Nel post precedente ho trattato i dubbi che mi sono sorti a seguito di alcuni commenti circa l'intervento del giornalista Langone, durante la manifestazione pro Berlusconi indetta da Giuliano Ferrara sul tema del, come lo definisce lui, neo puritanesimo ipocrita.
Le affermazioni del Giornalista del Foglio, mi parevano decisamente campate in aria e, parere personale, volte ad avvalorare le proprie tesi usando in modo maldestro le sacre scritture. Intendiamoci, non è tanto l'abuso su un testo definito sacro che per altro non riconosco tale, che mi urta, quanto la malafede con il quale tale abuso si fa.
Non conoscendo il Langone, ho cercato di documentarmi un poco e, quando dico poco, è una vera ammissione.
Tuttavia, una rapida ricerca mi ha permesso di individuare un articolo del 2009 (ok è un articolo vecchio, ma meno di quello sulla Bocassini del 82 o del Vendola desnudo del '79) dello stesso che, a mio avviso, può definire se non altro i contorni, della forma mentis di questo giornalista.
L'articolo in questione si intitola "la morale della favola di Cappuccetto rotto".
In linea con la visione "pro life" de Il Foglio, Langone vuole spiegarci perché il preservativo non sarebbe utile nella prevenzione dell'AIDS. L'articolo inizia alla grande:
Battute a parte, (d'altra parte vi sono profilattici in materiale sintetico, derivato dal poliuretano anche se la maggior parte di essi sono in lattice) Langone ci espone la sua pietà nei confronti di un infettivologo, il Professor Mauro Moroni dell'Ospedale Sacco di Milano, il quale sostiene, da profano, non come lui che conosce la plastica, come il preservativo sia un metodo sicuro:
L'articolo vorrebbe continuare in maniera ironica ma finisce subito per cadere nel ridicolo: mettere il preservativo infatti sembra quasi impresa titanica perché a detta di super macho Langone
Comunque sia, e qui non posso che portare la mia esperienza, l'uso del preservativo non mi ha mai condizionato minimamente, anzi, proprio indossandolo mi toglievo i pensieri.
A questo punto comunque il giornalista sempre travestito da comico, cerca di ironizzare sulle istruzioni per l'uso. Vediamo cosa escogita:
Senza dimenticare che il contagio da HIV avviene anche a causa del sangue (ferite) e drammaticamente anche nel periodo di gestazione, durante il parto o all'allattamento, da madre a figlio.
Arriviamo alla chiusa:
Cosa fare allora? Castità?
Ma anche la carne, mi risulta sia debole, quindi neppure quella è poi tanto sicura.
Parrebbe, a questo punto, che non vi sia altra soluzione che un'evirazione di massa. Se non sfugge nessuno abbiamo la sicurezza!
Non mi rimane che sperare che questo, sia un articolo mal riuscito, magari commissionato, che mi sbagli nel prenderlo ad esempio per determinare il valore del giornalista.
Certo è che richiamare il dogma dell'infallibilità del Papa sulla materia dei preservativi è non solo poco elegante ma anche piuttosto deprimente.
Alla fine però un dubbio mi rimane: ma Langone, come ha conosciuto la plastica?
L'articolo in questione si intitola "la morale della favola di Cappuccetto rotto".
In linea con la visione "pro life" de Il Foglio, Langone vuole spiegarci perché il preservativo non sarebbe utile nella prevenzione dell'AIDS. L'articolo inizia alla grande:
Sono un uomo e conosco la plastica.E subito verrebbe voglia di rispondere:"Bene, bravo! Adesso però vatti a studiare cos'è il lattice naturale".
Battute a parte, (d'altra parte vi sono profilattici in materiale sintetico, derivato dal poliuretano anche se la maggior parte di essi sono in lattice) Langone ci espone la sua pietà nei confronti di un infettivologo, il Professor Mauro Moroni dell'Ospedale Sacco di Milano, il quale sostiene, da profano, non come lui che conosce la plastica, come il preservativo sia un metodo sicuro:
Poveretto, non riesce a tenere il punto nemmeno per tre secondi e già una riga dopo è obbligato a smentirsi: “Se usato bene, dall'inizio alla fine di ogni rapporto ed evitando che si laceri.”"Poveretto perché?" verrebbe da chiedersi. Allora anche un'automobile cinque stelle Euro Ncap potrebbe non proteggerti se ti schianti a 200 all'ora. Però se rispetti le norme la macchina è sicura.
