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venerdì 7 giugno 2013

Il testamento di (Radio) Maria


Il quinto dice: non devi rubare 
 e forse io l'ho rispettato 
 vuotando, in silenzio, le tasche già gonfie 
 di quelli che avevan rubato:
 ma io, senza legge, rubai in nome mio,
 quegli altri nel nome di Dio.
(Fabrizio De Andrè: "Il Testamento di Tito"

Per via della libertà di opinione, Don Fanzaga (per la cronaca, è un prete, non un mafioso) è libero di poter dire ai suoi ascoltatori qualunque scempiaggine possa passargli per la testa,
come ad esempio le vere motivazioni che ci furono dietro l'Olocausto:
Hitler ha sterminato 6 milioni di ebrei perché odiava Gesù Cristo!
o come i terremoti o tsunami siano un avvertimento (o punizione) del dio che ama definire misericordioso,
Dio da i castighi, castiga... castiga, per rendere casti! Per purificarci, e quindi per salvarci dall'agonia; è chiaro? (...) Questa tragedia è un ammonimento! (Sullo Tsunami qui)
Il Signore ha voluto che, in questa settimana santa, in qualche modo anche loro partecipassero, diciamo così, alla sofferenza della sua Passione (sul terremoto de L'Aquila, qui)
o, ancora che (non conoscendo o non capendo una beata fava dell'Evoluzione) l'uomo non può discendere dalla scimmia e che Adamo ed Eva sono realmente esistiti.
Ma guardate che la storiella che l'uomo è venuto pian piano dalla scimmia, è una storiella a cui crede soltanto la Repubblica e il Corriere, e basta, e fanno ridere i polli, perché tutte le ricerche scientifiche più aggiornate, più preparate e più serie ci dicono che l'uomo è apparso sulla terra già uomo. 
Allora la selezione naturale, che è un fattore esterno, perché dipende dal clima, dall'ambiente eccetera, dalla lotta per la sopravvivenza, non è in grado di spiegare per cui, perché, un cane non diventa un gatto, un gatto non diventa un cane o perché i serpenti non diventino uccelli e così via. Non è in grado di spiegarlo!
Come non ricordare i deliri su tatuaggi e Facebook (qui) o la delicatezza con la quale da dei cornuti agli atei o augura loro un cancro.
Un ragazzo è venuto da me e dice: "ah, io, io perché dovrei credere in Dio? Io sono felice". Gli ho detto: "ti venisse un cancro".
Magari non tutto ciò che dice si può giustificare con la questione della "libertà" e non è del tutto da escludere che alcuni toni o alcune trovate servano per far parlare di sé.
In fondo, Radio Maria non ha introiti pubblicitari, ma vive grazie alle donazioni, copiose, dei suoi affezionati radioascoltatori, del 5 per mille e di qualche contributo pubblico.
Nel 2006 (dato più recente trovato velocemente in internet) la Radio ha fatturato "appena" 20 milioni di euro e comunque, come tutti ben sanno, gode di una copertura "miracolosa" grazie agli oltre 800 ripetitori dislocati su tutta la penisola, isole e gallerie comprese.
I soldi però, si sà, non bastano mai, come insegnava tra l'altro un altro celebre don, tal Verzè da Illasi (sempre di preti si parla, mi raccomando); e così, cosa inventarsi per aumentare gli introiti?
Perchè, seguendo proprio le orme del fondatore del San Raffaele, non procurarsi qualche lascito testamentario?  Detto fatto ed ecco spedite a persone anziane,  delle belle letterine ove in sette punti si spiega come fare un testamento olografo, ovviamente a favore della beneamata Radio:
  1. Condividi l'idea che Radio Maria ti informi su lasciti e testamenti? 
  2. Sai che ai tuoi cari resterà comunque una quota? 
  3. Sai che per fare un testamento olografo basta un foglio bianco e una firma di proprio pugno? 
  4. Quali motivi ti trattengono ancora dal devolvere parte della tua eredità a Radio Maria?
  5. Pensi che costi o non hai un notaio? 
  6. Possiamo inviarti un opuscolo che possa spiegarti come fare? 
  7. Vuoi che una persona di Radio Maria ti contatti direttamente?
E già che ci siamo fornire una busta preaffrancata, così da poter dire che è "tutto gratis" (sic!).
In fondo cos'è un lascito testamentario se non, cito, "un atto d'amore"?
E i parenti? Nessun problema: un esperto saprà consigliare gratuitamente anche come trattare i legittimi ereditari, i quali qualcosa prenderanno comunque, ci mancherebbe!
Ma poi, perché mai dovrebbero arrabbiarsi? Lasciare la propria eredità ad una milionaria povera emittente radiofonica che predica il sacro verbo, in fondo, è un modo per comprarsi garantirsi il regno dei cieli.

Comunque, sia chiaro a tutti, Don Livio Fanzaga è totalmente estraneo ai fatti.
Quella del testamento, non è una sua decisione, ma del consiglio amministrativo. Lui ci ha solo messo la firma.
Lui non è altro che uno dei tanti inconsapevoli d'Italia.
Già, proprio come i vecchietti che speravano di gabbare.

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