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venerdì 4 settembre 2009

Cuore a destra cervello latitante

Non sono un sostenitore della fisiognomica, sebbene il volto dell'On Gasparri potrebbe invero farmi cambiare idea.
Va da sé che il Senatore di AN spesso e volentieri ci diletta con le sue castronerie, o in altre parole con le sue acrobazie mentali. Ultima è ad esempio l'accusa ai giornali di Sinistra, rei a suo avviso di aver iniziato una campagna diffamatoria nei confronti di Berlusconi causa a sua volta della degenerazione del clima politico che, evidentemente, ha portato il Giornale di Feltri ad attaccare il direttore di Avvenire.
Intendiamoci, una causa che ha dato origine a tutto ci deve pur essere, ed è pur vero che i giornali di sinistra hanno calcato la mano sulle miserabili vicende del Presidente del Consiglio. Il Senatore dimentica però che l'uomo a cui fa da tirapiedi, non è, per sua stessa ammissione, un santo e, che le accuse portate dalla stampa "nemica" paiono avere, per così dire, un qualche riscontro.
Con piena e solita coerenza, nell'intervista al Tempo Gasparri si lamenta di questo clima feroce, prende le distanze da Feltri, senza far trasparire che lo fa per tornaconto, afferma che è contro gli attacchi personali nei confronti dell'ex Direttore (dell'Avvenire) Boffo, come del resto lo era quando Repubblica attaccava il nostro sanissimo Presidente del Consiglio Superman; poi a sugello di questo sua integrità morale afferma testuale :"Piuttosto spero che qualcuno vada a chiedere conto al direttore di Repubblica Ezio Mauro del perchè non ha pagato le tasse".
Interessante anche la sua uscita sulle lezioni di laicità. Che non abbia lui e la maggioranza in cui esercita motivo di subire lezioni di laicità dalla Sinistra posso anche capirlo; diverso invece il giudizio sul fatto che non abbia bisogno di lezioni di laicità.
Già l'idea che una parte politica voglia trasformare principi etico morali in legge, in barba alla libertà costituzionali questo è tutto un dire. Uno stato laico è chiamato a legiferare e a governare per tutte le coscienze ad esso sottoposte e lo deve fare in base a una media delle pluralità in funzione degli usi e costumi di un popolo, nonchè delle esigenze che man mano si creano nella società.
Ad esempio, la legge cosiddetta "sull'aborto" non fu fatta per consentire l'aborto in modo indiscriminato, ma per garantire un uso che fino ad allora era comunque praticato fuori da canali sanitari e totalmente fuori controllo. Se lo Stato allora avesse perseguito l'idea di mantenere fuori legge l'aborto, non avrebbe potuto circoscrivere tale pratica e lo avrebbe lasciato di fatto in mano, nell amigliore delle ipotesi alle mammane, nella peggiore alla criminalità organizzata. Il fine giustifica i mezzi.
Quindi lo stato laico deve avere una moralità neutrale nei confronti della coscienza religiosa e il politico, seppur praticante, dovrebbe mettere da parte la propria coscienza religiosa per il bene comune. Vorrei poi sottolineare che anche il laico possiede una coscienza che non ha nulla da invidiare a quelle religiose. Anzi, ed in più è, in linea di massima più pragmatico e meno masochista.
Ma d'altra parte cosa ci si può aspettare da colui che ha partorito la servile Legge sul riordino televisivo che porta a giusta infamia il suo nome?

PS "Cuore a destra" è il titolo del libro del Senatore Gasparri

3 commenti:

Alfredo ha detto...

Nella prima parte del post dice qualcosa di condivisibile, anche Grillo lo fece notare; Berlusconi critica i comunisti perchè, in fin dei conti, coi comunisti, lui ci sta bene. Giustissimo che se Gasparri non ha bisogno di lezioni di laicità, proprio per questo, è assurdo che lui voglia impartirle agli altri. Probabilmente sbaglia quando dice che il politico, seppur praticante, dovrebbe tenere fuori dalla politica la sua coscienza religiosa, perchè questo farebbe di lui, oltre che un "masochista", anche uno "schizofrenico". E non gioverebbe certo al bene comune.

