Ad Expando

lunedì 30 agosto 2010

Vacanze all'Italiana


Italiani strana gente. Soprattutto dei gran rompipalle e scusatemi il francesismo.
Uno aspetta un intero anno per rilassarsi un po', per stare lontano da quei maledetti trilli, musichette ecc, ed invece si ritrova improvvisamente assunto in un call center, con al posto delle scrivanie, sdrai ed ombrelloni. Ormai è chiaro che lo sport italiano per antonomasia non è più il calcio ma la digitazione di sms e il nostro patrimonio musicale sostituito da isteriche musichette. Così capita di vedere un piccolo di due anni arrostire sotto il sole di mezzodì mentre la mamma modello è impegnata con il cellulare a scambiare "preziose e fondamentali" informazioni quali, ad esempio, il tempo che fa a casa o dall'altra parte dell'Italia; come se poi  importasse davvero qualcosa.
Ci sono poi quelli che non riescono davvero a staccare dal lavoro e chiamano o si fanno chiamare dai clienti scusandosi di non avere purtroppo dati perché in spiaggia (ma dai?)
Non mancano quelle che chiamano il marito chiedendosi se hanno o meno trovato il parcheggio, quelli che organizzano le uscite in spiaggia chiamando i vari enti turistici (farlo prima di partire no eh?), quelli che chiamano l'amico medico perché la moglie è stata sfiorata da una medusa e ha, cito "delle aree rosse che coprono la coscia per una superficie di 2-3 centimetri quadrati" (mi immagino la faccia del medico). Coscia che per la cronaca aveva una circonferenza pari a quella del torace di Schwarzenegger.
Il massimo sono quelli che al telefono si incazzano e alzano la voce, cosicché nel giro di dieci minuti l'intera spiaggia si trasforma in un convegno sull'argomento della sfuriata (generalmente,  genitori anziani a casa, o educazione dei figli).

martedì 17 agosto 2010

Chiuso per ferie (?)


Finalmente si parte per le vacanze. Scrivo chiuso perché non so se avrò tempo per fare qualche aggiornamento.
Buone vacanze a chi partirà o è già partito e buon lavoro a chi è già tornato.

domenica 15 agosto 2010

Uno strano senso del pudore

A volte ritornano, e d'altra parte come potrebbe essere altrimenti. 
Oggi è la volta del criminologo e psichiatra Francesco Bruno, noto oltre per le sue comparsate negli "eccellenti" programmi di approfondimento delle Tv nazionali (quelle basate sulla rissa tanto per intenderci), anche per la sua omofobia di stampo cattolico oltranzista.
Talmente oltranzista da essere smentito persino dal Presidente dell'Associazione Italiana Psichiatri e Psicologi  Cattolici Italiani. 
In effetti la credibilità professionale di codesto individuo è inversamente proporzionale alla sua presenza in Tv e visto che ormai può a tutti gli effetti considerarsi uno showman, è tutta un dire.
D'altra parte basta seguire una sua qualunque intervista per rendersi conto che il soggetto non è in grado di formulare un discorso di senso compiuto senza cadere in contraddizione logica con sé stesso. 
Uno stralcio esemplificativo: 
...l’omosessualità è una patologia che deriva da un grave disordine e da una mentalità deviata e talvolta viziosa, ecco credo che si possa parlare, senza offesa, di omosessualità come lebbra etica.
Perché mai in effetti uno tacciato di essere mentalmente disordinato e praticare una lebbra etica dovrebbe mai sentirsi offeso? Suvvia!
Ma veniamo all'argomento odierno.
Al criminologo viene chiesto un parere, scontato ovviamente vista l'ottusità dell'individuo, circa l'allontanamento di una coppia omosessuale da uno stabilimento balneare in quanto rei di essersi scambiati dei baci.
Vediamo un po' la risposta:
 " sin dai tempi di Adamo ed Eva, con la foglia di fico, era ben chiaro il senso del pudore, tanto che la sensibilità giuridica ha persino ritenuto di configurare un reato".
La prende alla lontana, il Dott. Bruno, andando a scomodare persino i miti! Ma per lui da buon credente i miti sono storia. Peccato per lui che è la realtà che lo smentisce. Il senso del pudore, infatti,  nasce all'interno di una cultura, con sensibilità differenti da popolo a popolo.

