siano pagati o comunque agevolati dalle società, che sono per questo corree, al di là della buona volontà di qualche calciatore (vedi recentemente Buffon) o di qualche dirigente?
Siamo davvero disposti a credere che un operaio sia in grado di pagarsi le trasferte in mezza Italia o in mezza Europa?
No. Le società calcistiche sono direttamente responsabili della degradazione del calcio, cosi come lo è la stampa sportiva, spesso in prima linea a trovare giustificazioni per i cretini tra le pieghe di articoli dallo stomachevole sapore moralistico.
Già, la stampa sportiva: quasi più incapace di descrivere il gesto atletico, e sempre più propensa a scavare nel torbido scadendo nei tormentoni da gossip.
Ed infine, la politica. Cosa fa? Nulla, al di là delle solite stupidate populiste e soprattutto inutili. Certo pretendere che vengano zittiti cori razzisti da questo Governo è utopia pura, vista la presenza al suo interno di gentaglia che con il razzismo ha costruito la propria carriera politica.
Però il fatto che lo stadio debba essere presidiato dalle forze dell’ordine in numero di centinaia a partita (distogliendole dai loro compiti) dovrebbe far pensare, specialmente alla luce del fatto che invece per venire incontro alle masturbazioni di “celodurismo” padano per pattugliare le strade si è deciso, per la sicurezza dei cittadini, di finanziare le ronde. E i poliziotti a vedersi la partita, naturalmente, con divisa antisommossa e mani legate.
Che fare allora? Io con i razzisti sarei per la tolleranza zero (galera, altro che interdizione!) e contemporaneamente obbligherei le società calcistiche, che del resto possono permettersi di tenere al libro paga panchinari di lusso o emeriti bidoni, di costruirsi il loro bello stadio e di gestirsi la sicurezza. In un solo colpo si toglierebbe ogni alibi alle Società che forse potrebbero tornare ad essere “sportive” e si darebbe loro la possibilità nonché l’onere di salvaguardare il proprio marchio.
Un ultima considerazione: per nessun motivo mi schiferebbe essere "negro", mentre a volte, essere Italiano...
giovedì 26 novembre 2009
L'Osservatore
Fa freddo.
Da quassù si intravvede un cielo colore di piombo e intanto la città è avvolta nel silenzio da una coperta di bruma.
Poche luci qua e là, qualche lampione, pochi suoni ovattati.
Una macchina parcheggiata all'angolo emette un denso fumo nero, mentre, all'interno il proprietario stringe nervosamente una sigaretta tra i denti, spenta e, con dita ingiallite, sfoglia distrattamente il giornale appena acquistato all'edicola del corso.
Non ha fretta, ma è come se ne avesse, nonostante l'alba tardi ad arrivare; nonostante l'orologio del campanile abbia appena smesso di suonare le sei.
Un rapido movimento del piede sull'acceleratore e lo sbuffo di fumo si fa più denso, il rumore del motore più cavernoso. Se non fosse che sono quassù, troppo distante, direi che nell'aria c'è odore di gasolio.
Forse sono solo i camini di troppo vecchie caldaie.
Un gatto da sotto l'auto, probabilmente acquattato in cerca di calore, schizza spaventato e attraversa la strada lanciando un miagolio lancinante.
Fortuna vuole nessuno passi per le strade.
D'improvviso si spalanca una finestra facendo filtrare verso l'esterno la luce aranciata di una lampadina ad incandescenza, ancora appesa al soffitto per i soli cavi, senza un lampadario che la contenga. Un donna si affaccia, appoggia un cuscino sul davanzale e lo percuote facendo uscire sbuffi di polvere che presto si confondono nella nebbia.
Il rumore rimbomba per il quartiere ancora addormentato, sordo e fastidioso.
Un altra finestra si apre di fronte, ne esce un uomo che inveisce volgarmente, quindi senza attendere risposta richiude le persiane sbattendole.
Intanto, un sole malato albeggia chissà dove sull'orizzonte, schiarendo l'aria livida senza che nulla prenda colore.
Non mi piace questa città, non mi piace questa gente. Anche là, sulla panchina, con la vita appesa agli aghi di ghiaccio di una notte troppo fredda, coperto di brina e pochi cartoni, un barbone attende dormendo che un altro minuto passi. E poi un altro e un altro ancora, aspettando che un Godot qualsiasi arrivi per dare un senso al tutto.
Ma pare che il senso sia già lì, da lunghi anni, nelle forme di un albero senza foglie, bruna corteccia nella bruma.
Poi, un refolo venuto da chissà dove, straniero nella calma surreale, mi scuote e volgo lo sguardo altrove, oltre il velo leggero di un vetro appannato, dietro il quale una donna è intenta a cercare, con una spazzola e pochi trucchi, di ritrovare una bellezza forse mai avuta.
Odo le rughe, la cui profondità da lungi non posso che immaginare, raccontare le mille storie di una donna, le verità vere e quelle immaginate, le sento, come dai solchi di un vinile, cantare ricordi di amori che l'hanno vissuta, usata e alla fine consumata.
Nella finestra accanto, come uno scherzo del destino, una giovane, poco più che bambina, è già desta, con lo sguardo vivace immerso in un libro di parole stampate e di un nome scritto ripetitivamente sul lato. Il nome di un giovane che non la noterà mai. Troppo acerba, ancora, e lui troppo stupido per leggere nella pallida luce dell'albore, il fulgore dorato del meriggio.
Più in là un cancello automatico sia apre accompagnato dal mesto ronzio del motore elettrico, presto sovrastato dallo stridio di gomme che mordono il cemento dal buio di una rimessa sotterranea.
Pochi passeri intirizziti dal freddo s'alzano in un volo in cerca di un luogo più sicuro mentre la vecchia automobile, gialla, schizza fuori dal passo carraio. L'uomo che la guida suda di una paura ancestrale.
Accanto a lui una donna dai capelli unti stringe tra i denti il proprio dolore.
Fanno solo pochi metri e il semaforo, fino ad allora lampeggiante si colora di rosso.
L'utilitaria frena, poi attende impaziente rombando come se ferma ad uno starter.
La donna china la testa, poi la protende all'indietro, quasi prevenendo l'accelerazione che segue al suono del clacson.
Un accelerazione breve perché da sinistra sbuca un furgoncino.
A guidarlo c'è un uomo di mezza eta, barba sfatta, guance coperte da un intricato complesso di capillari bruciate da sole e intemperie. Gli occhi sono rossi, lo sguardo vitreo, forse a causa del sonno, forse a causa di una colazione a base di vino.
Sta canticchiando una vecchia canzone di Battisti, quando i due mezzi impattano.
Lo scontro è forte, il rumore delle lamiere che si accartocciano ha un qualcosa di sinistro.
In un attimo tutte le finestre che danno sull'incrocio si aprono, c'è chi esclama, chi evoca santi e madonne.
Qualcuno chiama l'ambulanza, qualcuno scende velocemente, chi per curiosare, chi per soccorrere.
Io osservo.
Ho un senso malessere, sarei libero di andarmene ma qualcosa mi lega a questo posto.
Pare che per l'uomo alla guida del furgoncino non ci sia nulla da fare.
L'uomo dell'utilitaria si trascina a terra, probabilmente ha le gambe spezzate, il volto coperto di sangue tradisce ferite che pulite si riveleranno lievi.
La donna a terra, dall'altra parte, urla di dolore comprimendosi il ventre.
Il mio malessere aumenta ogni secondo che passa. Mi sento come costretto, anche se qualcosa mi dice che sta per arrivare il momento in cui potrò andarmene.
La nebbia si dirada, ritirandosi lentamente nei prati del parco, da lontano si ode il suono di una sirena, da vicino le urla di quella donna.
L'ambulanza arriva, seguita da un'altra e da un'altra ancora.
Il mio momento è infine arrivato.
Devo andare.
Devo nascere.