L'articolo vorrebbe continuare in maniera ironica ma finisce subito per cadere nel ridicolo: mettere il preservativo infatti sembra quasi impresa titanica perché a detta di super macho Langone
il maschio smanioso giustamente si dice allupato e nessuno ha mai visto un lupo, una bestia, preoccuparsi della profilassi. Il cazzo, antica saggezza, non vuole pensieri. Se comincia a riflettere sulle conseguenze, sulla possibilità di prendersi malattie o accollarsi figli, si immalinconisce e si ammoscia.Da queste poche righe si potrebbe evincere, non certo con poca malignità, che il giornalista non sappia trattenersi in alcun modo, ma che vinto dalle pulsioni del sesso si trasformi in un lupo famelico pronto a divorare la preda. Moderna visione non c'è che dire, e l'idea che l'indossare il "cappuccetto" possa rientrare nei giochi preliminari, alla belva, neppure non passa per l'anticamera del cervello. D'altra parte, già il fatto che associ il membro maschile al pensiero potrebbe essere a suo modo una rivelazione...
Comunque sia, e qui non posso che portare la mia esperienza, l'uso del preservativo non mi ha mai condizionato minimamente, anzi, proprio indossandolo mi toglievo i pensieri.
A questo punto comunque il giornalista sempre travestito da comico, cerca di ironizzare sulle istruzioni per l'uso. Vediamo cosa escogita:
Aprire la bustina ed estrarre il preservativo con delicatezza, facendo attenzione a non danneggiarlo con le unghie”. Sembra di capire che prima di ogni incontro potenzialmente torrido sia indispensabile fare un salto dalla manicure.No. Basta semplicemente non prenderlo con le unghie, non è difficile basta unire i polpastrelli di un qualsiasi dito, con quelli del dito opponibile. Sono istruzioni facili per un essere umano. Magari per i lupi un po' meno, lo ammetto.
“Stringere tra indice e pollice il piccolo serbatoio che si trova all’estremità, in modo da farne uscire l’aria che potrebbe causare rotture”. Pur essendo un maschio di lungo corso questa operazione non riesco a capirla bene, ho comunque il sospetto che per eseguirla alla perfezione ci vorrebbero almeno tre maniNon so che mani abbia Langone, ma io in ogni mano ho un pollice e un indice, quindi ne basta una, magari con un minimo di coordinazione. Ad ogni qual modo siccome il sesso almeno dopo una certa età si fa in due (o più se è bunga bunga, il suo premier docet) le mani a disposizioni, a meno di spiacevoli menomazioni sono quattro, quindi non vedo i problemi. Inoltre, si apre la vantaggiosa possibilità che la partner abbia le unghie già sufficientemente curate.
“Assicurarsi che rimanga dello spazio in punta per lo sperma”. E se lei prima di cominciare ha voluto accostare le persiane, tu che fai, come ti assicuri, usi gli occhiali a infrarossi?E se si è ciechi? E se c'è un eclissi solare? E se va via la luce? Lo "spazio in punta" lo dà la conformazione stessa del preservativo, basta assicurarsi che sia in prossimità dell'uretra. La natura ci ha dato vari sensi e oltre la vista c'è il tatto. Pare sia bastato a molti.
Subito dopo l’eiaculazione, estrarre il pene mentre ancora è eretto, tenendo stretto il bordo del preservativo con due dita, per evitare che si sfili”. Molti sanno che dopo l’esito anche la donna più feroce si percepisce romantica e gradisce che l’uomo rimanga per qualche minuto dentro di lei. Nel caso contrario, quello con rapida estrazione e fuga, si sente trattata come una prostituta.Il giornalista del foglio, probabilmente all'orgasmo perde di colpo la turgidità del membro che invece si mantiene per un certo tempo, sebbene non certo per qualche minuto (qualche quanto?). Comunque sia esistono vari metodi molto naturali come carezze, baci e sussurri anche dopo il raggiungimento dell'orgasmo per assecondare il "bisogno romantico". Interessante invece il fatto che basti lasciarlo dentro per qualche minuto per non far sentire la propria donna una prostituta. Talmente semplicistico che deve essere un'idea di un lupo che ami le lupe.
“Non usare il preservativo dopo la data di scadenza indicata”. Il mondo è pieno di signori con la patente scaduta, col libretto scaduto, con la bolletta scaduta, chissà quanti di loro controllano periodicamente la scadenza dei cappuccetti.Caspita! E ci sono anche le scadenze dei farmaci, persino del cibo e delle bevande! Chissà quanta gente tiene per tre anni una confezione di prosciutto in frigorifero! Le confezioni di profilattici raramente vengono vendute a stock di 200. Normalmente si trovano confezioni da 6 da 12 e da 24. Anche una coppia che lo fa solo il sabato (per dire un giorno qualunque) in sei mesi fa fuori una confezione. I preservativi durano mediamente cinque anni dalla data di produzione quindi, consentitemi il gioco di parole, è un poco da sfigati ritrovarsi con una confezione scaduta.
