A porsi di traverso e a tifare per lo sfidante, da poco, e nonostante lei, uscito sconfitto, è la Chiesa Cattolica Americana.
Già, perché piuttosto che un presidente abortista e possibilista sulle unioni gay, era meglio persino un mormone, ovvero un appartenente ad una delle innumerevoli sette cristiane (o pseudo tali), con enormi differenze teologiche rispetto al cattolicesimo ma con altrettanti punti in comune sul lato pratico ("bioetica").
D'altra parte, già nel 2004 la Chiesa Cattolica americana aveva lanciato il veto affinché venisse vietata la somministrazione della comunione, non solo ai politici cosiddetti "pro-choice" (abortisti), ma anche ai loro elettori, cosa francamente inaccettabile in quanto lesiva della segretezza del voto. D'altronde, si sa che la religione in genere è assai più capace di richiedere diritti piuttosto che concedere, specie se ha la fortuna di trovarsi in una posizione di forza (come ad esempio quella che grava sul nostro Paese).
Ebbene lo stesso cardinale, Raymond Leo Burke, che nel 2004 bandì la di cui sopra "cristianissima" crociata, sentenziò, quattro anni or sono, che il partito democratico, sotto la guida di Obama, sarebbe divenuto niente poco di meno che "il partito del male".
In scala un po' più piccola, lo stesso approccio dialettico degli Ayatollah iraniani!
A poche ore dalle elezioni, la conferenza episcopale statunitense ha aperto un nuovo sito che sa tanto di attacco al rieletto presidente, sebbene in realtà non venga mai citato.
Il sito http://firstamericanfreedom.com riporta infatti una serie di tematiche riguardanti alcuni valori ritenuti non negoziabili.
Nel manifesto proposto dal sito non c'è assolutamente nulla di nuovo, tuttavia vale la pena non tanto analizzare i contenuti cui ognuno in coscienza propria potrà trarre le proprie conclusioni quanto i processi logici che lo hanno generato.
As Catholics, we’re called to live out our faith every day – not just Sunday. We serve the poor and needy, protect life at all stages, welcome immigrants and fight for social justice. Our service flows directly from our faith; the two cannot be separated. These are matters of conscience and principle, not subjects for political negotiation or compromise. (Trad: Come cattolici noi siamo chiamati a vivere la nostra fede ogni giorno non solo di domenica. Noi assistiamo il povero e il bisognoso, proteggiamo la vita in ogni suo stadio, accogliamo gli stranieri e combattiamo per la giustizia sociale. Il nostro impegno fluisce direttamente dalla nostra fede; sono due cose che non possono essere separate. Ci sono questioni di coscienza e principi che non sono soggetti alla negoziazione politica o al compromesso)
Il manifesto inizia come un tentativo di identificazione che sa di monito diretto ai fedeli, i quali sono chiamati a non limitarsi ad essere cristiani solo nel celebrare le festività ma all'impegno costante nel vivere i dettami del cristianesimo, ogni giorno. Tale monito, non può che nascere dalla constatazione dell'opposto, viceversa non ci sarebbe alcun bisogno di cercare un identità.
Seguono una serie di caratteristiche, tipicamente umane che però vengono idealizzate e con un abile artificio fate proprie, e quindi anche solo apparentemente esclusive del cristianesimo. Infatti, tali caratteristiche ascrivibili al "buono" vengono fatte derivare dalla fede, senza la quale, sottolinea il manifesto, non può esserci alcunché.
Sostanzialmente, secondo il manifesto, bisognerebbe accettare l'idea che solo chi ha fede in Cristo è in grado di assistere il bisognoso, quando invece, è lapalissiano, che questo è tipico di qualsiasi nucleo sociale, dalla famiglia, alla compagnia, al popolo. Al limite, aumentando le dimensioni del soggetto sociale (coppia, famiglia, concittadini, ecc) è probabile che una parte specifica della popolazione si faccia carico delle incombenze dei più deboli aiutata più o meno consapevolmente da tutti. L'esempio tipico è il cosiddetto Stato Sociale: io posso non aiutare direttamente gli anziani, ma contribuendo con elargizioni (dirette, 5 per mille, tasse) sostengo coloro che si fanno carico del problema.
Stupirà i Cattolici, ma anche i non cattolici sono in grado di aiutare gli altri, quindi l'inseparabilità della capacità di assistere dalla fede è una stupidata colossale, oltre che la manifestazione di un odiosa vanità.