Appunti di Viaggio
Scrissi questo racconto breve, circa diciotto anni fa durante un noiosissimo servizio di guardia (medica) presso una Polveriera, durante il servizio militare. A differenza della “Guardia” vera e propria, l’Assistente di Sanità doveva semplicemente presidiare il locale adibito ad infermeria nella speranza che nessuno stesse male o, peggio, si facesse male. Per una settimana.
Il racconto soffre quindi della cupa atmosfera del posto, nonché della giovane età in cui lo scrissi.
Rileggendolo ora mi accorgo che l'osservatore-anima avrebbe forse dovuto rimanere più asettico, più distaccato. L'idea però mi piace ancora e, non avendo tempo di rielaborarlo, ho deciso di pubblicarlo così come fu scritto.
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Racconti
martedì 24 novembre 2009
Lettere sulla Sindone
Scoperte delle parole sulla Sacra Sindone. Parole crociate.
Alcune interpretazioni della misteriosa iscrizione:
- "Porco Giuda",
- "No centrifuga",
- "La soluzione a pag. 46"
Tratto da Spinoza.it
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Umorismo
lunedì 23 novembre 2009
Processo (mentale) breve
Mi ero ripromesso di parlare poco di politica, soprattutto perché voglio evitare che il Blog venga etichettato come facente parte di uno schieramento. Nel vecchio pensatoio, per le mie pesanti critiche a quell'insulsa accozzaglia di persone e partiti che era il centrosinistra fui accusato di esser pro Berlusconi.
Quando poi attaccai l'attuale Premier, ovviamente fui accusato del contrario. Mi capitò persino di essere etichettato come Gay, perché difendevo i Di.Co (o come accidenti si sarebbero chiamati), mentre semplicemente cercavo di far capire che non esiste differenza tra una famiglia regolarmente sposata e una convivente (che è il mio caso...), in quanto l'esistenza di questa è basata su sentimenti da cui derivano il reciproco rispetto e la condivisione di diritti e doveri, non sui contratti o sugli anelli.
Mi ero ripromesso di parlare poco di politica ed infatti se lo faccio è per una questione di logica.
Si parla in questi giorni di Processo Breve, dell'opportunità di snellire i processi per garantire una giustizia più veloce. Non c'è stato un solo argomento che mi ha convinto, se non quello che serpeggia sulla bocca di tutti, ovvero che sia l'ennesima legge ad personam per salvare Silvio Berlusconi.
La prima cosa che salta all'occhio è la presentazione contraddittoria del Ministro Angelino Alfano: egli nell'interrogazione parlamentare ha difeso il provvedimento asserendo che solo l'1% dei processi rischia la prescrizione. Da questo si dovrebbe dedurre che solo un processo su 100 ha in realtà gravi problemi di ritardo. Premettendo che è assai probabile che non sia così, rimane il fatto che, o Alfano mente sull'impatto del provvedimento o mente sui ritardi.
Altra considerazione da fare è l'analisi della qualità di questo fantomatico e improbabile 1%. Di che processi si tratta? Di furto di liquirizie alla fiera dell'Est , di processi di frode finanziaria che riguardano migliaia di cittadini (Parmalat, Cirio) a cui tra l'altro non viene riconosciuta la possibilità di azione collettiva (Class action), della percentuale di incidenza sul tortale dei processi imputabili a Berlusconi? Come al solito dietro le percentuali ancora il nulla.
La tesi a supporto del provvedimento poi è geniale: se i processi non vengono svolti in tot tempo vanno in prescrizione e quindi l'imputato viene assolto. Potremmo applicarlo anche nei soccorsi: se l'ambulanza non arriva in tot minuti, l'incidentato si considera guarito. Oppure in ingegneria, se la struttura non viene edificata in tot mesi si procede con la copertura.
Non si pensa minimamente a ricercare le cause del problema: ci si pone due belle fette di salame sugli occhi e si finge che il problema non sussista.
Se questo è il modus operandi del governo, mi chiedo dove siano finite le tonnellate di "munnezza" campana.
Possibile che a nessuno sovvenga che forse, dico forse, i problemi dei tribunali siano da ricercare nei continui tagli operati dagli ultimi governi? La sicurezza dei cittadini non può identificarsi nelle ronde, quando farle significa togliere risorse a Polizia e Carabinieri, né nelle trovate di alcuni sindaci sulla falsa riga del Ku Klux Klan (l'ultima denominata "Bianco Natale" fa veramente venire i brividi), ma nell'ottimizzazione delle risorse, compreso il tempo: agire nei tempi giusti è fondamentale, ma pare che sia più importante imporre i crocifissi a suon di multe.
Interessante anche la via di uscita proposta da parte della pseudopposizione dell'UDC: meglio ritornare al lodo Alfano.
Questa affermazione rispecchia di fatto le voci in Parlamento e svela il vero intento di tutto questo can can attorno alla Giustizia. Il vero scopo di tutto ciò è vaccinare Berlusconi dal virus della giustizia, nei confronti del quale la salute del nostro premier superman pare essere un tantino cagionevole.
In altre parole, Casini non solo ammette che Lodo Alfano e Processo Breve siano mezzucci per salvare Berlusconi, ma pur all'opposizione, lo ritiene persino necessario.
Solidarietà di casta o processi mentali troppo ridotti? Al nostro posteriore l'ardua sentenza.
venerdì 20 novembre 2009
Sindonologia: quando errare è umano e perseverare è religioso – parte terza
Continuiamo con la rassegna dell'approccio metodologico della Sindonologia al fine di provare che la Sindone non sia una riproduzione medievale bensì il lenzuolo del Cristo. E' però giusto fare, a questo punto un paio di precisazioni: non tutti i Sindonologi accettano le varie teorie proposte, in altre parole quando dico che la Sindonologia propone, ad esempio, la "teoria delle monetine" non vuol dire che tutti i Sindonologi sono d'accordo, semplicemente che qualcuno di essi si fa promotore della suddetta teoria. Seconda precisazione, non vi sono riferimenti bibliografici perchè scopo di questi articoli è esclusivamente quello di fare una valutazione del modus operandi.
giovedì 19 novembre 2009
Indovinello
Secondo voi dove è possibile acquistare gli oggetti sotto proposti e di conseguenza chi può essere il destinatario di tale merce, rigorosamente Made in Italy?
Vi do, un aiutino (ah, come adoro questo diminutivo!)
martedì 17 novembre 2009
Laddove la Ragione fallisce - Parte sesta
La Verità. Di tutti questo è l'argomento più difficile da affrontare, per il semplice motivo che la religione pretende di averla in esclusiva; anzi, il fondamento stesso su cui si basa è dovuto al fatto di aver ricevuto, in qualche modo, in genere tramite rivelazione divina, la Verità.
La Verità, almeno quella riguardante l'etica e la morale, dovrebbe essere una cosa certa, facile da capire, inequivocabile.
Mi perdonino i cristiani, se ancora prendo ad esempio la loro religione, ma essendo stato cristiano è quella che conosco meglio.
Ora, se leggiamo le parole del Cristo riportate nei Vangeli, ci si accorge che egli amava rivolgersi agli apostoli e in genere alle genti, tramite parabole, per venire incontro alla semplicità dell'uditorio. Predicò la sobrietà di linguaggio, promosse la schiettezza del sì e del no, in altri termini, la chiarezza.
Mi perdonino i cristiani, se ancora prendo ad esempio la loro religione, ma essendo stato cristiano è quella che conosco meglio.
Ora, se leggiamo le parole del Cristo riportate nei Vangeli, ci si accorge che egli amava rivolgersi agli apostoli e in genere alle genti, tramite parabole, per venire incontro alla semplicità dell'uditorio. Predicò la sobrietà di linguaggio, promosse la schiettezza del sì e del no, in altri termini, la chiarezza.
