Ho voluto aspettare, prima di scrivere il mio pensiero sugli avvenimenti che hanno coinvolto il Primo Ministro, perché, a mio parere, fatti di questa importanza vanno analizzati a mente fredda, soprattutto per non incorrere nel rischio di venir frainteso nel momento in cui si cerca di darne una spiegazione.
Parlo di spiegazione e non giustificazione perché il fatto di per sé è moralmente inaccettabile: la violenza è violenza e un paese civile dovrebbe sempre e comunque rifiutarla, pena perdita di civiltà della società stessa.
Da questo punto di vista, pur non essendo mai stato un sostenitore di Silvio Berlusconi (anzi!), mi sento, in questo momento, vicino all'uomo cui va tutta la mia solidarietà, a prescindere da come poi verrà utilizzata questa cosa.
Tornando alla spiegazione, mi pare chiaro che l'imbarbarimento in atto della dialettica politica ( se mai ne sopravvive un barlume) sia di fatto ciò che ha armato la mano del folle.
Certo, la follia è di per se giustificazione dei propri atti, ma in questo caso è fin troppo evidente che la follia ha trovato sfogo in un terreno non da lei creato. In altre parole lo scatto d'ira incontrollato non sarebbe stato indirizzato contro Berlusconi se la tensione mediatica non avesse esasperato linguaggio e contenuti.
Ecco perché sarebbe opportuno che Media, movimenti e partiti politici, si interrogassero su qual sia stato il loro ruolo nella vicenda.
Personalmente ritengo che le colpe siano gravi e pesanti.
L'informazione, ad esempio, è libera di criticare e di mettere in risalto alcuni fatti che hanno coinvolto un dato personaggio al fine di delinearne meglio le caratteristiche. Ma di questi tempi ha ampiamente superato il limite finendo spesso per mischiare fatti con insinuazioni, se non addirittura, come nel caso di Feltri con l'ex direttore di Avvenire, con vere e proprie menzogne a scopo denigratorio. Ormai, la rissa, pare essere costume consolidato, il metodo preferito di esporre le idee, lo si vede in TV (5 giorni di tracheite acuta mi hanno portato a constatare lo squallore generale delle TV nazionali e l'infima qualità di giornalisti sulla falsa riga di Emilio Fede), praticamente solo urlata, nei giornali dove gli epiteti si sprecano come le sentenze o su internet, dove l'anarchia della rete permette il degenerare delle argomentazioni, nonché la loro banalizzazione distogliendo l'attenzione dai veri problemi. Il rischio, infatti, è quello di perdere tempo, come del resto si sta facendo, a correre dietro ad assembramenti forcaioli e troppo spesso imbecilli di gente (alcuni gruppi sui principali social network) il valore delle cui parole è pari a quello di un insulto scritto sulle porte dei bagni di un autogrill, tutto questo anziché impegnarsi nell'accertare e porre rimedio, con fatti, ai fatti.
La politica, dalla sua, sembra totalmente incapace di dialogare: opposizione e maggioranza non fanno che insultarsi senza mai far trasparire alcunché di realmente costruttivo. I continui attacchi a Berlusconi su tutta la linea, persino nel privato, le infelici uscite del premier e i suoi attacchi agli organi di controllo dello Stato, l'odio razziale promosso dalla Lega, l'odio ideologico proposto dagli estremisti, hanno tutti pesanti responsabilità.
Sarebbe auspicabile che l'infausto avvenimento possa servire a ricondurre il dibattito politico entro i binari della civiltà e, magari, anche su temi che interessano la vita reale di tutti i cittadini .
Invece, pare ancor oggi che l'atteggiamento dei politici sia di scontro, che sfiora il ridicolo quando a precise domande o accuse, si ribatte con altrettante accuse di bassa leva o addirittura con scherno, senza mai fornire risposte, un po' come bambini che per averla vinta millantano di avere il padre più forte.
La realtà è che non ci sono reali vie di uscita e non so dirvi se il mio sia realismo o pessimismo. L'attuale classe politica, soprattutto quella dirigente, con alcune leggine definiti dagli stessi autori vere e proprie "porcate", si è garantita un posto a vita, di fatto impedendo il ricambio; se aggiungiamo a questo la scarsa qualità media dei politici determinabile dagli infimi risultati ottenuti e dagli innumerevoli problemi causati, l'incapacità dialettica degli stessi e il servilismo dell'informazione (non sento domande serie da troppo tempo) non vedo come si possa pensare che verrà mai partorito un confronto civile che non degeneri nel giro di poche ore nell'ennesimo scontro violento.