Ad Expando

lunedì 8 febbraio 2010

Niente comunione ai Gay

Niente comunione ai gay conclamati perché "l'omosessualità è un disordine".  E' parola di Dio.
Beh, non proprio, quella di Dio, almeno nell'Antico Testamento prevedeva la morte. 
Con la Buona Novella invece più semplicemente si affermava che gli omosessuali non avrebbero goduto del regno di Dio; se non altro avevano salva la pelle.
Omosessualità uguale a disordine è stabilito dal Concilio Vaticano II, mentre niente comunione ai gay conclamati è l'ultima sparata di un vescovo, più precisamente di Monsignor Scatizzi  vescovo emerito di Pisa, il quale sostiene che i preti non debbano somministrare la comunione, in quanto l'omosessualità, qualunque cosa sia è peccato.
Ho detto l'ultima perché pare ci sia in atto una sorta di mobilitazione dei vescovi toscani: il 25 Gennaio, Monsignor Babini era stato ben più esplicito, tirando in ballo anche la politica:
"La pratica conclamata della omosessualità é un peccato gravissimo, costituisce uno scandalo e bisogna negare la comunione a tutti coloro che la professino, senza alcuna remora, proprio in quanto pastori di anime. Io non darei mai la comunione ad uno come Vendola."
Con un certo pudore, ma si potrebbe anche dire più malignamente, con una bella faccia di tolla, lo stesso vescovo aggiunge:
"...con gli omosessuali é necessario usare delicatezza e misericordia e alla fine il giudice ultimo é Dio, pertanto sulla Terra nessuno é autorizzato ad emettere sentenze".
Strano, sembrava il contrario, specie dopo esserne uscito con dichiarazioni di sublime cristiana tolleranza:
"Mi fa ribrezzo parlare di queste cose e trovo la pratica omosessuale aberrante, come la legge sulla omofobia che di fatto incoraggia questo vizio contro natura".
Ma quali sono i motivi teologici che giustificano certe affermazioni?
Ad illuminarci c'è il vescovo di Lucera, monsignor Zerrillo:
"Se davanti a me, specie in un centro piccolo in cui tutti sanno tutto di tutto, il dare la comunione ad una persona del genere può causare scandalo é quindi meglio non darla . Sarebbe saggio generalmente prevenire queste cose o al massimo amministrarla e poi dirgli amico non provarci più, per scongiurare uno scandalo ancora maggiore"
Mi piacerebbe chiedere ai suddetti monsignori cosa ne pensano invece del peccato di Pedofilia, quello che la chiesa stessa e i suoi araldi dichiarano essere  una derivazione diretta dell'omosessualità:
"...queste tendenze omosessuali fortemente radicate presuppongono la presenza di un istinto che può risultare incontrollabile. Ecco: da qui scaturisce il rischio pedofilia. (...)"
Così recitava l'On. Binetti, quando si parlava di test per verificare l'orientamento sessuale dei futuri preti, proprio in relazione allo scandalo Pedofilia che stava (e sta tuttora) coinvolgendo migliaia di preti cattolici e non, nel mondo anglosassone (ovvero laddove le pressioni del Vaticano non sono sufficienti per operare la censura).
Mi piacerebbe sapere perché tali preti, omosessuali e quindi pedofili, almeno secondo l'aberrante ragionamento della Chiesa (spero sia chiaro che disapprovo in maniera netta questo accostamento), abbiano potuto liberamente impartire i sacramenti e nella peggiore delle ipotesi sono stati allontanati dalla comunità offesa e spostati in un'altra dove hanno potuto liberamente somministrare la comunione  soddisfacendo contemporaneamente  i propri turpi desideri sessuali su creature indifese quali, per antonomasia, sono i bambini.
Stride enormemente la differenza delle parole usate per gli omosessuali (aberranti, ributtanti) e quelle per denunciare i preti pedofili:
"Le dure parole di Gesù contro chi scandalizza uno di questi piccoli  impegnano tutti a non abbassare mai il livello di tale rispetto e amore". (Benedetto XVI)
"Scandalizzare" Mr. Ratzinger? Si dice "abusare" o meglio ancora "violentare".

Riferimenti:
Repubblica "Un altro vescovo: niente comunione ai gay"
Corriere "Il Papa denuncia la pedofilia nella Chiesa"
Corriere "Binetti: un rimedio contro i pedofili"
Pontifex.Roma





4 commenti:

NoirPink - modello PANDEMONIUM ha detto...

E poi fingono di scandalizzarsi (a volte; a volte preferiscono dire che depenalizzare l'omosessualità sarebbe un gran male) per quello che succede nei paesi dell'Africa e dell'Asia dove gli omosessuali sono uccisi o imprigionati... Forse anche qui in Italia dovremmo dire: "Nel mio paese la mia sessualità è reato"

Unknown ha detto...

Sebbene ci siano ancora molti pregiudizi, alcuni dei quali derivanti proprio dalla morale cattolica che nel nostro paese è radicata da secoli, ritengo che comunque l'Italia sia un paese abbastanza tollerante (sarebbe meglio rispettoso, ma tant'è), specialmente se confrontato con alcuni paesi mediorientali o africani. Io stesso non posso che definirmi che un semplice tollerante, giacché ad esempio certi atteggiamenti sopra le righe ( che evidentemente sono il mio limite) mi infastidiscono e altro non posso fare che tollerarli. Questo non significa che non trovo giusto alcune battaglie sui diritti, come ad esempio i Di.Co, o più ancora sul sacrosanto diritto di amare come e chi ci pare, nei limiti del rispetto delle persone, ancor più se bambini. Mi schifano invece determinate prese di posizione che più che morali sono moralistiche nonché certe affermazioni che sembrano arrivare dalle buie sale dell'inquisizione. Va detto, però, che il sito Pontifex.Roma, riunisce le "anime" più oltranziste del cattolicesimo (es: i Lefebvriani): come è giusto che sia, non si faccia di ogni erba un fascio.

Anonimo ha detto...

Premesso che le citazioni contenute nell'articolo mi fanno orrore (anzi, grazie per avermele fatte conoscere: sapendo che la Binetti se n'è andata ora sono ancora più contento...), devo per la prima e spero unica volta spezzare una lancia in favore di Benedetto XVI(!): lui dice "scandalizza" perchè parla non dell'esempio o altro, ma delle *parole* di Gesù, più esattamente "Chi invece scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, gli conviene che gli venga appesa al collo una macina da mulino e sia gettato nel profondo del mare".
Che poi evitare di chiamare le cose col loro nome lo faccia anche spontaneamente è un altro discorso ;D

Unknown ha detto...

Avevo colto il riferimento evangelico; quello che mi scandalizza è che queste sono considerate dure prese di posizione. Ratzinger dovrebbe (fin troppo bene) sapere che per anni l'istituto che lui stesso ha diretto non faceva altro che lavorare per evitare scandali (per la chiesa s'intende) spostando preti pedofili da una diocesi all'altra, sostenendo di fatto il diritto della chiesa di lavare i panni sporchi a casa propria (giudicare ma non essere giudicata). Con buona pace delle vittime.
Se questo è tutto quello che sa fare per mostrare il suo sdegno...

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