La cosa incredibile è che sono quasi duemila anni che la Chiesa va interpretando quelle parole e man mano le complica, le revisiona, toglie e aggiunge. E' evidente che le motivazioni di tali politica sono dovute in parte alla ricerca di un adattamento della parola divina al momento storico contingente, ma anche e soprattutto, per mantenere il controllo, proclamandosi come unica interprete possibile, e di conseguenza unica fonte di verità.
Fatto sta che, ad un analisi storica, questa verità non convince.
Non solo non convince per la presunta parola di Dio, riportata nei sacri testi, contraddittoria in moltissime sue parti (e già questa basterebbe), ma anche per l'applicazione che ne è stata fatta proprio da coloro che si arrogano l'esclusività dell'interpretazione.
Molto spesso mi sono sentito rispondere che il messaggio Cristiano non deve essere confuso o addirittura identificato con la Chiesa e i suoi dettami. "La Chiesa è fatta di Uomini" si dice, facendo intendere che essendo gli uomini fallaci, lo sono anche gli uomini di Chiesa. Quando non parlano di religione, beninteso.
I concetto tuttavia non regge.
In primo luogo perché al pari di una qualsiasi ideologia, anche il messaggio cristiano è utopia. L'idea è perfetta e tale rimane fin tanto che non diviene applicazione; ne consegue che, per giudicarne il merito si debba verificarne l'impatto, l'applicazione per l'appunto. Altrimenti, anche il Marxismo espresse il suo bel messaggio. Fu la sua applicazione a svelarne la reale valenza.
Le ideologie politiche sono state le prime a cadere perché non contemplarono che l'educazione delle masse non sarebbe riuscita ad appiattire l'uomo ad un unico pensiero.
In tal caso la strada intrapresa dalle Religioni è più lungo e subdolo, in quanto non solo mira ad incanalare il Pensiero, sottomettendolo ad un unica visione, ma si propone anche come mezzo di redenzione agli immancabili errori che l'uomo commetterà.
Non basta: ritorniamo per un attimo alle contraddizioni insite nella religione e facciamo un esempio: ama il prossimo tuo come te stesso.
Il significato è chiaro, non suscettibile ad alcuna elucubrazione successiva. E' applicabile? Sarebbe auspicabile ma, in definitiva, rimane una delle tante bellissime utopie partorite dalla mente umana. Forse un singolo, magari pervaso di santità o comunque dedito ad un cammino spirituale (che poco ha a che vedere con la religione e la sua cultura), oppure un uomo chiunque ma per singoli casi, può far suo ed applicare questo altissimo concetto, considerato il primo comandamento dei Cristiani.
I quali, beninteso, si adoperarono e non poco, potremmo dire si impegnarono, a stravolgerlo.
Ribadisco l'impegno perché a giustificazione dei bisogni del momento si arrivò a proporre carte false, giustificare eccidi di massa o a farli propri, se non addirittura a proporli.
Ora potrei capire se il fatto fosse un caso isolato nella Storia, ma poiché tali comportamenti sono sistematici, diviene lecito dedurre che o l'Uomo è di per sé una creatura non in grado di controllare i propri istinti violenti con o senza religione, o è la religione la causa dei mali che costellano la Storia: forse che voler volare troppo alto si finisce spesso per bruciarsi le ali e cadere.
Comunque la si pensi, la religione, i suoi insegnamenti e i suoi principi sono tramandati da coloro che si ergono a capo della comunità religiosa, i quali come abbiamo visto detengono l'interpretazione della rivelazione, anzi: spesso più che tramandati certe cose sono di fatto introdotte, per non dire inventate.
Fatto sta che, ad un analisi storica, questa verità non convince.
Non solo non convince per la presunta parola di Dio, riportata nei sacri testi, contraddittoria in moltissime sue parti (e già questa basterebbe), ma anche per l'applicazione che ne è stata fatta proprio da coloro che si arrogano l'esclusività dell'interpretazione.
Molto spesso mi sono sentito rispondere che il messaggio Cristiano non deve essere confuso o addirittura identificato con la Chiesa e i suoi dettami. "La Chiesa è fatta di Uomini" si dice, facendo intendere che essendo gli uomini fallaci, lo sono anche gli uomini di Chiesa. Quando non parlano di religione, beninteso.
I concetto tuttavia non regge.
In primo luogo perché al pari di una qualsiasi ideologia, anche il messaggio cristiano è utopia. L'idea è perfetta e tale rimane fin tanto che non diviene applicazione; ne consegue che, per giudicarne il merito si debba verificarne l'impatto, l'applicazione per l'appunto. Altrimenti, anche il Marxismo espresse il suo bel messaggio. Fu la sua applicazione a svelarne la reale valenza.
Le ideologie politiche sono state le prime a cadere perché non contemplarono che l'educazione delle masse non sarebbe riuscita ad appiattire l'uomo ad un unico pensiero.
In tal caso la strada intrapresa dalle Religioni è più lungo e subdolo, in quanto non solo mira ad incanalare il Pensiero, sottomettendolo ad un unica visione, ma si propone anche come mezzo di redenzione agli immancabili errori che l'uomo commetterà.
Non basta: ritorniamo per un attimo alle contraddizioni insite nella religione e facciamo un esempio: ama il prossimo tuo come te stesso.
Il significato è chiaro, non suscettibile ad alcuna elucubrazione successiva. E' applicabile? Sarebbe auspicabile ma, in definitiva, rimane una delle tante bellissime utopie partorite dalla mente umana. Forse un singolo, magari pervaso di santità o comunque dedito ad un cammino spirituale (che poco ha a che vedere con la religione e la sua cultura), oppure un uomo chiunque ma per singoli casi, può far suo ed applicare questo altissimo concetto, considerato il primo comandamento dei Cristiani.
I quali, beninteso, si adoperarono e non poco, potremmo dire si impegnarono, a stravolgerlo.
Ribadisco l'impegno perché a giustificazione dei bisogni del momento si arrivò a proporre carte false, giustificare eccidi di massa o a farli propri, se non addirittura a proporli.
Ora potrei capire se il fatto fosse un caso isolato nella Storia, ma poiché tali comportamenti sono sistematici, diviene lecito dedurre che o l'Uomo è di per sé una creatura non in grado di controllare i propri istinti violenti con o senza religione, o è la religione la causa dei mali che costellano la Storia: forse che voler volare troppo alto si finisce spesso per bruciarsi le ali e cadere.
Comunque la si pensi, la religione, i suoi insegnamenti e i suoi principi sono tramandati da coloro che si ergono a capo della comunità religiosa, i quali come abbiamo visto detengono l'interpretazione della rivelazione, anzi: spesso più che tramandati certe cose sono di fatto introdotte, per non dire inventate.
Come può essere la verità frutto di una rivelazione (o di un’invenzione) che non può avere riscontro alcuno? Chi garantisce questa verità, con che fatti?
- Parte Prima – Introduzione
- Parte Seconda – Religioni e Libertà
- Parte Terza – Religioni e Uguaglianza
- Parte Quarta – Religioni e Fraternità
- Parte Quinta - Religioni e Pace
- Parte Sesta - Religioni e Verità
- Parte Settima - Conclusioni
PS: introducendo a posteriori questo capitolo, la numerazione e i link sono stati corretti.
lunedì 16 novembre 2009
Collaborazioni
Di solito le presentazioni arrivano prima, ma ho preferito lasciare che pubblicasse il primo post.
