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domenica 22 gennaio 2017

War Report 201701.22

Venerdì mattina ore 7.15 è passato sotto casa Giuseppe, collega e amico, e mi ha riportato nella dimensione"lavoro". 
In altre parole ho ricominciato a lavorare.
Ne avevo assolutamente bisogno, con tutti i se e i ma del caso. 
So di non essere più lo stesso di prima, riprova ne è stata, come banale assaggio,  la rampa di scale per raggiungere la mia postazione: in genere fatta di corsa a due gradini alla volta, questa volta conclusa con il fiatone. Alle 14.30 ero già in riserva di energie, nonostante la mattina non abbia prodotto un granché, dovendo sistemare il PC nel quale non trovavo più nulla, a partire dalla foto dello sfondo per finire alle cartelle con la documentazione che in genere tratto.
Ho tenuto duro e nel pomeriggio ho iniziato a sistemare i registri, rimasti fermi a settembre nonostante l'intervento (?) di consulenti esterni. 
Se tutto va bene lunedì mattina dovrei riportare la situazione alla pari per poi dedicarmi ad altro.
E' stata abbastanza dura rientrare, almeno quanto è stato soddisfacente e, per quanto sul lungo periodo la situazione rimane incerta, nel breve non posso che migliorare e migliorare così il mio apporto.
Non sono mai stato ambizioso nella vita lavorativa: ho sempre inteso il lavoro come un mezzo e non come un fine. D'altra parte le maree della vita mi hanno portato a spiaggiare su lidi che, al di là dell'impegno profuso, non ho mai amato fino in fondo.
Questo fatto mi ha ovviamente portato a cercare la felicità fuori dall'ambito lavorativo.
Non ho cambiato idea, ma quel significato di "mezzo" ha assunto una valenza più ampia e complessa. 
Ho imparato che al di là dell'affermazione professionale (che avrei cercato in altri ambiti se la vita me l'avesse concesso), il lavoro può essere esso stesso fonte di felicità, in quanto parte del quotidiano vissuto: ci sono persone attorno a cui ti affezioni e che si affezionano a te, e anche il solo sentirsi utile, cosa che si da troppo spesso per scontato, può essere condizione sufficiente per raggiungere soddisfazione. 
Non è questione di "accontentarsi" ma di vedere le cose da un angolazione diversa. 
E' la bellezza della normalità.







1 commento:

brain_use ha detto...

E' la bellezza della normalità.

Concordo.

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