Rimanendo sul tema, lo Stato civile, in quanto laico, dovrebbe sì garantire la libertà dell'individuo a vivere secondo la propria religione, tuttavia è anche vero che per lo Stato civile la Legge deve venire prima di tutto. Quindi, per esempio, se anche una religione approvasse la poligamia, ma questa fosse condannata dalla legge dello Stato, non sarebbe possibile parlare di negazione della libertà religiosa. Questa, e le sue opportunità, andrebbero comunque sottoposte alla Legge. D'altra parte, questa avviene anche nelle teocrazie, dove la presunta legge divina coincide con quella statale.
Non vi è nulla di anomalo: o uno Stato si professa religioso e allora adotta tutte le leggi proposte dalla religione, negando tuttavia quelle di altre possibili minoranze, o si mantiene Laico, quindi al di sopra della religione, stabilendo precisi confini all'interno dei quali la libertà degli individui, non solo quella religiosa, deve rimanere.
Non a caso il principio di base della libertà personale è che essa finisce dove inizia quella altrui.
Il baco del pensiero religioso è che non può per sua natura accettare di venire sottoposto o limitato da alcunché, in quanto si presume ispirato direttamente dalla divinità, ente per definizione superiore a tutto.
Quel "adesso", poi, è un nemmeno tanto velato atto d'accusa ad Obama, giacché Romney solo negli intenti si dichiarava (seppur con molti distinguo e tentennamenti), disponibile a trattare su quei "principi non negoziabili", e comunque sia il candidato repubblicano sarebbe stato il futuro. Il presente (e il passato prossimo) non può che essere riferito all'allora e odierno Presidente.
In realtà, in termini di "dovere", assolutamente nulla: ambedue forniscono un servizio volto alla cura dei malati. Perché dunque dovrebbero esserci differenze nel trattamento fiscale o nell'imposizione di coperture assicurative?
Anzi, da un certo punto di vista è proprio l'ospedale religioso (o la scuola) a fare selezione o se vogliamo, a discriminare sul personale (si spera solo su quello), prediligendo quindi medici antiabortisti quando invece la legge dello Stato garantisce alle donne questo diritto di scelta (giusto o sbagliato che sia).
Quindi l'azione di Obama sarebbe solo volta alla normalizzazione di un sistema, quello che ruota attorno agli istituti religiosi, che svolgono compiti sociali sostenuti dallo Stato e quindi da tutti i cittadini, quindi anche da coloro che non professano la religione specifica, che la rifiutano o che la avversano.
Tralasciamo poi il concetto di istituto scolastico religioso che specie negli USA arrivano persino a proporre il creazionismo come verità scientifica, tradendo di fatto la natura stessa dell'intelletto umano.
Continuiamo:
In realtà sottolineo il "forse", perché, qualunque cosa si consideri, qui non si sta parlando dell'azione di volontari, ma di regolamentare in modo univoco istituti che con molta probabilità vengono finanziati anche da fondi governativi e, comunque e certamente, da fondi privati.
Comunque sia, la legge deve essere eguale per tutti. Non si capirebbe perché un istituto non religioso dovrebbe essere gravato da certa contribuzione e quello religioso esentato (e detto da un italiano...).
Con tutto ciò non pare che venga in alcun modo impedita la possibilità di fare del bene, semplicemente si richiede indistintamente a tutti di seguire le leggi, o se vogliamo metterla in altri termini, di dare a Cesare quel che è di Cesare.
Malignamente si potrebbe azzardare che ad infastidire i vertici della Chiesa Cattolica americana possa essere proprio quel dover "dare", ancor più di questi tempi, a causa delle ristrettezze economiche cui molte diocesi d'oltre oceano si sono ritrovate conseguentemente allo scandalo pedofilia che le ha investite in pieno.
Realmente, credo invece che tale manifesto sia frutto principalmente dell'incapacità intrinseca del pensiero religioso ad accettare di essere uno dei tanti sentieri percorribili dalla mente umana.
PS chiedo scusa se ci sono imprecisioni nella traduzione, ma il mio inglese, dopo anni di inattività, versa in pessime condizioni.
(Per eventuali errori in lingua Italiana, lo sò...sono un somaro!)
Seguono una serie di caratteristiche, tipicamente umane che però vengono idealizzate e con un abile artificio fate proprie, e quindi anche solo apparentemente esclusive del cristianesimo. Infatti, tali caratteristiche ascrivibili al "buono" vengono fatte derivare dalla fede, senza la quale, sottolinea il manifesto, non può esserci alcunché.