Da ieri, il Pensatoio di McG, si avvale della collaborazione di un nuovo autore, GiPi, un carissimo amico che sopporta da qualche anno la mia inesauribile logorrea. Esperto di informatica (d'altra parte ci campa!), con una gran passione per la musica (anche perché per riuscire ad ascoltare per più di 60' Progressive Metal o hai passione, o sei masochista :D), in particolare per le 6 corde, o meglio per le 7 corde mi aiuterà a tenere questo blog, parlando di argomenti che per pudore, vista la mia ignoranza, ho finora evitato. Scrivere a quattro mani non è cosa semplice, le idee possono anche divergere, ciò che mi conforta e che mi fa credere in questo esperimento è la profonda amicizia che ci lega, nonché il fatto che posso sempre sbarazzarmene avvelenandolo con il mio liquore alla liquirizia di cui va matto (motivo per cui consiglio a sua moglie di continuare a bere quello aromatizzato all'anice :D).
domenica 15 novembre 2009
Digitale Terrestre
Ho deciso di inviare questo mio post per portare l'attenzione su un argomento del quale, più o meno tutti hanno sentito parlare, anche perché è difficile ignorare i "sottili" messaggi che la televisione manda in merito. Da domani 16 novembre, il Lazio sarà un'altra regione che avrà sradicato il vecchio metodo ti trasmissione analogica, per passare alla nuovo Digitale Terrestre: sistema negli anni '70 provato dagli USA e dal 1998 in utilizzo nel Regno Unito - ma si sa che noi arriviamo con calma - che se in Sardegna ha visto il via nel 2003, e la cui transizione si è completata il 27 ottobre 2008.
Questa operazione di modernizzazione, obbliga chiunque abbia un televisore, acquistato prima del 3 aprile del 2009, ad acquistarne uno nuovo, o a fornirsi di un Decoder.
Qui la jungla si fa più fitta.
L'associazione DGTVi (fondata da RAI, Mediaset, Telecom, Frt, Dfree e Aleranti-Corallo) ha deciso di inventare il sistema del bollino di colore diverso per distinguere le funzionalità di ciascun dispositivo per la ricezione del digitale terrestre (in sigla Dvb-T): bollino grigio, blu, bianco ed gold.
Il grigio (non Gandalf) è anche chiamato zapper ed è quel dispositivo privo di smart card (la tesserina da inserire) e di collegamento Mhp (Multimedia Home Platform - Piattaforma Multimediale per Casa): consente solo la visione dei programmi in chiaro.
Il blu identifica i decoder interattivi, che dispongono di smart card e di doppino telefonico per l'utilizzo dei servizi Mhp, interattivi appunto, che sono a pagamento.
Il bianco (né Gandalf né manco per idea Saruman) indica un televisore con decoder integrato ed un apposito ingresso dove inserire la Cam, ovverosia l'adattatore, spesso da acquistare separatamente, per la smart card.
Il gold è l'ultimo nato, e sta ad indicare un dispositivo (decoder ed in futuro televisore) in grado di ricevere canali in alta definizione anche sul digitale terrestre.
"GiPi ma... i videoregistratori te li sei scordati?"
Mi spiace, molti NON SONO ancora in grado di interpretare il nuovo Dvb-T: la legge obbliga solo i produttori di televisori, a fornirli con decoder integrato.
Quindi attenzione all'acquisto: siate certi di quel che mettete nel carrello!
"Ok, ok, ma almeno posso vedermi il Calcio in HD con l'ultima offerta Premium del Premier, vero?"
Ehm... forse.
"Come forse?? Ahò!! Ma li mor@#*%!"
Ecco, ora mi tocca andare di nuovo sul tecnico: se il vostro dispositivo è dotato di un ingresso per la smart card di tipo Ci (Common Interface), vi conviene affidarvi alla radio o ad una delle trasmissemiche (neologismo derivato dall'unioni delle parole "trasmissioni" e "polemiche"). Se invece siete così fortunati da aver un dispositivo con ingresso di tipo Ci+ (Common Interface Plus), buona visione!
Insomma, o vi fate una cultura, o non vi sarà facile, e neppure economico, accedere alla strabordante e meravigliosa quantità e qualità di canali culturali che mamma tv potrà offrirvi.
Ironico eh?
GiPi
Questa operazione di modernizzazione, obbliga chiunque abbia un televisore, acquistato prima del 3 aprile del 2009, ad acquistarne uno nuovo, o a fornirsi di un Decoder.
Qui la jungla si fa più fitta.
L'associazione DGTVi (fondata da RAI, Mediaset, Telecom, Frt, Dfree e Aleranti-Corallo) ha deciso di inventare il sistema del bollino di colore diverso per distinguere le funzionalità di ciascun dispositivo per la ricezione del digitale terrestre (in sigla Dvb-T): bollino grigio, blu, bianco ed gold.
Il grigio (non Gandalf) è anche chiamato zapper ed è quel dispositivo privo di smart card (la tesserina da inserire) e di collegamento Mhp (Multimedia Home Platform - Piattaforma Multimediale per Casa): consente solo la visione dei programmi in chiaro.
Il blu identifica i decoder interattivi, che dispongono di smart card e di doppino telefonico per l'utilizzo dei servizi Mhp, interattivi appunto, che sono a pagamento.
Il bianco (né Gandalf né manco per idea Saruman) indica un televisore con decoder integrato ed un apposito ingresso dove inserire la Cam, ovverosia l'adattatore, spesso da acquistare separatamente, per la smart card.
Il gold è l'ultimo nato, e sta ad indicare un dispositivo (decoder ed in futuro televisore) in grado di ricevere canali in alta definizione anche sul digitale terrestre.
"GiPi ma... i videoregistratori te li sei scordati?"
Mi spiace, molti NON SONO ancora in grado di interpretare il nuovo Dvb-T: la legge obbliga solo i produttori di televisori, a fornirli con decoder integrato.
Quindi attenzione all'acquisto: siate certi di quel che mettete nel carrello!
"Ok, ok, ma almeno posso vedermi il Calcio in HD con l'ultima offerta Premium del Premier, vero?"
Ehm... forse.
"Come forse?? Ahò!! Ma li mor@#*%!"
Ecco, ora mi tocca andare di nuovo sul tecnico: se il vostro dispositivo è dotato di un ingresso per la smart card di tipo Ci (Common Interface), vi conviene affidarvi alla radio o ad una delle trasmissemiche (neologismo derivato dall'unioni delle parole "trasmissioni" e "polemiche"). Se invece siete così fortunati da aver un dispositivo con ingresso di tipo Ci+ (Common Interface Plus), buona visione!
Insomma, o vi fate una cultura, o non vi sarà facile, e neppure economico, accedere alla strabordante e meravigliosa quantità e qualità di canali culturali che mamma tv potrà offrirvi.
Ironico eh?
GiPi
Fonti: Wikipedia, PC Professionale n°224 Novembre 2009
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sabato 14 novembre 2009
La TV degli Odori
Ho recentemente letto un articolo sul Blog "Un Medico di Famiglia Incazzato" intitolato "Odori e Fiction" nel quale, con il consueto stile sarcastico dell'autore, si ragionava sull'aumento del numero delle persone che si avvicinano a Medicina, intendendo la facoltà universitaria, sulle ali delle famose Fiction televisive americane che tanto successo stanno avendo. Forrest (il Nick dall'autore del blog), si domanda cosa accadrebbe qualora la TV oltre a suoni ed immagini, trasmettesse anche le sensazioni olfattive. Molto probabilmente le iscrizioni alla Facoltà di Medicina subirebbero un netto calo: chi non ha mai dovuto sorbirsi i miasmi di pustole purulente, arti in cancrena non può capire.
Le parole di Forrest mi hanno fatto tornare indietro nel tempo, quando per alcuni mesi operai come infermiere militare durante la contestatissima missione dell'Esercito Italiano in Somalia.
Ebbene, in quella terra devastata da anni di guerra civile, anche se preferirei definirla "etnica" (l'accostamento della parola guerra a civile mi suona come un ossimoro), i miei occhi videro una grande quantità di orrori: da malattie deformanti, come la poliomielite e lebbra (mi perdonino i medici di professione se utilizzo termini o aggettivi impropri) a quelle debilitanti, dovute ad infezioni di vario tipo.
Non scorderò mai quella bimba di circa sei anni a cui venne via il cuoio capelluto, lasciando in vista il sottile strato sottostante, completamente coperto di liquido purulento, per il semplice passaggio di una spazzola.