Unknown ha detto...

Si torna sempre allo stesso punto sul quale io sostengo che la morale religiosa non è superiore a quella laica e, si badi, per religiosa non intendo solo cattolica: sarà da vedere come i religiosi cattolici reagiranno quando (e se) la minoranza islamica diverrà maggioranza e imporrà usi e costumi a noi alieni ma dettati da una "certa" morale.
Poi, personalissima opinione, io nel cristianesimo (cattolico e sette varie) vedo già teorizzate e attuate una lunga lista di pratiche masochistiche.

Alfredo ha detto...

Anche io potrei essere d'accordo sul fatto che la morale religiosa non sia superiore a quella laica; se avessi una precisa cognizione della laicità e soprattutto se volessi specificare come non tutte le morali religiose sono equivalenti fra loro. Ma c'entra poco con quello che volevo dire. Nella frase: "quindi lo stato laico deve avere una moralità neutrale nei confronti della coscienza religiosa e il politico, seppur praticante, dovrebbe mettere da parte la propria coscienza religiosa per il bene comune" ci vedo un errore di contestualizzazione contrario alla stessa laicità. Se intende dire che sulla concezione neutrale dello stato non deve prevalere alcuna etica religiosa mi trova d'accordo, se così non fosse il nostro paese sarebbe uno stato confessionale come l'Iran, e non una moderna democrazia occidentale; tuttavia è anche vero che all'interno dello stato laico, proprio perché tale, possono convivere tutte le concezioni religiose, a patto che - solo a patto che - nessuna voglia imporsi sulle altre nella visione confessionale anzidetta. Come potrei darle torto su ciò? Da questo punto di vista la concezione laica dello stato è superiore a quella religiosa, proprio in funzione della concezione religiosa stessa. Tuttavia nella parte finale rischia la contraddizione perchè afferma che il politico dovrebbe mettere da parte la propria etica religiosa per il bene comune. In primo luogo ciò contraddice la laicità stessa, oltretutto la giurisprudenza è chiara in questo senso; lo stato è un ordinamento giuridico ai fini generali esercitante il potere sovrano su un determinato territorio (MORTARI). E il "fine generale" è la definizione informale di "politica". Quello cui lei accennava quando trattava della "media delle pluralità"; un concetto azzeccatissimo, che però poi rischiava di disintegrare, azzerando la "pluralità" stessa, che è fatta di tantissime individualità innegabili. Quasi che lo stato avesse già un "bene-fine-comune" individuato a priori al di fuori dell'etica religiosa (o non religiosa). Oltretutto, volendo ritornare alla pluralità come insieme di individualità complessivamente considerate, la negazione della prima comporterebbe lo sfacelo delle seconde, ovvero la sottrazione di un qualunque fine delle stesse e la finale, inaccettabile contraddizione etica: detto in parole povere, non si può chiedere ad un cattolico di pensare in privato che l'omosessualità è un male e di votare in pubblico a favore dei matrimoni gay. Soprattutto non in favore di un bene comune predeterminato in senso pluralistico, ma che farebbe del pluralismo la garrota di una individualità che sta alla base dell'orientamento generale, e quindi dello stato, inteso proprio, e soprattutto, come "laico". Per quel che riguarda gli elementi masochistici, credo che quest'ultima sia una concezione afferente ad un precisa sfera psichiatrica, non ne do una valutazione precisa, tuttavia, se posso permettermi il paragone, non credo che i sacerdoti aztechi fossero dei sadici perchè sacrificavano donne e bambini, e nemmeno credo che lo fossero i cacciatori di streghe o le SS naziste. Cioè, è vero che esiste il crudele comportamento "culturale" di un Buffalo Bill alla guerra che riproduce delle specifiche patologie mentali, tuttavia ciò rimane confinato in un ambito diverso rispetto al disturbo compulsivo di un Andreji Chikatilo che stupra i ragazzini e poi li fa sparire nel congelatore. Detto questo, sì, vi è una buona dose di pratiche masochistiche nel cristianesimo; anche in quello cattolico.

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