Sostanzialmente, secondo il manifesto, bisognerebbe accettare l'idea che solo chi ha fede in Cristo è in grado di assistere il bisognoso, quando invece, è lapalissiano, che questo è tipico di qualsiasi nucleo sociale, dalla famiglia, alla compagnia, al popolo. Al limite, aumentando le dimensioni del soggetto sociale (coppia, famiglia, concittadini, ecc) è probabile che una parte specifica della popolazione si faccia carico delle incombenze dei più deboli aiutata più o meno consapevolmente da tutti. L'esempio tipico è il cosiddetto Stato Sociale: io posso non aiutare direttamente gli anziani, ma contribuendo con elargizioni (dirette, 5 per mille, tasse) sostengo coloro che si fanno carico del problema.
Stupirà i Cattolici, ma anche i non cattolici sono in grado di aiutare gli altri, quindi l'inseparabilità della capacità di assistere dalla fede è una stupidata colossale, oltre che la manifestazione di un odiosa vanità.
As Americans, we’ve always enjoyed our First Amendment right to religious freedom – not just the freedom to worship in the sanctuary, but to act on our faith in the world. And for nearly forty years, both political parties have backed federal laws that protect conscience. But now, all across America, our faith is being rewritten by the government. (trad: Come Americani siamo sempre stati felici del nostro Primo Emendamento sulla libertà di religione - non solo della libertà di celebrare nei nostri santuari, ma di vivere secondo la nostra fede nel mondo. E per gli ultimi quarant'anni entrambe gli schieramenti politici hanno sostenuto le leggi federali che proteggevano la libertà di coscienza. Ma adesso, in tutta America, la nostra fede sta per essere riscritta dal governo)Sulle libertà costituzionali ci sarebbe molto da discutere, giacché si tende troppo spesso a prendere ogni singola norma quando invece il diritto è garantito dall'accettazione delle norme che comprendono oltre che i limiti dei diritti, anche la definizione dei doveri.
Rimanendo sul tema, lo Stato civile, in quanto laico, dovrebbe sì garantire la libertà dell'individuo a vivere secondo la propria religione, tuttavia è anche vero che per lo Stato civile la Legge deve venire prima di tutto. Quindi, per esempio, se anche una religione approvasse la poligamia, ma questa fosse condannata dalla legge dello Stato, non sarebbe possibile parlare di negazione della libertà religiosa. Questa, e le sue opportunità, andrebbero comunque sottoposte alla Legge. D'altra parte, questa avviene anche nelle teocrazie, dove la presunta legge divina coincide con quella statale.
Non vi è nulla di anomalo: o uno Stato si professa religioso e allora adotta tutte le leggi proposte dalla religione, negando tuttavia quelle di altre possibili minoranze, o si mantiene Laico, quindi al di sopra della religione, stabilendo precisi confini all'interno dei quali la libertà degli individui, non solo quella religiosa, deve rimanere.
Non a caso il principio di base della libertà personale è che essa finisce dove inizia quella altrui.
Il baco del pensiero religioso è che non può per sua natura accettare di venire sottoposto o limitato da alcunché, in quanto si presume ispirato direttamente dalla divinità, ente per definizione superiore a tutto.
Quel "adesso", poi, è un nemmeno tanto velato atto d'accusa ad Obama, giacché Romney solo negli intenti si dichiarava (seppur con molti distinguo e tentennamenti), disponibile a trattare su quei "principi non negoziabili", e comunque sia il candidato repubblicano sarebbe stato il futuro. Il presente (e il passato prossimo) non può che essere riferito all'allora e odierno Presidente.
The Department of Health & Human Services recently decided that Catholic schools, charities, and hospitals are not “religious employers” that deserve religious freedom protection. As a result, these ministries will be forced to pay for health insurance coverage of sterilization and contraception -including abortion-inducing drugs – forcing them to choose between violating the Church’s teaching and breaking the law. (Trad: Il Dipartimento della Salute ha recentemente stabilito che le scuole, gli enti di beneficienza e gli ospedali cattolici non sono da considerarsi sotto la tutela della libertà religiosa in quanto soggetti non religiosi. Come risultato questi ministri hanno costretto tali enti a pagare coperture assicurative che coprano anche la sterilizzazione, la contraccezione, includendo tra questi anche i farmaci induttori dell'aborto, forzandoli ad una scelta tra violare i principi della Chiesa piuttosto che la legge)Obama, evidentemente, a dispetto dei nostri tecnopoliticanti ha ben presente che scuole, ospedali e quant'altro, seppur denominati "Cattolici" sono enti privati il cui lavoro, benché nobile, è comunque fonte di guadagno. Cosa ci dovrebbe essere di diverso in un ospedale cattolico e uno "civile", al di là del personale?