Ma credetemi ciò che mi colpì non fu la vista, né il pianto misto di dolore e angoscia, ma tutto questo insieme unito agli odori.
In una guerra poi, gli odori che si mischiano sono molteplici, alcuni dei quali non sono neppure legati ad un qualcosa di particolare.
C'è odore di sporcizia, di sudore, di un misto dei due. Odore strano che sa di terrore, o di un misto di esaltazione e paura.
C'è odore di olio e acciaio, di piscio e di merda.
Se va male, di sangue versato, che quando è tanto da rendere l'argilla fangosa ha un odore raccapricciante. Come la carne umana che brucia, anche se non s'odono grida perché si sta cremando un arto in cancrena amputato. E poi c'è l'odore della morte, dei corpi che veloci si decompongono.
C'è odore di sporcizia, di sudore, di un misto dei due. Odore strano che sa di terrore, o di un misto di esaltazione e paura.
Se va male, di sangue versato, che quando è tanto da rendere l'argilla fangosa ha un odore raccapricciante. Come la carne umana che brucia, anche se non s'odono grida perché si sta cremando un arto in cancrena amputato. E poi c'è l'odore della morte, dei corpi che veloci si decompongono.
Il tutto viene amplificato dall'adrenalina che acuisce i sensi all'inverosimile, che altera le percezioni di tempo e di spazio, che ci riporta all'atavico stato di preda-cacciatore per cui la natura ci ha creato o, forse, solamente per ricordarci della bestia che cova dentro ognuno di noi.
Come scrissi anni fa, in guerra, i veri morti sono quelli che sopravvivono .
Cosi come la medicina dunque, anche la guerra non può essere percepita, nella sua drammatica e terribile essenza, se non anche attraverso l'odore.
Senza i suoi miasmi, la versione cinematografica, persino la più cruda, non è che un pallido fantasma dell’orrore che essa rappresenta.
E’ per questo che quando si giudica a piè leggero medici che rischiano la carriera professionale pur di salbvare perfetti sconosciuti o assassini soldati di istanza nelle missioni all’estero mi sale subito la rabbia.
Ma come possiamo sputar sentenze sulle azioni di gente che, fosse anche per lavoro, è immerso costantemente in un orrore "con" volto, voce e lezzo indicibili, noi piccoli perbenisti i cui figli vogliono fare la cacca dall’amichetto perché la di lui mamma ha messo il profumino nel cesso o che armati di telecomando crediamo di avere in mano lo scettro del dominio del mondo?
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venerdì 13 novembre 2009
Haka (Ka Mate)
RINGA PAKIA
batti le mani sulle cosce
UMA TIRAHA
Tira fuori il petto
TURI WHATIA
Piega le ginocchia
HOPE WHAI AKE
Segui con le anche
WAEWAE TAKAHIA KIA KINO
Batti il piede più forte che puoi
KA MATE KA MATE
E' la morte è la morte
KA ORA KA ORA
E' la vita è la vita
KA MATE KA MATE
E' la morte è la morte
KA ORA KA ORA
E' la vita è la vita
TENEI TE TENGATA PUHURUHURU
Questo è l'uomo dai lunghi capelli
UPANE UPANE
Su per la scala, su per la scala
UPANE KAUPANE
Sino alla cima
WHITI TE RA
Il sole risplende!
Un benvenuto alle leggende del Rugby e, naturalmente, forza Azzurri!!!
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Le Iene smontano il 2012
Beh, certo, non proprio le Iene, direi più Margherita Hack (che non ha bisogno di presentazioni), il professor Domeneci (dipartimento di Scienze Etno Antropologiche dell'Università di Bologna), gli scienziati dell'European Space Agency e il Cicap.
Le Iene si sono limitate a confezionare il servizio nel loro inconfondibile stile.
Non ho visto la puntata, quindi, anche in considerazione del fatto che in questi giorni mi sto occupando d'altro, di fatto "rubo" e riporto la segnalazione di Brrrainblog (che spero non me ne voglia).
Per vedere il filmato cliccare sulla figura.
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lunedì 9 novembre 2009
Maometto pedofilo?
A volte osservare l'essere umano, apre profondi interrogativi e suggerisce risposte fino ad allora impensabili. Devo sperare, per la fiducia che ho del genere umano, che la signora Santanchè, non creda in quello che dice ma, da politica frustrata e incapace, cerchi visibilità attraverso la rissa (verbale e non).
Non voglio entrare questa volta nei meriti o nei demeriti di una religione, nè entrare nel vuoto della testa di questa donna , ma proporre alcuni spunti.
Innanzitutto come si può pretendere di applicare i dettami etico morali della propria cultura a un uomo di cultura differente? Stiamo parlando di un uomo nato nella penisola arabica e che lì visse a cavallo tra il VI e il VII sec. Basterebbe andare a verificare cosa accadeva all'epoca per sottolineare la stupidità della Santanchè. Qualche esempio? Nel 771 Carlo Magno sposò in terze nozze (dopo aver ripudiato le prime due) la tredicenne Ildegarda che le diede ben nove figli il primo dei quali a quattordici anni. Una delle più intriganti Imperatrici del medioevo Teofano (o Teofane) andò in moglie all'Imperatore Ottone II di Sassonia all'età di 14 anni. Questo non certo perché anche gli Imperatori Cristiani erano dei pedofili, beninteso, ma semplicemente per constatare che anche in secoli successivi a quelli di Maometto, le usanze erano assai diverse da quelle attuali. Innanzitutto la vita media delle donne era, all'epoca, inferiore a quella degli uomini: l'età infantile terminava all'incirca attorno ai 7 anni, dopo i quali iniziava la pubertà che terminava attorno ai dodici anni. Da allora divenivano adulte. A 30-40 una donna era già considerata vecchia, e senza dubbio, viste le condizioni di vita altomedioevali, di certo giovane non era.
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venerdì 6 novembre 2009
Giudici miopi, fede cieca, crocifissi umanistici e altri discorsi senza senso
Sembrerebbe, detta così, che un buon oculista possa risolvere il tutto. In realtà trovo paradossale che coloro che predicano la fede cieca redarguiscano l'altrui miopia, e giocando con le parole, mi pare persino lapalissiano che un miope veda più di un cieco, ma tant'è.
Che poi, tutta questa introduzione è solo un mero esercizio di sofisma, cui nemmeno io che l'ho pensato do importanza, anzi lo reputo addirittura poco sensato.
Trovate questa introduzione surreale o addirittura delirante?
Beh, è la degna introduzione per commentare un articolo senza senso pubblicato da un giornale filoclericale quale Il Foglio, diretto da Giuliano Ferrara.
L'articolo in questione vorrebbe trattare il tema del significato umanistico del crocifisso, naturalmente come difesa dei valori cristiani in relazione alla ormai celeberrima sentenza della Corte di Strasburgo. La difesa in questione è data a padre Samir Khalil Samir, un gesuita egiziano. Vediamo cosa dice:
Entriamo nel dettaglio:
Il crocifisso ha un valore umanistico e (...) la decisione della Corte Europea dei Diritti Umani riguardo al divieto di affissare crocifisso nelle scuole italiane è grave. Essa suscita una triplice riflessione: la prima sul crocifisso e suo significato, la seconda sulla Corte Europea e il suo orientamento, la terza sull’identità dell’Europa.
Il crocifisso è oggi un simbolo cristiano che parte da un fatto: un uomo chiamato Gesù e soprannominato Cristo è stato condannato a morte per crocifissione dal prefetto romano Ponzio Pilato nell’anno 30 circa. Il fatto è riportato da storici giudei e romani del primo secolo. Da quest’atto volontariamente accettato dal Cristo (e dalla sua risurrezione affermata dai suoi discepoli) è nato il cristianesimo.
