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lunedì 23 novembre 2009

Processo (mentale) breve



Mi ero ripromesso di parlare poco di politica, soprattutto perché voglio evitare che il Blog venga etichettato come facente parte di uno schieramento. Nel vecchio pensatoio, per le mie pesanti critiche a quell'insulsa accozzaglia di persone e partiti che era il centrosinistra fui accusato di esser pro Berlusconi.
Quando poi attaccai l'attuale Premier, ovviamente fui accusato del contrario. Mi capitò persino di essere etichettato come Gay, perché difendevo i Di.Co (o come accidenti si sarebbero chiamati), mentre semplicemente cercavo di far capire che non esiste differenza tra una famiglia regolarmente sposata e una convivente (che è il mio caso...), in quanto l'esistenza di questa è basata su sentimenti da cui derivano il reciproco rispetto e la condivisione di diritti e doveri, non sui contratti o sugli anelli.
Mi ero ripromesso di parlare poco di politica ed infatti se lo faccio è per una questione di logica.
Si parla in questi giorni di Processo Breve, dell'opportunità di snellire i processi per garantire una giustizia più veloce. Non c'è stato un solo argomento che mi ha convinto, se non quello che serpeggia sulla bocca di tutti, ovvero che sia l'ennesima legge ad personam per salvare Silvio Berlusconi.

La prima cosa che salta all'occhio è la presentazione contraddittoria del Ministro Angelino Alfano: egli  nell'interrogazione parlamentare ha difeso il provvedimento asserendo che solo l'1% dei processi rischia la prescrizione. Da questo si dovrebbe dedurre che solo un processo su 100 ha in realtà gravi problemi di ritardo. Premettendo che è assai probabile che non sia così, rimane il fatto che, o Alfano mente sull'impatto del provvedimento o mente sui ritardi.
Altra considerazione da fare è l'analisi della qualità di questo fantomatico e improbabile 1%. Di che processi si tratta? Di furto di liquirizie alla fiera dell'Est , di processi di frode finanziaria che riguardano migliaia di cittadini (Parmalat, Cirio) a cui tra l'altro non viene riconosciuta la possibilità di azione collettiva (Class action), della percentuale di incidenza sul tortale dei processi imputabili a Berlusconi? Come al solito dietro le percentuali ancora il nulla.
La tesi a supporto del provvedimento poi è geniale: se i processi non vengono svolti in tot tempo vanno in prescrizione e quindi l'imputato viene assolto. Potremmo applicarlo anche nei soccorsi: se l'ambulanza non arriva in tot minuti, l'incidentato si considera guarito. Oppure in ingegneria, se la struttura non viene edificata in tot mesi si procede con la copertura.
Non si pensa minimamente a ricercare le cause del problema: ci si pone due belle fette di salame sugli occhi e si finge che il problema non sussista.
Se questo è il modus operandi del governo, mi chiedo dove siano finite le tonnellate di "munnezza" campana.
Possibile che a nessuno sovvenga che forse, dico forse, i problemi dei tribunali siano  da ricercare nei continui tagli operati dagli ultimi governi? La sicurezza dei cittadini non può identificarsi nelle ronde, quando farle significa togliere risorse a Polizia e Carabinieri, né nelle trovate di alcuni sindaci sulla falsa riga del Ku Klux Klan (l'ultima denominata "Bianco Natale" fa veramente venire i brividi), ma nell'ottimizzazione delle risorse, compreso il tempo: agire nei tempi giusti è fondamentale, ma pare che sia più importante imporre i crocifissi a suon di multe.
Interessante anche la via di uscita proposta da parte della pseudopposizione dell'UDC: meglio ritornare al lodo Alfano.
Questa affermazione rispecchia di fatto le voci in Parlamento e svela il vero intento di tutto questo can can attorno alla Giustizia. Il vero scopo di tutto ciò è vaccinare Berlusconi dal virus della giustizia, nei confronti del quale la salute del nostro premier superman pare essere un tantino cagionevole.
In altre parole, Casini non solo ammette che Lodo Alfano e Processo Breve siano mezzucci per salvare Berlusconi, ma pur all'opposizione, lo ritiene persino necessario.
Solidarietà di casta o processi mentali troppo ridotti?  Al nostro posteriore l'ardua sentenza.



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