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martedì 22 dicembre 2009

Natale


Le origini del Natale di Cristo affondano le proprie radici in un passato più remoto della religione di cui egli è il riferimento e di fatto tale data si sovrappone ad un periodo particolare dell’anno  in cui il sole allo zenit si trova nel suo punto più basso, ovvero il solstizio d’inverno.
Festività legate ad equinozi e solstizi sono piuttosto frequenti in disparate civiltà, motivo dovuto alla particolare attenzione degli antichi all'osservazione dei cieli e in genere ai fenomeni della natura; citiamo a tal proposito i Saturnalia, festività romana che iniziava il 17 dicembre per concludersi qualche giorno dopo il solstizio, il 25 dicembre appunto, quando diveniva percepibile la ripresa del sole.
Questa data, nel 264 DC, fu ufficializzata dall'imperatore Aureliano come data per festeggiare il Deus Sol Invictus o festa dell'invincibile dio sole.
Altri esempi potrebbero essere le feste di Horus nell’Antico Egitto oppure le celebrazioni in onore di Dionisio (Lenaea) nell'antica Grecia. Ma anche al di fuori dell’area mediterranea troviamo analogie, basti pensare alla divinità Baldr del pantheon norreno; i culto Mitraico di origine orientale, ma anche altre feste delle civiltà precolombiane (alcune delle quali celebrate in prossimità del solstizio d’estate, per il semplice motivo che nell'emisfero sud le stagioni sono invertite).
Ritornando al Cristianesimo, paradossalmente, durante i primi secoli, non veniva celebrata in alcun modo la Natività, bensì la manifestazione, più conosciuta come Epifania.
Infatti del Natale non si trova traccia nell'elenco di festività redatto da Sant'Ireneo e Tertulliano (II e III Sec).
Di più: Origene di Alessandria teologo del II sec addirittura contrasta la celebrazione dei natali affermando che si tratta di tradizioni riferite ai peccatori che ai santi.
L’idea della celebrazione del Natale iniziò a comparire dal III secolo per poi affermarsi in modo più netto nel secolo successivo. Tuttavia l’affermazione della festa della natività del salvatore, non avvenne in modo coerente. In Alessandria d’Egitto, alcuni teologi affermarono che il Cristo venne alla luce il 25 del mese di Pachom, che però corrisponderebbe al nostro 20 Maggio.
Altri adottarono il 24 o 25 Pharmuthi, i nostri 19 – 20 Aprile.
Nel 243 in un testo attribuito forse erroneamente a San Cipriano si fa riferimento al 28 marzo, perché, a detta del testo, quello era il giorno in cui Dio avrebbe creato il sole (sic).
In alcuni periodi addirittura Nascita ed Epifania vennero a coincidere, ma in una data variabile a secondo delle località tra il 6 e il 10 Gennaio.
Come detto, fu solo ne IV secolo che venne adottata in via definitiva la data del 25 Dicembre sebbene con motivazioni assai curiose.
Giovanni Crisostomo, santo e celebre oratore cristiano del IV secolo (tristemente famoso per i suoi scritti contro i giudei definiti “la più orribile e violenta denuncia del giudaismo negli scritti di un teologo cristiano” nei quali cercherà giustificazione persino la follia nazista), scrisse un’omelia sulla festa della natività affermando la bontà del 25 dicembre per tre, a suo dire, inconfutabili prove: prima di tutte la facilità (sic) con cui tale data sarebbe stata accettata dai cristiani; la seconda per il fatto che avvenne durante il censimento indetto dall'imperatore Ottaviano Augusto, che però ne indisse ben tre in quel periodo :28 AC, 8 AC e 14 DC, sebbene quello dell’8 AC sarebbe semplicemente il più probabile (anche se tale notizia non potrebbe in alcun modo confermare la data del 25 dicembre); la terza, infine, generata da fumosi quanto improbabili calcoli per i quali la data del concepimento sarebbe dimostrata  dal momento in cui  Zaccaria ricevette la felice notizia che sua moglie Elisabetta era incinta. Poiché Maria rimase incinta quando Elisabetta era gravida di sei mesi, basterebbe, per il santo, sapere la data del concepimento dell'una per ricavare quello dell'altra e da lì anche le date dei rispettivi parti . Senonché Giovanni Crisostomo per dimostrare che il concepimento di Elisabetta si produsse alla fine di settembre si produce in una arzigogolata disquisizione sulle feste ebraiche con abbondanza di citazioni bibliche. Secondo questa ricostruzione alquanto dubbia Elisabetta concepì comunque alla fine di settembre, quindi l'annunciazione alla Vergine ci fu alla fine dei marzo, indi per cui il parto di Gesù Cristo avvenne alla fine di dicembre, precisamente, guarda caso il 25 (a tal proposito, si prenda atto che neppure oggi è possibile determinare la data precisa del nascituro sapendo la data del concepimento).
Ma cosa spinse Giovanni Crisostomo a scrivere quest’omelia se non la percezione che tale festività fosse in qualche modo ancora guardata con un certo dubbio dalla comunità?
Lo stesso Sant'Agostino (354 –430 DC) affermerà che “festeggiamo in questo giorno non per la nascita del sole, ma per onorare colui che lo ha creato”, segno di chiaro tentativo di sostituire la Nascita del Cristo alle festività pagane in onore del sole, che si concentravano in quel preciso periodo dell’anno.
 

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