Prima si evoca la storia come testimone e, a dire il vero, tutta sta documentazione giudaica e romana non è poi così consistente, ed anzi ben poche cose coincidono, e poi subito dopo si entra in un discorso fideistico assolutamente non storico. Si può credere all'accettazione volontaria della crocifissione, alla resurrezione e perfino che la nonna di Cappuccetto Rosso esca viva dal ventre del lupo. Ma non è provabile storicamente, quindi l'accostamento è per lo meno scorretto.
Da allora, il crocifisso, oggetto di obbrobrio, è diventato simbolo di fede per miliardi di persone e più ancora simbolo di amore. Quest’uomo Gesù ha così rovesciato il senso della croce, a causa della propria vita: morendo, ha dato significato al fatto di dare la vita per altri. Così la croce, indipendentemente dal cristianesimo e dalla fede cristiana, ha preso un significato umanistico: dare la vita per salvare altri è l’atto umano più nobile...
No. Il crocifisso assume i significati che vogliono i cristiani solo per i cristiani. Per un animista, faccio un esempio, ma anche per un ateo, quel simbolo non ha nessuna valenza. I cristiani sostengono che Gesù sia stato crocifisso per redimere i peccati del mondo. Un non cristiano vede nella croce null'altro che un tremendo sistema per porre fine alla vita di un uomo, nel caso specifico, ipotizzo, per aver tentato un colpo di stato (Entrata in Gerusalemme a cavallo di un asino, il Titulus Crucis).
...Ora, nel mondo contemporaneo, questa realtà è diventata rarissima. Anzi, vediamo dappertutto nient’altro che atti di violenza per ‘farsi giustizia’. Atti di violenza che suscitano violenza più grande, e così ad infinitum. Il crocifisso, ben inteso e ben spiegato ai bambini, è l’antitesi della violenza.
Quanto al fatto che il senso del crocifisso vada spiegato sottintende due cose. La prima, che se non spiegato appare per quello che è, ovvero un uomo nudo torturato e appeso ad una croce, quindi simbolo di violenza. Due, che il crocifisso occorre, così da poterlo spiegare e giustificare quindi la religione nelle scuole (che beninteso ha ragione d'esserci ma per altri più culturali motivi).
Condivido: può avere. Non come dice poi, deve avere. Capisco l'augurio che il Gesuità si fa, non il fatto che perché lo dice lui gli altri lo devono fare. L'italiano prevede il condizionale quando si parla di possibilità. Potrebbe essere anche un errore di traduzione, ma per la mia esperienza, il religioso si pone spesso, troppo spesso, in questi termini.Certo, il crocifisso ha significato particolare per il cristiano, ma può avere un significato umanistico bellissimo per ogni essere umano. Ed è in questo senso che il non cristiano (ebreo, musulmano, non credente, ecc.) lo deve prendere. Siccome il cristianesimo (in particolare nella forma cattolica) ha modellato l’Italia, è certo che è diventato un elemento profondissimo della cultura italiana.
Interessante il periodo del "siccome" quasi che un merito, sempre che ci sia e che sia esclusivo di una parte, garantisca tutto ciò che si vuole. Interessante che, benché la sentenza sia della Corte Europea, ci si riferisca solo all'Italia, probabilmente l'unica nazione che il Vaticano può ancora considerare sua provincia. Che la Chiesa abbia modellato l'Italia è apparentemente vero, nel senso che l'ha modellata da un punto di vista politico e di conseguenza sociale. Sbagliato è pensare che l'abbia modellata spiritualmente, altrimenti ricadremmo nell'assurdo che è proprio il cristianesimo causa di tanti mali che affliggono il Belpaese (il che se è in parte vero, per gran parte non lo è).
A questo punto interviene Aldo Giordano, osservatore permanente al Consiglio d'Europa.
Se questo è un osservatore io sono una ballerina di danza classica: mi scusi il signor Giordano, ma se fosse vero quello che afferma da dove deriverebbe tutto questo can can? Forse il signor Giordano si era distratto un poco. O forse no, è proprio addormentato (o cieco?). Infatti poco dopo aggiunge:Il simbolo della croce è un simbolo che impressiona proprio perché è un simbolo che unisce, raccoglie, va veramente al di là delle differenze, anche delle differenze di Credo
Caspita! Dobbiamo rileggere ciò che l'inventore del cristianesimo, San Paolo, dice a proposito delle donne? O ricordare il perché del veto del Vaticano sulla depenalizzazione dell'omosessualità?Sinceramente, non vedo come potrebbe ‘suscitare la discriminazione contro le donne e gli omosessuali
"Gli stati che non riconoscono l'unione tra persone dello stesso sesso come 'matrimonio' verranno messi alla gogna e fatti oggetto di pressione"
Nessuno ha chiesto di sostituire i simboli religiosi cristiani con quelli di altri paesi e culture. Come nessuno chiese che venissero distrutti i templi millenari quando Teodosio decise per il cristianesimo come religione di Stato.Tutto questo ci pone delle domande sul valore di questa “Corte Europea dei diritti umani” e sulla sua filosofia. Ci pone inoltre domande sulla concezione che si fa della cultura e dell’identità dell’Europa, diffusa tra uomini di decisione. Al limite, ci ha l’impressione che le identità estranei all’Europa hanno più diritto ad esistere che le identità millenarie! E’ un autoflagellazione che va sempre più di moda!”.
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Laddove la Ragione fallisce - Parte settima
Siamo arrivati alla fine di questo lungo e, spero, non tedioso ragionamento all'interno del quale ho cercato di dimostrare come e perchè la Religione sia, come dichiara il titolo, un fallimento della Ragione. Prima di concludere credo sia opportuno specificare come io mi pongo di fronte al metafisico ed in particolare al divino. Mi rendo conto che sarebbe stato più corretto inserire tale aspetto nel prologo ma tant'è. Innanzitutto chi scrive non è ateo e, probabilmente, neppure agnostico almeno nel senso più usato del termine. Ho una mia concezione della spiritualità che mi pone piccolo di fronte ad un'immensità che non capisco e che contemporaneamente mi affascina.
Non sono un sostenitore del disegno intelligente: probabilmente se un Dio c'è, ha un intelligenza che sfugge alle nostre regole, tuttavia pare davvero impossibile da concepire (ah, i limiti della ragione!) che tutto ciò che ci circonda, queste leggi che da pochi secoli, a volte da pochi anni, comprendiamo sia frutto del caso. Forse perché è difficile vedere l'ordine nel caos, o il caos nell’ordine e se filosoficamente possiamo arrivare a concepire certi concetti, difficilmente possiamo con onestà affermare di essere in grado di comprenderli.
Almeno oggi.
Almeno io.
Proprio per queste cose non riesco a concepire la religione come fonte unica di verità e, di fatto, ai miei occhi, essa altro non è che una sovrastruttura basata su dogmi assurdi e per lo più inutili: cosa si dovrebbe dedurre, ad esempio, dalla verginità di Maria:
davvero l'imene intatto è sintomo di assoluta purezza d'animo? Quale fondamentale valore aggiunto conferisce l'imene alla sua presunta santità? Ma soprattutto, è possibile giustificare o finanche comprendere che chi nel passato rese pubblici i dubbi su concetti simili finì per bruciare gli ultimi istanti della sua vita tra le fiamme di un rogo (o anche "solo" marcire in carcere)?
La realtà è che la Religione pur dicendo tutto, non spiega nulla (ecco dove s'annida il germe del fallimento!) e, peggio, sostiene di possedere l'unica verità, in quanto rivelata. I sacerdoti (di qualunque religione) pretendono di poter giudicare senza essere oggetto di giudizio essendo loro, benché umani, latori dell'unica verità possibile in quanto rivelata.
Ma la miseria del loro messaggio troppo spesso si sintetizza in un banale "armiamoci e partite".