“Non tenere i preservativi al caldo”. Ci avevano raccontato che erano la soluzione ideale per l’Africa e invece sono più efficaci in Groenlandia.Per fortuna che Langone, in quanto giornalista dovrebbe informarsi. I test sui preservativi prevedono l'esposizione degli stessi a 70° C per 48 ore consecutive. Se poi uno li lascia nel cruscotto della macchina in piena estate parcheggiata al sole per 3 giorni si spera per lo meno che non dia luogo a discendenza, altrimenti c'è il serio rischio di dover parafrasare un famoso detto, ovvero che il padre degli idioti è, purtroppo, sempre fecondo. Il problema del preservativo in Africa non è il caldo, quanto la difficoltà di distribuzione, in parte dovuta anche alle resistenze della Chiesa e al prezzo.
Non usare lubrificanti a base oleosa (ad esempio vaselina, olio per bambini): possono danneggiare il preservativo”. Non fatemi entrare in dettagli, vi prego, voglio soltanto condividere con voi la mia impressione che questi oggettini in lattice sembrano potersi danneggiare praticamente con tutto, forse anche con lo sguardo.Spero di non dovermi mai confrontare con lo sguardo di lupo Langone! Ad ogni modo esistono preservativi già lubrificati che entrando nei dettagli (ma che puritano!) possono aiutare l'attività sessuale dopo una certa età, come consigliava la farmacista sotto casa ad una signora di mezza età (un poco sorda vista il tono di voce) che aveva qualche problema di "lubrificazione naturale", ma che voleva ancora amare, anche dopo la prematura dipartita del povero marito. Al limite esistono lubrificanti a base di acqua che non agiscono sul lattice; al solito, basta informarsi. Comunque visto che conosce bene "la plastica", Langone dovrebbe anche sapere che i lubrificanti oleosi danneggiano solo i preservativi in lattice.
“I preservativi sono intesi per uso vaginale: l’uso al di fuori del rapporto vaginale può aumentare il rischio che il preservativo si sfili o venga danneggiato”. Ci siamo intesi benissimo, nonostante il linguaggio reticente, peccato che l’Aids provenga in primo luogo da Sodoma.Che l'AIDS venga prima da Sodoma o meno è tutto da vedere, visto che per infettare ci deve essere contatto tra le secrezioni sessuali di una persona infetta con le mucose genitali di una altra, o a quelle del retto o ancora della bocca. Non mi sembra vi siano statistiche in grado di determinare in quale preciso atto sessuale sia avvenuto il contagio, né mi pare sia possibile determinare quale sia la pratica che abbia causato più contagi. Al limite possiamo stabilire che una sia più pericolosa dell'altra, nulla più. E comunque sia, il preservativo previene anche altre malattie veneree come sifilide e gonorrea, tanto per fare degli esempi che non sono imputabili Sodoma. E per Sodoma esistono i preservativi rinforzati.
Senza dimenticare che il contagio da HIV avviene anche a causa del sangue (ferite) e drammaticamente anche nel periodo di gestazione, durante il parto o all'allattamento, da madre a figlio.
Arriviamo alla chiusa:
Chiunque sappia leggere l’italiano e si rechi in farmacia può verificare, come ho fatto io, che la ****(marca di preservativi) conferma una per una le parole di Benedetto XVI: “I preservativi non sono sicuri”. Affermazione sulla quale non ho mai avuto il minimo dubbio perché io sono un uomo che conosce la plastica, e perché il Papa è infallibile.Certo i preservativi non sono sicuri, non al 100% almeno.
Cosa fare allora? Castità?
Ma anche la carne, mi risulta sia debole, quindi neppure quella è poi tanto sicura.
Parrebbe, a questo punto, che non vi sia altra soluzione che un'evirazione di massa. Se non sfugge nessuno abbiamo la sicurezza!
Non mi rimane che sperare che questo, sia un articolo mal riuscito, magari commissionato, che mi sbagli nel prenderlo ad esempio per determinare il valore del giornalista.
Certo è che richiamare il dogma dell'infallibilità del Papa sulla materia dei preservativi è non solo poco elegante ma anche piuttosto deprimente.
Alla fine però un dubbio mi rimane: ma Langone, come ha conosciuto la plastica?
Nessun commento:
Posta un commento