Ad Expando

giovedì 20 dicembre 2012

Ripensamenti.


A volte capita che si cominci qualcosa, guidati da ottimi (ma sempre opinabili) propositi. Poi, le cose si evolvono e ci sono piccole deviazioni, ognuna delle quali perfettamente giustificabili e magari dettate da buon senso, fino a che, ad un certo punto ci si sofferma e si scopre che ogni buon proposito iniziale è stato tradito e, peggio, si è sconfinato nel ridicolo.

Così è accaduto anche al mio paese, dove una zelante direttrice scolastica ha deciso di mettere fuori legge le merendine. Il rischio con brioche, caramelle e bibite è di ritrovarsi con una generazione di obesi.
Personalmente ritengo che la scuola debba avere un ruolo didattico e solo in seconda istanza educativo, in altre parole, prima di imporre un divieto sarebbe stato opportuno fare una campagna di sensibilizzazione sulla  pericolosità di una dieta squilibrata esageratamente ricca di zuccheri e grassi. 
Ma la direttrice scolastica evidentemente ha pensato in modo differente e ha deciso di procedere con l'imposizione del divieto: nessuno osi portare la "merendina", al più un frutto.
In linea di massima la cosa è discutibile, opinabile, comunque sia accettabile, soprattutto se non si vuole portare tutto sulla questione di principio.
Certo, come genitore avrei gradito uno zelo maggiore nella costituzione del programma didattico, che invece era piuttosto vago e lasciato totalmente all'iniziativa delle maestre che si sono arrabattate alla meglio in pochi giorni, peraltro presentato senza la firma della direttrice stessa. A parte il programma di religione, che evidentemente è già pronto dai tempi del Concilio di Trento (personalissima polemica).
Magari avrei gradito vedere la mia piccola e i suoi amici impegnati nella recita di natale, sostituita quest'anno tra la delusione generale, con un'opera teatrale per bambini a cui i genitori non sono ammessi; e già si parla di far saltare la festa di fine anno (ma la notizia è, per così dire, di corridoio,quindi tutt'altro che certa).
Non solo, forse, ma dico forse,  dovendo iscrivere la bimba alle primarie non sarebbe stato poi così male che si permettesse agli istituti l'organizzazione di un "open day" (cosa che peraltro fanno tutte le scuole pubbliche e private al di fuori di quelle facenti capo alla direttrice di cui sopra), anzichè lasciare tutto in mano ad un comitato genitori che non è nemmeno in grado, per varie ragioni, di garantire che l'anno prossimo (o fa due anni) la scuola del paese non venga chiusa come accaduto, proprio quest'anno a quella del paese vicino.
Ma che si pretenderà mai da una direttrice scolastica? 
Un bando alle merendine ovviamente. E c'è da dire che, complice forse la crisi, non mi risulta che nell'istituto ci siano problemi di bambini obesi, ma tant'è. Che poi si sa,  proibire prevenire è meglio che curare.
L'altro giorno però parlando con la mia piccolina, ho scoperto che neppure i compleanni possono più essere festeggiati come al solito. In pochi anni siamo passati dalla torta fatta dalla nonna, a quelle rigorosamente confezionate a quelle di plastica.
Già avete capito bene, torte di plastica, perché almeno il festeggiato può sedersi davanti ad una "torta" e, dopo le tradizionali canzoncine,  levare in alto i calici e farsi gli auguri  bevendo purissima acqua di bottiglia, perché anche i succhi di frutta sono di troppo
Sia chiaro, non so e soprattutto, non credo che l'idea della torta di plastica sia della direttrice scolastica. Probabilmente il "surrogato" deve essere l'idea di qualche maestra per poter comunque festeggiare il bambino.
Ora, se anche si ritenga (non so come) encomiabile, che la scuola si faccia carico con mezzi coercitivi di formare l'educazione alimentare del bambino, bypassando o per lo meno sottovalutando la capacità di determinazione della famiglia, il fatto che si sia arrivati a festeggiare davanti ad una torta di plastica richiede dei seri ripensamenti sull'effettiva sanità delle azioni e sulla giustezza del fine a cui esse avrebbero dovuto tendere.

Di questo passo, non oso immaginare quali potrebbero essere gli sviluppi di un'eventuale iniziativa sull'educazione sessuale. Probabilmente arriverebbero a proporre, al fine di evitare gravidanze indesiderate, di evitare contatti con altri esseri umani preferendo loro sexy toys e bambole gonfiabili.

AGGIORNAMENTO (20.1.13):

Doveroso, da parte mia, dopo le critiche espresse, riportare la notizia che la direttrice scolastica ha infine organizzato due incontri con i genitori, uno sulle modalità di iscrizione e uno sugli obiettivi scolatici e ha predisposto delle "gite" dove i bambini delle primarie (del paese) si recheranno in visita alle secondarie.

Rimane inalterato la mia opinione circa il sistema adottato, forse anche in virtù del fatto che ritengo il proibizionismo un modo, da parte delle autorità, di lavarsi le mani senza affrontare la questione. Personalmente ritengo che se il problema è derivato dalle famiglie, allora sarebbe opportuno richiamare le famiglie ad una più corretta alimentazione coinvolgendole e fornendo loro le informazioni che probabilmente mancano. Se il problema è legato alla scuola (alcuni genitori sostengono che alcune maestre utilizzino le bibite e i dolcetti avanzati per tenere buoni i bimbi, ma non mi risulta almeno nel nostro caso) allora la direttrice richiami all'ordine il corpo docenti. 

3 commenti:

brain_use ha detto...