E infine suadente, la religione canta con voce di sirena di un creato antropocentrico, fatto per l'uomo, in funzione dell'uomo. Che mirabile illusione! Fa male pensare di essere cariche elettriche vaganti sull'orlo dell'abisso della nostra ignoranza, serve una giustificazione, un'idea che siamo qualcosa di più: così anziché accontentarci di procedere nella cerca della verità assumiamo, grazie alla religione, un'idea che ci faccia sentire meglio. E infatti abbiamo creato il concetto del Dio degli Uomini, a giustificazione dei nostri errori e nella speranza di un futuro migliore. Un Dio capace di giustificare guerre, massacri , umiliazioni e che lascia impotente i topi urinare sopra i suoi altari e gli uccelli a defecare sulle statue votive di uomini venerati santi, mentre le tarme divorano come in una blasfema eucarestia i corpi di lignei crocefissi.
La religione indica come strada verso la verità, la santità, ovvero la totale remissione alla provvidenza divina, l'abbandonarsi totalmente a Dio. La Ragione dal canto suo indica un'altra strada, più irta, alla ricerca della conoscenza e della comprensione dell'universo, sia esso creato o no. L'una suggerisce, anzi impone, soluzioni definitive: ciò che vedi è così perché lo dico io; l'altra per sua natura dubita persino di ciò che i sensi percepiscono e non accetta di fermarsi, ma procede e forse davvero un giorno giungerà a bussare alle porte di un ipotetico Dio, che se c'è, è certo migliore di quello a immagine dell'uomo suggerito dalle Religioni.
Ora, mi scuso se nell'evocare immagini forti o persino violente possa aver urtato la sensibilità di qualcuno, ma è difficile non farlo parlando di religione.
Un po' bruscamente, concludo qui, almeno per ora, giacché concludere non è tra i verbi che prediligo: nasconde un'intrinseca sconfitta, specie alla luce del fatto che pensiero è soprattutto elaborazione.
davvero l'imene intatto è sintomo di assoluta purezza d'animo? Quale fondamentale valore aggiunto conferisce l'imene alla sua presunta santità? Ma soprattutto, è possibile giustificare o finanche comprendere che chi nel passato rese pubblici i dubbi su concetti simili finì per bruciare gli ultimi istanti della sua vita tra le fiamme di un rogo (o anche "solo" marcire in carcere)?
La realtà è che la Religione pur dicendo tutto, non spiega nulla (ecco dove s'annida il germe del fallimento!) e, peggio, sostiene di possedere l'unica verità, in quanto rivelata. I sacerdoti (di qualunque religione) pretendono di poter giudicare senza essere oggetto di giudizio essendo loro, benché umani, latori dell'unica verità possibile in quanto rivelata.
Ma la miseria del loro messaggio troppo spesso si sintetizza in un banale "armiamoci e partite".
E infine suadente, la religione canta con voce di sirena di un creato antropocentrico, fatto per l'uomo, in funzione dell'uomo. Che mirabile illusione! Fa male pensare di essere cariche elettriche vaganti sull'orlo dell'abisso della nostra ignoranza, serve una giustificazione, un'idea che siamo qualcosa di più: così anziché accontentarci di procedere nella cerca della verità assumiamo, grazie alla religione, un'idea che ci faccia sentire meglio. E infatti abbiamo creato il concetto del Dio degli Uomini, a giustificazione dei nostri errori e nella speranza di un futuro migliore. Un Dio capace di giustificare guerre, massacri , umiliazioni e che lascia impotente i topi urinare sopra i suoi altari e gli uccelli a defecare sulle statue votive di uomini venerati santi, mentre le tarme divorano come in una blasfema eucarestia i corpi di lignei crocefissi.
La religione indica come strada verso la verità, la santità, ovvero la totale remissione alla provvidenza divina, l'abbandonarsi totalmente a Dio. La Ragione dal canto suo indica un'altra strada, più irta, alla ricerca della conoscenza e della comprensione dell'universo, sia esso creato o no. L'una suggerisce, anzi impone, soluzioni definitive: ciò che vedi è così perché lo dico io; l'altra per sua natura dubita persino di ciò che i sensi percepiscono e non accetta di fermarsi, ma procede e forse davvero un giorno giungerà a bussare alle porte di un ipotetico Dio, che se c'è, è certo migliore di quello a immagine dell'uomo suggerito dalle Religioni.
Ora, mi scuso se nell'evocare immagini forti o persino violente possa aver urtato la sensibilità di qualcuno, ma è difficile non farlo parlando di religione.
Un po' bruscamente, concludo qui, almeno per ora, giacché concludere non è tra i verbi che prediligo: nasconde un'intrinseca sconfitta, specie alla luce del fatto che pensiero è soprattutto elaborazione.
Vedere anche:
- Introduzione
- Religioni e Libertà
- Religioni e Uguaglianza
- Religioni e Fraternità
- Religioni e Pace
- Religioni e Verità
- Identità di popolo e religione
- Conclusioni
giovedì 5 novembre 2009
Aggiornamento sondaggi
Devo premettere che considero i sondaggi presenti nei giornali un pessimo sistema per capire il reale pensiero della gente. I motivi sono molteplici, posso citare quelli che reputo particolarmente discriminanti. Innanzitutto il fatto che sono sondaggi on line, cosa che certamente sottrae al campione la fetta della popolazione più anziana, probabilmente più legata alle tradizioni. In secondo luogo perché già di per sé la testata giornalistica ha un suo indirizzo politico ideologico il che crea una selezione del campione a monte. Infine perché essendo sondaggi specifici vota solo chi sente il problema.
Ecco il motivo per cui ho riportato sondaggi indicando le testate e ho scelto solo quelli che riportavano il n° dei votanti. Perché allora riportare i dati? Perché per quanto esprimono al di là dei numeri e delle battute il fatto che c'è in Italia un nutrito numero di persone che approvano ciò che il Ministro La Russa vorrebbe morte, come riportato nel video qui sotto,
Alle ore 17:00 odierne
TESTATA | N° VOTANTI | FAVOREVOLI | CONTRARI |
Corriere.it | 38491 | 21747 (56%) | 16744 (44%) |
Repubblica.it | 75245 | 47706 (63%) | 27037 (36%) |
LaStampa.it | 11373 | 6573 (57%) | 4800 (42%) |
TOTALE | 125109 | 76026 (61%) | 48581 (39%) |
(Per favorevoli si intendono gli italiani d'accordo con la Corte di Strasburgo, con Contrari gli Italiani che vorrebbero i crocifissi nell'arredo scolastico)
Per vedere a cosa si riferiva l'On. La Russa, invece, basta dare un'occhiata qui sotto:
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Confronti impossibili
Ieri, Cardinal Bertone:
"Questa Europa del terzo millennio ci lascia solo le zucche delle feste recentemente ripetute e ci toglie i simboli più cari. Questa è veramente una perdita. Dobbiamo cercare con tutte le forze di conservare i segni della nostra fede per chi crede e per chi non crede”
Qualche secolo fa :
"Questo Impero ci lascia solo zucchetti e ci toglie i simboli più cari. Questa è veramente una perdita. Dobbiamo cercare di conservare i segni della nostra fede"
Zucchetto = copricapo a forma di piccola calotta sferica, portato dagli ecclesiastici, di colore diverso secondo la dignità | copricapo della stessa foggia portato dagli ebrei osservanti | (estens.) qualsiasi copricapo di forma simile.
mercoledì 4 novembre 2009
Crocifissi: I sondaggi a mia disposizione dicono…
Perdonatemi ma non ho saputo resistere alla tentazione di fare il verso al nostro demoscopico premier.
da Corriere.it
La cosa che mi sfugge è cosa intendono per "maggioranza cattolica".
Crocifisso: perdita di tradizioni o mutazione della società?
Ieri la Corte di Strasburgo ha sentenziato che:
La presenza del crocifisso, che è impossibile non notare nelle aule scolastiche potrebbe essere facilmente interpretata dagli studenti di tutte le età come un simbolo religioso, che avvertirebbero così di essere educati in un ambiente scolastico che ha il marchio di una data religione (...)