In realtà, in termini di "dovere", assolutamente nulla: ambedue forniscono un servizio volto alla cura dei malati. Perché dunque dovrebbero esserci differenze nel trattamento fiscale o nell'imposizione di coperture assicurative?
Anzi, da un certo punto di vista è proprio l'ospedale religioso (o la scuola) a fare selezione o se vogliamo, a discriminare sul personale (si spera solo su quello), prediligendo quindi medici antiabortisti quando invece la legge dello Stato garantisce alle donne questo diritto di scelta (giusto o sbagliato che sia).
Quindi l'azione di Obama sarebbe solo volta alla normalizzazione di un sistema, quello che ruota attorno agli istituti religiosi, che svolgono compiti sociali sostenuti dallo Stato e quindi da tutti i cittadini, quindi anche da coloro che non professano la religione specifica, che la rifiutano o che la avversano.
Tralasciamo poi il concetto di istituto scolastico religioso che specie negli USA arrivano persino a proporre il creazionismo come verità scientifica, tradendo di fatto la natura stessa dell'intelletto umano.
Continuiamo:
After years of providing excellent service to the federal government in aiding victims of human trafficking, the Church was disqualified from continuing that service because the federal government – now for the first time – required the Church to help fund abortions. (trad: Dopo aver fornito per anni un eccellente servizio allo Stato Federale in aiuto alle vittime della tratta di immigrati, la chiesa è stata interdetta dal continuare questo servizio perché - ora per la prima volta- il governo ha richiesto alla chiesa di contribuire al fondo per l'aborto.)Qui siamo al ridicolo. Si accusa il governo federale di costringere la Chiesa (ma non stavamo parlando di scuole e ospedali?) a non proseguire il suo impegno nei confronti dei bisognosi in quanto per farlo dovrebbe pagare per i fondi pro aborto. Se non fossero noti gli scandali dello IOR, forse si potrebbe anche prendere in considerazione tale accezione, nel senso che se non altro bisognerebbe riconoscere una certa coerenza.
In realtà sottolineo il "forse", perché, qualunque cosa si consideri, qui non si sta parlando dell'azione di volontari, ma di regolamentare in modo univoco istituti che con molta probabilità vengono finanziati anche da fondi governativi e, comunque e certamente, da fondi privati.
Comunque sia, la legge deve essere eguale per tutti. Non si capirebbe perché un istituto non religioso dovrebbe essere gravato da certa contribuzione e quello religioso esentato (e detto da un italiano...).
A number of states have pushed for legislation that prevents Catholics from providing food, shelter, and medical services to undocumented immigrants in need. (trad: alcuni Stati hano spinto per avere una legislazione che impedisce ai Cattolici di provvedere al cibo, all'accoglienza e alla salute di immigrati clandestini bisognosi)Non conosco i motivi delle ordinanze, ma posso immaginare siano stati dettati da esigenze di ordine pubblico. Comunque sia, l'ordinanza non può essere specifica per gli istituti religiosi, ma vale per tutti. Forse, se esiste una specifica, e tesa a rimarcare comportamenti già poco legali tenuti dagli istituti religiosi.
Con tutto ciò non pare che venga in alcun modo impedita la possibilità di fare del bene, semplicemente si richiede indistintamente a tutti di seguire le leggi, o se vogliamo metterla in altri termini, di dare a Cesare quel che è di Cesare.
Malignamente si potrebbe azzardare che ad infastidire i vertici della Chiesa Cattolica americana possa essere proprio quel dover "dare", ancor più di questi tempi, a causa delle ristrettezze economiche cui molte diocesi d'oltre oceano si sono ritrovate conseguentemente allo scandalo pedofilia che le ha investite in pieno.
Realmente, credo invece che tale manifesto sia frutto principalmente dell'incapacità intrinseca del pensiero religioso ad accettare di essere uno dei tanti sentieri percorribili dalla mente umana.
PS chiedo scusa se ci sono imprecisioni nella traduzione, ma il mio inglese, dopo anni di inattività, versa in pessime condizioni.
(Per eventuali errori in lingua Italiana, lo sò...sono un somaro!)
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