Figlio mio,Come riporta la data, scrissi questa lettera nel novembre del 2006, due mesi dopo che seppi che stavo per divenire padre. Allora non sapevo ancora il sesso del bimbo che poi si rivelò essere una femminuccia. L'ho ritrovata per caso mentre scorrevo le pagine del vecchio Blog, mi è piaciuta e l'ho riportata qui.
vorrei tanto tu potessi vedere attraverso i miei occhi il viso di tua madre, qui ora, mentre assopita tra le mie braccia dorme. Non vi è nulla su tutta la terra, che possa rappresentare meglio dei suoi tratti distesi, la pace e la serenità che l'uomo agogna. Vi è qualche cosa che sfugge, del volto di una madre, alle menti e alle fedi distratte dei più : quel trascendente, che invano cerchiamo nelle icone e nelle statue degli Dei.
Ti racconteranno, figlio mio, di profeti, di santi, di vergini e di uomini crocefissi.
Ti parleranno di immensi prodigi, di miracoli, di inequivocabili segni. Lascia che anche tuo padre ti racconti la sua verità, il credo di un uomo che ha a lungo cercato: non nelle pietre che gli uomini innalzano, non nei remoti angoli del tempo e del cosmo, ma vicino a te, nel volto di tua madre, di ogni madre e di ogni donna che diverrà madre, nascosto in quel sorriso appena accennato come la flebile luce dell'albore, lì figlio mio, vi è il vero volto di Dio.
Penserai, domani, se mai leggerai queste righe, di avere un padre folle e, forse, davvero un po' lo sono.
Sia dunque follia il mio sapere se questo sapere è amore, che da esso il tuo corpo prende forma, ogni giorno, ogni ora; ed è per esso che l'oggi diviene domani e il vivere, divenire.
Solo per questo l'uomo e non per altro, infatti, diventa davvero Uomo.
Inizialmente avrei voluto riscriverla per lei, giacché quella qui proposta forse meglio si adatta ad un maschio (nel volto di ogni donna), ma poi ho desistito.
Il messaggio di fondo non cambia.
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