Posto di seguito le osservazioni della mia somarella, insegnante giusto in una scuola primaria.
Attento perché morde...:

Mi rendo conto di essere di parte, ma post come questi mi fanno letteralmente andare in bestia, soprattutto perché dà l'impressione di qualcuno che pensa di saper fare meglio il lavoro degli altri.

Dal discorso generale, penso che la pargoletta in questione frequenti l'infanzia perché se così non fosse le imprecisioni sarebbero incalcolabili.

Io sono un'insegnante e un genitore e credo che sia pieno diritto di un dirigente scolastico decidere, supportato dal voto di un intero collegio docenti (perché non può che essere così) di vietare le merendine confezionate.

La scuola dell'infanzia, come quella primaria ha precise e fondamentali finalità educative oltreché didattiche ed è libertà di un genitore spostare il proprio figlio se non concorda con queste ultime.

Per quanto riguarda il piano didattico o programmazione didattica viene predisposta secondo una tempistica prestabilita, nonché approvata sempre dal suddetto collegio docenti e depositata perché tutti ne possano prendere visione.

Non è compito o potere di un comitato di genitori decidere dell'apertura o chiusura di una scuola, come NON dovrebbe esserlo l'organizzazione di un open day, che comunque, aprendosi le iscrizioni il 21 di gennaio, potrebbe essere ancora fatto.

Giusto per citare il buon vecchio concilio di Trento, forse bisognerebbe smetterla di guardare la pagliuzza e sollevare un gran polverone e cominciare a far caso a cose ben pù importanti!

Unknown ha detto...

Giusto: meglio precisare.
Innanzi tutto, sì, la mai pargoletta frequenta la scuola dell'infanzia.
Per quanto riguarda la collegialità della decisione invece, no: la dirigente scolastica ha imposto la decisione; le maestre si sono limitate ad eseguire lasciando intendere, in alcuni casi, il proprio disappunto (anche perché ad esempio in classe di mia figlia le maestre chiedevano ai genitori di portare i cracker). Comunque sia non c'è stata educazione alimentare, ma solo imposizione.
Questione educazione: la scuola, ritengo (e nel farlo so che la mia è nulla più che un'opinione e come tale può essere sbagliata) abbia "principalmente" uno scopo didattico, anche se sono consapevole che la didattica non può prescindere dall'educazione. Tuttavia rimango convinto, sul tema "educazione", che l'ultima parola debba essere della famiglia (che se è il caso, e per una merendina ovviamente non lo è, decidendo di cambiare istituto) e con essa bisognerebbe confrontarsi (o almeno tentarci: so cosa vuol dire e che gente c'è in giro...).
Programma: Le maestre si sono presentate ai genitori con un programma scolastico (a mia opinione, ma non solo mia, raffazzonato) ancor prima che lo stesso venisse approvato dal collegio e quindi dalla stessa direttrice. In sostanza le maestre, piuttosto imbarazzate, hanno esordito dicendo "vorremmo fare qualcosa del genere, ma non è ancora stato approvato, quindi non si sa", tra lo sconcerto dei genitori che si chiedevano quale fosse allora il motivo della convocazione (ufficiale).
Open Day. Tutte le scuole primarie dei paesi limitrofi hanno già organizzato e svolto l'open day, tutte, tranne quelle del nostro paese, su precisa indicazione della direttrice scolastica che lo ha abolito o, se vogliamo essere precisi, trasformato in una gita degli "infanti" presso l'istituto primario (con buona pace dei genitori che per i propri figli sarebbero chiamati a decidere). Il comitato genitori dei bambini frequentanti le primarie, forse anche per lo spauracchio che se non si dovesse raggiungere il numero minimo di nuovi iscritti l'istituto verrebbe chiuso, hanno organizzato, loro, un incontro con i genitori dei bimbi dell'infanzia per magnificare la bontà dell'istituto medesimo e invitarli a iscrivere i propri figli. Il mio personalissimo sospetto è che si tratti di una mossa politica della dirigente facente parte di un preciso disegno: evitare nuove iscrizioni e chiudere anche il secondo istituto senza assumersi la scomoda responsabilità nei confronti dei cittadini.

Comunque sia, lo scopo del post era quello di individuare proprio quanto a volte i nostri "governanti" si perdono nel nulla di battaglie opinabili (guerra alle merendine, giusta nel principio, forse non nei modi, e comunque, almeno nello specifico istituto totalmente inutile per i motivi accennati), raggiungendo per altro risultati ridicoli (torta di plastica) mentre disattendono i loro veri compiti (programmazione scolastica: che programma? Ci saranno le 40 ore? L'istituto esisterà ancora? ). Mi dispiace che l'intento non sia arrivato, ma evidentemente (è un ammissione) ho scritto male io, lasciandomi trasportare dalla vena polemica.

PS: Quando esprimo una critica parto sempre dalla convinzione che è fin troppo facile criticare ciò che si ha dinnanzi, soprattutto non tenendo conto di tutto quello che è stato fatto prima di commettere l'ipotetico errore. Tuttavia sono altrettanto consapevole che, nell'ambito di una civile dialettica, omettere una critica non permette ad alcuno di progredire, né ai criticati nel caso che la critica sia fondata, né nel caso opposto ai criticanti.

brain_use ha detto...

Tornerà la mia dolce metà a darti qualche precisazione.
Ti anticipo che i toni del tuo commento le piacciono più di quelli del post.

Ti anticipo anche che la finalità educativa della scuola primaria è tale per legge.

Per ora: Buon Natale a te e ai tuoi.

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