(La Corte) non è in grado di comprendere come l'esposizione, nelle classi delle scuole statali, di un simbolo che può essere ragionevolmente associato con il cattolicesimo, possa servire al pluralismo educativo che è essenziale per la conservazione di una società democratica così come è stata concepita dalla Convenzione (europea dei diritti umani, ndr), un pluralismo che è riconosciuto dalla Corte costituzionale italiana. (...) L'esposizione obbligatoria di un simbolo di una data confessione in luoghi che sono utilizzati dalle autorità pubbliche, e specialmente in classe, limita il diritto dei genitori di educare i loro figli in conformità con le proprie convinzioni e il diritto dei bambini di credere o non credere. La Corte, all'unanimità, ha stabilito che c'è stata una violazione dell'articolo 2 del Protocollo 1'insieme all'articolo 9 della Convenzione.
Apriti cielo (cosa che i credenti avrebbero voluto accadesse letteralmente), subito i nostri governanti , i quali, evidentemente, non hanno null'altro di più importante da fare, si sono scagliati contro la corte parlando per iperboli al fine di sottolineare, i "tentativi di azzerare la nostra identità" (Ministro Sacconi), o la "Sentenza aberrante" (On. Buttiglione). La vetta però, la raggiunge senza dubbio la Nostra Signora della Pubblica Istruzione On. Gelmini, nei contenuti persino più stizzita dell'On. Binetti:
Non è eliminando le tradizioni dei singoli paesi che si costruisce un'Europa unita, bisogna anzi valorizzare la storia delle nazioni che la compongono.
Ogni tanto, quando serve, la Storia diventa uno strumento comodo da usare.
Già, perché se da un lato sarebbe opportuno valutare il merito e la sostanza di queste presunte radici cristiane (ci sono ma ce ne sono di tutti i tipi, ne ho già discusso qui), non sarebbe affatto male entrare in questa benedetta Storia e soprattutto giocare a carte scoperte, analizzandola nel suo insieme, e non partendo da un punto come fosse l'inizio di tutto. D'altra parte, se andassimo ad analizzare i metodi utilizzati dal Cristianesimo, dopo che questi era divenuto, con Teodosio, religione di Stato, troveremmo numerose similitudini con quanto sta avvenendo oggigiorno.
O vogliamo, davvero, credere ed affermare che prima del cristianesimo non vi erano delle tradizioni?
Lasciamo, per un attimo, perdere le valutazioni morali sulle persecuzioni e la sistematica distruzione o conversione dei templi pagani in chiese, che andrebbero comunque storicizzate, ciò che è essenziale davvero è mettere in risalto il programma politico in tali pratiche celate.
Per mutare una società, già largamente in crisi, i Cristiani non esitarono a sovrapporre e a sostituire le vecchie tradizioni con le loro (Natale, Ognissanti solo per fare qualche esempio), a volte semplicemente attraverso ispirate predicazioni, altre, come si è detto, in modo cruento, svilendo l'altrui credo, demonizzandolo ( nel vero senso della parola) fino ad arrivare agli eccessi delle purghe del 1600 ( ed epoche successive). Potremmo arrivare a sostenere quindi, parafrasando l'On.Gelmini, che il Cristianesimo si affermò eliminando le precedenti tradizioni, svilendo e demonizzando la storia dei popoli.
La realtà è che la crisi delle religioni pagane era in atto da tempo e che, probabilmente, il Cristianesimo trovò un terreno fertile nonché una situazione politica tali da permettergli di affermarsi come religione universale (in Europa per dire il vero). Oggi, evidentemente ad essere in crisi è proprio il Cristianesimo.
Di fatto, a differenza di qualche secolo fa, la Chiesa non ha più il potere di ricatto che poteva avere sui sovrani, potere venuto meno con il sorgere delle Democrazie e a differenza delle leggi dell'Uomo, concepite per governare il proprio tempo, quelle presunte divine sono divenute col passare del tempo inadeguate e persino imbarazzanti. Oggi per avere un qualsivoglia peso presso i governi la Religione deve giocoforza far leva sulle superstizioni: fingendo di combatterle le creano. Basti pensare che il Cardinal Bertone oggi fa ancora riferimento alle zucche di Halloween creando un confronto che francamente non regge (e aggiungo io, rimarca le difficolta della Chiesa).
Lasciamo, per un attimo, perdere le valutazioni morali sulle persecuzioni e la sistematica distruzione o conversione dei templi pagani in chiese, che andrebbero comunque storicizzate, ciò che è essenziale davvero è mettere in risalto il programma politico in tali pratiche celate.
Per mutare una società, già largamente in crisi, i Cristiani non esitarono a sovrapporre e a sostituire le vecchie tradizioni con le loro (Natale, Ognissanti solo per fare qualche esempio), a volte semplicemente attraverso ispirate predicazioni, altre, come si è detto, in modo cruento, svilendo l'altrui credo, demonizzandolo ( nel vero senso della parola) fino ad arrivare agli eccessi delle purghe del 1600 ( ed epoche successive). Potremmo arrivare a sostenere quindi, parafrasando l'On.Gelmini, che il Cristianesimo si affermò eliminando le precedenti tradizioni, svilendo e demonizzando la storia dei popoli.
La realtà è che la crisi delle religioni pagane era in atto da tempo e che, probabilmente, il Cristianesimo trovò un terreno fertile nonché una situazione politica tali da permettergli di affermarsi come religione universale (in Europa per dire il vero). Oggi, evidentemente ad essere in crisi è proprio il Cristianesimo.
Di fatto, a differenza di qualche secolo fa, la Chiesa non ha più il potere di ricatto che poteva avere sui sovrani, potere venuto meno con il sorgere delle Democrazie e a differenza delle leggi dell'Uomo, concepite per governare il proprio tempo, quelle presunte divine sono divenute col passare del tempo inadeguate e persino imbarazzanti. Oggi per avere un qualsivoglia peso presso i governi la Religione deve giocoforza far leva sulle superstizioni: fingendo di combatterle le creano. Basti pensare che il Cardinal Bertone oggi fa ancora riferimento alle zucche di Halloween creando un confronto che francamente non regge (e aggiungo io, rimarca le difficolta della Chiesa).
L'eliminazione del crocifisso dalle scuole, è a mio avviso un segno del tempo, più che un vero e proprio affronto alle tradizioni, ormai poco sentite, specialmente dalla gioventù. Quando si giunge ad un crocevia sarebbe opportuno capire la strada che si ha percorso, e se si è arrivati a questo punto è perché l'Europa sta rigettando quella che considera non tanto rivelazione divina ma un qualcosa da sopportare che però non deve essere motivo di interferenza.
Quali sono, allora, le motivazioni della crisi? Posso solo azzardare qualche risposta. L'elevarsi della cultura media, le scoperte scientifiche, storiche, gli scandali (IOR, Pedofilia) favoriti anche dalla rapidità delle comunicazioni, le obsolete pretese, evidentemente stanno fiaccando sempre più le membra della Chiesa.
Quali sono, allora, le motivazioni della crisi? Posso solo azzardare qualche risposta. L'elevarsi della cultura media, le scoperte scientifiche, storiche, gli scandali (IOR, Pedofilia) favoriti anche dalla rapidità delle comunicazioni, le obsolete pretese, evidentemente stanno fiaccando sempre più le membra della Chiesa.
Per quanto riguarda invece i politici, vorrei accennare una polemica : se proprio vogliono manifestare il loro credo, mettano in mostra la bella collanina con il crocifisso pendente, magari in sobrio oro e si preoccupino più delle strutture, inesistenti, inadeguate o cadenti delle scuole Italiane, sia che si parli di computer, materiale didattico, aggiornamento per gli insegnanti, sia che ci si riferisca ai muri su cui eventualmente avrebbero dovuto essere posizionati i tanto discussi crocifissi. Alla scuola servono certamente di più.
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