Donne Africane

Probabilmente tale sensibilità è derivata anche da determinate esigenze, ad esempio di carattere climatico. Nelle aree tropicali del pianeta il senso del pudore è assai differente rispetto a quello sviluppato nelle zone temperate o fredde o ancorché torride, dove coprirsi diventa vitale.

sabato 14 agosto 2010

Meteoconsumismo - parte seconda

Legolas a caccia di orchetti scruta il paesaggio nel Film "Le Due Torri"
Sorge un sole rosso...stanotte è stato versato del sangue!
Beh, sicuramente Legolas avrà avuto un legame con la natura tale da poter leggere dall'osservazione del cielo, cose assai più profonde che non semplici previsioni del tempo. Per noi "umani" invece la fame di previsioni  sta diventando una vera e propria malattia, in grado di condizionare persino i flussi turistici, come ha evidenziato il governatore della Regione Veneto, Zaia, in vena di pubblicità ai superalcolici locali.

Ieri abbiamo visto come anche le previsioni a brevissimo termine possano risultare piuttosto imprecise o del tutto errate, specialmente quando subentrano delle varianti di instabilità che rendono il tempo atmosferico per l'appunto estremamente variabile.

Meteoconsumismo


Tratto da "Il Manuale delle Giovani Marmotte"
Ci sarà pioggia se la luna avrà l'alone intorno
Sarà bel tempo se il fumo della ciminiera sale diritto e si disperderà in fretta
Temporali in arrivo se il gallo canta ad ore insolite, le anatre sbattono le ali sull'acqua
In arrivo pioggia se le rondini volano basso
Un tramonto giallo-giallo è foriero di vento; giallo pallido di pioggia
Categorico.
I proverbi sono molto più astuti: 
Rosso di sera bel tempo si spera, rosso di  mattina la pioggia si avvicina
Si spera, per l'appunto, non ci sarà sicuramente.
Oggi invece, nell'epoca dell'informazione abbiamo i bollettini meteo, in ogni dove (Internet, Tv, Radio, Giornali) e in ogni momento del giorno. Ma sono affidabili? Partendo dal presupposto che "previsione" non significa "certezza", ho provato a mettere a confronto alcuni dei principali siti internet che propongono tali previsioni: Meteo.it, lo stesso che fornisce il servizio sulle reti Mediaset, Il meteo.it e 3BMeteo.com, ho voluto provare a verificarne l'affidabilità partendo da criteri diversi.
Innanzitutto ho iniziato con il richiedere il tempo previsto in giornata per la mia città (tutti e tre i siti forniscono questa opzione), una previsione oggettivamente semplice. Così, venerdì 13 ho iniziato a prelevare i dati

martedì 10 agosto 2010

Quando il caldo dà alla testa ai meteorologi

Le anomalie di temperatura sulla Russia nel periodo compreso fra il 1° ed il 7 agosto: molto vasta l'area del dove le temperature hanno largamente superato i 9 gradi sopra la norma. Fonte NOAA.
26 Giugno 2006, tre giorni di canicola convinsero i meteorologi ad annunciare che l'estate appena iniziata sarebbe stata la più calda da mille anni. Incredibile mi dissi, faticano a prevedere il tempo all'interno della settimana (previsioni a medio termine) ma sono pronti a dichiarare il tempo dei successivi 87 giorni (stagionali). Un giorno dopo gli stessi scienziati corressero il tiro, chissà con quali strumenti, comunicando che l'estate sarebbe stata comunque caldissima, ma "solo" degli ultimi 600 anni. 
Un anno più tardi, sempre a cavallo del solstizio, nuova canicola e nuovo proclama: questa volta sarebbe stata l'estate più calda degli ultimi 200 anni. 
Per bacco! Ma se l'ultima era la più calda degli ultimi 1000 600 anni come poteva essere quella successiva degli ultimi 200? Inutile dire che né l'una, né l'altra, furono estati tremendamente calde, almeno considerando la media nazionale.
Innanzitutto va precisato che non abbiamo modo di individuare la temperatura media di mille anni fa, né tanto meno di 600 o 200.  Il primo termometro fu inventato da Galileo Galilei agli inizi del '600 (quindi 400 anni fa), ma fu con Fahrenheit, un secolo più tardi, che le misurazioni vennero correlate ad una scala. Ad ogni modo la meteorologia è una scienza decisamente giovane, quindi i dati a nostra disposizione sono riferiti ad un periodo relativamente recente.
Ovvio che ci siano metodi che permettano di verificare l'andamento climatico di un determinato periodo, mi sovvengono l'osservazione e lo studio dei ghiacciai, l'accrescimento degli alberi e via di questo passo. Va da sé che i dati dei primi vanno correttamente raccolti: se un anno particolarmente caldo e secco provoca lo scioglimento del ghiacciaio è evidente che i dati relativi agli anni immediatamente precedenti sono perduti. Quanto all'accrescimento degli alberi (i famosi anelli), ad esso concorrono molti fattori, quali la predisposizione della pianta alla luce esistono piante eliofile, sciafile ed emisciafile) e alla relativa collocazione. Peraltro le piante ultracentenarie sono piuttosto rare e dislocate in zone non abitate; quelle millenarie ancora peggio.

sabato 7 agosto 2010

Tradizioni addio: sempre meno i credenti praticanti


Ce la stanno mettendo tutta: messa domenicale su almeno due reti televisive, programmi televisivi ad esclusivo uso dei cattolici, angelus in diretta TV e in differita su tutti i principali telegiornali, trasmissioni pseudoscientifiche che straparlano di miracoli, sindoni, sangue liquefatto; ora di religione, finanziamenti più o meno occulti, ospedali, esortazioni, ingerenze politiche ed economiche: insomma qualunque cosa pur di entrare nelle case degli italiani; eppure gli italiani vanno in chiesa sempre di meno.
La cosa poi, pare più grave di quello che in realtà è, perché se da una parte il 30% degli italiani dichiara di essere praticante, ovvero di andare a messa tutte le domeniche, sembra che il 40% di questi si lasci andare a quella che sembra la definizione perfetta di "falsa testimonianza": affermano di andare a messa sempre e poi in chiesa non ci vanno (almeno non con la frequenza dichiarata)!
Ho letto che un'interpretazione che si dà al dato è che in pratica il 30% riunirebbe sia coloro che vanno a messa davvero e chi invece aspira ad andarci. Peccato che l'indagine statistica prevedesse come varianti anche l'andare a messa qualche volta al mese o solo per le feste comandate.
Ad ogni modo, ciò che preoccupa davvero i vertici della Chiesa è l'immagine di un'evidente frattura generatasi a partire dagli anni 70 e ancor di più dopo gli anni 80: il numero dei giovani e giovanissimi che praticano la  fede cattolica è drasticamente calato, tanto da eliminare la disparità tra i sessi che vedeva le donne storicamente più presenti degli uomini, cosa peraltro prevedibile vista l'emancipazione della donna che si è verificata significativamente in Italia proprio a partire da quegli anni.
Addirittura un docente di Sociologia Politica, il Professor Paolo Segatti dell'Università di Milano specifica che:
"I giovanissimi sono tra gli italiani quelli più estranei a un'esperienza religiosa. Vanno decisamente meno in chiesa, credono di meno in Dio, pregano di meno, hanno meno fiducia nella Chiesa, si definiscono meno come cattolici e ritengono che essere italiani non equivalga a essere cattolici".
Per fortuna, aggiungo io, vuol dire che le nuove generazioni, al solito

mercoledì 4 agosto 2010

Morte



Sono io la morte e porto corona
Io son di tutti voi  signora e padrona
davanti alla mia falce il capo tu dovrai chinare
e dell'oscura morte al passo andare.
Sei l'ospite d'onore del ballo che per te suoniamo,
posa la falce e danza tondo a tondo,
il giro di una danza e poi un altro ancora
e tu del tempo non sei più signora.

(Ballo in Fa# minore - Angelo Branduardi)

Alcuni sostengono che la morte sia davvero il termine di ogni cosa: nessun dopo, nessun dove. Altri che sia la porta per un'altra esistenza, per una vita eterna in altri luoghi, con altre regole. C'è chi sostiene sia una parentesi, tra un incarnazione e l'altra, un lungo viaggio verso uno stato di esistenza superiore, o verso il nulla. Ma che sia la fine, l'inizio o una parentesi poco importa: la morte ha sempre avuto un'importanza notevole per l'uomo: in fondo è l'ultimo atto della sua esistenza terrena.
La morte, per quanto mi riguarda è invece semplicemente un dono o, eventualmente, una fortuna. 
Nella vita ci sono pochissime certezze, di tutte la più certa è sicuramente la morte. Non cambia in realtà che essa sia un punto o una virgola, perché, al di là del credo di ognuno di noi, essa è e riamane la fine dell'esistenza dell'essere, così per come è stato conosciuto. Ciò però non è abbastanza per definire la morte un dono, anche perché un ragionamento in tal senso potrebbe sembrare un apologia del omicidio-suicidio.

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